-Giù le mani! Disse Molly vedendolo tendere le sue posate verso la seconda ala. Questo pezzo succulento dell’animale è mio!
Dopodiché, si servì di un enorme coltello e iniziò a dividere il tacchino in due, un’espressione feroce sul viso, come se lei e Joan fossero i soli a condividere quel pasto. Sayan cacciò un urlo di offesa e si mise a infilzare una quantità fenomenale di legumi nel piatto, mettendoli in bocca ad un ritmo folle.
-Non è veramente niente male, questo cibo! Riuscì ad articolare.
-Aspetta di vedere il dolce! Le rispose Molly, con la bocca piena.
Naëli alzò gli occhi al cielo.
Dei selvaggi.
Viaggiava con dei selvaggi.
La taverna risuonava di grida di gioia e di conversazioni più o meno alcolizzate dei numerosi corridori che avevano deciso di soggiornarvi. Tutti si vantavano di aver realizzato una performance eccezionale, ma il frastuono prodotto dalla squadra degli Esploratori non lasciava posto alla concorrenza. Il vino che riempiva regolarmente la coppa di Molly non migliorava le cose.
-Ehi! Non mangiavate da decenni? Chiese il loro oste portando un piatto di frutta candita, attento al benessere dei suoi clienti, anche se un po’ sorpreso dal loro comportamento.
-Perdoni il loro carattere un po’…euh… rozzo, si scusò Naëli alzando le braccia in segno di impotenza. Ci vorrebbero degli anni per addomesticarli.
L’oste se ne andò con una risata tuonante tenendosi le costole.
-Nessun problema, in realtà, era da molto tempo che non avevo una compagnia così gioviale! Fa piacere!
-Rozzo? Brontolò Molly socchiudendo gli occhi. Per mille pirati, ti insegnerò che cos’è un rozzo, piccola mia!
Agitò il suo coltello in direzione del viso della ragazza, con un’aria che doveva essere minacciosa.
-Fortunatamente ci sono persone educate qui, continuò con un tono mieloso rivolto all’oste, sottolineando le sue parole con un sorriso incantatore.
Naëli guardò quest’ultimo tornare in cucina, felice, e si alzò per andare a prendere un po’ d’aria. L’atmosfera assordante del posto le faceva venire il mal di testa. Inspirò un po’ di aria fresca della notte, e osservò l’insegna del posto.
Allo specchio del crepuscolo .
La scelta dell’albergo era stata rapida: erano entrati nel primo che avesse l’aria appropriata. E il nome era piaciuto a Naëli.
Era una bella occasione per Nebbia della sera, dove gli alloggi si riempivano di più in una notte che nell’intera stagione. Gli abitanti dovevano essere felici della pubblicità. Soprattutto dato che il turismo era un’attività in piena crescita nei Principati – anche se il settore era in pieno sviluppo, e c’era un solo attore, la Div. Corp. Anche a Sarmajor, Naëli aveva notato la crescita considerevole delle attività di divertimento e di esplorazione in questi ultimi anni.
Sentì qualcuno uscire dall’osteria, e voltandosi vide Yadriel.
-Bella serata, vero? Le chiese gettando uno sguardo alle stelle che si intravedevano al di là dei tetti rossi.
Naëli annuì. Adorava guardare le stelle, alla ricerca della più brillante di tutte. Ma non la trovava mai.
Questa notte, la volta celeste era splendida. Stranamente, la nebbia dell’inizio della sera era scomparsa, lasciando il cielo autunnale limpido come l’acqua.
-Vado a fare un giro al porto, a verificare che vada tutto bene per lo Storione , continuò lui. Vuoi accompagnarmi?
Naëli rispose di sì e lo seguì lungo la strada lastricata. Niente di meglio di una piccola camminata digestiva per finire la serata.
Al porto, lo Storione stellato riposava dolcemente sotto il chiaro di luna. Sembrava ancora più bello in questi colori bluastri, che facevano risaltare le placche di metallo attaccate al legno sui suoi fianchi.
-E’ una nave magnifica, le confidò Yadriel, pieno di ammirazione.
-Ringrazia l’ingegno di Sayan, replicò la ragazza. Senza la sua immaginazione traboccante e le sue competenze tecniche, non saremmo qui. L’idea di mettere i motori a propulsione sui fianchi è geniale!
Lui si lasciò scappare una risata divertita e rincarò:
-Senza parlare della forma dello Storione. Scegliere una chiatta può sembrare una scelta azzardata in una gara così, ma il nostro vascello è più rapido, fende il vento e la schiuma con molta più facilità rispetto alle navi più grandi. Aggiungi a tutto questo la nostra vela maestra in caso di rottura dei motori, e le tue competenze segrete, e ottieni una squadra imbattibile. Non c’è modo di perdere!
Naëli gli offrì un sorriso luminoso e si allungò sul pontile di attracco, la testa rivolta verso il cielo.
-Non volevi restare a partecipare alla festa? Chiese al suo compagno.
-Il mio ruolo in quest’avventura me lo impedisce, lo sai. Sono la vostra guardia del corpo, devo essere sempre all’erta. E noi sameda ci adattiamo alle tradizioni festive degli uomini con difficoltà. Cosa che non ci impedisce di apprezzare la loro compagnia, ovviamente.
Naëli lo osservò dall’alto in basso. Un profilo umanoide, la stessa altezza, la stessa stazza, ma un viso che non aveva niente di umano. Metà uomini, metà squali, i sameda erano un popolo semi acquatico che viveva sulle rive di una piccola isola non lontana dalla dorsale sud, fuori dai Sette Principati. Yadriel era uno di loro, ma al contrario del suo popolo molto casalingo, era curioso e questo l’aveva spinto ad esplorare i Sette Principati da est ad ovest e da nord a sud. I suoi compagni erano rinomati per le loro competenze marziali fuori dal comune, dato che godevano di un’agilità eccezionale e di armi naturali spaventose, a partire dalla sfilza inquietante di denti retrattili. Yadriel aveva dunque offerto i suoi servizi come mercenario a numerosi esploratori durante i suoi viaggi, cosa che gli permetteva di fare una vita di avventure e di scoperte. Ed era ciò di cui si occupava oggi: proteggere la squadra degli Esploratori. La prova era la lunga asta di legno attaccata alla sua schiena. L’insieme spaventoso di lame che ne occupava l’estremità avrebbe fatto impallidire l’attaccante più accanito.
Naëli l’aveva incontrato solo qualche settimana prima durante la prima riunione della squadra, ma aveva già sviluppato una grande complicità con il sameda. Adorava ascoltarlo parlare delle sue avventure, con gesti e intonazioni che rendevano il racconto reale come se si stesse svolgendo sotto i suoi occhi. Oltre a raccontare le sue epopee con convinzione e dinamismo, aveva un giudizio chiaro su numerosi argomenti, frutto di esperienze ricche e variate, ed era capace di conversare a lungo sulla natura delle cose, cosa che incantava Naëli.
D’altro canto, la ragazza sapeva che la sua sensibilità aveva toccato Yadriel, e che era per questo che lui non aveva esitato a lungo prima di confidarsi. Era felice di quell’amicizia nascente.
Era comunque stata scettica quando Joan le aveva annunciato la composizione della loro squadra, per paura di aver a che fare con un vecchio mercenario burbero e noioso.
“Dato che hai accettato di partecipare alla Coppa con me, il progetto prende forma, allora ho cominciato a riflettere sulla composizione della nostra squadra” le aveva detto lui dopo averle chiesto di accompagnarlo in questa folle impresa. “Le regole della composizione delle squadre della Coppa sono semplici: cinque partecipanti, di cui uno destinato alla sola navigazione marittima. Penso di utilizzare il Lupo di mare quando sarà finito, ma ci sono solo due posti. Quindi, ci servirà un altro veicolo, e qualcuno che ci capisca di macchine sportive in caso di guasto. Ci serve anche un navigatore che si occupi della nave, e la nave stessa. Ma per quanto riguarda questo, ho già trovato”.
Qualche giorno dopo, lui le presentava Molly e il suo Storione, che non sapeva dove lo avesse scovato. Non aveva osato chiedere.
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