Aidan Fox - La Figlia Dell’Acqua

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La Figlia Dell’Acqua: краткое содержание, описание и аннотация

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Una avventura a metà tra lo steampunk e il fantasy, dove degli eroir partecipano ad una corsa di veicoli e smascherano un terribile complotto. Naëli e Joan si sono lanciati in una sfida che evidenzia follia per la loro giovane età: partecipare alla Corsa dei Sette Principati, la più lunga e la più pericolosa mai inventata. Durante la loro avventura, devono attraversare ogni isola dell'arcipelago, e conservare una buona posizione per restare in lizza. Sfidando dei concorrenti poco scrupolosi. Ma posseggono dei trucchi nascosti: il dono d'idromagia di Naëli. La sua padronanza dell'antica magia dell'Acqua rappresenta sicuramente un vantaggio strategico. Un vantaggio che non sarà d'aiuto solo nell'ambito della competizione. Un oscuro complotto è tramato nei corridori della Coppa quest'anno. Dei concorrenti scompaiono senza lasciare traccia, altri sono vittime di sinistri incidenti. Man mano che la corsa avanza, il mistero s'infittisce. E la semplice prova sportiva si trasforma in un'investigazione inquietante che cela pesanti segreti.

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Era un’abilità pericolosa.

In quel momento, lei doveva creare una corrente potente e rapida che avrebbe portato lo Storione stellato a grande velocità verso la prossima tappa della corsa.

Si, ecco, una corrente.

Naëli si focalizzò sul movimento dell’acqua, raccogliendo ogni molecola per creare una potente turbolenza dietro all’imbarcazione. Spinse lo scafo con dolcezza, ma in modo deciso. Bisognava accompagnare senza mettere fretta, un saggio dosaggio che lei padroneggiava alla perfezione.

L’effetto fu immediato.

Lo Storione fece un balzo in avanti, facendo di nuovo cadere i suoi occupanti.

-Ehi, con calma! Brontolò Molly agitando le braccia per riprendere l’equilibrio. Avrebbero dovuto scriverti “pericolo pubblico” in fronte!

Dietro di lei, gli occhi spalancati, Naëli scoppiò a ridere.

-Ad ognuno il suo turno!

La voce ed il volto dei suoi compagni risuonavano come in un sogno, mescolati al rimbombo dell’acqua e ai sussulti della barca – o a quelli dell’oceano, non avrebbe saputo dire- ma sapeva che erano lì intorno a lei. O meglio, era lei che era là, con loro.

-Prenderemo la testa della corsa! Esclamò Joan, entusiasta. Che velocità! Anche se ti conosco da molto tempo, Naëli, mi impressioni sempre!

Naëli sentì appena il suo complimento. Era perfettamente in armonia con il mare, e si perdeva nella sua onda benevola. Durante dei lunghi minuti, si lasciò cullare, spingendo la nave sempre più pigramente a mano a mano che si perdeva nella contemplazione del fondo marino. Scivolava verso le profondità, i crostacei ed i molluschi. L’acqua diventava sempre più nera, e lei ebbe voglia di avvicinarsi al fondo per continuare la sua esplorazione tranquilla. Il silenzio che regnava sotto la superficie dell’acqua era…rassicurante.

Lei stava bene là.

Non aveva voglia di andarsene.

Andare dove, poi?

Si chiese se le immagini che sfilavano nella sua testa erano dei ricordi reali. Non si ricordava di essere mai stata altrove…

***

-Va tutto bene, figlia mia, ma non esagerare, grugnì una voce nella sua testa.

Dovette fare uno sforzo estremo di concentrazione per riconoscere la voce di Molly.

In un salto, si strappò alla sua contemplazione. Ogni volta sperimentava questa terribile sensazione di strappo, come se una parte del suo essere le fosse stata ingiustamente sottratta. Batté le palpebre una decina di volte prima che l’immagine di Joan chino su di lei si stabilizzasse.

Tremò.

Aveva l’impressione di essere sempre in fondo all’oceano, che le appariva scuro e minaccioso.

-Ehi, bella mia, va tutto bene? Era come se avessi perso conoscenza, anche se eri sveglia!

Naëli lo fissò con aria ebete, e si rese conto di essere seduta per terra contro il parafuoco. Probabilmente aveva perso l’equilibrio. Fortunatamente non era sola.

Tremò, ancora sotto l’influenza del freddo. Poi scosse la testa e offrì al suo amico il suo più bel sorriso.

-Va tutto bene, non preoccuparti!

Prese la mano che lui le tendeva e si rialzò, titubante. Molly, aggrappata fermamente al parapetto, le gettò un colpo d’occhio da sopra la spalla.

-Rimettiti in sesto, abbiamo bisogno di te fino alla fine dell’avventura! Anche se ti ringrazio per questo aiutino! E copriti!

Cosa che ornò con un “questi ragazzi, vi giuro” mormorato a mezza voce.

Naëli gettò un colpo d’occhio all’orizzonte. Effettivamente, avevano messo una buona distanza tra loro ed i concorrenti che li seguivano, che poteva distinguere a qualche centinaia di metri dietro di loro. A tribordo come a babordo, il mare era calmo. Non un vascello che turbasse il suo riposo. Gemette di entusiasmo e scese sul ponte, seguita da vicino da Joan che cercava di coprirle le spalle con un ampio mantello.

-Quanto tempo manca a Nebbia della sera? Chiese a Yadriel, sempre di guardia alla prua della nave.

-Con il nostro ritmo di crociera, direi cinque o sei ore. Ci arriveremo prima del tramonto, e, con un po’ di fortuna, per primi!

L’eccitazione dei giovani era contagiosa, perché anche lui, saggio e posato normalmente, sembrava bruciare di passione.

Naëli inclinò la testa e si sedette di nuovo, improvvisamente stremata. Il vento fresco punteggiato da spruzzi scompigliava i suoi capelli blu e scivolava sul suo volto, dolce ricordo della sua esperienza aquatica che prese il tempo di apprezzare. Assaporando l’aria pura dell’oceano che giocava con lei come fosse una bambina, Naëli si lasciò scivolare in un dolce sonno popolato da sogni incantatori e allegri.

5

La Coppa dei Sette Principati è più un rito che un evento sportivo. E’ per evitare gli incessanti conflitti che i Principi commercianti devono affrontare che questi ultimi hanno inventato questa corsa che unisce al di là delle identità individuali. La prova permette di concentrare l’attenzione delle masse e di dirottarle dalle loro velleità belliche, installando una pace duratura che consolida l’equilibrio economico già assicurato dai dirigenti .Le guerre sono al giorno d’oggi limitate alle alte sfere del potere.

L’Enciclopedia dei Sette Principati

I naga erano creature del tempo antico. Dotati di una longevità senza precedenti che poteva raggiungere diverse centinaia di anni, possedevano un lungo corpo da rettile dotato di due paia di braccia e di un viso triangolare che era la replica esatta di quello di un serpente. Ma la cosa più stravolgente della loro fisionomia erano le loro gambe. O piuttosto la loro assenza, dato che ne erano completamente sprovvisti. Il loro tronco era costituito solamente da una coda immensa che poteva misurare diversi metri e sulla quale si appoggiavano per tenersi dritti. Quest’appendice li rendeva spaventosi nei combattimenti ravvicinati, e li rendeva i maestri assoluti degli oceani talmente erano rapidi ed agili nell’elemento acquatico.

Un tempo, avevano utilizzato le loro capacità per sottomettere il mondo. Oggi, la civiltà naga non era che un’ombra di se stessa. Si era ritirata davanti allo sviluppo degli scambi marittimi, le maestose creature erano scomparse nelle profondità oceaniche per non risalire mai più in superficie. L’avvento del potere dei Principi commercianti aveva conservato solo un vago ricordo di queste.

La partecipazione di una squadra di naga alla Coppa dei Sette Principati era dunque oggetto di profondi interrogativi.

Ciononostante, i Dimenticati, squadra numero settantadue, si erano allineati come gli altri sulla linea di partenza ad Ys, sotto lo sguardo severo del loro leader, Zok’kar. Ufficialmente, avevano deciso di partecipare alla corsa perché amavano gareggiare, ma anche per testimoniare la loro presenza alle altre nazioni. Da qui derivava il nome della squadra.

Ufficiosamente, i Dimenticati svolgevano una missione d’investigazione su ordine del loro Principe Hul’doj, signore degli abissi e padrone della mitica città sommersa Ortanck. Perché quest’ultima stava morendo. La città scomparsa nelle profondità marine attingeva attualmente alle sue ultime riserve di energia, ed era diventato cruciale trovare una nuova sorgente di alimentazione. Senza di questa tutto il popolo naga sarebbe morto.

E non c’era opportunità migliore per questa ricerca che la Coppa dei Sette Principati.

Zok’kar era stato quindi contattato dal suo Principe e aveva equipaggiato il Nautilus , gioiello della flotta sottomarina naga, sotto i suoi ordini, prima di reclutare i migliori quattro specialisti che aiutavano il loro capo in un’infiltrazione in piena regola.

Con lui, erano cinque, il numero richiesto per partecipare alla Coppa.

C’erano due combattenti spaventosi, le guardie personali di Sua Altezza. Quest’ultima aveva acconsentito a separarsi da loro con riluttanza, ma le loro prodezze marziali erano indispensabili a Zok’kar in caso di problemi. C’era anche Olk’vin, il miglior pilota di tutta la nazione, che lui aveva lasciato a bordo del Nautilus quando si era dovuto recare ad Ys per l’inizio della corsa. Il vascello era al momento stazionato nelle profondità del mare Fulvo, ma avrebbe seguito il loro percorso.

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