Un vero idealista, Riley pensò.
Si ritrovò a confrontare lui e Ryan, che stava provando a mettersi alle spalle le sue umili origini, diventando un avvocato di successo.
Naturalmente, ammirava l’ambizione di Ryan. Era una delle cose che amava di lui. Ma non poté fare a meno di ammirare anche John, per le scelte che stava facendo.
Mentre continuavano a parlare, Riley sentì che John stava cercando di sedurla.
Sta flirtando con me, intuì.
Fu un po’ colpita da questo atteggiamento. La sua mano sinistra era pienamente visibile sul tavolo ed il ragazzo poteva senz’altro vedere il suo nuovo anello di fidanzamento.
Doveva dire di essere fidanzata?
In qualche modo, sentiva che forse sarebbe stato strano, specialmente se si fosse sbagliata.
Forse non sta affatto flirtando con me.
Poco dopo, John cominciò a farle delle domande, assicurandosi di non toccare l’argomento degli omicidi di Lanton. Come sempre, Riley evitò determinate questioni: il suo travagliato rapporto col padre, i suoi ribelli anni adolescenziali, e in particolare come avesse assistito all’omicidio di sua madre quando era ancora una bambina.
Riley si accorse del fatto che, a differenza di Ryan o John, non aveva davvero molto da dire sulle proprie speranze per il futuro.
Che cosa dice questo di me? si chiese.
Infine, parlò del suo rapporto d’amicizia con Ryan, che era culminato nel loro fidanzamento solo il giorno prima, sebbene non avesse fatto cenno alla gravidanza. Non notò alcun particolare cambiamento nel comportamento di John.
Immagino che sia proprio affascinante per natura, pensò.
Fu sollevata al pensiero di essere saltata alle conclusioni e che non stesse affatto flirtando con lei dopotutto.
Era un brav’uomo, e lei non vedeva l’ora di conoscerlo meglio. Infatti, era piuttosto sicura che John e Ryan sarebbero andati d’accordo. Forse, qualche volta, sarebbero potuti uscire tutti insieme.
Quando i tirocinanti terminarono il loro pasto, Hoke Gilmer li radunò e li condusse in una grande spogliatoio, pochi piani più in basso, in quello che sarebbe stato il loro quartier generale per la durata delle dieci settimane. Un agente più giovane, che assisteva Gilmer, assegnò a ciascuno dei tirocinanti un armadietto. Poi, tutti si sedettero ai tavoli al centro della stanza, e l’agente più giovane cominciò a distribuire dei cellulari.
Gilmer spiegò: “Presto entreremo nei ventunesimo secolo, e all’FBI non piace restare indietro con le nuove tecnologie. Non distribuiremo dei cercapersone quest’anno. Alcuni di voi hanno già un cellulare, ma vogliamo che ne abbiate uno separato specifico per l’FBI. Troverete le istruzioni nel vostro pacchetto d’orientamento.”
Poi, Gilmer rise aggiungendo: “Spero che sarà più facile per voi imparare ad usarli di quanto lo sia stato per me.”
Anche alcuni tirocinanti risero, mentre presero i loro nuovi giocattoli.
Il telefono di Riley sembrava stranamente piccolo nella sua mano. Era abituata ad avere dei telefoni fissi più grandi a casa, e non aveva mai utilizzato un cellulare in vita sua. Sebbene avesse usato i computer a Lanton, e alcuni amici avessero dei cellulari, lei continuava a non possederne uno. Ryan aveva già un computer e un cellulare, e qualche volta prendeva in giro la fidanzata per essere così fuori moda.
A lei non piaceva molto. La verità era che l’unica ragione per cui non possedesse ancora un computer o un cellulare era che non poteva permettersene uno.
Questo sembrava quasi identico a quello di Ryan, molto semplice, dotato di un piccolo schermo per i messaggi, una tastiera numerica e solo tre o quattro altri pulsanti. Eppure, fu strano accorgersi del fatto che non sapesse ancora come effettuare una comune telefonata con esso. Sapeva che sarebbe anche stato strano essere raggiungibile al telefono in qualsiasi momento, a prescindere da dove si trovasse.
Rammentò a se stessa …
Sto iniziando una nuova vita.
Riley notò che un gruppo di persone, degli agenti probabilmente, la maggior parte dei quali uomini, era entrato nello spogliatoio.
Gilmer disse: “Ad ognuno di voi sarà assegnato un agente speciale esperto durante le settimane che passerete qui. Cominceranno a insegnarvi le loro specialità: analisi dei dati del crimine, lavoro forense, lavoro svolto nel laboratorio di informatica, e tutto il resto. Ora ve li presenteremo, e si occuperanno loro di voi.”
Quando l’agente più giovane accoppiò agenti e tirocinanti, Riley notò un particolare …
C’è un agente in meno rispetto ai tirocinanti.
Di fatto, dopo che i tirocinanti se ne andarono con i loro mentori, Riley si ritrovò sola. Guardò Gilmer con perplessità.
Gilmer le rivolse un sorriso appena abbozzato e disse: “Troverai il tuo agente in fondo al corridoio nella stanza diciannove.”
Sentendosi un po’ turbata, Riley lasciò lo spogliatoio e percorse il corridoio, finché trovò la stanza giusta. Aprì la porta e vide un uomo basso, dal largo torace, di mezza età seduto ad un tavolo.
Riley ebbe un sussulto, quando lo riconobbe.
Si trattava dell’Agente Speciale Agent Jake Crivaro, lo stesso che aveva incontrato a Lanton e che le aveva salvato la vita.
Riley sorrise, riconoscendo l’Agente Speciale Jake Crivaro. Aveva trascorso la mattinata tra estranei, ed era piuttosto contenta di vedere quel volto familiare.
Immagino che non dovrebbe sorprendermi, pensò.
Dopotutto, ricordò ciò che lui le aveva detto a Lanton, quando le aveva dato i documenti per iscriversi al Programma di Tirocinio …
“Ho diritto alla pensione, ma potrei restare per un po’ per aiutare qualcuno come te ad iniziare.”
Doveva aver richiesto di essere specificatamente il mentore di Riley per il tirocinio.
Ma il sorriso di Riley svanì rapidamente, quando comprese …
Non sta sorridendo.
Infatti, l’Agente Crivaro non sembrava neanche un po’ felice di vederla.
Ancora seduto al tavolo, l’uomo incrociò le braccia ed annuì verso un uomo ordinario ma apparentemente affabile sui vent’anni, che era in piedi vicino a lui. Crivaro disse …
“Riley Sweeney, voglio presentarti l’Agente Speciale Mark McCune, proprio di qui, Washington DC. E’ il mio partner su un caso a cui sto lavorando oggi.”
“Piacere di conoscerti” l’Agente McCune disse con un sorriso.
“Il piacere è mio” Riley rispose.
McCune sembrava decisamente più amichevole di Crivaro.
Crivaro si alzò dal tavolo. “Considerati fortunata, Sweeney. Mentre gli altri tirocinanti sono bloccati dentro ad imparare a riempire armadietti ed usare le graffette, tu starai proprio sul campo. Sono appena arrivato qui da Quantico per lavorare ad un caso di droga. Ti unirai all’Agente McCune e me, adesso andremo sulla scena del crimine.”
L’Agente Crivaro uscì dalla stanza.
Mentre Riley e l’Agente McCune lo seguivano, pensò …
Mi ha chiamata “Sweeney.”
A Lanton, era abituata a farsi chiamare “Riley” da lui.
Riley sussurrò a McCune: “L’Agente Crivaro è infuriato per qualcosa?”
McCune alzò le spalle e le rispose, sussurrando anche lui: “Speravo che potessi dirmelo tu. Questo è primo giorno che lavoro con lui, ma ho sentito dire che hai già lavorato ad un caso con lui. Dicono che sia rimasto particolarmente colpito da te. Gode di una reputazione da uomo brusco. Il suo ultimo partner è stato licenziato, sai.”
Riley quasi disse …
In realtà, non lo sapevo.
Non aveva mai sentito Crivaro menzionare un partner quando erano a Lanton.
Sebbene Crivaro fosse stato duro, non lo aveva considerato “brusco”. Infatti, era giunta a considerarlo come una gentile figura paterna, anche se diversa dal suo vero padre.
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