“Naturalmente” Casal rispose. “Perché me lo chiede?”
McCune estrasse bruscamente un’altra foto dal suo fascicolo. Riley ebbe quasi un sussulto, guardandola.
Mostrava un’altra donna morta che indossava un costume da pagliaccio. Era distesa a terra accanto ad un cassonetto dei rifiuti in un vicolo. Il costume assomigliava molto a quello di Janet Davis, la vittima trovata nel parco quel mattino: a palloncino con grandi bottoni a pon-pon. Ma i colori ed i motivi erano in qualche modo differenti, e così era il trucco.
Margo Birch, Riley intuì. Il modo in cui è stata trovata.
McCune chiese a Casal: “Vendete costumi come questo?”
Riley notò che Crivaro stava osservando McCune con aria irritata. McCune stava ovviamente testando la risposta del negoziante alla foto, ma Crivaro sembrava disapprovare il suo brusco approccio.
Ma, come McCune, Riley era curiosa di scoprire come l’uomo avrebbe reagito.
Casal si voltò a guardare Riley, che non riuscì a interpretare la sua espressione. Spostando la sua attenzione da baffi e sopracciglia finti, notò quanto fossero spesse le lenti che indossava. Benché sicuramente fosse entrato in contatto visivo con lei, non sembrava essere così. Riflessi negli occhiali, gli occhi apparivano essere diretti altrove.
E’ come se indossasse una maschera, Riley pensò.
“Questa è la Signora Davis?” le chiese Casal.
Riley scosse la testa e disse: “No. Ma il corpo di Janet Davis è stato trovato in una condizione simile stamattina.”
Sempre con il medesimo tono di voce, Casal disse a McCune …
“Per rispondere alla sua domanda, sì, vendiamo questo genere di costume.”
Accompagnò i visitatori verso un lungo scaffale colmo di costumi da pagliacci. Riley rimase stupita da quanto fossero variegati.
Mentre indicava alcune giacche stracciate e pantaloni larghi e assemblati con vari pezzi di stoffa, Casal disse: “Come potete vedere, ci sono diversi tipi di pagliacci. Per esempio, c’è il ‘barbone’ qui, spesso personificato come un senzatetto o un vagabondo, con capello e scarpe logori, trucco annerito e bruciato dal sole, un triste cipiglio, e una barba corta disegnata. L’equivalente femminile è spesso una donna senzatetto.”
Poi, condusse il gruppo verso dei costumi più variegati.
“Connesso in qualche modo al barbone è l’ ‘Auguste’, un tipo tradizionale europeo, più un imbroglione che un vagabondo, un tirapiedi e un lacchè. Indossa un naso rosso e vestiti spaiati e si alterna tra inetta goffaggine e grande scaltrezza.”
Poi, maneggiò attraverso altri costumi, in larga parte di colore bianco, mentre altri erano caratterizzati da motivi colorati.
Continuò a spiegare: “E qui c’è il tradizionale ‘Pierrot’ europeo con la faccia bianca, composto, posato e aggraziato, intelligente, sempre controllato. Il suo trucco è semplice, completamente bianco con tratti regolari dipinti di rosso o bianco, come un mimo, e spesso indossa un capello conico. E’ una figura determinante, spesso il capo di Auguste, e non un capo molto simpatico. C’è poco da meravigliarsi, in ogni caso, visto che molti degli scherzi di Auguste sono a sue spese.”
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