Dakota Willink - Inviolata

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Cadence libro uno
Un'estate. Un tocco… Dall'autrice di bestseller Dakota Willink, arriva il primo libro dell'opera in due parti Cadence- una storia romantica su una seconda opportunità che vi lascerà senza fiato.
Un'estate. Un tocco...
Cadence
Aiutare i miei genitori nella gestione del campeggio Riley era la mia priorità numero uno. Non avevo tempo per Fitz Quinn—non aveva importanza quanto fosse potente il suo sorrise. Era il figlio viziato di un politico facoltoso; uno stupendo creatore di problemi pieno di sé.
Però nell'attimo esatto in cui mi ha parlato mi è entrato in testa.
Il mio cuore mi ha avvertito ma io non l'ho ascoltato. C'era qualcosa di protettivo e di buono sotto la facciata del cattivo ragazzo  che mi faceva vibrare dentro. Prima che lo capissi stavo già cadendo velocemente e duramente.
Fitz
Non ero preparato a incontrare una ragazza come Cadence. 
Era timida e innocente—e non era nulla di simile alle ragazze che di solito si affollavano alla mia porta. 
Come potevo resistere ai suoi lunghi capelli biondi e ai suoi occhi color smeraldo? 
Sapevo che non avrei dovuto desiderarla. Mio padre aveva già altri piani per me e una relazione con lei non sarebbe mai andata oltre l'estate. 
Pensavo che i nostri baci rubati in riva fossero solo una storiella estiva. 
Innamorarmi di lei non sarebbe mai dovuto accadere. 
Ma è successo.
Ora l'orologio si sta avvicinando al momento in cui dovrò tornare all'inferno che mi aspetta a  Washington D.C. 
Mentre settembre si avvicina io mi sto avvicinando sempre di più a perdere a perdere tutto quello che sono arrivato ad amare.

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Sono un completo imbecille.

Cercando di recuperare un minimo di dignità, la guardai direttamente e cercai di sembrare il più tranquillo possibile.

“Sono andato a fare una passeggiata e sono finito qui. Pensavo fossi caduta,” le dissi alzando le spalle. In più le lanciai un sorrisetto impertinente anche se non ne avevo nessuna voglia. Quando i miei occhi andarono verso il suo diaframma nudo, lei sussultò di nuovo. Incrociando le braccia sul suo corpo indietreggiò fino a scomparire dalla mia vista.

Maledizione.

Cercai di affrettarmi a uscire dal lago ma la pressione dell’acqua contro le mie cosce mi rallentò. Quando ci riuscii, Cadence aveva già indossato la sua maglietta e i suoi short e si stava mettendo le scarpe. Il suo cane, Dahlia, era disteso tranquillo ai suoi piedi. Entrambe alzarono lo sguardo quando salii sul molo.

“Non è educato spiare le persone,” borbottò bruscamente Cadence quando camminai verso di lei.

“Non stavo spiando. Come ti ho detto, stavo facendo una passeggiata e sono finito in questo posto,” le dissi. Lei non rispose. Invece si piegò per silenziare la radio che stava ancora suonando. “Aspetta, è una bella canzone. Non spegnere.”

La sua postura rigida sembrò addolcirsi un po’ mentre mi guardava con occhi curiosi.

“Ti piacciono gli U2?” chiese.

“A chi non piacciono?”

Lei sorrise leggermente, sembrando rilassarsi un po’ prima di irrigidirsi di nuovo.

“Vero, ma si sta facendo tardi. Dovrei andare,” disse.

Non volevo che se andasse. Volevo che riaccendesse la musica. Volevo stare sul molo con lei, ascoltare insieme nella notte tranquilla mentre guardavamo le stelle che punteggiavano il cielo. E se una cosa tirava l’altra, non mi sarei lamentato.

Per quanto volessi convincerla a farlo subito, pensai fosse meglio non farlo. Forse un altro giorno. Il mio orgoglio aveva appena subito un colpo piuttosto grosso dopo la folle ricerca del suo corpo potenzialmente affogato. C’era bisogno di più tempo prima di fare un altro passo verso di lei. Inoltre, lei era chiaramente a disagio in mia presenza. Solo che non ero sicuro che fosse per la condotta stupida che avevo avuto in precedenza nei suoi confronti o per il fatto che stavo violando la sua privacy lì al lago.

Lei si piegò per raccogliere il suo Boombox, poi fece un segnale con un fischio a Dahlia. Il cane balzò in piedi. Non ero sicuro di cosa dovessi fare, ma allungai il braccio e afferrai con le mie dita il suo braccio magro. L’elettricità sembrò sfrigolare sotto il mio palmo, scioccandomi così tanto che quasi lo lasciai. Invece strinsi la presa.

“Cadence,” dissi, il suo nome uscì quasi come una domanda.

“Sì?”

“Mi dispiace di averti spiato. Non intendevo farlo.”

Alla luce della luna, fui in grado di vedere la sua faccia arrossarsi per le mie parole e la sua pelle accaldarsi sotto la mia mano.

“Va bene,” disse timidamente, prendendomi di sorpresa. “Grazie per aver cercato di …ecco, salvarmi.”

La mia mano indugiò sul suo braccio per un altro momento prima che lei lentamente indietreggiasse e si allontanasse da me. Rimasto da solo sul molo, guardai Cadence e Dahlia scomparire nella foresta.

4

Cadence

Salii i gradini del cottage che condividevo con i miei genitori con Dahlia alle mie spalle. Appoggiando ai miei piedi il mio zaino e la radio, mi chinai verso il dondolo e mi sedetti per guardare il campeggio.

Ora era tranquillo e tutti i nuovi studenti probabilmente erano già addormentati. Il giorno di apertura del campeggio Riley era sempre eccitante. Ogni anno non vedevo l’ora che arrivasse, ma era estenuante. Se a questo si univano le temperature insolitamente alte della Virginia in quel momento, il tutto diventava molto faticoso anche a livello fisico. Capivo perché i miei genitori mi avevano affidato la responsabilità di organizzare gli studenti il giorno del loro arrivo quest’anno. Alla loro età non sarebbero mai stati in grado di stare lì in piedi con quel caldo ad aspettare di accogliere gli autobus carichi di studenti.

Tirai fuori dallo zaino una bottiglia d’acqua, l’aprii e ne presi un sorso. L’acqua era tiepida perché non era stata nel ghiaccio sin dal mattino, ma almeno era idratante. Nonostante la mia recente nuotata il sollievo delle fresche acque del lago era stato di breve durata. Il mio corpo era già surriscaldato per la camminata per tornare al cottage. D’impulso misi le mani a coppa, vi versai un po’ d’acqua e poi me la gettai in faccia nel tentativo di rinfrescarmi. Dahlia alzò lo sguardo verso di me con curiosità, poi leccò le gocce che cadevano davanti alle sue zampe.

Potevo sentire le voci dei miei genitori che provenivano dalle finestre aperte del cottage. Mia madre stava parlando tutta eccitata dei piani che aveva per gli studenti per il giorno seguente. Mio padre, sempre così incoraggiante, era d’accordo con i suoi progetti e dava qualche suggerimento.

“Su ragazza. Andiamo dentro e ascoltiamo tutti i piani della mamma,” dissi e allungai il braccio per arruffare una delle orecchie di Dahlia. Lei scodinzolò, alzandosi. Seguendola superai la soglia ed entrammo.

Trovai mio padre, seduto presso il vecchio tavolo in quercia della cucina con un bicchierino di bourbon, che ascoltava mia madre con rapita attenzione. Era il modello di tutto quello che c’era di buono–un marito fedele, gran lavoratore e un padre sempre presente. Mia madre, sempre decisa ed energica, stava camminando avanti e indietro agitando le braccia per l’eccitazione. I suoi capelli che stavano ingrigendo erano tirati nel consueto nodo stretto in cima alla testa, e la sua piccola figura sembrava persa sotto la lunga camicia da notte che indossava. Mio padre annuiva con la testa per qualcosa che aveva appena detto, ed entrambi si girarono nella mia direzione quando entrai.

“Oh, Cadence! Sei tornata finalmente! Come è andata oggi?” chiese mia madre con entusiasmo.

“Piuttosto bene, specialmente se consideriamo che era la prima volta che facevo tutto da sola. Un paio di intoppi ma li ho gestiti.”

“Oh? Tipo?” Sollevò un sopracciglio per la curiosità.

“Non sapevo cosa fare coniI ragazzi nuovi che erano stati aggiunti all’ultimo minuto al personale del campeggio. Ho deciso di metterli alla manutenzione insieme con papà.”

“Li ho messi subito al lavoro questa sera,” intervenne mio padre. “Sembrano buoni ragazzi lavoratori. Hanno fatto quello che ho chiesto loro senza fare tante domande. Credo che se la caveranno bene quest’estate.”

“Già, bene. Penso, invece, che creeranno dei problemi,” borbottai. “Dubito che ragazzi della USC siano capaci di essere dei gran lavoratori.”

“USC?” dissero i miei genitori all’unisono.

“Università delle Straviziate Creature,” chiarii.

Mia madre rise, un suono lungo e melodioso e non potei fare a meno di sorridere.

“Oh, Cadence, dà loro tempo. Quante volte ti ho detto di non giudicare un libro dalla copertina?”

“Fidati, mamma, sono una coppia di burloni. Quei ragazzi non son nulla di buono.”

“Beh, cerca di mantenere una mente aperta. Se hai problemi, faccelo sapere subito.”

“Lo farò,” promisi. “Allora, dimmi come è andato l’incontro con i responsabili del campeggio. Sei riuscita a pianificare I progetti per quest’estate? Hai deciso che produzione fare?”

Mia madre applaudì, con un’eccitazione evidente.

“L’incontro è stato meraviglioso! Probabilmente è stato il più produttivo che abbia mai fatto! Abbiamo alcuni geni creativi con noi quest’anno e non vedo l’ora di cominciare! Ne stavo giusto parlando con tuo padre. Siediti che ti aggiorno.”

Portando una sedia al tavolo della cucina, mi preparai ad ascoltare mia madre che spiegava la produzione musicale per quell’anno. Aveva dato ai responsabili una scelta tra West Side Story e Singin’ in the Rain , e avevano deciso per quest’ultima per le sue caratteristiche di commedia. Mentre uno dei responsabili era deliziato all’idea sul chi avrebbero scelto per interpretare i ruoli di Don Lockwood, Kathy Sheldon e Cosmo Brown, un altro dei responsabili non vedeva l’ora di iniziare a insegnare la partiture del musical nominato per gli Oscar.

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