Diedi un’occhiata sopra la sua spalla proprio mentre il grosso formaggio si fermava. L’insegna del campeggio Riley era visibile, un grosso pezzo di legno con lettere dorate. Simboli di varie arti performative e creative decoravano l’insegna–note musicali, pennelli, scarpette da ballo, maschere teatrali.
Proprio fottutamente meraviglioso.
Alzai gli occhi al cielo e un nodo di rabbia mi si formò nelle viscere. Datemi un pallone da basket e sarò nel mio elemento naturale. Non mi definirei uno sportivo. In effetti, non avevo giocato molto dopo la scuola superiore, ma ero in grado di capire qualsiasi sport meglio di queste cazzate creative. Le detestavo e mio padre lo sapeva; al momento, però, mi teneva per le palle. I prossimi tre mesi sarebbero stati una vera schifezza.
“Cazzo, Sherlock. Il campeggio è la nostra destinazione prevista,” sbottai sarcasticamente.
“No, idiota,” ribatté Devon. “Non il campeggio. Le ragazze. Sono dappertutto.”
Sollevando un sopracciglio, lasciai che la curiosità avesse il sopravvento e mi alzai per attraversare il corridoio e dare un’occhiata più da vicino. Sicuramente c’erano ragazze. E anche molte. A quanto sembrava, erano appena scese da un autobus parcheggiato davanti al nostro.
Diedi un’occhiata ai passeggeri del mio autobus. Un mucchio di ragazzi sfigati e sudati che sembravano avere l’età per frequentare le superiori erano lì senza far nulla. Alcuni stavano stringendo ingombranti custodie di strumenti musicali, i loro volti pieni di eccitazione dopo che si erano resi conto che eravamo arrivati. Altri erano persi nei loro Game Boy Advance, una console per giochi che non mi era mai realmente piaciuta e non sembravano neppure essersi accorti che l‘autobus aveva smesso di muoversi. C’erano alcuni seduti nel fondo che sembravano avere l’età per essere degli universitari. Molto probabilmente erano qui per lavorare nel campeggio, proprio come me e Devon.
In ogni caso, vedendo tutti quei maschi attorno a me, non potei fare a meno di desiderare di aver fatto il viaggio verso il campeggio su quell’ altro autobus.
Tornando a guardare di nuovo fuori dal finestrino, scossi la testa e lasciai andare un fischio. Se dovevo essere bloccato lì, potevo almeno cercare di trarne il meglio. Potevo divertirmi un po’ in quel buco dopo tutto, ma avrei dovuto essere cauto. Ero piuttosto sicuro che mio padre avrebbe ricevuto regolarmente delle relazioni. Era proprio il suo stile. Sarebbe stato nel mio interesse cercare di farmi notare il meno possibile dai responsabili del campeggio.
“Sembrano un po’ giovani,” osservai.
“Non tutte. Guarda lì,” disse Devon e indicò alla destra della folla che stava aumentando di numero. Effettivamente si era formato un altro gruppo di ragazze, chiaramente vecchie abbastanza per me e Devon.
“Ce ne sono parecchie. Scommetto che sono qui per insegnare o per qualche altra stronzata del genere. Forse questa punizione non sarà così male dopo tutto,” scherzai.
“Poco ma sicuro! Credo che cercherò di trovarmi una suonatrice di flauto,” disse Devon solennemente.
“Una suonatrice di flauto? Perché?”
Devon sogghignò e mi diede un colpettino sulla spalla.
“Perché ci sarà una banda del campeggio. Voglio vedere se queste fanciulle che suonano sono veramente come quelle del film che abbiamo visto l’anno scorso. Sai la battuta. Quella volta, con la banda del campeggio... ”
Feci una risatina per il suo riferimento ad American Pie anche se dubitavo fortemente che qualcuna delle ragazze lì sarebbe stata simile a quella del film. Persino dalla mia posizione nell’autobus, le ragazze che sembravano avere la nostra età avevano un aspetto un po’ troppo castigato con il loro abbigliamento lussuoso e l’atteggiamento altezzoso. Nonostante questo, restituii il sorriso e pensai alle mie possibilità mentre continuavo a esaminare il gruppo di ragazze. La maggior parte di loro non erano male, alcune più carine delle altre. Avremmo dovuto stare attenti. Dividere le istruttrici dalle studentesse poteva non essere facile fino a quando non avremmo capito meglio il posto. L’ultima cosa di cui io e Devon avevamo bisogno era di finire nei guai per aver scopato per errore con una minorenne. Avevamo già abbastanza casini.
“Guarda, amico. Qualunque cosa tu faccia, assicurati solo che lei abbia l’età giusta,” dissi a Devon.
“Già, non scherziamo. Non ho nessuna voglia di trovarmi in altri casini.”
La mia attenzione si posò in particolare su una ragazza tra la folla. Non sembrava essere una delle ultime arrivate. Era in piedi con una cartellina in una mano e una matita nell’altra, e stava indicando varie direzioni nel tentativo di organizzare quella massa di ragazzine ridacchianti.
Era bella. Molto bella, ma non in un modo costruito come ero abituato a vedere. Quella ragazza sembrava naturale. Vera.
I miei occhi esplorarono tutta la lunghezza del suo piccolo corpo. Non era alta. Sembrava essere poco più di un metro e cinquanta. Solitamente preferivo i tipi alti e tutte gambe, ma c’era qualcosa nel modo in cui le sue gambe tornite scomparivano sotto i pantaloncini in jeans. La sua maglietta bianca era aderente, mettendo in evidenza i suoi piccoli seni vivaci ed era annodata in vita in modo da far vedere la piccola zona di pelle sotto il suo ombelico. I suoi capelli biondi, il motivo per cui lei aveva attirato inizialmente la mia attenzione, cadevano in morbide onde sulle sue spalle. Il colore poteva essere descritto solo come dorato–come se il suo colore naturale che doveva essere un castano chiaro fosse diventato oro a causa dei raggi del sole.
“Quella,” dissi a Devon e la indicai.
“Quale?”
“La bionda con la cartellina in mano. Spetta a me.”
Devon guardò nella direzione che stavo indicando. Fece un piccolo cenno di approvazione.
“Ottima scelta! Direi che è tempo di uscire da questo formaggio puzzolente, Fitz. Le signore ci stanno aspettando.”
“Già, certo che lo stan facendo,” sogghignai e afferrai la mia borsa da viaggio blu scuro. Mettendola a tracolla mi diressi verso la porta anteriore dell’autobus.
“Divertitevi al campeggio Riley,” disse l’autista allegramente.
Sì, certo.
L’autista ovviamente pensava che fossi lì per una mia scelta. Borbottai un qualche ringraziamento poco entusiasta e scesi i gradini. Non appena i miei piedi toccarono la ghiaia, il caldo e l’umidità mi travolsero. C’era una leggera brezza nell’aria, ma anche quella era calda. Se pensavo che fosse caldo in autobus, mi ero decisamente sbagliato. L’aria estiva in quella remota zona di campagna di Abingdon, Virginia era soffocante.
Sbattei le palpebre per l’improvvisa luce solare e tirai giù gli occhiali da sole dalla mia testa per proteggermi gli occhi. Mi girai per aspettare Devon, ma stava già chiacchierando con una delle ragazze che avevamo supposto fosse tra le istruttrici. Sogghignai quando vidi che stava tenendo quella che poteva essere descritta solamente come la custodia di un flauto.
Lasciandolo perdere, mi girai e cominciai a passare attraverso la marea di persone che erano in attesa di istruzioni. La mia attenzione era diretta alla mia bionda con la cartellina. Beh, tecnicamente non era mia– ancora–ma lo sarebbe stata. Solo che lei non lo sapeva.
Quando mi avvicinai, mi resi conto che stava urlando come se stesse facendo l’appello, controllando chi rispondeva e dando loro indicazioni per le diverse zone del campeggio. La sua voce era dolce ma manteneva comunque un tono di comando. Non sembrò notarmi mentre mi avvicinavo a lei. Era troppo presa dalla sua lista.
La mia stima originale della sua altezza era corretta. Ora che ero proprio davanti a lei, potevo dire che era veramente poco più alta di un metro e cinquanta, piccolina e perfetta. Feci un passo per avvicinarmi e sbirciai sulla cartellina. Mentre mi piegavo il suo profumo fu trasportato dal vento verso di me. Sapeva di vaniglia dolce e io quasi mi lasciai sfuggire un gemito.
Читать дальше