Prendo la scatola da lei, aprendo il coperchio per inalare quella bontà lievitata. Sento gli occhi di Olive addosso. Non chiederà i dettagli, ma il modo in cui batte la punta del dito sul bancone della cucina dice che vuole veramente sapere della scorsa notte.
La guardo. Con i suoi lineamenti da folletto, le sue abbondanti lentiggini e i suoi ampi occhi verdi, è quasi troppo adorabile per tenerla all’oscuro di qualcosa.
“Com’è andato il tuo appuntamento con Roberto?” Chiedo, inclinando la testa di lato. Milo salta sul bancone e io lo scaccio subito via.
Mi fa segno di darle la scatola delle paste e poi ne seleziona una. “Tutto okay. È solo il terzo appuntamento, quindi non ho granché di nuovo da segnalare.”
Mi scruta intensamente e dà un morso al suo cornetto.
“Vuoi sapere di ieri sera?” Sospiro.
“Oddio sì, davvero, davvero tanto”, dice, sforzandosi di sedersi su uno degli sgabelli che si trovano dall’altra parte dell’isola.
Faccio una smorfia. “Si chiamava Jett, era terribilmente sexy e ha rifiutato di venire da me per fare sesso.”
“Lui che cosa ?” chiede, oltraggiata.
“È stato super imbarazzante”, dico con un altro sospiro. “Anche se poi ha voluto il mio numero...”
“Aspetta, te l’ha chiesto prima o dopo averti rifiutato?”
“Ummmm... Dopo”, dico, muovendomi per prendere un paio di tazze.
“Wow! È dannatamente eccitante,” dice. Morde ancora il cornetto e fa un verso soddisfatto nell’assaporarlo. “Dio, è davvero buono.”
“Stai spargendo briciole dappertutto sul tuo outfit nero attillato”, sottolineo.
Si toglie le briciole dalla tuta di chiffon senza maniche e si stringe nelle spalle. “Quindi che intendi per “sexy”? Descrivimelo.”
"Mmmm..." Penso mentre tiro fuori il latte. Il caffè esce e verso due tazze fumanti e incredibilmente profumate. “Era davvero alto. Aveva i capelli corti e scuri, e un sorriso che mi ha steso. E aveva una quantità folle di tatuaggi.”
“Del tipo, le braccia completamente piene?” chiede lei, accettando il caffè da me. "Grazie.”
“Entrambe le braccia erano piene, il collo anche... era piuttosto figo, dannatamente figo.”
“Ottimo! Beh, forse ti chiamerà per davvero.”
“Sì certo, e poi mi chiederà di sposarlo e mettere su la famiglia del mulino bianco!” Dico. “Oooh, aspetta solo un secondo...”
Lascio il mio caffè in cucina e vado a prendere un grosso raccoglitore bianco dal tavolino. Milo miagola tristemente, Olive si china e lo accarezza sulla testa.
Fisso il raccoglitore bianco e poi un altro quasi identico, cercando di ricordare quale sia pieno di donatori di sperma e quale sia pieno di campioni di vernice per la camera da letto ancora vuota.
Dopo una rapida occhiata alle loro copertine, porto in cucina il raccoglitore dei campioni, aprendolo alla prima pagina che ho segnato. “Devi aiutarmi a scegliere un colore per la futura cameretta.”
Olive tira il raccoglitore a sé per guardarne le varie pagine, e poi mi passa la scatola della pasticceria.
“Non voglio che vada sprecato,” mormora, sfogliando le pagine.
Prendo il cornetto, mordendolo. Chiudo i miei occhi; il sapore è paradisiaco, quasi come un orgasmo. “Ohhhh...”
“Lo so”, dice Olive senza nemmeno alzare lo sguardo. “Ascolta, ho una domanda strana. Nessun che mi interessi o altro, ma... I capi della nostra azienda sanno che stai pianificando una gravidanza?”
Stringo le labbra con espressione un po’ accigliata. “No.”
“È solo che... Sai, non potrai lavorare agli stessi ritmi di ora. Sarah, conosci quella del diritto contrattuale? Ha detto che le sue ore fatturabili sono state dimezzate.”
Non alza gli occhi dal libro, ma penso che stia dicendo la sincera verità sull’argomento.
“Mi sono preparata dal punto di vista finanziario, se è questo che intendi.” Faccio una smorfia.
“No, intendevo solo che… Mi chiedo se i capi verranno colti alla sprovvista quando una dei loro principali avvocati annuncerà che è incinta.”
"Probabilmente sì. Ma non permetterò che un vecchio mi dica che avere un bambino è una cattiva idea solo perché non fa bene ai suoi profitti. La mia fertilità non deve dipendere dalla sua linea temporale.”
“Hmm”, dice, la sua fronte si corruga. “E dimmi, hai avuto fortuna con il raccoglitore dei donatori di sperma?”
Sbatto la mano sul tavolo. “Uh, no. Ho ristretto la ricerca tipo... all’intero elenco.”
Lei sorride. “Così selettiva!”
“Vuoi sentire qualcosa di folle?”
“Sempre.”
“Gli ho proposto una botta e via solo per vedere se... Sai... Se potesse aiutarmi ad accelerare un po’ il processo?” Faccio una faccia imbarazzata mentre lo dico.
La bocca di Olive forma una O perfetta. Le ci vuole un secondo prima di poter parlare.
“Aspetta, avevi intenzione di usarlo solo per... Avere il suo sperma?”
“Beh, sì. Ma anche il fatto che fosse figo come un dio non mi dispiaceva…”
“Oddio, davvero? È assolutamente fantastico. Spero che tu abbia il suo numero.”
Sento il calore salirmi alle guance. Milo salta di nuovo sul bancone e lo prendo in braccio, accarezzandogli la morbida pelliccia.
“In realtà, sì. Me lo ha lasciato.”
Olive mi guarda con un’espressione pensierosa.
“Stai pensando di uscire con lui?” chiede.
“Oh mio Dio, no. Sembra un vero e proprio playboy. Non ho tempo per uno come lui. Soprattutto se vado avanti con la questione del donatore di sperma...”
Un sorriso malizioso arriccia le sue labbra. “Quindi... perché non salti la parte degli appuntamenti e gli chiedi direttamente se vuole scopare?”
“Vuoi dire... tipo, procreare?” Chiedo io.
“Sì, perché no? Potresti anche dirglielo.” Fa una pausa. “Si tratta solo di un suggerimento.”
Alzo gli occhi al cielo. Milo si contorce per sfuggire alla mia morsa, quindi lo metto giù. “Dovrei dire al padre del mio bambino che stavo provando a farmi ingravidare… Non so quanto sia bello, Olive.”
Scuote le spalle. “Se la pensi così.”
“Dovrei farlo, credo. Ma dico personalmente, per me. Però... Come dovrei cacciare il discorso? ‘Ehi, signor Sexy, che ne dici se non usiamo la protezione? Sto cercando di rimanere incinta’.”
Olive fa una risatina. “Io lo farei sbronzare un po’ e vuoterei il sacco. Probabilmente sarebbe d’aiuto se ti vestissi sexy...”
"Ah, non lo so. Probabilmente sentirà la parola bambino e se ne andrà a gambe levate.”
Olive sembra pensierosa. “Fammi vedere una sua foto…”
Scuoto la testa. “Non ce l’ho.”
“Conosci il suo nome?”
“Sì, Jett James.”
“Mi sembra familiare. Mmm…” Tira fuori il telefono e digita qualcosa, scorrendo alcune pagine. “Aspetta… È lui?”
Gira lo schermo del telefono verso di me e vedo Jett nel bel mezzo dello schermo.
“Sì, è lui”, dico.
“Hey. È dannatamente figo! Ed era un giocatore di baseball, ecco perché il suo nome mi suonava familiare. Oooh, scommetto che ha dei geni fantastici!”
Sospiro. “Olive…”
“Seriamente, è più alto di te? Qui dice che è alto più di un metro e ottanta.”
“Beh, sì... molto più alto di me...”
Si mette dritta, come se avesse preso una decisione.”
“Ok, dammi il tuo telefono.”
La guardo di traverso. "A che scopo?"
“Uscirai assolutamente con questo ragazzo. Se non altro, puoi sbattertelo per bene e non vederlo mai più.”
“Oh, non lo so...”
"Sei seria? Chiamalo, adesso,” mi dice.
Emetto un sospiro esasperato, quindi mi dirigo nella mia camera da letto per recuperare il telefono. C’è già un messaggio di Jett quando sblocco lo schermo.
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