È in quel momento che decido che mi piace.
“È un piacere conoscerti,” le assicuro. “Sembra che tu abbia finito con il tuo drink. Che ne dici di andare al bar e di prenderne un altro?”
“Non so. Devo lavorare domani...” dice. Ma sento che vuole un altro drink, vuole la scusa per flirtare.
"Andiamo. Un altro drink ”, dico, offrendole la mia mano. Le faccio l’occhiolino. “La nostra relazione ha bisogno di essere movimentata.”
Alza gli occhi al cielo, ma mi permette di guidarla fino al bar. Ordino un whisky liscio per me e lei ordina una vodka con un po’ di soda e fette di lime.
“E due cicchetti di tequila”, dico. “Non fingere nemmeno di non volerlo. Lo berrai e basta.”
La sua fronte si inarca, ma non è in disaccordo. "Va bene."
Il barista versa i due cicchetti e mi passa il lime. Faccio scivolare il suo shot verso di lei e alzo il mio.
“A cosa dovremmo brindare?” chiede.
“Al passare una bella notte,” dico, facendo tintinnare il mio bicchiere sul suo. Butto giù il liquore che brucia, ma ha un sapore così buono. Il lime smorza l’intensità dell’alcool, sembrando dolcemente aspro dopo la tequila.
“Gesù”, dice lei, facendo un’espressione strana mentre morde la sua fetta di lime. “Non bevo tequila dal college.”
Le faccio l’occhiolino, infilando la fettina di lime usato nel mio bicchierino. “Dai, andiamo dall’altro lato della terrazza. Mi piace avere una prospettiva diversa ogni volta che posso.”
Le faccio strada, e lei mi segue fino al limite, che è stato contornato da delle ringhiere di metallo. Guardo giù e vedo il panorama di un affollato angolo del centro di Atlanta dall’ottavo piano. Anche se è a tarda notte c’è ancora molto traffico che mi dà l’impressione di un mare di luci rosse in coda.
Cady si ferma accanto a me, chinandosi per guardare. Lancio un’occhiata al suo culo, che sembra davvero dannatamente fantastico in questo momento, compresso nel tubino della sua gonna.
“Tutto è così piccolo quando sono quassù…” sospira.
“Penso che sia la tequila a parlare”, dico, inarcando le sopracciglia.
Mi guarda. “Sì, come no”.
Si allontana dal panorama, inclinando i gomiti sulla barra di metallo più in alto. Imito la sua posizione e noto che sono più alto di lei di quindici centimetri. È molto meno della differenza di altezza con le ragazze con cui sono abituato ad uscire, ma la cosa non mi dispiace.
Mi guarda di soppiatto, poi sorseggia il suo drink.
“Cosa fai nella vita?” mi chiede.
“Sono un agente sportivo”, dico. “Ma ero un giocatore professionista di baseball.”
Le sue sopracciglia si alzano spaventosamente. "Davvero?"
"Sì. Sono stato centrocampista per gli Atlanta Braves per tre anni.”
“Perché non giochi ancora con loro?” chiede, inclinando la testa da un lato.
Faccio una smorfia. “Mi sono strappato la cuffia dei rotatori. Il medico del team ha dato un’occhiata alla mia spalla e ha detto che avevo bisogno di un intervento chirurgico. È stato praticamente il declino totale per quanto riguarda la mia carriera.”
"Cristo! Mi dispiace,” dice, guardandomi le spalle. Riesco a sentire di nuovo quel calcolo, i suoi occhi grigi di acciaio mi scrutano mentre provano a scannerizzarmi.
"Ma sto bene. Faccio comunque qualcosa che amo, quindi non posso davvero arrabbiarmi.” Bevo un sorso di whisky e mi godo il calore dell’alcool mentre deglutisco. “E tu invece cosa fai?”
“Sono un avvocato. Mi occupo di cause civili, per l’esattezza. Lavoro per Hansen & Felder.”
“Temo di non sapere nulla riguardo la legge.”
“Siamo uno degli studi più rinomati in città”, afferma cerimoniosamente.
“Ahh, di lusso,” scherzo. Mi guarda e ride.
"Si, in realtà non suona affatto romantico,” ammette. Il suo telefono inizia a vibrare nella sua borsa, in modo molto insistente. “Ecco, appunto. Sono le dieci e mezzo di venerdì sera e continuo a ricevere telefonate.”
“Di’ loro che sei andata a letto presto. Che ti sentivi un po’ male e che volevi staccare.” Alzo le sopracciglia. “In questo modo avrai una scusa anche per domani.”
Ancora una volta avverto che vuole seguire il mio consiglio, ma una parte di lei esita.
“Oh, non lo so...” Dice Cady, arricciando il naso.
“Sai di che cosa hai bisogno?” chiedo io.
“Ummm, di andare davvero a letto presto?”
“No, penso che tu abbia bisogno di ballare.”
“Oh, non lo so, Jett...” dice. Il linguaggio del suo corpo esprime una chiara reticenza.
“Questo non è di buon auspicio per la nostra relazione, Cady”, scherzo. “Dai, solo un ballo.”
Fa una faccia di disappunto, ma mi permette di toglierle il bicchiere di mano e posarlo. Prendo la sua mano nella mia, notando quanto sembri delicata, e la porto in un’area dove un gruppetto di persone sta ballando.
All’inizio Cady è rigida, il suo viso dice ‘Farei di tutto tranne che questo.’ Si muove come se fosse scolpita nel legno e mi tocca a malapena.
Così non andiamo da nessuna parte.
La giro delicatamente, porto il suo corpo contro il mio. La musica pulsa e ci muoviamo a ritmo. All’inizio lentamente, poi in modo più frenetico, fino a quando lei non mi sta quasi strangolando.
Cazzo sì, penso. Dio, è una bella sensazione .
Cady mi sorprende girandosi, facendo scivolare le sue braccia intorno al mio collo e baciandomi. All’inizio sono un po’ sorpreso, ma le sue labbra sono morbide e dolci. Invitanti.
Quella sensazione arriva dritta al mio cazzo, e divento fottutamente duro in un istante.
Prendo il sopravvento sul bacio, dominando le sue labbra, facendo schioccare la lingua contro la sua. Ha un sapore fottutamente fantastico, come menta fresca e vodka. Potrei bere dalle sue labbra per tutta la notte.
Si tira indietro, praticamente ansimando. “Vuoi dormire da me? Non vivo lontano.”
Oh, cazzo se voglio . Lo voglio davvero.
Ma all’improvviso mi torna in mente Mason, rovinando tutto. È troppo facile tornare a casa con una ragazza e non vederla mai più .
La guardo, il suo sapore è ancora sulle mie labbra. Sarebbe bello accettare la sua offerta, andare semplicemente a casa sua e scoparla fino al sorgere del sole. Ma qualcosa in lei non mi permette di farlo.
È così che si comportano i gentiluomini? Mi domando.
“Sai, non vorrei fare altro che portarti a casa, farti urlare il mio nome ancora e ancora fino a farti mancare il fiato,” sussurro avvicinandomi. “Tuttavia, non penso che sarebbe positivo per la nostra relazione. Non posso portarti a casa, non siamo ancora usciti per un appuntamento.”
Diventa immediatamente rossa come un peperone. “Io… Io… È meglio che vada ora…”
Cady estrae il telefono dalla borsa, voltandosi. Allungo subito un braccio e la afferro, tirandola indietro.
“Non te ne andrai senza il mio numero”, dico. "Non provarci neanche."
Le prendo il telefono dalla mano, ignorando il fatto che sia rimasta a bocca aperta. In pochi secondi inserisco il mio nome e il mio numero, e poi mi chiamo. Dal mio telefono inizia a squillare “Swimming Pools” di Kendrick Lamar e le faccio l’occhiolino.
“Adesso ho il tuo numero”, le dico con fare provocatorio. Le restituisco il telefono.
“Beh, ciao ,” dice voltandosi di nuovo.
Non posso resistere alla tentazione di afferrarla e girarla di nuovo contro di me, di premere i miei fianchi contro i suoi e reclamare di nuovo la sua bocca. Le sue unghie affondano leggermente nel mio petto, ma percepisco che le piace un po’ di dominio da parte mia.
La rilascio, devo trattenermi dallo schiaffeggiarla sul culo. Ad essere sincero, quella gonna a tubino mi sta praticamente implorando.
Читать дальше