Marisa Santi - Danzando Verso La Felicità

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Danzando verso la felicità, di Marisa Santi, romanzo d'amore. Primo capitolo di una trilogia...
Sotto il cielo di Torino, vive Isabel una ragazza con un grande sogno nelle mani, pronta a debuttare sul palcoscenico della vita. Lei è un turbinio di emozioni, determinata, coraggiosa e con un’innata voglia di mettersi sempre in gioco. L’arrivo improvviso di Mattia turba la sua dedizione. Il mistero che si cela dietro al ragazzo diventa un pensiero fisso che la rende vulnerabile e le fa percepire che nella sua vita manchi qualcosa…
Mattia è determinato a chiudere con il passato, che è d’ostacolo per il presente e per il futuro. Non può concedersi disattenzioni, ma Isabel è una forte tentazione. Da quando si è trasferito a Torino, vedere danzare Isabel è stata la cosa più bella che abbia mai visto in tutta la sua vita. Presto il loro interesse si tramuta in un sentimento più profondo, ma in agguato ci sono ostacoli con cui i due giovani dovranno fare i conti…

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<> lo sfido ironicamente mentre saliamo assieme.

<> esclama sorridendomi.

<>

<>

<> gli dico facendogli un sorriso.

Mattia è nella sua stanza e si butta sul letto pensando divertito all’esuberanza e all’impaccio di Isabel. Anche lui è frastornato dalle tante emozioni per la giornata appena trascorsa. Si sente attratto da quella ragazza. Ripensa al momento in cui l’ha vista volteggiare, sarebbe rimasto ore ad osservarla mentre danzava. Quando ha incontrato i suoi penetranti occhi nocciola non riusciva più a distogliere lo sguardo dal suo. E’ consapevole di averla messa in imbarazzo. Si sente attratto non solo dal suo aspetto ma dalla fragilità che vuole nascondere tramite ironia e sicurezza. Quando lei li ha raggiunti nel salone con indosso quel vestitino color crema che le lasciava scoperte le lunghe gambe toniche l’ha trovata irresistibile. Isabel: un viso particolarmente bello, incorniciato da lunghi capelli castani dai riflessi ramati, occhi grandi di un castano ambrato, bocca carnosa ben disegnata che fa da contrasto all’espressione fresca e innocente. Ha un corpo tonico, il fondoschiena rotondo e modellato, un seno generoso, vita stretta e con tutte le curve al posto giusto… Evidentemente lo sport ha aiutato a far sì che il suo fisico si modellasse nei punti giusti. Di certo non passa inosservatae tutto di lei gli rimanda perfezione e sensualità... Sommerso dal pensiero di Isabel dimentica per un po’ i suoi problemi e la vera motivazione che l’ha indotto a trasferirsi a Torino per un po’di tempo.

Al solo pensiero che ci sia solo un muro a dividermi da Mattia mi fa venire la pelle d’oca. Basta pensare a lui! Devo riprendermi e muovermi. Decido di indossare un abitino nero che metta in evidenza le forme senza essere volgare, decolleté nere, un filo di trucco sugli occhi e un po’ di lip gloss, qualche goccia di J’adore, l’ultima spazzolata ai capelli che lascerò sciolti e, finalmente, sono pronta.

Il cellulare incomincia a squillare e, come da copione, è Max per avvisarmi del suo ritardo. Non ce la può proprio fare ad essere puntuale!

<> gli domando sbuffando.

<>

La reazione è immediata e piccata <>

<>

<> dico smorzando il mio risentimento.

Capisco che questa volta è per una giusta causa, ma è seriamente difficile sopportare di ricevere costantemente dei bidoni.

Esco dalla stanza sbattendo involontariamente la porta. Non dovrei ma sono comunque molto arrabbiata è la terza volta che mi tira pacco negli ultimi dieci giorni. Sono talmente furiosa da non rendermi conto che la mia “delicatezza” nello sbattere la porta ha fatto uscire Mattia dalla sua stanza. I suoi occhi sono addosso a me che mi scrutano dalla testa ai piedi. Perché mi fissa così?

Rompendo il silenzio gli dico: <> Continua a squadrarmi in maniera imbarazzante, praticamente mi sta mangiando con gli occhi!

Sono sicura d’essere diventata paonazza. Finalmente decide di dire qualcosa.

<>

<>

<>

E dopo questa affermazione arrossisco ancora di più.

<> Mi propone Mattia.

<> Rispondo entusiasta, preoccupata per le strane sensazioni che provo e per dover rimanere sola con lui.

<>

<> Mi risponde divertito per aver notato il mio sguardo sui suoi pantaloni della tuta, facendomi l’occhiolino. Arrossisco, rendendomi conto che anch’io lo stavo mangiando con gli occhi. Dio santo quest’uomo sarebbe super sexy anche con indosso un sacco della spazzatura.

Nell’attesa sono scesa in cucina per bere un bicchiere d’acqua fredda per riprendermi e fare calmare i bollenti spiriti anche se forse sarebbe meglio mandare giù qualcosa di alcolico il quale potrebbe rendermi più spigliata.

Mi dirigo verso il corridoio e nel frattempo noto Mattia che sta scendendo le scale per raggiungermi. Ha indossato un jeans, una maglietta di cotone nera con scollo a v e una giacca di pelle. È bello da fare male!

Mi prende la mano e mi chiede se sono pronta a portarlo in giro. Annuisco e respirando a fondo inizio a parlare a raffica: <>

<> esclama divertito dalla mia improvvisa parlantina.

Raggiungiamo la mia auto, una Mito nera dell’Alfa Romeo.

Messa da parte la timidezza e sciolto il ghiaccio, incomincio a sentirmi a mio agio. Così per accelerare i tempi e conoscerlo meglio lo tempesto di domande riguardanti la sua città nativa e la sua vita privata. Quando mi ci metto sono davvero invadente.

<>

<> risponde.

Nonostante le mie decolleté siano molto alte, sono riuscita a camminare tanto e seguire l’itinerario prefissato.

Raggiungendo i Murazzi gli faccio notare la chiesa della Gran Madre e il Monte dei Cappuccini.

<>

<>

Annuisco. Poi gli indico le tre statue della Gran Madre e gli spiego cosa rappresentano.

<>

<>

<>

<>

<>

<> Mi dice guardandomi negli occhi.

<> gli dico fingendo di non capire. Perché penso che non si stesse riferendo alla città… sono la solita presuntuosa.

Mentre siamo al pub e continuiamo a bere, Mattia mi elenca i posti che vorrebbe visitare. Successivamente mi racconta qualcosa della sua famiglia, di avere delle sorelle e di esser molto affezionato a loro.

<>

<> Commento con un sorrisetto compiaciuto.

<>

<>

Vorrei chiedergli anche se è fidanzato, ma penso che non sia il caso, potrebbe pensare che io possa avere “altri” interessi nei suoi riguardi.

Parliamo ancora molto continuando a mandare giù birra, cosa che mi rende più sicura e meno timida. Ridiamo e ci divertiamo per tutta la serata. Senza rendercene conto il tempo è volato.

<> esclamo guardando l’ora. Sono quasi le tre del mattino e tra poche ore devo andare all’università.

<>

<> dico molto dispiaciuta di dover interrompere la piacevole chiacchierata.

<> dico facendo una pausa per prendere coraggio e raccontargli di averlo già visto.

<> esclamo e poi cerco di riparare <> arrossisco e evito di guardarlo in faccia.

Mi sorride e mettendo due dita sotto il mento mi costringe a guardarlo negli occhi: <>

<> gli rispondo intimidita da lui, dai suoi occhi e dalla situazione.

<> Mi comunica orgoglioso.

<> gli confesso diventando color porpora. Meno male che ho smesso di mandare giù birre. Non oso immaginare cosa non potrei ammettere… ad esempio che se non fossi fidanzata gli sarei saltata addosso. E adesso da dove mi escono questi pensieri peccaminosi?!?

Ci dirigiamo verso l’auto, entriamo e metto le mani sul volante fingendo d’essere attenta a quello che sto facendo. Non voglio che si accorga del mio volto ancora paonazzo per via della mia confessione di qualche minuto prima.

Mattia è immerso nei suoi pensieri ed io non voglio aprire bocca per evitare altri strafalcioni. Il silenzio è quasi confortevole.

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