CALLIMACO – Sì, ce l’ho.
LIGURIO – Cosa manderai a Lucrezia?
CALLIMACO – Un bicchiere di buon vino, che rallegra il cervello! …Ohimè, ohimè, ohimè, sono disperato!!!
LIGURIO – Che c’è? Cos’è successo?
CALLIMACO – E non c’è rimedio!
LIGURIO – Che diavolo hai?
CALLIMACO – E non si è fatto nulla, mi trovo in un vicolo cieco [60].
LIGURIO – Perché? Perché non me lo dici? L evati le mani dal viso.
CALLIMACO – Ti ricordi che ho detto a messer Nicia che tu, lui e io andremo a trovare qualcuno da mettere a letto con la moglie?
LIGURIO – Che te ne importa?
CALLIMACO – Come, che me ne importa? Se io sono con voi, non potrò essere quel che sarà preso; se io non sono con voi, messer Nicia capirà il trucco.
LIGURIO – E’ vero. Ma non c’è nessuna via d’uscita?
CALLIMACO – Credo di no.
LIGURIO – E io credo di sì.
CALLIMACO – Quale?
LIGURIO – Voglio pensarci un po’.
CALLIMACO – Mannaggia!
LIGURIO – L’ho trovata.
CALLIMACO – Cos’è?
LIGURIO – Farò in modo che sia il frate ad aiutarci. [61]
CALLIMACO – In che modo?
LIGURIO – Dobbiamo tutti travestirci. Io farò travestire il frate: contraffarà la tua voce, il viso, l’abito, e dirò al dottore che tu sei lui; e così ci crederà.
CALLIMACO – l’idea mi piace; ma io che farò?
LIGURIO – Ti metti un pitocchino adosso, e con un liuto in mano camminerai, cantando una canzoncina, vicino alla casa di messer Nicia.
CALLIMACO – Non mi coprirò il viso?
LIGURIO – No, perché se tu portassi una maschera, lui diventerebbe sospettoso.
CALLIMACO – Ma lui mi riconoscerà!
LIGURIO – No, perché tu devi imitare un mendicante: apri un’occhio, socchiudi l’altro, fai un sorriso storto. Prova un po’!
CALLIMACO – Va bene così?
LIGURIO – No.
CALLIMACO – Così?
LIGURIO – Non basta.
CALLIMACO – In questo modo?
LIGURIO – Sì, sì, fai così. Io ho un naso finto in casa, te lo porterò.
CALLIMACO – Beh, che sarà poi?
LIGURIO – Quando sarai vicino alla casa di messer Nicia, noi ti cacceremo, toglieremo il liuto, ti circonderemo, ti porteremo in casa, ti metteremo a letto. Il resto lo dovrai fare da solo!
CALLIMACO – Perfetto.
LIGURIO – Per la prima volta, ti condurremo noi. Ma se vuoi avere la possibilità di ritornare ancora, devi essere saggio e fare qualcosa in più.
CALLIMACO – Cosa?
LIGURIO – Che tu te la guadagni in questa notte, e che, prima di partire falle sapere il tuo amore, riv elale l’inganno, d ille che le vuoi molto bene e persu adila che potete stare insieme senza nessuna vergogna. È impossibile che lei non ti ceda e che non voglia [62]spendere ancora qualche notte con te.
CALLIMACO – Ci credi davvero?
LIGURIO – Io ne son sicurissimo. Ma non perdiamo più tempo, è già tardi. Manda la pozione a messer Nicia e aspettami in casa. Io andrò dal frate: lo farò travestire, verremo qui, e cercheremo messer Ncia, e faremo tutto quello che resta.
CALLIMACO – D’accordo.
Scena quarta
Callimaco solo
CALLIMACO – Aspetto Ligurio con il frate; e chi dice che è duro aspettare, ha ragione. Dimagrisco dieci libbre [63]in un ora, pensando a dove sono adesso, dove potrei essere fra due ore, temendo che qualcosa potrebbe ostacolarmi la strada. Se qualcosa succede, stanotte sarà l’ultima nella mia perché o mi butterò in Arno o mi impiccherò o mi getterò giù da quelle finestre, o mi darò un colpo di coltello alla soglia della sua casa. In qualche modo mi ucciderò per non vivere più.
Ma mi sembra di vedere Ligurio? Sì, è lui. Con lui c’è un uomo gobbo, zoppo: certamente è il frate travestito. Oh, frati! Ne conosci uno, e li conoscerai tutti! Voglio aspettarli qui, per accompagnarli dal dottore.
Scena quinta
Ligurio, Callimaco, Fra’ Timoteo travestito
CALLIMACO – Salve! Sono qui. Siete benvenuti!
LIGURIO – O Callimaco!
FRA’ TIMOTEO – È questo Callimaco?
CALLIMACO – Sono io, a Sua disposizione, frate. Allora, ci siamo messi d’accordo: Lei può contare su di me e su tutte le mie ricchezze.
FRA’ TIMOTEO – Per te farò quello che non avrei fatto per nessuno.
CALLIMACO – Non sarà tempo perso [64].
FRA’ TIMOTEO – Basta che tu mi voglia bene [65].
LIGURIO – Lasciamo stare le cerimonie. Vado a travestirmi. Tu, Callimaco, venga con me, devi essere sempre vicino. Il frate ci aspetterà qui: torneremo subito, e andremo a trovare messer Nicia.
CALLIMACO – Bene. Andiamo.
FRA’ TIMOTEO – Vi aspetto.
Scena sesta
Fra’ Timoteo travestito
FRA’ TIMOTEO – E dicono il vero quelli che dicono che le cattive compagnie conducono li uomini alle forche [66]. E molte volte uno fa delle cose cattive semplicemente perché è troppo accondiscente e troppo buono, oppure troppo triste. Dio sa che non volevo offendere nessuno, stavo nella mia cella, dicevo le mie preghiere, intrattenevo i miei devoti: poi però mi è capitato questo diavolo di Ligurio, che mi ha fatto intingere il dito in un errore, e in conseguenza ci ho messo il braccio, e tutta la persona, e non so ancora dove posso finire. in ogni caso mi solleva il fatto che, quando una cosa importa a molti, molti si preoccupano di averne cura. – Ma ecco Ligurio che torna.
Scena settima
Fra’ Timoteo, Ligurio, travestiti
FRA’ TIMOTEO – Bentornato!.
LIGURIO – Come mi sta il costume?
FRA’ TIMOTEO – Benissimo.
LIGURIO – Manca messer Nicia. Andiamo verso la sua casa: son già passate le nove di sera, andiamo via!
FRA’ TIMOTEO – Chi apre la sua porta? Qualche suo servitore?
LIGURIO – No: è lui stesso. Ah, ah, ah, uh!
FRA’ TIMOTEO – Tu ridi?
LIGURIO – Chi non riderebbe? Indossa un mantello, che non gli copre il culo. Che diavolo ha in capo? Un cappuccio? [67] E mi pare anche che indossi un paio di questi goffi pantaloncini [68], e una piccola spada al fianco: ah, ah! sta borbottando non so che. Mettiamoci in disparte e ascoltiamo come si lamenterà di questa sciagura della moglie.
Scena ottava
Messer Nicia travestito
MESSER NICIA – Quanti fumi ha fatto questa mia pazza! Ha mandato le serve a casa della madre, e il servitore in villa. Di questo io la laudo; ma io non sono affatto contento già che, prima di dare il suo permesso di andare a letto con questo sconosciuto , mi ha veramente rotto con la sua ritrosia [69]: “Io non voglio!… Come ce la farò?… Cosa mi fai fare? [70]…Ohimè, mamma mia!..” Se non fosse per il frate che le ha raddrizzato i pensieri, non andrebbe a quel letto. Che le venisse un accidente! [71]Io vorrei vedere le donne ritrarsi, ma non tanto. E questa invece ci ha rotto le scatole, cervello di gallina! E se io le rispondessi: “ Che sia [72]impiccata la più saggia donna di Firenze!” – lei mi direbbe: – “Che t’ho io fatto di male?!” – Io sto pur bene! Chi mi riconoscerebbe? Sembro più potente, più giovane, più smilzo: non ci sarebbe donna, che vorrebbe dei soldi per venire a letto con me. Ma dove sono i miei amici?
Scena nona
Ligurio, Messer Nicia, Fra’ Timoteo.
LIGURIO – Buonasera, messere.
MESSER NICIA – Oh! uh! eh!
LIGURIO – Non abbia paura, siamo noi.
MESSER NICIA – Oh! voi siete tutti qui? All’inizio. quando non vi avevo ancora riconosciuti, volevo darvi un colpo con questo pugnale che è il più diritto che io ho mai visto! Tu, sei Ligurio? e quell’altro? il maestro, eh?
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