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<> Gli sento fare un sospiro. <> Ã avvilito. Deluso per quello che ha causato.
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<> Esclama. <> Fa una pausa. <>
<> Borbotta.
<> Ã serio. Sembra unâaltra persona.
<> Sento una porta aprirsi per poi chiudersi e infine dei passi avvicinarsi a me.
Finalmente riesco ad aprire gli occhi e a muovermi. Vedo Cade seduto al mio fianco con le dita delle mani incrociate e lo sguardo fisso per terra.
Mi guardo intorno, è una modesta stanza, accogliente, con tre pareti grigie e una rossa. âDove diavolo sono?â Mi chiedo.
Il letto è matrimoniale, comodo, ma solo se si staâ abbastanza ai lati, in centro è leggermente sformato. Le lenzuola sono grigie, in raso. Faccio un sospiro e vengo invasa dal suo profumo.
Poso la mano sul suo braccio per attirare la sua attenzione. Si gira di scatto. <> Esclama sollevato, ma in contemporanea sembra arrabbiato. <> Chiede con un tono di voce più alto del solito.
<> Mi fermo.
<> Socchiude gli occhi per capire. <> Una lacrima percorre il mio viso.
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<> Porta nuovamente lo sguardo sul pavimento.
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<> Affermo avvilita. Il dolore che mi ha torturato in questi cinque infiniti giorni ritorna a straziare il mio cuore con la differenza che il motivo è al mio fianco.
<> Mi stringe la mano. <>
<> Chiedo confusa.
<> Mi guarda.
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<> Mi limito nel rispondere.
<> Fa un sospiro. <
immediatamente allontanare. Poi hai sussurrato il mio nome e dopo un poâ sei svenuta.>>
<> Sorrido. Non mi sono dimenticata della sua bellezza ma oggi è davvero affascinante. Indossa un paio di jeans chiari e una maglia a mezze maniche grigia.
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<> Sussurro. Per quanto abbia sofferto non mi piace vederlo avvilito per quello che mi ha fatto. Non so perché ma non riesco a essere arrabbiata con lui.
Mi metto seduta e noto che indosso una camicia, la stessa che indossava la sera del nostro primo appuntamento. Cade segue il mio sguardo.
<> Afferma. Ha uno sguardo come se mi volesse dire qualcosa a riguardo. Qualcosa del suo passato che lo fa ancora soffrire.
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<> Afferma. Fa un sorriso pieno di delusione.
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<> Si passa una mano fra i capelli. <>
Mi metto di fronte il suo viso e lo guardo negli occhi, sono meravigliosamente verdi.
Mi guarda, è serio più che mai. Mi ricorda la fine del nostro primo appuntamento. âOra mi caccerà fuori casa suaâ penso. Ma quando sto per scendere dal letto mi gira tutto e sto quasi per cadere. Per fortuna Cade mi prende al volo facendomi atterrare tra le sue braccia.
5
Rimango in silenzio, cerco di fare mente locale e ricordare cosa è successo ieri. Ma lâultima cosa che rammento è Cade, alle mie spalle, sulla battigia. Ora che sono nuovamente coricata, il tetto gira di meno. Cade in silenzio esce dalla stanza scomparendo con passo felino, con il suo corpo perfetto.
Dopo qualche minuto ritorna con in mano un bicchiere dâacqua e lâaltra chiusa in un pugno. Solo ora noto che è scalzo, per questo non sentivo i suoi passi. à bello da morire. Faccio un sospiro mentre lo guardo. Alla fine della manica della maglia, scorgo dei bicipiti possenti e allâimprovviso penso a quando, ieri, ero tra le sue braccia.
Chiudo gli occhi per aver una visuale migliore del mio pensiero e mentre lo faccio tra le labbra mi spunta un sorriso. Il cuore comincia a battere forte. Ma i miei pensieri vengono soppressi dalla sua voce. <> Chiede. Apro gli occhi di scatto e lo vedo, lì, di fronte a me, in piedi che mi fissa. <> Gli rivolgo un sorriso imbarazzato.
<> Mi porge con fare gentile quello che teneva in mano. <> Mi sembra ancora arrabbiato.
<> Chiedo prima di aprirlo.
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<> Lo mangio e bevo un sorso dâacqua. <> Gli indico la carta rossa del cioccolato.
<> Scruto attentamente il suo viso. Ã teso ma preferisco non approfondire. Non voglio discutere. Almeno non per ora.
<> Non mi piace lâidea, per quando dolce sia da parte sua, che non ci vada solamente per farmi da guardia.
<> Torna a sedersi, ma stavolta sulla poltrona di camoscio grigia, accanto il letto.
Mi sento una stupida e a disagio.
<> Dâun tratto nella mia mente ritorna lâimmagine del mio capo che cerca di farmi uscire dallâacqua e io che lo mando via. âO mio
Dio. Quando ritornerò mi ucciderà â penso. Devo andare al bar e scusarmi immediatamente con Xavier. Stavolta lâho combinata grossa.
<> Alza il viso di scatto che in precedenza era poggiato sui pugni.
<> Rispondo senza rifletterci sopra.
<> Mi guarda. <>
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Si avvicina, adagiandosi al mio fianco. Decido di sedermi per stargli più vicina.
Emana calore e il mio cuore batte allâimpazzata. Mi sfiora la guancia con i polpastrelli. Chiudo gli occhi e una scossa parte dal fondo schiena percorrendo tutta la colonna vertebrale. Mi mancava questa sensazione.
<> Meglio mantenere le distanze. Per ora. Solo quando mi sfiora, la mia mente vaga nei pensieri più profondi.
<> Risponde dâun fiato.
<> La mia mente si è
chiusa. Non riesco a pensare ma solo a fare domande. Questo ragazzo mi manda in tilt il cervello ogni qualvolta mi sfiora o mi guarda a distanza ravvicinata. <> Fa un sorriso. <> Fa unâespressione dispiaciuta. <>
Abbassa la testa, come se fosse mortificato. Forse lo è veramente ma doveva pensarci prima.
<> Guardo la camicia che indosso poi Cade. Li rivoglio. Voglio indossare i miei di vestiti.
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âGià , davvero incoscienteâ sussurra la mia vocina. Come dargli torto. <>
<<���à stata una delle sere più brutte della mia vita.>> Si strizza gli occhi con le dita.
Non riuscirò mai a ringraziarlo del tutto per avermi allontanato da quellâorrendo ragazzo che voleva fare di me ciò che era sua intenzione. Non voglio pensarci. <> Non riesce a terminare la frase. Ha unâespressione cupa. Infuriata. Torva.
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