La moglie Suha e l’Ammriraglio Uluç Alì Pascià
Sembrava che tutto fosse stato studiato fin nei minimi particolari. Giunse, quindi, il Gran Ciambellano di corte che, tra i suoi vari compiti, poteva annoverare anche quello di amministratore del tesoro del Regno di Astagatt.
Con sé, stretto tra le mani, portava uno scrigno d’oro tempestato di diamanti e rubini.
Nella sala scese il più assoluto silenzio anche perché nessuno tra gli ospiti era a conoscenza di quello che sarebbe accaduto da lì a pochi minuti.
Il Gran Ciambellano, lentamente e con estrema cura, aprì lo scrigno d’oro dal quale prelevò un’elegante pergamena, vergata di proprio pugno dal sovrano Mohammed in persona. Poi lesse il documento ad alta voce, ma con la grazia e il contegno che erano propri del suo ruolo istituzionale.
“ Che il comandante… capitano di vascello Abdul-Lateef Kafer… si avvicini al centro della sala ”, queste furono le sue prime parole alle quali seguì un breve brusio tra gli ospiti.
Il capitano, impassibile e senza mostrare alcuna emozione, si avvicinò al Gran Ciambellano che continuò nella lettura del testo.
“ Per ordine dell’eccellentissimo sovrano Mohammed Sultan Pascià viene qui ordinato che… il capitano di vascello Abdul-Lateef Kafer… con effetto immediato… sia promosso al grado di vice Ammiraglio della Flotta Reale e… con tale rango… si trasferisca immediatamente a bordo della nave Glorius per assumerne il comando ”.
Nell’udire quelle parole anche l’impettito Abdul-Lateef rimase esterrefatto e, con la coda dell’occhio, cercò tra gli ospiti lo sguardo della moglie Rayaper trovare conforto e sostegno.
Ora anche il suo volto stava iniziando a cambiare espressione e potevano notarsi, chiaramente, i segni di una imminente e forte emozione.
Il suo impeccabile contegno di ufficiale di marina cominciava a vacillare sotto gli effetti dirompenti di quelle parole inaspettate.
Il Gran Ciambellano richiuse la pergamena nello scrigno d’oro e lo consegnò nelle mani del Sovrano. Poi si diresse verso il trono e si fermò a lato della regina Adeela che, nel frattempo, in compagnia dei suoi amati figli, stava assistendo all’emozionante scena della premiazione.
Il re Mohammed, con un gesto della mano, invitò Abdul-Lateef Kafer ad avvicinarsi per consegnargli il prezioso scrigno d’oro. Anche l’ammiraglio Uluç Alì Pascià, dopo aver fatto il consueto saluto militare, gli strinse la mano energicamente in segno di rispetto.
Ma la cerimonia non era ancora conclusa.
L’ammiraglio si tolse dal collo il simbolo del suo comando per metterlo intorno a quello del nuovo comandante. Questo era un prezioso e massiccio collier d’oro al centro del quale pendeva un elegante medaglione. Su di un lato vi era impressa l’effige del re Muhammed mentre, sull’altro, erano state incise le seguenti parole: “ SAPERE AUDE”, un’antica iscrizione latina che significava “ abbi il coraggio di conoscere ”.
Solo a quel punto la speciale ed inaspettata premiazione poté dirsi conclusa. La musica tornò ad allietare la serata e tutti i dignitari di corte vollero congratularsi, personalmente, con il nuovo vice comandante della marina.
Ma le sorprese non erano ancora finite.
Il re Mohammed si alzò dal trono e, con tono solenne, pronunciò le seguenti parole: “ Io e la regina Adeela vogliamo ringraziare personalmente tutti i presenti per la bellissima serata… organizzata festeggiare la salvezza dei due principi Amir e Akhmed. Per l’occasione desidero comunicarvi che… tra due giorni… la Flotta Reale… con i sovrani e l’intera corte… partirà in direzione dell’Isola di Cora.
I venti dell’est sono propizi e la tempesta è ormai cessata.
Su consiglio dell’ammiraglio Uluç Alì Pascià riteniamo indispensabile sfruttare questi pochi giorni d’estate che ci restano prima che la Barriera del muro d’acqua ritorni ad essere un elemento insuperabile per ogni imbarcazione.
Naturalmente… faremo visita al Sultano di Cora per intensificare e sottoscrivere nuovi accordi… sia commerciali che familiari. Con noi porteremo solo il principe Akhmed e ci imbarcheremo… come tradizione vuole… sulla nave ammiraglia Glorius…, comandata… questa volta… dal vice ammiraglio Abdul-Lateef Kafer ”.
Pronunciata l’ultima frase un intenso brusio sembrò impossessarsi della sala.
Ma il re Mohammed, con la mano alzata, fece cenno a presenti di non aver terminato e, quando tutti si furono nuovamente acquietati, con rinnovato vigore, riprese il suo discorso.
“ Ad Astagatt resteranno il principe Amir e l’ammiraglio Uluç Alì Pascià… quest’ultimo in qualità di protettore e governatore dell’Isola durante la mia assenza. Dopo gli ultimi terribili eventi credo che sia la decisione più saggia.
Nel caso dovesse succederci qualcosa che ci impedisca… in un modo o nell’altro… di fare ritorno ad Astagatt… saremmo comunque felici di sapere che nostro figlio Amir… l’erede al trono… è sano e salvo ed in buone mani. Pertanto ordino… seduta stante… che si organizzino i preparativi per la partenza e che tutte le navi commerciali al nostro seguito vengano immediatamente caricate con la nostra preziosa Vergara, la spezia della felicità ”.
PARTENZA PER L’ISOLA DI CORA
Il giorno della partenza della flotta reale il cielo era limpido e terso come non si era mai visto ed il vento dell’est spirava nella direzione e con la forza giusta. Tutti gli abitanti accorsero al porto perché avevano un parente o un amico imbarcato sulle navi da salutare, e nessuno voleva perdersi quel magnifico spettacolo.
Sull’albero maestro della Glorius venne issato il segnale di formazione e la flotta reale procedette, con cautela, verso l’uscita dal porto.
Quando tutte le navi furono in formazione venne dato il segnale convenuto: tre colpi di cannone.
Alla maestosa scena assistette anche l’ammiraglio Uluç Alì Pascià che, per la prima volta nella sua carriera di marinaio, era costretto a trascorrere a terra e non sulla sua nave, i giorni della traversata annuale. La tristezza dell’ammiraglio fu compensata dalla irrefrenabile felicità della giovane moglie Saha, eccitata al pensiero di trasferirsi, finalmente, nella nuova e splendida residenza che il re Mohammed e la regina avevano voluto donare alla coppia. Questa era un’antica villa, rimodernata a nuovo, ubicata in una posizione privilegiata sull’isola e dotata di ogni confort. Come ulteriore segno di rispetto, il personale di servizio era stato appositamente selezionato dalla regina Adeela.
Era un regalo magnifico e assolutamente meritato per l’ammiraglio, un ringraziamento per tutti gli anni di onorato servizio trascorsi nella marina reale.
Così come per l’ammiraglio, anche i sentimenti del principe ereditario Amir erano contrastanti. Da un lato si rallegrava del fatto di essere rimasto da solo a palazzo reale con la possibilità di girare, praticamente indisturbato, per ogni sala o giardino della tenuta, senza il rischio di essere scoperto e subire i pesanti rimproveri della severa madre Adeela. Ma si sentiva comunque triste perché, in fondo, percepiva già la mancanza del caro fratello Akhmed.
Per prima cosa volle tuffarsi nella lettura dei suoi amati e preziosi libri di storia e, per sentirsi più vicino ad Akhmed, chiese al responsabile delle cucine reali di preparargli, per pranzo, le famose ciambelle di Astagatt, di cui il fratello era ghiotto. Le fece servire sulla grande terrazza antistante il salone da ballo così da poter godere della splendida vista sull’oceano e provare a scovare, sul lontano orizzonte, la sagoma di qualche nave.
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