Il mondo bianco-blu era sotto di lui, in attesa del tocco della sua mente. Garnna diede un'occhiata all'atmosfera e fu sopraffatto dall’abbondanza di vita. C’erano creature nell’aria, creature sulla terra, creature nell’acqua. Il primo test, naturalmente, era la ricerca che non ci fosse qualche Offasii in giro, ma gli ci volle solo un veloce esame per appurare che non ce n’era nessuno. Gli Offasii non erano ancora stati trovati in alcuno dei pianeti già esplorati dagli Zartici, ma la ricerca doveva continuare. La razza Zartica non poteva sentirsi del tutto sicura fino a quando non avesse scoperto cosa era successo ai loro vecchi padroni.
Lo scopo principale dell’Esplorazione ora era stato raggiunto. Restava lo scopo secondario: capire che tipo di vita abitasse questo pianeta, se fosse intelligente, e se potesse plausibilmente costituire una minaccia per Zarti.
Garnna generò un'altra rete, una più piccola questa volta. Incluse con la sua mente l'intero pianeta, alla ricerca di segnali di intelligenza. La sua ricerca ebbe immediatamente successo. Luci brillavano luminose sul lato immerso nella notte, indicando la presenza di città di grandi dimensioni. Un'abbondanza di onde radio, modulate artificialmente, stavano rimbalzando in tutta l'atmosfera. Le seguì fino alla loro sorgente e trovò grandi edifici e grandi torri. E trovò le creature che erano responsabili delle onde radio, degli edifici e delle luci. Camminavano in posizione eretta su due gambe, i loro corpi erano soffici e senza l'armatura di uno Zartico. Erano piccole, forse erano alte la metà degli Zartici, e la loro pelliccia sembrava concentrata soprattutto sulle loro teste. Osservò le loro abitudini alimentari e si rese conto con disgusto che erano onnivori. Per una specie erbivora come gli Zartici, queste creature sembravano avere una natura crudele e malvagia, ponendo potenziali minacce a specie più gentili. Ma almeno erano migliori dei feroci carnivori. Garnna aveva visto un paio di società carnivore, dove uccidere e distruggere erano avvenimenti di ogni giorno, e il solo pensiero gli faceva venire i brividi. Si trovò a desiderare che tutti gli esseri viventi nell’universo fossero erbivori, poi si controllò. Non gli era permesso che i suoi pregiudizi personali interferissero con lo svolgimento dei suoi compiti. Il suo dovere, ora, era quello di osservare queste creature nel poco tempo che gli era rimasto e stilare una relazione che sarebbe stata conservata per studi futuri.
Vide una nota di speranza in queste creature, cioè il fatto che sembravano avere l'istinto del Branco più che quello di agire da soli come individui. Si riunivano in grandi città e sembrava che facessero la maggior parte delle cose in gruppo. Avevano il potenziale per restare da soli, ma non lo utilizzavano troppo.
Raccolse di nuovo la sua mente e si preparò a fare delle osservazioni più dettagliate. Fece uno zoom sulla superficie del mondo per osservare. Le creature erano chiaramente diurne altrimenti non avrebbero avuto bisogno di luci per le loro città, così all'inizio scelse di osservare un luogo nell'emisfero dove era giorno. Non aveva nessun motivo di preoccuparsi di essere visto dai nativi; il metodo di esplorazione spaziale zartico ne aveva tenuto conto.
In sostanza, questo metodo richiedeva una separazione completa tra corpo e mente. Venivano prese delle droghe per aiutare questa dissociazione, mentre l’Esploratore riposava confortevolmente in una macchina. Quando avveniva la separazione, la macchina si occupava degli aspetti meccanici delle funzioni corporee —battito cardiaco, respirazione, alimentazione e così via. La mente, nel frattempo, era libera di vagabondare a suo piacimento ovunque volesse.
Erano stati trovati pochi limiti per una mente liberata. La velocità alla quale poteva “viaggiare”—se, veramente si poteva dire che andava da qualche parte—era così veloce da essere quasi non misurabile; in teoria, poteva anche essere infinita. Una mente liberata poteva concentrarsi su una singola particella subatomica, o espandersi fino a coprire vaste zone dello spazio. Poteva rilevare radiazioni elettromagnetiche di qualsiasi tipo. E, cosa fondamentale dal punto di vista degli Zartici molto cauti, non poteva essere rilevata da nessun senso fisico. Era un fantasma che non poteva essere visto, udito, odorato, assaporato o toccato. Tutto questo lo rendeva il veicolo ideale con cui esplorare l’universo al di là dell’atmosfera di Zarti.
Garnna si fermò in un luogo dove la terra era regolarmente lavorata a fini agricoli. I metodi di coltivazione differivano poco in tutte le società che aveva investigato fino ad allora, probabilmente perché la forma seguiva la funzione e la funzione era chiaramente la stessa. Queste creature stavano arando con un attrezzo grezzo trainato da un erbivoro remissivo con due corna. Questo stadio dell'agricoltura piuttosto primitivo non sembrava adattarsi a una civiltà che poteva produrre anche così tante onde radio. Per risolvere questo paradosso apparente, Garnna raggiunse con la sua mente uno dei nativi, fino a toccarla.
Questo era un altro vantaggio della mente liberata. Sembrava possedere la capacità di “ascoltare” i pensieri delle altre menti. Era telepatia, ma in modo ristretto, nel senso che funzionava solo da una parte. Garnna era in grado di ascoltare i pensieri degli altri, ma lui stesso non era rilevabile.
Tuttavia il fenomeno non era utile quanto poteva sembrare a prima vista. Gli individui intelligenti pensano in parte con le parole della propria lingua, in parte con concetti astratti e in parte con immagini visuali. I pensieri passano molto velocemente e poi se ne vanno per sempre. Specie diverse hanno modelli di pensiero diversi basati fondamentalmente su differenze dei loro input sensoriali. E all’interno di una razza ogni individuo aveva il proprio codice simbolico privato.
La lettura della mente, poi, tendeva a essere un lavoro doloroso e molto frustrante. Garnna doveva passare attraverso numerose impressioni senza significato che lo bombardavano a un ritmo incredibile per arrivare al semplice nocciolo di un'idea. Per fortuna, riusciva a leggere qualche emozione generalizzata e a imparare qualcuno dei concetti base che esistevano nella mente che contattava. Ma era un esperto in questa procedura e non temeva il lavoro duro se era per il bene del Branco, così si mise all'opera.
Dopo una serie di tentativi e ancor più di congetture, Garnna fu in grado di formare un piccolo quadro di questo mondo. C’era solo una razza intelligente lì, ma si era frammentata in molte culture individuali. Parecchi modelli costanti emergevano , tuttavia, in quasi tutte le culture. I gruppi iff qui sembravano in genere essere composti da pochi adulti, in genere imparentati o accoppiati, più i loro discendenti. Lo scopo del gruppo iff era più orientato verso la crescita dei giovani che verso la sicurezza dell'individuo. Sembravano esserci pochi individui che sopravvivevano completamente senza gruppi iff. Il Branco qui era più un concetto astratto rispetto alla realtà quotidiana che c’era su Zarti.
Apprese anche che alcune delle culture sul pianeta erano più ricche di altre. La più ricca si trovava attualmente nella zona notturna del pianeta. In quella particolare cultura molte delle cose che erano fatte a mano qui erano fatte dalle macchine, e si presumeva che ci fosse parecchio cibo per tutti. Il pensiero che una parte del Branco potesse essere sovralimentata mentre un’altra parte fosse affamata sembrava assurda per uno Zartico. Ricordò a se stesso ancora una volta di reprimere le sue emozioni. Era lì solo per osservare, e faceva meglio a concentrarsi su quello.
Decise di investigare quella cultura molto ricca. Nella valutazione di queste creature come potenziale minaccia per il Branco, i suoi superiori sarebbero stati interessati solo alle loro capacità più alte. Non aveva alcuna importanza cosa facessero le culture più povere se quelle più ricche possedevano un metodo di navigazione interstellare fisico unito a una natura bellicosa.
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