Delio Zinoni - Lia

Здесь есть возможность читать онлайн «Delio Zinoni - Lia» — ознакомительный отрывок электронной книги совершенно бесплатно, а после прочтения отрывка купить полную версию. В некоторых случаях можно слушать аудио, скачать через торрент в формате fb2 и присутствует краткое содержание. Жанр: foreign_contemporary, foreign_fantasy, Фантастика и фэнтези, на итальянском языке. Описание произведения, (предисловие) а так же отзывы посетителей доступны на портале библиотеки ЛибКат.

Lia: краткое содержание, описание и аннотация

Предлагаем к чтению аннотацию, описание, краткое содержание или предисловие (зависит от того, что написал сам автор книги «Lia»). Если вы не нашли необходимую информацию о книге — напишите в комментариях, мы постараемся отыскать её.

Lia — читать онлайн ознакомительный отрывок

Ниже представлен текст книги, разбитый по страницам. Система сохранения места последней прочитанной страницы, позволяет с удобством читать онлайн бесплатно книгу «Lia», без необходимости каждый раз заново искать на чём Вы остановились. Поставьте закладку, и сможете в любой момент перейти на страницу, на которой закончили чтение.

Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

– Lia.

Allungò una mano e le toccò la spalla. La fanciulla ebbe un sobbalzo, e nello stesso istante la marionetta balzò in avanti, come... se volesse difenderla. Ma era assurdo. E comunque si fermò.

Phenissa... Lia mosse la bocca come per parlare, e con un’espressione che forse era di dolore chiuse gli occhi. Un gemito quasi impercettibile le uscì dalle labbra.

Lelius si voltò a guardare la marionetta, con irritazione.

– Non devi giocare con questi... – Lia dondolava la testa da destra a sinistra, lentamente.

– Domani reciterai la parte di Issadee – disse Lelius, con voce severa, ma anche, quasi, con... compassione. – Vieni.

Lia, che non aveva ancora riaperto gli occhi, si alzò. Lelius prese con una mano la candela e con l’altra un braccio della fanciulla, e a passi lenti, come un cieco e la sua guida, i due sparirono dietro una statua colossale, alata ma priva di testa. Nel buio, qualcos’altro si mosse. L’ultimo bagliore della fiamma si riflesse sui bottoni dorati delle spalline della marionetta, che seguiva a passi rapidi i suoi padroni. Poco dopo, sentii la porta chiudersi, la chiave girare nella toppa.

Ci misi un po’ prima di capire che ero prigioniero.

(5) LA TORRE

Il cortile era deserto Tutti gli spettatori se nâerano andati i commedianti - фото 7

Il cortile era deserto. Tutti gli spettatori se n’erano andati, i commedianti si erano ritirati le scene smontate, i servitori avevano spento le lampade.

Io avevo provato la porta e le finestre, senza fortuna. Avrei potuto chiamare aiuto, gridare. E rendermi ridicolo agli occhi di Lia. Non l’avevo fatto, e ormai era troppo tardi. Avevo voglia di piangere. Anzi: lo stavo facendo. Pensavo a Jues e a Lucibello che se ne tornavano alle loro case, senza dubbio dopo avermi cercato. Pensavo a mia madre, e al mio letto.

Infine mi riscossi, balzai giù dalla finestra. Dovevo uscire, e c’era un unico posto dove cercare: nelle viscere del magazzino. Nel buio più completo. Doveva esserci un’altra porta: a Morraine, diceva un proverbio, nessuna stanza ha una porta sola.

Il buio si rivelò meno completo di quanto avevo pensato. Si era levata la luna, e una pallida luminescenza disegnava contorni di oggetti, per la maggior parte incomprensibili. Iniziai il giro della stanza, muovendomi a tentoni lungo le pareti. Sotto le mie dita l’intonaco umido si sbriciolava, cadendo con un fruscio di minute foglie morte, lasciando affiorare mattoni e pietre. Quando mi fermavo, e dovevo farlo spesso per superare o aggirare qualche ostacolo, sentivo altre cose muoversi nel magazzino: topi, speravo. Morraine è piena di favole sugli abitatori delle sue cantine. Cercai di convincermi che non credevo più alle favole.

La prima cosa che trovai non fu una porta, ma una botola: me ne accorsi dal risuonare a vuoto dei miei passi. Favole o no, non presi nemmeno in considerazione l’idea di aprirla e di scendere: è più difficile uscire da una cantina che da qualsiasi altro posto, mi dissi. E poi, un’altra porta doveva pur esserci!

Non ne trovai una, ma tre. Tutte chiuse. Ero quasi tornato al punto di partenza, quando inciampai contro una scala. I gradini di pietra salivano lungo la parete, senza balaustra. Si infilavano nel soffitto, piegavano, salivano ancora. A questo punto neppure la luce della luna mi aiutava più. Ogni tanto, nelle pareti, si apriva una porta, invariabilmente chiusa.

Poi le rampe presero un andamento regolare, piegando ogni volta a sinistra: ero dentro una torre. Una serie di feritoie me lo confermò. Tutte troppo strette per uscire.

Alla fine della scala trovai un’ultima porta. Mi sedetti sui gradini, ansimando. Non osavo toccarla. Non sapevo cosa avrei fatto se l’avessi trovata chiusa. Infine mi alzai, tirai un profondo respiro, cercai il catenaccio, lo tirai... spinsi.

La porta non si mosse.

Preso dal panico e dalla rabbia la scossi. E mi diedi dello stupido. Si apriva verso l’interno: era ovvio. La scala proseguiva ancora per qualche gradino e terminava su una terrazza coperta.

Era la più bella notte di luna.

Attorno a me si stendeva tutta Morraine, in argento e seppia. Avrei potuto contare tutte le sue 120 torri, e perfino i 3600 merli delle mura, e le 480 campane, i 600 cipressi, e le 72 bandiere e gli 840 segnavento... Naturalmente non lo feci. Ma una cosa mi colpì, mentre facevo il giro del terrazzo, passando da una colonna di mattoni all’altra: la città pareva estendersi egualmente in tutte le direzioni. Mi trovavo al centro di Morraine. E proprio sotto di me, nel cuore dunque della città , c’era un magazzino di attrezzi teatrali. La cosa mi parve, in quel momento, piena di qualche arcano significato. E nel magazzino c’era una botola... Se solo ci fossero stati con me Jues e Lucibello! Se solo non fosse stato quasi mezzanotte, e chissà cosa pensavano a casa mia! Se solo avessi avuto una lampada... E dopo un attimo pensai: se solo avessi meno paura.

I pipistrelli tentavano voli inquieti attorno alla torre. L’aria era fresca, ma carica della promessa dell’estate, e di odori che arrestavano il respiro. Su alcune terrazze le lampade erano ancora accese, si scorgevano delle figure, e adesso che il mio respiro si era calmato, potevo sentire perfino brandelli di musica e di voci.

Cercai i punti di riferimento della mia casa: la Torre degli Unicorni; un vecchio pino dalla cima piegata, che si alzava al centro del Cortile dell’Uovo; e sullo sfondo, la cima ancora innevata dell’Yiril...

Dovevo solo calarmi dalla torre. Una volta sui tetti, tornare non sarebbe stata un’impresa impossibile: come ho detto, Morraine è una sola casa.

Mi sporsi. La torre non era molto alta, ma c’erano almeno venti braccia per arrivare al tetto sottostante. Senza appigli di cui mi fidassi. Serviva una corda. A malincuore ripresi le scale, tornai nel deposito, frugai nei pressi delle finestre, dove c’era un poco di luce, trovai delle corde che non sembravano troppo sottili né troppo vecchie, le legai ad una grata e diedi qualche strattone per essere sicuro che non si rompessero, me le caricai sulle spalle.

Risalendo lungo la scala, giunto ad un pianerottolo, vidi qualcosa che mi fece fermare: una striscia di luce sotto una porta, alla mia sinistra. Prima, di certo, non l’avevo notata. Forse avevo richiamato l’attenzione di qualcuno, con i rumori che avevo fatto nel cercare le corde. E forse, in questa maniera, sarei uscito più in fretta... No: ormai potevo andarmene da solo. Superai la striscia di luce in punta di piedi, girai un angolo... E tornai indietro: ero penetrato nel Cortile Segreto, e non avevo intenzione di andarmene senza vedere tutto quello che c’era da vedere!

Ma non c’era niente da vedere: solo una lama sottile di luce. Nessuna serratura, e nessun buco per la chiave. Appoggiai l’orecchio al legno. Mi pareva di udire delle voci, ma non ero sicuro che non fosse il pulsare del mio sangue. Il tempo passava veloce. Dovevo andare.

Ripresi la salita. Altre due curve della scala... e di nuovo la luce! Questa volta non si trattava solo di una fessura, ma di una finestrella ovale, protetta da una grata a croce. Mi fermai un attimo a riflettere. Doveva corrispondere alla medesima stanza a cui dava accesso la porta che avevo incontrato prima. Una stanza attorno a cui giravano le scale. Nel cuore della torre.

Mi avvicinai. E vidi: un soffitto a volte ogivali. L’apertura attraversava orizzontalmente una delle volte, e ben poco si vedeva della stanza sottostante. Ma abbastanza per farmi trattenere il respiro. Dunque: uno scaffale altissimo, pieno di vasi in vetro e ceramica; quelli in ceramica con disegni e scritte in caratteri arcaici; quelli di vetro che lasciavano intravedere... non sapevo bene cosa, ma parevano bizzarri animali sospesi in un liquido trasparente. Appeso al soffitto, uno scheletro di mirabili dimensioni, con la coda dotata di aculei e mascelle in grado di stritolare un bue. Il collo di un alambicco, che saliva a spirale fin quasi alla finestrella. Un mantice gigantesco, appoggiato ad una parete. L’angolo di un tavolo ingombro di pergamene, libri, strumenti di ottone e vetro.

Читать дальше
Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

Похожие книги на «Lia»

Представляем Вашему вниманию похожие книги на «Lia» списком для выбора. Мы отобрали схожую по названию и смыслу литературу в надежде предоставить читателям больше вариантов отыскать новые, интересные, ещё непрочитанные произведения.


Отзывы о книге «Lia»

Обсуждение, отзывы о книге «Lia» и просто собственные мнения читателей. Оставьте ваши комментарии, напишите, что Вы думаете о произведении, его смысле или главных героях. Укажите что конкретно понравилось, а что нет, и почему Вы так считаете.

x