1 ...7 8 9 11 12 13 ...29 Jack, agitato, non riuscì a vedere un posto dove potersi nuovamente nascondere.
Sapeva che se si fosse fatto vedere il vecchio se ne sarebbe andato e questo non doveva assolutamente succedere.
Nel frattempo, le sirene della polizia locale riecheggiarono fortemente preannunciando cosi l'arrivo della volante.
Era la pattuglia che vigilava nella piazza del mercato e che in pochi minuti, chiamata da qualche passante ficcanaso, aveva raggiunto il luogo del piccolo incidente. Un grosso fuoristrada nero, uscito dal proprio garage senza guardare, era stato tamponato sul fianco da una vecchia utilitaria verde metallizzato. La volante si arrestò davanti ai due che, appena visti gli agenti, si bloccarono all’istante continuando comunque a guardarsi in cagnesco.
I poliziotti, due uomini dall'aria addormentata, scesero dall'auto con un’espressione scocciata stampata sui loro volti.
Jack riconobbe l’agente Mirtin, padre del montato Flin Mirtin, suo compagno di classe.
La polizia del paese, cosa ormai risaputa, non era delle più affidabili. Il sindaco aveva assegnato il compito a delle persone non qualificate e di sua conoscenza. Nessuno però aveva mai fatto domande o presentato reclami. Si sapeva che in una piccola cittadina come Sentils l’appoggio del sindaco poteva essere veramente utile, sia per fare carriera che per la vita di tutti i giorni.
L’unica cosa che gli abitanti non volevano era avercelo contro. L’uomo, un signore paffuto sulla sessantina, era ben rispettato e da sotto i suoi curati baffi neri, si assicurava da tempo indefinito il bene dei suoi cittadini, giovandone personalmente in molte occasioni.
I poliziotti calmarono gli spiriti dei due uomini e li invitarono a risalire sulle loro vetture senza fare ulteriori storie. Le persone accorse si dispersero in pochi secondi ritornando così alle proprie attività quotidiane. Lo spettacolo giornaliero ormai era finito.
Il vecchio, dopo aver assistito impassibile alla scena, si voltò di scatto nella loro direzione scrutando con attenzione l'ambiente circostante.
Jack sussultò. Quel movimento, così rapido quanto innaturale per un signore di quell'età, gli impose di trovare un nascondiglio migliore.
La marmaglia che aveva assistito alla scena ormai stava risalendo la via, entro pochi secondi sarebbe passata proprio accanto a loro. Quasi tutti erano diretti nella piazza del mercato e occupavano buona parte della strada.
A Sentils, c’erano più pedoni che automobili. Lì, i mezzi più usati erano la bicicletta e il cavallo e, quest’ultimo, solo più in periferia. Essendo piccolo, il paese attirava ogni anno sempre più turisti, attratti dai bellissimi boschi e dai verdi campi dove chiunque poteva godersi un po’ di sana e meritata tranquillità. Alcune delle fattorie più grosse ospitavano diversi cavalli con cui riuscivano a guadagnare, durante le festività, ottime somme di denaro organizzando escursioni nelle vallate circostanti o portando in giro per la città i turisti a bordo di semplici e rudi carrozze che rievocavano in loro quel sapore tipico che solo la campagna poteva regalare.
Erano sempre più vicini.
«Perché non ci mischiamo tra la folla e raggiungiamo quel muretto?» consigliò Max svaccandosi nuovamente a terra.
«Ma sei un genio amico mio, un genio!», lo abbracciò Jack sorridendogli fortemente. Non ci aveva pensato perché fino a pochi minuti prima, a coprire quel nascondiglio, c’era un enorme camion di merci.
I due aspettarono che la folla fosse più vicina e, usandola come scudo, attraversarono la strada zigzagando tra la gente e raggiungendo così il muretto che costeggiava il piccolo giardinetto pubblico. Quello, un ottimo nascondiglio. Da lì, potevano osservare il vecchio senza essere visti se non con una sua completa e impossibile torsione del collo.
Ormai erano quasi le undici, orario in cui la madre, il giovedì, tornava a casa giusto per la pausa di un paio d’ore per poi schizzare nuovamente in reparto.
Pensando alla donna, Jack tremò. Se l'avesse scoperto nuovamente a saltare la scuola, questa volta la punizione sarebbe stata esemplare.
In lontananza, dall’altra parte della via che portava nella zona dei negozi e dell’ospedale, apparve la figura della madre che, a passo lento e stanco, stava raggiungendo la propria abitazione con due grosse buste della spesa tra le mani. Nel vederla così vicino a quell’individuo, con solo la stretta strada a dividerli l’uno dall’altra, il ragazzo si bloccò assalito dalla paura.
La donna, esausta, raggiunse il vialetto di casa per poi sparire tra il verde del suo giardino. A render diversa quell'abitudinaria cornice di normalità, l'ambigua presenza del vecchio dalla pelle rugosa.
Poi, un pensiero gli balenò in mente.
“Quella strega della Lort avrà sicuramente chiamato mia madre.” imprecò arrabbiato. Quella vecchia megera non aspettava altro, ne era sicuro. Ma ora, c’era qualcosa di più importante a cui pensare.
L’uomo aspettò che la donna fosse entrata e, dopo aver riattraversato la strada, si fermò davanti alla casa di Jack. La analizzò per una manciata di secondi e si avviò verso la piazza del mercato con le mani immerse nelle tasche del suo impermeabile beige. Il giovane prese velocemente la testa dell’amico e la nascose dietro il muretto con il cuore a mille. Dall’altro marciapiede, per il vecchio sarebbe stato facile accorgersi di loro. Dopo una decina di secondi, l’uomo passò a pochi metri dal nascondiglio e continuò il cammino diritto verso la piazza.
«Per fortuna non si è accorto di noi», sorrise Max sollevato.
«Ora dobbiamo vedere dove va!», si affrettò Jack.
A differenza dell'andata, l'uomo presentò un'andatura più rapida, raggiungendo così l'affollato mercato in poco tempo.
Attraversò la piazza passando tra le bancarelle e giunse davanti al portoncino vicino al bar. Inaspettatamente, si fermò di colpo.
I suoi sottili occhi scrutarono meticolosamente la zona circostante e dopo alcuni interminabili secondi, nei quali i due si nascosero dietro a un banco della frutta, l'uomo scomparve all’interno del palazzo.
«Max, tu resta qui, io vado alla fattoria! Se mai dovesse uscire di casa, seguilo rimanendogli distante e se vedi che si dirige verso il bosco della periferia, chiamami immediatamente sul cellulare!» gli ordinò Jack agitato. Aveva paura, ma doveva andare. «Non ti preoccupare, fidati di me! Sarò la sua ombra», gli strizzò l’occhio Max continuando a farfugliare altre promesse, immerso pienamente nella parte. «Mi raccomando, fai attenzione. Quell’uomo non mi piace, magari ha dei complici che ti attendono e se fosse così, saresti veramente in pericolo» continuò preoccupato.
«Hai bisogno di un’arma!», volò con la fantasia.
«Calmati, so badare a me stesso», si limitò il ragazzo poggiandogli una mano sulla spalla per tranquillizzarlo.
Jack si avviò velocemente verso la fattoria salutando l’amico. Non sapeva che, dietro le tendine della finestra del palazzo sopra il bar, un’ombra lo stava spiando.
Jack, confuso, alzò gli occhi al cielo continuando a camminare senza riuscire però a pensare a nulla. Non sapeva cosa avrebbe fatto una volta arrivato, ma doveva andarci.
In qualche modo, quel luogo, anche se inquietante, lo attirava trasmettendogli una sensazione che neanche lui riusciva a decifrare. Ripercorse la stessa strada del giorno precedente. Non la ricordava così corta.
Veloce, arrivò in periferia. Pochi metri e avrebbe imboccato il sentiero del piccolo bosco.
Appena fu avvolto dalla vegetazione, un candido pensiero lo investì.
Stella.
Quanto avrebbe voluto dirle quello che provava, prenderle le mani e portarla lontano, lontano da tutto quello che gli stava accadendo.
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