L. G. Castillo - Angelo D’Oro (Angelo Spezzato #5)

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Angelo D’Oro (Angelo Spezzato #5): краткое содержание, описание и аннотация

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"Jeremy, avvezzo alla paura e al dolore presenti nella sua esistenza, si era abituato alle ripercussioni legate al fatto di essere l’arcangelo della morte. Ma quando l’adempimento del suo dovere scatena l’odio da parte dell’unica donna che non potrà mai avere, scopre un dolore che lo ferisce nel profondo, più di una spada. Combattuto fra promesse seducenti e la minaccia di una guerra all’ultimo sangue, Jeremy è obbligato a cercare risposte dove non aveva mai osato prima—da un nemico dai poteri antichi. Sarà in grado di resistere al canto delle sirene dell’oscurità? O sarà obbligato a restare a guardare mentre il proprio amore si riduce in cenere?"

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La musica si fermò, e il pubblico scoppiò in un applauso.

Ecco qui. Finito. Era ora di andare. Non c’era ragione di restare. Aveva visto ciò che doveva vedere.

Si girò di scatto, pronto a recarsi dall’altra parte dell’isola, quando un ragazzino con dei grandi occhi azzurri e macchie di cioccolato agli angoli della bocca gli bloccò la strada.

“Jeremy?”

3

Il cuore di Jeremy fece un balzo. Sammy non era più un bambino piccolo. Le sue guanciotte erano asciutte adesso. Aveva un gran numero di lentiggini sul naso, ed era alto almeno una spanna in più.

Assomiglia a suo padre.

Sammy si strofinò gli occhi come se non potesse credere a ciò che vedeva.

“Hey, amico. Sono io, Jeremy.”

Guardandolo più da vicino, Sammy gli toccò il bicipite. “Sei reale. Non si trattava di un amico immaginario.”

“Certo che sono—cosa stai facendo?” chiese Jeremy quando Sammy gli passò dietro e gli toccò le scapole. Si irrigidì quando realizzò quello che Sammy stava facendo.

Sta cercando le mie ali. Si ricorda.

“Lo sapevo” sussurrò Sammy con voce rauca, tornando a guardarlo in faccia. “Sapevo che eri vero.”

Prendendogli la mano, Sammy vi posò sopra il proprio palmo, osservando attentamente le mani come se dovessero sparire da un momento all’altro.

“Vero come il cioccolato.” Jeremy prese un tovagliolino da un tavolo e lo passò agli angoli della bocca di Sammy. “Vedo che ti piace ancora mangiare i Sammywich.”

Sammy si irrigidì e lasciò andare la mano di Jeremy.

Jeremy fece una smorfia quando si rese conto di ciò che aveva fatto. Non aveva bisogno di saper leggere la mente per capire a cosa stesse pensando Sammy. L’espressione tormentata sul suo viso diceva tutto. Jeremy gli riportava alla memoria un passato doloroso.

Maledizione! Perché mai sono qui? Non faceva altro che arrecare dolore alle persone a cui teneva. Era ovvio che Leilani e Sammy fossero andati avanti. Avrebbe dovuto lasciarli in pace invece di essere un promemoria dei giorni peggiori della loro vita.

“Scusami, Sammy. Non intendevo—”

Si sentì un forte schianto seguito da un coro di risate. Qualcuno gridò il nome di Leilani, seguito da una serie di imprecazioni. Il pubblico rise ancora più forte.

Gli occhi di Jeremy si rivolsero verso il palco. Candy era a terra, sulla schiena, e agitava le braccia e le gambe. Dietro a lei c’era Leilani, la bocca socchiusa mentre guardava intensamente verso lui e Sammy.

Il suo viso era pieno di emozioni. Shock, felicità, tristezza, e qualcos’altro.

Quello sguardo. Quegli occhi.

Lo attiravano verso di lei.

Avrebbe voluto farsi strada fra il pubblico che rideva, dimenticare di essere un arcangelo, e portar via lei e Sammy.

Quello sguardo sul suo viso era desiderio.

Desiderio per lui.

Smettila! Si infilzò le unghie nel palmo della mano.

Leilani era una ragazza giovane e suggestionabile. Lui rappresentava il passato che aveva perso. Il suo desiderio era per quel passato, non per lui. Jeremy doveva ricordarsi che erano amici. Il minimo che potesse fare era assicurarsi che lei stesse bene.

Le fece un cenno con la mano, sorridendo.

Leilani sbatté le palpebre, e poi il suo viso si contorse in una smorfia. Le si accese un fuoco negli occhi che tolse il respiro a Jeremy. Si appoggiò alla sedia lì vicino, quasi senza accorgersi del metallo che si piegava sotto la pressione delle sue dita.

Leilani scese dal palco con passo deciso, ignorando lo sguardo assassino di Candy e facendosi largo fra la folla spostando un uomo anziano con addosso una camicia hawaiana.

“Facciamo un applauso a queste belle ragazze” disse l’uomo. “E naturalmente un ringraziamento speciale per la nostra splendida Candy Hu.”

Candy rivolse uno sguardo malefico a Leilani e contemporaneamente un sorriso al pubblico mentre si allontanava dal palco.

Candy non era l’unica a possedere uno sguardo perforante.

“Uh oh. Leilani è arrabbiata” disse Sammy vedendola arrivare con passo deciso. “Scappa, Jeremy.”

Se non fosse stato un arcangelo, avrebbe seguito il consiglio di Sammy. Più Leilani si avvicinava, più faceva paura.

“Credo che sia troppo tardi, amico.”

“Cosa diavolo ci fai qui, ragazzo d’oro? Los Angeles è diventata noiosa?”

Aloha anche a te” disse lui, sfoderando il suo sorriso più smagliante.

Lei si fermò. Il suo sguardo si appannò e si addolcì. Era la stessa espressione che appariva sul viso della maggior parte delle donne quando Jeremy sfoderava il proprio fascino verso di loro.

“Mi stavo prendendo un periodo di riposo e ho pensato di fare un salto per vedere come stavate tu e Sammy. Mi sembra che vada tutto benissimo. Quindi adesso balli?”

Ci fu un momento di silenzio imbarazzante mentre lei lo osservava con sguardo spento.

“Leilani?” Le passò una mano davanti agli occhi.

Cosa c’era che non andava? Non l’aveva mai vista così calma prima.

Il viso di Leilani diventò rosa, e poi rosso. Il suo respiro cominciò ad uscire in rantoli. Le sue labbra color rubino si mossero, ma nessuna parola ne uscì.

“Scappa. Adesso” sussurrò Sammy. “Sta per esplodere.”

“Benissimo? Davvero pensi che vada tutto benissimo?” gridò lei, la voce che si alzava di volume ad ogni parola. “Ragazzo, sei proprio unico. Avrei dovuto capirlo. Non posso credere di avere avuto fiducia nelle tue parole da adulatore. Amici. Certo, come no.” Fece una risata amara.

“Cosa vuoi dire? Io sono tuo amico.”

“Ovvio che tu non lo sappia. Come potresti? Non sei uno di noi. Vieni sull’isola fingendo di essere un amico. Hai fatto in modo di piacere a Sammy. Piacevi alla mia famiglia. Ed io . . .” Si fermò, mordendosi il labbro tremante.

“Leilani.” Jeremy allungò una mano per toccarle la guancia.

Lei si allontanò di scatto dalla sua mano, guardandolo male. “Hai fatto in modo di piacere a tutti. E un momento dopo te ne sei andato. In un istante.” Schioccò le dita.

“È venuto in ospedale” disse Sammy.

“Abbiamo già parlato di questo, Sammy. Eri confuso” gli disse sottovoce, spostandogli i capelli dalla fronte sudata.

“Non ero confuso. Diglielo, Jeremy. Tu eri lì.”

“Beh . . .”

“Vedi cosa hai fatto?” disse lei bruscamente. “Hai provocato allucinazioni ad un bambino di cinque anni. Voleva così tanto che tu fossi lì da immaginarsi la tua presenza!” Si girò verso Sammy, abbassando la voce e parlandogli con calma. “Eri sotto l’effetto delle medicine. Lui non era lì.”

Jeremy aprì la bocca, pronto a dire che invece era stato lì. Era stato al loro fianco ogni secondo. Ma non poteva farlo senza svelare chi era realmente.

“Mi dispiace. Non sapevo dell’incidente. Ho dovuto partire per un problema di famiglia” disse alla fine.

“Come dici tu. Non posso occuparmi di te adesso. Devo tornare al lavoro. Sammy, ti avevo detto di aspettarmi in cucina.”

“Posso stare io con lui” disse Jeremy. “Possiamo recuperare il tempo perduto.”

“Sì!” Il viso di Sammy si illuminò.

“No. Non ci cadremo un’altra volta.”

“Oh, dai, Leilani. Per favore” la pregò Sammy.

“Sono certa che lui abbia altro da fare. Magari su un’altra isola?”

Leilani era furiosa, e ne aveva tutti i motivi. Jeremy sapeva di doversene andare, ma non voleva farlo, non lasciandola in questo modo. Stava per tentare di giustificarsi quando qualcuno gridò, e il suono di tamburi risuonò dagli altoparlanti.

Il pubblico si mise a gridare per l’eccitazione quando cinque uomini, con addosso un pareo rosso lungo fino ai piedi, corsero in mezzo alla folla.

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