L. G. Castillo - Angelo D’Oro (Angelo Spezzato #5)

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Angelo D’Oro (Angelo Spezzato #5): краткое содержание, описание и аннотация

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"Jeremy, avvezzo alla paura e al dolore presenti nella sua esistenza, si era abituato alle ripercussioni legate al fatto di essere l’arcangelo della morte. Ma quando l’adempimento del suo dovere scatena l’odio da parte dell’unica donna che non potrà mai avere, scopre un dolore che lo ferisce nel profondo, più di una spada. Combattuto fra promesse seducenti e la minaccia di una guerra all’ultimo sangue, Jeremy è obbligato a cercare risposte dove non aveva mai osato prima—da un nemico dai poteri antichi. Sarà in grado di resistere al canto delle sirene dell’oscurità? O sarà obbligato a restare a guardare mentre il proprio amore si riduce in cenere?"

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“Dai, Candy. Rilassati. Ce la faccio da solo” disse lui, togliendole le mani dal suo malo prima di riportare l’attenzione su Leilani. “A che ora finisce il tuo turno?” le chiese.

“Bene!” Candy sbuffò mentre usciva dalla cucina. “Lo spettacolo inizia fra quindici minuti, Leilani.”

“Mi farai licenziare, Kai,” disse Leilani dopo che Candy se ne fu andata.

“È tutto fumo e niente arrosto. Non preoccuparti, ti copro io. Allora, quando finisci il turno?”

“Subito dopo lo spettacolo.”

“Bene. Mi aspetti al parcheggio?”

“Sì, certo.” Leilani gli fece un piccolo cenno di saluto mentre lui andava a raggiungere gli altri ballerini, che stavano facendo le ultime prove. Dopo che fu uscito, si tolse il grembiule e lo lanciò sul bancone.

Sorrisi finti. Ringraziamenti finti. Tutto finto. Era così la sua vita adesso.

Grazie per il lavoro, signor Hu. Grazie per aver demolito il chiosco ed averlo ricoperto con l’asfalto. Grazie perché mi permette di ballare la hula con Candy tutte le sere di venerdì e sabato.

Leilani si ricordò di un tempo in cui danzare era tutto ciò che voleva. Adesso era solo un modo rapido per guadagnare qualche dollaro extra. Il giorno in cui erano morti i suoi genitori era lo stesso in cui il suo mondo era diventato buio portandosi via tutta la magia.

Lo spogliatoio era una confusione di ragazze e lacca per capelli Laria ne era - фото 1

Lo spogliatoio era una confusione di ragazze e lacca per capelli. L’aria ne era tanto impregnata da rendere difficile respirare.

“Quindi tu e Kai siete una coppia adesso?” Candy era seduta davanti a uno specchio,

e stava applicandosi della cipria sull’ampia scollatura.

“No, siamo solo amici.” Leilani si sedette sull’unica sedia vuota vicino a Candy.

“Oh, davvero? Pensavo che, visto che esce solo con te, foste una coppia . . . ”

Fantastico. Non avrebbe mai più superato quell’unica volta in cui aveva ceduto ed aveva lasciato che Kai la portasse al ballo della scuola.

“Siamo usciti una sola volta.” Leilani tirò l’elastico che le teneva i capelli. Dopo averlo tolto si passò le mani fra i folti capelli, gonfiandoli.

“Ah, l’appuntamento della pietà. Capisco.”

Questo lavoro mi serve. Questo lavoro mi serve.

In realtà non poteva prendersela con Candy, perché era stato davvero una specie di appuntamento della pietà. Dopo la morte dei genitori di Leilani, Kai aveva fatto tutto ciò che poteva per aiutare. Si era comportato da fratello maggiore con Sammy; aveva aiutato in casa, sistemando le cose quando si rompevano; si era anche offerto di prestar loro dei soldi, cosa che lei aveva rifiutato con decisione. Anche se ogni tanto aveva visto la zia Anela mettere del denaro nella tasca del grembiule mentre accarezzava la guancia di Kai.

Leilani sospettava che la zia Anela e Kai avessero pianificato la sua partecipazione al ballo, sebbene fosse l’ultima cosa che lei aveva in mente di fare. Kai gliel’aveva chiesto una sera a cena, davanti alla zia. Era stato difficile rifiutare dopo che la zia aveva accettato al suo posto ed era entrata a passo spedito nella sua stanza con un vestito che aveva comprato apposta per l’occasione.

Sì, totalmente premeditato.

“Allora, sta uscendo con qualcuno?”

“Non che io sappia. Se sei così interessata, dovresti invitarlo ad uscire.”

“Hmm, forse.” Candy osservò il proprio riflesso per un momento, assorta nei suoi pensieri. “Sbrigati e metti la gonna. Non fare tardi come l’ultima volta—oh!” Afferrando un tubetto di rossetto dal tavolo, lo lanciò verso Leilani. “Mettiti questo. Quella roba economica che usi non va bene per te. Dobbiamo avere un bell’aspetto. Il posto deve essere sempre pieno, sai. Hai visto le ragazze del nuovo locale dall’altra parte dell’isola? Sono da urlo.”

L’occhio di Leilani ricominciò a tremare. Questo lavoro mi serve. Questo lavoro mi serve.

Candy scivolò via dal camerino improvvisato un attimo prima che Leilani potesse placcarla.

Santo cielo, le cose che faccio per pagare i conti. Si passò il rossetto sulle labbra e si osservò nello specchio.

Maledizione! Candy aveva ragione. Quel colore le stava bene.

Lanciando il rossetto sul tavolo, si tolse le scarpe, mise il costume, e si diresse lentamente verso il palco.

Sbirciò verso il pubblico. Tutti i tavoli della veranda erano occupati. Il signor Hu doveva essere contento.

Alcuni degli aiuto-cameriere erano occupati ad accendere le torce che circondavano il perimetro esterno. La folla vibrava per l’eccitazione mentre alcune ragazze con la hula si mischiavano al pubblico.

Leilani odiava quella parte del lavoro. Era come prostituirsi con i turisti. Stava per raggiungere le altre ragazze quando una strana sensazione si impossessò di lei.

C’era qualcosa che non andava.

Sammy! Dov’è Sammy?

Cercò fra la folla, improvvisamente ansiosa.

Poi emise un sospiro di sollievo quando lo vide seduto al tavolo dove l’aveva lasciato.

Povero bambino. Aveva l’aria annoiata, con i piedi sul tavolo, allungato sulla sedia a leggere un fumetto. Era abituato a dover aspettare che il turno di Leilani terminasse ogni volta che la zia Anela non si sentiva abbastanza bene per potergli stare dietro. Lui non si lamentava mai.

Però la sensazione di ansia non se ne andò. Anzi, aumentò di intensità.

Fece scorrere lo sguardo sul pubblico, chiedendosi cosa ci fosse di diverso. Vicino al palco c’erano cinque tavoli occupati da ragazzi che sembravano far parte di una confraternita; tutti portavano delle t-shirt con dei simboli greci. Candy era ovviamente ad uno dei tavoli, occupata a scrivere il proprio numero su un tovagliolino.

Il cuore di Leilani cominciò a battere con forza. Perché era nervosa? Lei non era mai nervosa.

La musica suonava a basso volume in sottofondo. Era il segnale per loro, che indicava che lo spettacolo stava per cominciare. Il cuore cominciò a batterle all’impazzata mentre Candy e le altre ragazze salivano sul palco e prendevano la propria posizione.

“Stai bene, Leilani?” chiese una di loro.

Lei annuì, mentre osservava il retro della veranda. Dietro a delle torce, vide un’ombra.

Sbatté le palpebre, cercando di capire chi fosse. Il fuoco danzava come per farle dispetto, bloccandole la visuale. La figura si mosse e lei fece un balzo all’indietro mentre i ricordi le passarono rapidamente nella mente.

Le ruote che stridevano, le urla di Sammy. La sbandata e il ribaltamento. Il metallo che si contorceva. Il vetro che si frantumava. Il fuoco che crepitava. E poi . . . lui.

Capelli dorati che emergevano dal fumo. Un fuoco ardente con la forma di ali d’angelo emerso dal suo corpo scolpito. Occhi color zaffiro che la guardavano con tenerezza.

No! Non ora.

Si premette le mani sugli occhi, cercando di rimandare i ricordi nel posto a cui appartenevano, un angolino della sua mente, dove erano sepolti.

Era lo stesso sogno che aveva fatto ogni notte dal giorno dell’incidente. C’erano voluti mesi prima che smettesse.

Non sapeva perché sognasse Jeremy. Il coglione non si era nemmeno preoccupato di vedere come stessero. Se n’era andato senza una parola.

Lei e Sammy stavano comunque meglio senza di lui. Era stato stupido pensare che il Ragazzo d’Oro fosse interessato a loro. Era solo un altro stupido haole .

La musica aumentò di volume, e Leilani distolse gli occhi dalla figura dietro al fuoco. Probabilmente era un altro stupido turista con la stessa corporatura. Leilani non aveva bisogno di ripensare al passato.

Era questa la sua vita adesso.

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