âFinché non capisce che non sono una minaccia.â rispose Dean misteriosamente.
Kriss inclinò la testa e guardò Dean, notando diversi fori di proiettile sui suoi vestiti. âChe diavolo hai combinato? Puzzi di fumo e quelli sui tuoi vestiti non sono buchi di tarme.â
âLascia che ti chieda una cosa.â Dean non guardò Kriss. âSei davvero qui per me? O hai solo bisogno di una distrazione perché stai evitando i tuoi sentimenti per Tabatha?â
Kriss si allungò, strattonando il braccio di Dean e girandolo, per guardarlo in faccia. âPerché è sempre guerra con te?â gli chiese.
Dean scosse il braccio dalla presa di Kriss âForse perché posso vedere nella tua anima quello che tu non vedi.â
Kriss distolse lo sguardo e quando si girò Dean se nâera andato.
*****
Kane aprì silenziosamente la finestra della camera da letto di Tabatha e sgattaiolò dentro. La stava osservando attraverso le finestre ma sentire la sua agitazione non gli piaceva, e il fatto che non riuscisse a leggere i suoi pensieri lo stava facendo impazzire. Tutto quello che poteva sentire erano sussurri quasi silenziosi provenienti dalla sua mente.
Guardò il soffitto, chiedendosi di chi fosse stata la brillante idea di fare di lei lâunica persona che lui non poteva ascoltare, quando poi era lâunica che volesse davvero sentire. Kane mantenne lâoscurità attorno a sé mentre si appoggiava alla porta aperta e la vide alzarsi dal divano nel salotto.
Tabatha spense la radio. Aveva pensato che la musica di sottofondo avrebbe reso lâappartamento meno vuoto, invece le dava solo fastidio. Le mancava il suo coinquilino.
Kriss era sparito da settimane e sapeva che era in grado di badare a se stesso, ma questo non le impediva mai di preoccuparsi. Quel demone, la sua pelle rabbrividì al ricordo, era stato capace di intrappolare Dean, anche se solo per un paio dâore. Era difficile accettare che là fuori ci fossero cose che potrebbero fare del male a Kriss.
Si passò le dita sulla spalla e sul petto dove era stata ferita, non sentendo altro che la pelle morbida intatta. Pensava di essere stata un genio, facendo credere a Kane di essere sotto il suo incantesimo...lo scherzo le si era ritorto contro. Inoltre, lui le aveva detto di non ricordare di aver visto Misery...ma lei la ricordava ancora. Alzando lentamente le dita si toccò le labbra, desiderando ricordare esattamente quello che Kane le aveva fatto.
Forse era stata sotto il suo incantesimo per tutto il tempo e per qualche motivo ne ricordava solo una parte. Le aveva detto che avrebbe vegliato su di lei...lâavrebbe seguita. Tabatha sentì i peli sulla nuca drizzarsi e la stanza sembrò rimpicciolirsi.
Allontanando le dita dalle labbra sussurrò âKane, sei qui?â
Kane afferrò il telaio della porta per non andare verso di lei, ma nessun potere sulla terra poté impedirgli di rispondere âSì.â
La sua voce era spettrale, portando Tabatha a girarsi intorno alla ricerca di lui. Fu presa dalla delusione e dalla paura quando non lo vide in piedi dietro di lei. âSono così cattiva che devi nasconderti da me?â Il suo respiro stava divenendo un poâ più veloce e si chiese in silenzio se stessa giocando con il fuoco.
Kane lasciò che lâoscurità intorno a sé si diradasse e la guardò mentre gli occhi di lei si posarono su di lui. âForse sono io quello cattivo.â
Tabatha deglutì. Lui sembrava quasi malvagio, stagliato sulla porta della sua camera da letto...lei doveva ammetterlo. âForse non sembreresti così malvagio se avessi bussato alla porta dâingresso.â disse lei, chiedendosi da quanto tempo fosse nel suo appartamento. Sentendo una leggera debolezza nelle ginocchia si voltò, si sforzò di camminare tranquillamente verso il divano e si sedette.
âMi avresti fatto entrare?â chiese Kane curioso, mentre entrava nella stanza. Notò il modo in cui lei si voltò e sollevò i piedi sul divano, stringendoli a sé mentre si appoggiava al bracciolo imbottito.
âNon ne sono sicura.â rispose Tabatha. âà la prima volta che vieni qui?â
âNo.â Kane non si preoccupò di mentirle. Perché mentire quando poteva farle dimenticare di essere stato qui?
âAllora ti invito ad entrare. Siediti.â indicò il divano. Se fosse qui per farmi del male, allora lo avrebbe già fatto...no? Lei osservò il modo in cui lui si muoveva lentamente, mentre faceva come gli aveva chiesto. Era una farsa...aveva visto la velocità con cui lui si muoveva quando voleva. Stava attento a non spaventarla e questo la rendeva ancora più nervosa.
Kane alzò un sopracciglio âà così che tratti i tuoi stalker?â chiese lui in tutta serietà . âInvitandoli per tè e pasticcini?â
Tabatha scosse la testa âIo non bevo tè e odio i pasticcini. Una tazza di caffè e un bagel andranno bene.â
Kane le sorrise debolmente. âCome fai a sapere che non ti farò del male?â
âSe avessi voluto farmi del male, lo avresti già fatto.â rispose Tabatha, dando voce al pensiero che aveva avuto solo poco prima. Pensandoci meglio, aggiunse rapidamente âAnche se tendo ad essere ferita quando tu sei nei paraggi.â
Kane trasalì dentro di sé e alla fine si sedette allâaltra estremità del divano che lei aveva indicato, voltandosi verso di lei e appoggiandosi al bracciolo opposto. Alzò la gamba destra, piegandola sul ginocchio, e si sedette in uno stile mezzo indiano con un braccio piegato sullo stomaco.
âAllora dimmi, cara, perché mi hai invitato?â le chiese Kane.
âTu perché sei qui?â Tabatha evitò la domanda.
Kane sorrise. âSai che è da maleducati rispondere ad una domanda con una domanda.â
Per un attimo Tabatha fu sorpresa dal modo in cui il sorriso cambiò leggermente i contorni del suo volto, facendolo apparire altrettanto pericoloso e seducente come lei riteneva che fosse.
âPuò darsi.â disse Tabatha pensierosa. âMa sono io quella che stai seguendo e voglio sapere perché.â
Kane strinse le spalle âPerché voglio farlo.â
Tabatha lo fissò âE perché vuoi farlo?â
Kane inclinò la testa. âPerché un vampiro fa qualcosa?â
Tabatha aprì la bocca, la chiuse e poi la riaprì, incapace di formulare una risposta.
âPerché vuole farlo.â rispose Kane al posto suo.
Tabatha sospirò âAscolta, se non vuoi dirmi la verità , non posso costringerti. Ma se saremo amici, dobbiamo pur dirci qualcosa di vero.â
Le sopracciglia di Kane si inarcarono e lui sorrise âAh, allora stiamo giocando a âobbligo o verità â, adesso?â
Tabatha arrossì ricordando le poche volte in cui aveva giocato a quel gioco mentre era al liceo...a proposito di situazioni imbarazzanti. âSenza obbligo e tu risponderai per primo.â sussurrò lei.
Kane annuì âDâaccordo. Dato che sono io lo stalker, giocheremo secondo le tue regole.â
Tabatha sentì un brivido alla sua facile ammissione che la stava stalkerando. âPerché non ti piace Kriss? Lui non me lo dirà .â
âPerché tu non gli appartieni.â rispose Kane un poâ troppo in fretta.
âChe risposta è?â chiese Tabatha.
âTocca a me.â sottolineò Kane.
Tabatha brontolò âBene.â poi si tese, non sapendo cosa aspettarsi.
âTi piacciono i cani?â
Tabatha sbatté le palpebre. Quella domanda riguardava lâultima cosa che si sarebbe aspettata. Si rilassò, poi sorrise con piacere âLi amo. Quando ero piccola avevamo un piccolo cucciolo di Yorkshire, ma scappò via. Non mi sono mai veramente ripresa... A volte mi manca ancora.â
Читать дальше