Tanto tempo dunque era passato sulla terra da quando lui era stato travolto dalla tempesta cosmica! Infatti solo un viaggio nel tempo poteva spiegare la grottesca metamorfosi subita dagli uomini, lo straordinario cambiamento nel linguaggio, le meraviglie del progresso meccanico. Graham si sentiva l’anima di un primitivo bruscamente entrato in un mondo dalla complessa maturità.
Si sentì all’improvviso molto stanco, e provò il bisogno di restare un po’ con se stesso per abituarsi a questa rivelazione. Lasciò la stanza, e nell’uscire vide che Moia Tohn rimaneva sulla poltrona davanti allo schermo. Capì allora che quella meraviglia meccanica, trionfo di una tecnica geniale, non aveva per quella gente alcuna applicazione pratica oltre quella di servire da svago. Senza dubbio era in ragione della scarsa importanza che annettevano a quel loro gioco che avevano discusso a lungo prima di decidersi a sottoporre Graham all’indiscreto trattamento.
Con la fronte appoggiata al vetro di un oblò, Graham guardava il mondo esterno, assorto nei suoi pensieri. Lo sforzo mentale l’aveva completamente stremato e Graham temeva di svenire. Il peso dei recenti avvenimenti lo opprimeva, e quel prodigioso salto nel tempo attraverso quindicimila secoli in una sola notte d’oblio l’aveva talmente frastornato da renderlo apatico. Si sentiva serrare il cuore all’idea di tutti i cambiamenti che certo si erano prodotti sulla terra durante la sua assenza. Le meraviglie scientifiche delle quali era già stato testimone erano cose banali, senza alcuna importanza, passatempi e niente più per questi nuovi uomini, ma senza dubbio gli restavano ancora da scoprire infinite altre cose, miracoli dell’intelletto, scoperte inimmaginabili sul piano sociale, materiale e artistico, che dovevano aver accresciuto considerevolmente il benessere fisico e intellettuale. L’atomo, le radiazioni cosmiche, l’universo galattico, senza dubbio non avevano più segreti per quel popolo. E che pensare delle ricerche mediche e biologiche, delle relazioni interplanetarie e di tutti gli altri problemi che assillavano gli scienziati vissuti all’epoca di Graham? Ed era anche possibile che la vita e la morte venissero ormai risolte da una formula nata sotto i precisi controlli di un laboratorio.
Senza nemmeno accorgersene, Graham passò dalla meditazione al sonno e dormì così per venti ore.
Svegliandosi scoprì di non essere più sull’aereo. Lo avevano portato in una casa di forma sferica, sospesa a un tubo centrale. L’abitazione gli era stata assegnata come dimora permanente dal Consiglio Mondiale. Moia Tohn era stato delegato dal Consiglio stesso ad assistere, e mettere al corrente del moderno grado di civilizzazione, l’uomo delXXsecolo, e aveva inoltre l’incarico di trovargli un impiego, una sistemazione sociale.
Questo impiego durerà sino alla fine dei miei giorni pensò Graham quando lo seppe. Ma lui d’altronde intendeva farsi solo un’idea generale dei cambiamenti apportati nel mondo in quel milione e mezzo di anni, ed era convinto che pochi giorni gli sarebbero bastati per apprendere le cose più importanti.
Scoprì subito l’esistenza di un Ufficio degli Archivi, nel quale erano conservate le schede personali di ciascun individuo, aggiornate dal momento della nascita alla morte. L’arrivo di Graham aveva destato un grande interesse, perché non fu trovata nessuna traccia della sua esistenza. Moia Tohn si diede parecchio da fare per farlo registrare tra gli esseri viventi.
Come prima cosa, l’archeologo chiese di consultare un atlante del mondo attuale, e Moia lo accompagnò nell’ufficio cartografico competente. Lo scienziato poté così rendersi conto degli enormi cambiamenti geografici subiti dal mondo. Londra era scomparsa insieme alla maggior parte dell’Inghilterra coperta dal mare. Solo l’Irlanda, una parte della Scozia e una regione del Galles esistevano ancora, ridotte a tre piccole isole. Graham rimase a lungo pensieroso davanti a quei tre frammenti della sua patria, ricordando tutte le persone conosciute e scomparse per sempre nell’oblio, sepolte dagli innumerevoli secoli passati sopra di loro. Mai più avrebbe rivisto il paese in cui era nato. Spariti tutti i luoghi che gli erano familiari.
Del Giappone non c’era più traccia, e un grande mare aveva preso il posto del Sahara. Un grande continente era emerso invece nel Sud Atlantico. Irriconoscibili erano i contorni delle terre sopravvissute al logorio dei millenni, e terre nuove, sorte dalle viscere degli oceani, avevano rimpiazzato quelle del suo mondo.
Nei giorni che seguirono, Graham non si curò gran che dei cibi che gli venivano somministrati e che erano costituiti per lo più da estratti e concentrati. Non cercò nemmeno di familiarizzarsi con il principio che permetteva agli uomini di muoversi nell’aria come sul terreno solido: senza dubbio si trattava di una forza opposta a quella della gravità. E non si prese la pena di interessarsi alle astronavi che vagavano nel cielo. Ce n’erano di varia grandezza e di tutte le forme: cilindriche, coniche, e simili a dischi. Funzionavano certo a energia atomica o forse utilizzavano direttamente i raggi super-cosmici.
Sempre aiutato da Moia Tohn, Graham passava le sue giornate a sfogliare gli archivi, studiando l’avvicendarsi degli avvenimenti nel mondo. Guerre e carestie erano cessate del tutto verso il trentesimo secolo. L’epoca dei viaggi interplanetari era durata fino al centesimo secolo, poi le ricerche erano finite quando si erano resi conto che la vita non esisteva su nessun altro pianeta. Si era avuto un periodo di glaciazione che aveva decimato la popolazione del globo. Mille secoli più tardi, una nube cosmica di origine gassosa aveva provocato la morte di quasi tutta la totalità dei viventi. Alla catastrofe erano scampate poche centinaia di individui, donne e uomini, sparsi un po’ in tutte le parti del mondo. Costoro dovevano la salvezza al fatto di essersi trovati in grotte sotto la superficie del mare, in sommergibili, o in laboratori sottomarini. La vita era continuata così su alcune isole, e durante centinaia di secoli i sopravvissuti avevano cercato di ridar vigore alla razza umana. Ma un nuovo cataclisma si era abbattuto sul mondo: una cometa aveva urtato la Terra, e ancora una volta il genere umano aveva corso il rischio di essere spazzato via dalla faccia del globo. Era stato allora che si erano verificati i più grandi cambiamenti geografici.
Adesso una sola razza abitava il mondo. Era un ibrido di tutte le razze che Graham aveva conosciuto, un miscuglio di bianchi, neri, gialli e rossi. Parlavano un’unica lingua, quel cicaleccio d’uccello i cui trilli avevano tanto sorpreso l’archeologo. Tutti erano organizzati sotto un unico governo. E la durata della vita umana si aggirava attorno a un migliaio di anni. Il raggiunto controllo dell’energia atomica, e delle altre energie, rendeva praticamente inutile il lavoro dell’uomo che si limitava al controllo del funzionamento delle macchine. Le nascite non erano più una cosa che interessava gli sposi e le famiglie. La stessa istituzione familiare era scomparsa da un migliaio d’anni. Era il Consiglio Mondiale che si interessava di queste faccende: ogni anno infatti veniva stabilito il numero delle nascite, si selezionavano le madri e si procedeva alla fecondazione artificiale.Ibambini erano allevati e istruiti sotto la direzione del Consiglio. La soppressione dell’allattamento materno aveva causato l’atrofia degli organi femminili, per questo le donne avevano il torace piatto come i maschi.
Graham poté inoltre stabilire che ben pochi erano coloro che godevano completamente i mille anni loro concessi dall’eccezionale prolungamento della vita umana. Il Consiglio aveva provveduto a fornire ogni comunità di un locale dove coloro che si sentivano stanchi di vivere potevano mettere volontariamente fine alla loro esistenza con il semplice gesto di ingoiare una pillola di squisito sapore. Se ne andavano così dal mondo, trasportati sulle onde di un’ineffabile estasi.
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