— Sì, signore. — A volte era possibile inghiottire il rospo.
— Bene. Da quel che mi risulta oggi, la nostra situazione si è stabilizzata. Non ci sono emergenze in corso. Che mi dice di Xin e Wen? Riusciranno a prendere i blocchi di ghiaccio a cui danno la caccia? Il carburante è una delle nostre priorità.
— Abbiamo la distilleria al lavoro, signore. Comincerà a produrre fra pochi Ksec. — Per rifornire i taxi. — Spero che avremo gli ultimi blocchi di ghiaccio al sicuro all’ombra entro quaranta Ksec.
Nau guardò Anne Reynolt.
— È una stima ragionevole, caponave. Gli altri problemi sono già sotto controllo.
— Allora avremo tempo per alcune importanti questioni umanitarie. Questa sera, signor Vinh, faremo alcuni annunci. Voglio che lei li ascolti. Sia lei che Qiwi Lin Lisolet sarete ringraziati per l’aiuto che ci avete dato nel rintracciare ciò che resta della cospirazione.
— Ma io…
— Sì, so che questa mia manovra politica le giunge sgradita. Ma deve capire che Qiwi non faceva parte della cospirazione e tuttavia ci ha dato un notevole aiuto. — Nau fece una pausa. — Quella povera ragazza è stata colpita negli affetti più cari. C’era molta rabbia in lei. Per la sicurezza di Qiwi, e per il bene della comunità, voglio che lei sostenga la posizione della ragazza affiancandosi a lei. Io dovrò sottolineare che la maggioranza dei Qeng Ho non è irrazionale, e che intende lavorare con me.
L’uomo attese il suo cenno d’assenso, poi: — E ora la cosa più importante. Lei ha sentito il mio discorso, la parte in cui vi pregavo di imparare le usanze di noi Emergenti?
— Sta parlando del… Focus? — Ciò che avevano realmente fatto a Trixia.
Sulla destra di Nau, il sorrisetto sadico curvò di nuovo la bocca di Brughel.
— Infatti — disse Nau. — Forse avremmo dovuto essere più espliciti, ma il periodo di addestramento non era ancora completo. Il Focus può fare la differenza fra la vita e la morte nelle attuali circostanze. Ezr, io desidero che Anne la conduca ad Hammerfest e le spieghi tutto. Lei sarà il primo. Voglio che lei capisca, e che accetti la cosa. Quando ci sarà riuscito, lei stesso spiegherà il Focus alla sua gente e lo farà in modo che anch’essi sappiano adattarsi, affinché quel che resta delle nostre spedizioni possa sopravvivere.
E così il segreto che Ezr aveva chiesto di conoscere, l’enigma che gli aveva tolto il sonno per molti Msec, stava per essergli svelato. Seguì la Reynolt nel corridoio centrale fino al portello di un taxi. Ogni metro era una battaglia per lui. Il Focus. I mentecatti. C’erano state voci, naturalmente, incubi, ma ora avrebbe saputo.
La Reynolt gli accennò di sedersi nel taxi. — Si metta là. Vinh. — Paradossalmente, lui preferiva trattare con Anne Reynolt. Lei non celava i suoi sentimenti, in lei non c’era la sadica soddisfazione che espurgava da Ritser Brughel.
Il taxi si staccò e accelerò nel vuoto. Il provvisorio Qeng Ho era sempre ancorato nell’ombra di un asteroide. L’emissione solare era ancora troppo forte per parcheggiarlo in orbita. Il cielo da purpureo era diventato nero, ma sullo sfondo stellato ora si vedeva una dozzina di code di comete: blocchi di ghiaccio che fluttuavano via. Wen e Xin erano là fuori da qualche parte.
Hammerfest distava meno di cinquecento metri dal provvisorio; un semplice balzo in tuta a pressione, se la Reynolt avesse voluto. Invece fluttuarono via in maniche di camicia. Se uno non avesse visto com’erano le cose prima della Riaccensione, avrebbe pensato che lì non fosse successo niente. Gli enormi ammassi di roccia avevano smesso di muoversi; l’aria-neve e il ghiaccio erano stati distribuiti in diversi posti, nell’ombra, e ce n’erano assai di meno. Ora il lato in ombra dell’ammasso era illuminato dalla luce riflessa di una grossa luna: il pianeta Arachna. Il taxi passò a cinquanta metri da una squadra che stava riparando i jet elettrici. L’ultima volta che Ezr aveva controllato, Qiwi Lisolet era laggiù che dirigeva le operazioni.
Di fronte a lui la Reynolt aveva agganciato la cintura di sicurezza. — Quelli focalizzati con successo si trovano su Hammerfest. Lei potrà parlare con chi vuole.
Hammerfest aveva l’aspetto di una lussuosa proprietà privata. Era il cuore delle operazioni degli Emergenti. L’aspetto dell’habitat era un conforto per Ezr. Trixia e gli altri, si disse, dovevano avere avuto un trattamento decente in quel posto. A suo avviso li tenevano in ostaggio, fatto non nuovo nella storia dei Qeng Ho, un po’ come i Cento di Far Pyorya. Ma nessun Mercante col cervello a posto avrebbe mai costruito un habitat su un ammasso di asteroidi e materie prime. Il taxi costeggiò torri di strana, fiabesca bellezza, le mura di un castello costruito su una montagna di diamante. Fra poco Ezr avrebbe saputo cosa contenevano quelle mure… d’un tratto le parole della Reynolt gli rimbalzarono nella mente. — Focalizzati con successo?
La donna si strinse nelle spalle. — Il Focus lascia una percentuale di mentecatti. Con la conversione iniziale ne perdiamo il trenta per cento. Qualcuno di più negli anni successivi. Avevamo spostato quelli più ammalati sulla Tesoro Lontano.
— Ma cosa…
— Stia calmo, e le spiegherò. — L’attenzione di lei si spostò su qualcosa oltre le spalle di Ezr e tacque per qualche momento. — Come lei ricorderà, durante l’attacco vi siete ammalati. Lei ha supposto che si trattasse di un virus progettato da noi, e in parte è così; il suo tempo di incubazione aveva la sua importanza nei nostri piani. Ciò che lei non sa è che l’uso militare del microrganismo è di secondaria importanza. — Il virus mentale, gli riferì la Reynolt, nella sua forma originale e naturale aveva ucciso milioni di persone nel sistema solare degli Emergenti, era stato il primo artefice della decadenza della loro società… e messo le basi dell’attuale epoca di espansione. Perché i ceppi del virus avevano una caratteristica interessante: erano una cornucopia di neurotossine.
«Nei secoli trascorsi dal Tempo dell’Epidemia, gli Emergenti sono riusciti a controllare il virus mettendolo al servizio della civiltà. Nella sua forma attuale ha bisogno di aiuto per oltrepassare la barriera sangue-cervello, e dilaga nell’encefalo in modo innocuo, infettando il novanta percento delle cellule gliali. Ora possiamo controllare il suo rilascio di sostanze neuroattive.
Il taxi ruotò con precisione verso le flange d’ormeggio di Hammerfest. Arachna era una luna piena larga mezzo grado nel firmamento. Il pianeta brillava candido, privo di contorni, avvolto nel furioso bozzolo di nuvole della sua rinascita.
Ezr lo notò appena. La sua mente costruiva immagini suggerite dallo scarno resoconto di Anne Reynolt: il virus addomesticato degli Emergenti che penetrava nel cranio, si riproduceva milioni di volte, saturava di veleni il cervello vivo e senziente.
Ripensò al violento mal di capo che l’aveva colto mentre la navetta risaliva da Arachna. Quella era stata l’epidemia che bussava alla porta della sua mente. Ezr Vinh e tutti i Qeng Ho del provvisorio avevano respinto quell’assalto… o forse il loro cervello era tuttora infetto, con la malattia in uno stadio di stasi. Ma Trixia Bonsol e quelli con un asterisco accanto al nome avevano avuto un trattamento speciale. Invece di curarli, gli Emergenti avevano lasciato che il virus agisse nel cervello delle sue vittime come un verme in un frutto. Se nel taxi ci fosse stata gravità Ezr avrebbe vomitato. — Ma perché?
La Reynolt lo ignorò. Aprì il portello e lo condusse in Hammerfest. Quando si decise a rispondergli nella sua voce c’era un filo di entusiasmo. — La focalizzazione nobilita. È la chiave del successo degli Emergenti, ed è molto più sottile di quel che lei può immaginare. Non abbiamo creato soltanto un virus psicoattivo, bensì un meccanismo la cui crescita all’interno del cervello può essere controllata con precisione millimetrica… e una volta installate, le conseguenze possono essere instradate verso il funzionamento con la stessa completezza.
Читать дальше