— Una cosa apparentemente innocua — disse Unnerbai. — Un semplice strato di vernice. Credi davvero che funzionerà?
— Oh, sì. Le prime ore del Nuovo Sole sono l’inferno. La vernice nera contiene una polvere che fonderà all’istante, e tutto sarà surriscaldato oltre ogni limite di tolleranza. Tu stesso hai visto le prove. È una cosa fulminante. — In realtà il sergente Unnerbai aveva eseguito lui stesso un paio di test. — La temperatura del sole che avrebbe illuminato il deposito avrebbe fuso in meno di un minuto tutte le parti metalliche più sottili ed esposte. Il resto — l’interno dei motori a vapore, le ruote, i telai, le canne delle armi — si sarebbe deformato drasticamente. Senza il loro più importante deposito al fronte, le truppe nemiche avrebbero dovuto rientrare nelle loro profondità e restarci.
— Questa sarà la prima e l’ultima volta che il tuo trucco funziona, Sherkaner; qualche barriera insuperabile, un campo minato, e una Squadra come la nostra non potrà più ottenere niente.
— Sicuro. Ma altre cose cambieranno. Questa è l’ultima Tenebra che vede gli artropodi ibernarsi tutti nelle profondità. La prossima volta a stare svegli non saranno solo quattro ragnacci in tuta. L’intera società sarà attrezzata per farlo. Noi colonizzeremo la Tenebra, Hrunkner.
Unnerbai rise, palesemente incredulo. Accennò a Sherkaner di rientrare nella fessura della profondità. Pur stanco com’era il sergente fu l’ultimo, colui-che-chiude-la-barriera.
Sherkaner gli restò accanto per gettare ancora uno sguardo su quel cielo pieno di stelle, e pensò che non gli era mai parso tanto misterioso. Così alto, così profondo, così tante cose da scoprire.
Ezr Vinh aveva avuto un’adolescenza tranquilla e senza problemi. Una sola volta la sua vita era stata in pericolo, e per causa di uno sciocco incidente.
La Famiglia Vinh23 era molto numerosa anche secondo gli standard Qeng Ho. C’erano rami della Famiglia che non si vedevano da migliaia d’anni. La Vinh23.4 e la Vinh23.4.1 erano rimaste nella zona centrale dello Spazio Umano per quasi tutto quel tempo, facendo fortuna e costruendosi una tradizione propria. Forse sarebbe stato meglio non cercare riunificazioni dopo un periodo così lungo, ma il caso aveva portato i tre rami principali della famiglia alla Vecchia Kielle nello stesso tempo. Così erano rimasti là per qualche anno, costruito provvisori che molte società avrebbero definito lussuosi habitat orbitali, e cercato di capire cos’era rimasto della loro eredità comune. La Vinh23.4.1 era una demarchia consensuale. Questo non influenzava le loro relazioni commerciali, ma Zia Filipa ne era rimasta scandalizzata. — Nessuno ha diritto di votare per togliermi le mie proprietà — le aveva sentito dire il piccolo Ezr. La Famiglia 23.4 sembrava più vicina ai rami conosciuti dai genitori di Ezr, anche se i suoi membri parlavano il nese con accento quasi incomprensibile; non s’erano mai preoccupati di seguire le trasmissioni sulla Rete. Ma le trasmissioni standard, anche quelle pirata, erano cose importanti nello Spazio Umano. Durante un picnic una persona controllava le tute dei bambini, ma nessuno si aspettava che il termine “atmosfera-secondi” significasse una cosa per lui e una cosa assai diversa per suo cugino. Il piccolo Ezr era andato ad arrampicarsi su una roccia vicina all’asteroide del picnic; era affascinato dalla facilità con cui poteva far muovere quel piccolo mondo con la pressione delle mani e dei piedi. Ma quando la sua aria era finita, i suoi compagni di gioco avevano già trovato altri piccoli mondi tutti loro nella nube di rocce. Il monitor del picnic aveva ignorato le sue grida di aiuto finché lui era rimasto letteralmente senza fiato.
Ezr ricordava solo di essersi risvegliato in un’infermeria fatta apposta per lui. Era stato trattato come un piccolo Re finché non s’era stancato di stare a letto e farsi coccolare da tutti, parecchi Ksec dopo.
Così Ezr Vinh usciva sempre dal sonno freddo di buon umore. C’era il normale disorientamento, i normali doloretti fisici, ma i ricordi d’infanzia gli assicuravano che dovunque fosse tutto sarebbe andato bene.
Dapprima fu così anche quella volta, anzi notò che era perfino meglio del solito. Era in un letto caldo e comodo, a quasi-zero-G. Aveva l’impressione di spazio, di un soffitto alto. Appeso alla parete di fronte al letto c’era un quadro… uh, così preciso che avrebbe potuto essere una foto. Trixia detesta l’iper-realismo. Il pensiero sbucò e scomparve insieme ad altri mentre si svegliava. Trixia. Triland. La missione alla stella OnOff. E quella non era la prima volta che lui si svegliava lì. C’erano stati avvenimenti drammatici. L’attacco a tradimento degli Emergenti. Chi aveva vinto? E i suoi ultimi ricordi prima di entrare in sonno freddo, dov’erano finiti’? Fluttuare nel buio dentro una navetta in avaria. La nave di Park distrutta. Trixia…
— Direi che questo l’abbiamo tiralo fuori, caponave. — La voce di una donna.
Quasi senza volerlo Ezr girò la testa da quella parte. Seduta al suo capezzale c’era Anne Reynolt, e accanto a lei stava Tomas Nau.
— Ah, apprendista Vinh. Sono lieto di vederla ancora fra i vivi. — Il sorriso di Nau era grave e preoccupato.
Ezr dovette gorgogliare un paio di tentativi prima di riuscire a farsi capire. — Co… cos’è successo? Dove mi trovo?
— Lei è a bordo della mia residenza principale. Sono trascorsi otto giorni dal vostro criminoso attacco alla nostra flotta.
— Guh? — Noi abbiamo attaccato voi?
Al suo verso incoerente Nau inarcò un sopracciglio. — Ci tenevo a essere presente al suo risveglio. Il direttore Reynolt le fornirà altri dettagli, ma io voglio assicurarle il mio sostegno. Intendo nominarla direttore di flotta per ciò che resta della spedizione Qeng Ho. — Si alzò e gli diede un’amichevole pacca su una spalla. Lo sguardo di Ezr seguì l’Emergente che usciva. Direttore di flotta?
Reynolt portò a Ezr un lettore con una serie di immagini e più fatti di quel che lui potesse assorbire tutti in una volta. Non potevano essere tutte bugie… millequattrocento Qeng Ho erano morti. Quasi metà del personale della flotta. Quattro delle sette navi Qeng Ho erano state distrutte. Gli apparati ram delle altre erano stati disattivati. La maggior parte dei velivoli minori risultavano distrutti o gravemente danneggiati. Gli Emergenti erano occupati a rastrellare i rottami rimasti in orbita dopo i combattimenti. Nau intendeva proseguire le “operazioni congiunte”. I gas e le materie prime prelevati da Arachna sarebbero stati usati per gli habitat che gli Emergenti stavano già cominciando a costruire a L1, uno dei punti gravitazionali stabili sull’orbita del pianeta.
La donna gli lasciò esaminare la lista del personale. La Pham Nuwen era andata perduta con tutto l’equipaggio. Il comandante Park e alcuni membri del Comitato Mercantile erano morti. La maggior parte della gente sulle astronavi superstiti era ancora viva, ma gli anziani erano stati messi in sonno freddo.
Il terribile mai di capo di quegli ultimi sventurati momenti era scomparso. Reynolt gli disse che lui e centinaia d’altri erano stati curati da un virus influenzale tipico degli Emergenti, ma soltanto un contagio sparso a regola d’arte avrebbe avuto effetto nello stesso momento su così tante persone. Le bugie degli Emergenti erano dunque una scusa mirata a tenere in piedi una situazione falsa. Avevano pianificato l’attacco preventivo fin dall’inizio, e lo stesso virus influenzale ne faceva parte.
Se non altro Anne Reynolt non sorrideva mentre gli snocciolava quelle bugie. In effetti non sorrideva quasi mai. Il direttore delle Risorse Umane, Reynolt. Buffo che neppure Trixia avesse capito cosa significava quel titolo. Dapprima Ezr aveva pensato che Reynolt lottasse contro la vergogna per ciò che era accaduto; era difficile che lo guardasse dritto negli occhi. Ma poi aveva capito che per lei guardare la faccia di un altro non era più interessante che studiare una parete vuota. Lei non lo vedeva come una persona; dei morti non gliene importava uno sputo.
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