«Quanti?»
«Oh, il segmento superiore del mercato dovrebbe essere generoso. All’interno del Collaboratorio, ho visto appaltatori milionari stipati con ricercatori e laureati. Non è una sistemazione che definirei naturale.»
«Non al giorno d’oggi» ammise Negi.
«È una buona opportunità commerciale. Yosh penserà a raccogliere i nostri fondi. Lana tratterà con le autorità locali e della città di Buna. Gestiremo il tutto tramite una società di Boston, per evitare qualsiasi conflitto di interessi. Quando avremo finito qui, venderemo l’albergo. Nel frattempo, avremo un posto decente in cui vivere e una buona fonte di reddito.»
«Sai,» commentò Ando ‘Corky’ Shoeki, «l’ho visto fare decine di volte. Ho anche partecipato, ma ancora non riesco ad abituarmi all’idea. Voglio dire, al fatto che gruppi di persone del tutto inesperte possano costruire alloggi permanenti.»
«Sono d’accordo, la costruzione distribuita ha ancora un forte impatto. È così che si è arricchito Bambakias, ma quaggiù è ancora una novità. Mi piace l’idea di fare questo lavoro proprio nel Texas orientale. Faremo vedere a questi bifolchi di che stoffa siamo fatti.»
«Sapete,» intervenne Fred lentamente «mi sto sforzando in ogni modo di trovare una ragione valida per non fare quello che dice Oscar, ma davvero non ci riesco.»
«Siete tutti persone intelligenti» li blandì Oscar. «Trovatemi qualche ragione per cui il mio piano non potrebbe essere realizzato.» Rientrò nel pullman, in modo da dar loro la possibilità di discuterne. Se avesse provveduto lui a mostrare loro i pro e i contro della faccenda, li avrebbe solo privati di un divertimento.
Entrato nel pullman, si tolse il cappello. «Allora, Moira,» chiese «come va la cause celebre!»
«Oh, alla grande» rispose Moira, facendo ruotare la sedia. Moira aveva un aspetto molto migliore da quando era iniziato lo sciopero della fame del senatore. Moira viveva a seconda della sua esposizione ai media. «Gli indici positivi dei sondaggi sul senatore sono altissimi. Settanta, settantacinque per cento. Gli altri sono confusi, per lo più si tratta di indecisi.»
«Fenomenale.»
«Mettere in rete i livelli dello zucchero nel sangue di Alcott… be’, quella sì che è stata un’idea brillante. La gente si sta collegando ventiquattrore su ventiquattro soltanto per vedere come muore di fame! E anche Lorena ha molte sostenitrici. Da mercoledì è presente in ben dieci siti di moda. Le persone adorano la sua dieta pane e acqua, non si stancano mai di lei!»
«E che mi dici del nostro problema? I comitati di emergenza hanno già fatto qualcosa di utile per la base aerea?»
«Oh,» rispose Moira «non mi sono proprio mossa in quella direzione… io, uh, ero convinta che se ne sarebbe occupata Audrey.»
Oscar grugnì. «Okay.»
Moira si toccò il mento incipriato con la punta delle dita. «Alcott… è così speciale. L’ho sentito pronunciare tanti discorsi, ma quello che ha fatto con il pigiama d’ospedale e il succo di mela… è durato appena novanta secondi, ma è stato davvero drammatico, un confronto reale, tangibile; oro puro, credimi. All’inizio la copertura sul posto era tutt’altro che massiccia, ma il traffico sulle linee chat e il download è stato incredibile. Alcott va oltre qualsiasi steccato ideologico. Non ha mai avuto sondaggi positivi dai sostenitori del Blocco tradizionale di sinistra, eppure persino loro cominciano a raccogliersi intorno a lui. Sai, se il Wyoming non fosse in fiamme proprio adesso, credo davvero che sarebbe questa la storia politica del giorno. Per questa settimana, almeno.»
«Come si sta sviluppando il caso del Wyoming, a proposito?»
«Oh, la situazione è notevolmente peggiorata. Il presidente è lì.»
«Quello uscente, oppure Two Feathers?»
«Two Feathers naturalmente. A nessuno importa più nulla di quello vecchio, è finito, ormai è soltanto un facile bersaglio. So che Two Feathers non ha ancora prestato giuramento, ma la gente detesta il periodo di transizione post-elettorale. La gente vuole che le cose cambino in fretta.»
«Vero» tagliò corto Oscar. Moira gli stava snocciolando un cumulo di banalità.
«Oscar…» lo sguardo di Moira era una muta supplica. «Dovrei chiedergli di portarmi con sé a Washington?»
Oscar allargò le braccia in silenzio.
«Ha bisogno di me. Avrà bisogno di qualcuno che parli per lui.»
«Non dipende da me, Moira. Devi discuterne con il capo del suo staff.»
«Puoi mettere una buona parola per me con Leon Sosik? Sembra che tu gli piaccia molto.»
«Ne riparleremo» le promise Oscar.
Lo sportello del pullman si spalancò. Norman il Volontario spinse dentro la sua testa arruffata e urlò, «Si mangia!»
«Oh, fantastico!» esclamò Moira, alzandosi immediatamente. «Questi strani piatti cajun a base di pesce sono buoni buoni buoni!»
Oscar si rimise giacca e cappello e la seguì all’esterno del pullman. Con gesti eleganti, Fontenot stava distribuendo enormi cucchiaiate di roba scura galleggiante. Oscar si mise in fila. Prese una ciotola di carta colorata e un cucchiaio biodegradabile.
Oscar fissò il gumbo caldo e oleoso e pensò tristemente a Bambakias. La squadra addetta alle pubbliche relazioni di Cambridge aveva certamente svolto un lavoro eccellente nel tenere sotto controllo il senatore a digiuno: pressione del sangue, battiti del cuore, temperatura, consumo calorico, borborigmi, produzione di bile — non c’era alcun dubbio che il suo digiuno fosse autentico. L’intero corpo di Bambakias era divenuto di dominio pubblico. Ogni volta che Bambakias beveva un sorso del suo succo di mela da sciopero della fame, una foresta di monitor tremolava e palpitava per tutto il paese.
Oscar seguì gli altri fino a un tavolino da picnic e si sedette accanto a Negi. Esaminò il suo cucchiaio colmo. Aveva seriamente preso in considerazione l’ipotesi di non mangiare quella sera. Aveva pensato che si sarebbe trattato di un gesto molto dignitoso. Bene, lasciamo che sia qualcun altro a compierlo.
«Angioplastica in una ciotola» commentò Negi al colmo della beatitudine.
Oscar sorseggiò dal suo cucchiaio. «Varrebbe la pena di morire per un gumbo del genere» annuì.
«Sono così vecchia» si lamentò Negi, soffiando sul cucchiaio. «In passato, quando avevo tatuaggi e piercing, le persone davano fuori di matto se tu mangiavi roba grassa e ti ubriacavi. Naturalmente, questo accadeva prima che venisse scoperta la terribile verità sull’avvelenamento da pseudo-estrogeni.»
«Be’,» commentò Oscar in tono amichevole, «almeno quei tremendi disastri causati dai pesticidi ci hanno liberato da tutte quelle diete e quegli esercizi senza senso.»
«Passami il pane, Norman» ordinò Rebecca. «Questo è vero burro? Un vero tubetto di burro tradizionale? Wow!»
Un aereo leggero volò sopra le loro teste. Il suo piccolo motore scoppiettava energicamente, come unghie che picchiettassero su una pelle di tamburo. L’aereo sembrava terribilmente fragile. Con le sue superfici di volo bizzarre e disegnate al computer, somigliava a un giocattolo di carta per bambini; era come se fosse stato fabbricato con forbici seghettate, bastoncini da gelato e adesivo. Sulle punte delle ali erano fissati nastri simili a piume e lunghe code di aquiloni sbrindellate. Sembrava che volasse grazie alla sola forza di volontà.
Poco dopo apparvero altri tre aerei simili, iniziando a compiere manovre spericolate proprio sopra le cime degli alberi. Volavano come esche che tentino di fare abboccare una trota. I piloti erano provvisti di guanti e occhialoni, e avevano sagome massicce; erano tanto imbacuccati nei loro indumenti imbottiti da somigliare a balle di tela umane.
Uno di essi si staccò dalla formazione, planò come una foglia cadente e ruotò dolcemente intorno al pullman posteggiato sul ciglio della strada. Fu come se una palla di fieno stesse loro ronzando intorno. Tutti i partecipanti al picnic sollevarono lo sguardo dal cibo e salutarono educatamente il pilota agitando il braccio. Il pilota restituì il saluto, finse di mangiare, imitandoli con un gesto della mano coperta dal guanto, poi virò verso est.
Читать дальше