«Capisco.»
«Vedi, ti sto dicendo la verità. Queste non sono bugie, questa è la verità. Certo, hai qualche problema di linguaggio e a volte tendi a borbottare. Ma, figliolo, sei due volte l’uomo che eri! Puoi pensare in due lingue contemporaneamente! Se ti eserciti, puoi fare delle cose incredibili con entrambe le mani. E la cosa migliore di tutte, ragazzo — è quando hai, diciamo così, due treni di pensieri buoni che iniziano a scambiarsi i passeggeri. Ecco cos’è l’intuizione: quando sai le cose, però non sai come le sai. Avviene tutto nella mente preconscia, è pensiero che non sai di stare pensando. Ma quando ti ci metti sul serio e pensi due cose contemporaneamente, le idee arrivano a frotte. Si mescolano. Si insaporiscono a vicenda. Cuociono proprio bene. Questa è l’ispirazione. È la più bella sensazione mentale che potrai mai provare. L’unico problema è che, a volte, queste idee sono così confuse che avrai qualche problema nel controllare i tuoi impulsi.»
«Sì, mi sono già accorto di questo piccolo problema degli impulsi.»
«Be’, figliolo, la maggior parte delle persone non agiscono mai d’impulso. Ecco perché finiscono sepolte in tombe senza lapide. Un vero protagonista ha iniziativa, è un uomo d’azione. Però, certo, lo ammetto: la faccenda degli impulsi è un piccolo bug. Ecco perché un protagonista ha bisogno di grandi consiglieri. E se non hai un consigliere politico di prima scelta, be’, allora forse puoi diventarlo tu.»
«Eeeehi!» gridò Kevin. Aveva lasciato perdere Huey; adesso si era rivolto alla folla sottostante. «Ehi, gente! Il vostro governatore è impazzito! Usa il veleno e vi trasformerà tutti in zombi fuori di testa!»
Le guardie del corpo afferrarono le mani ammanettate di Kevin e iniziarono a pestarlo per bene.
«Mi stanno torturando!» gridò Kevin in tono colmo di dolore. «I poliziotti mi stanno torturando!»
Huey si girò verso di lui. «Maledizione, Boozoo, non prenderlo a pugni in pubblico! Spingilo dentro. E Zach, smetti di usare ogni volta i dannati pugni. Usa il manganello. Serve esattamente a questo.»
Nonostante le mani legate, Kevin non si calmò. Ruotò su se stesso, iniziò a saltellare su e giù. Le sue grida erano inutili, poiché la folla era rapita nell’abbraccio delle cuffie. Ma non tutti stavano ballando e alcuni sollevarono lo sguardo.
Boozoo estrasse un manganello dal vestito. Kevin gli sferrò un goffo calcio. Boozoo fece un mezzo passo indietro, inciampò sul piede dell’altra guardia, urtò contro le gambe di una sedia di metallo dipinta di bianco. Cadde all’indietro, atterrando con un forte tonfo. La seconda guardia del corpo tentò di balzare in avanti, finì in un groviglio con Boozoo che lottava per rialzarsi e cadde in ginocchio con un urlo.
«Ah, al diavolo» borbottò Huey. Infilò la mano in tasca con un movimento fulmineo, estrasse una pistola automatica cromata e vuotò contro Kevin l’intero caricatore con aria distratta. Colpito in pieno petto e con le mani ancora legate, Kevin venne catapultato all’indietro, urtò contro la ringhiera in ferro battuto e cadde giù.
Profondamente sorpreso, Huey si avvicinò alla ringhiera, sporse la testa e guardò verso il basso. Impugnava ancora la pistola luccicante. La folla vide la pistola e iniziò immediatamente a disperdersi.
«Uh-oh» sbottò il governatore.
«Non so ancora cosa fare con lui» affermò il presidente. «Ha ucciso un uomo pubblicamente, davanti a mille persone. Ma ha ancora i suoi sostenitori. Mi piacerebbe sbatterlo in galera, ma Gesù! Abbiamo messo tanta di quella gente in prigione che ormai sono un grande segmento demografico della società americana.»
Oscar e il presidente degli Stati Uniti stavano passeggiando nel giardino della Casa Bianca. Il Rose Garden, come la stessa Casa Bianca, veniva setacciato regolarmente in cerca di microspie. Forse non serviva a molto, ma a qualcosa serviva. Lui e il presidente potevano parlare con una certa tranquillità, a patto di continuare a muoversi.
«Signor presidente, Huey non ha mai avuto il minimo senso della decenza. Tutti sanno che si è spinto troppo oltre, perfino la Louisiana. Aspetteranno che muoia prima di intitolargli qualche ponte.»
«Cosa ne pensa di Washington adesso, Oscar? Adesso è una città diversa, non è d’accordo?»
«Signor presidente, devo ammettere che mi inquieta vedere truppe straniere stazionare nella capitale degli Stati Uniti.»
«Sono d’accordo con lei. Ma questo ha risolto il problema. Gente che scavava trincee nelle strade, che barricava interi quartieri… nessun governo di una qualche importanza può sopravvivere in una capitale come questa. Non posso ordinare a truppe americane di perseguire queste persone con il rigore necessario per disperdere tutte le bande di rete decentrate. Ma gli olandesi ripuliranno le strade, anche se dovessero impiegarci dieci anni. Useranno i metodi forti.»
«Adesso è una città diversa, signore. Molto più pulita.»
«Lei potrebbe vivere qui, vero? Se lo stipendio fosse adeguato? Se la krew della Casa Bianca si occupasse di lei.»
«Si, signore; mi piace pensare che sono in grado di vivere ovunque il dovere mi chiami.»
«Be’, in fin dei conti, questa non è la Louisiana!»
«In effetti, signor presidente, la Louisiana mi piace molto. Mi tengo ancora al corrente degli sviluppi laggiù. Sotto molti punti di vista è una cartina tornasole. Ho vissuto dei momenti molto belli in Louisiana. Sono giunto a considerarla come la mia seconda casa.»
«Ma davvero.»
«Vede, gli olandesi sono diventati tanto duri e disperati quando il livello degli oceani ha iniziato ad alzarsi. Io penso che la Louisiana stia reagendo. Sto iniziando a pensare che ci sarebbero molte cose da dire sul suo presunto ozio.»
Il presidente lo fissò. «Spero che lei non abbia in mente di oziare.»
«Solo in determinate occasioni, signore.»
«In una precedente conversazione, Oscar, le dissi che, se avesse seguito i miei ordini per quanto riguardava il Collaboratorio, avrei trovato un posto per lei nella Casa Bianca. Da allora ci sono stati degli sviluppi molto interessanti nella sua carriera, ma nessuno di essi mi ha dato occasione di dubitare delle sue capacità. Questa non è un’amministrazione che nutre pregiudizi nei confronti di chicchessia o che ama gli scandali — e adesso che sono riuscito a fare rispettare di nuovo la costituzione, più o meno, cercherò di porre fine alla faccenda dei tizi dal grilletto facile e degli agenti segreti. Adesso sto davvero governando questo paese — anche se a volte sono costretto a impiegare truppe olandesi — e quando lascerò la Sala Ovale, intendo lasciare un paese sano, reattivo, e rispettoso delle leggi. E penso di avere un ruolo per lei nel mio tentativo. Le piacerebbe sentire di cosa si tratta?»
«Ne sarei lietissimo, signore.»
«Come lei ben sa, in questo paese abbiamo ben sedici dannati partiti politici! E non intendo affrontate la campagna per la mia rielezione con alle spalle un partito debole come quello soc-pat. Abbiamo bisogno di una forte scossa e di una completa riconsolidazione politica. Dobbiamo superare tutti questi steccati ideologici e stabilire un sistema bipolare pratico e ragionevole. Si tratterà di imporre la normalità contro tutto il resto.»
«Capisco, signore. Proprio come ai vecchi tempi. E, mi dica, lei è di sinistra o di destra?»
«Io sono uno con i piedi per terra, Oscar. Io sono una persona pratica. Tutti gli altri possono essere degli utopisti, possono avere la testa tra le nuvole. Possono lanciarsi in idee stupide, folli, ad alta tecnologia; quelle che cadranno al suolo senza andare in pezzi, quelle apparteranno a me.»
«Signor presidente, mi congratulo con lei per questa definizione. In questo momento può mettere alla prova tutto quello che vuole e il suo progetto mi sembra fattibile.»
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