«A volte succede.»
«Adesso tu hai reso quelle persone coscienti degli interessi in comune che hanno con la comunità scientifica, un altro gruppo di persone che praticamente vive al di fuori dello Stato, al di fuori dell’economia. Gli uni vogliono la libertà di ricerca, gli altri vogliono la libertà dal bisogno fisico, e nessuno di loro sente un qualsivoglia senso di responsabilità nei nostri confronti. In effetti, il resto di noi ha rinunciato ad aspettarsi qualsiasi cosa da loro. Non abbiamo più la speranza che la scienza ci darà l’utopia, o perfino un vero miglioramento. La scienza aggiunge semplicemente altri fattori alla miscela, rende tutto ancora più instabile. E abbiamo anche abbandonato i nostri derelitti. Non abbiamo più alcuna illusione di potere dare loro un lavoro, o farli stare tranquilli con altro bio-pane e più cyber-circhi. E adesso tu hai spinto questi due gruppi a unirsi e sono diventati una vera coalizione.»
«Sono con lei, senatore. Riesco a seguire la sua argomentazione.»
«E adesso, Oscar? Cosa faranno adesso? Cosa succederà al resto di noi?»
«Al diavolo, non lo so!» gridò Oscar. «Ho solo visto Huey farlo ecco tutto. Eravamo coinvolti in una faida con Huey — è stato lei a spingermi contro Huey! Il laboratorio era in bancarotta, era già per metà nelle sue tasche, stava quasi per comprarseli tutti per un tozzo di pane. Loro sarebbero semplicemente… diventati delle sue creature. Io non volevo che le cose andassero così.»
«Qual è la differenza, se sono ancora delle creature?»
«La differenza? Tra me e Green Huey? Okay! Finalmente una domanda a cui posso rispondere! La differenza tra me e Green Huey è che qualsiasi cosa faccia Huey è a vantaggio di Huey. Lui viene prima di tutto, fa sempre tutto per la maggior gloria di se stesso. Ma quello che faccio io non va mai a mio vantaggio. Questo è assolutamente impossibile.»
«A causa del modo in cui sei nato.»
«Alcott, è anche peggio. Io non sono nato e basta.»
Lorena parlò. «Penso che voi due dovreste smetterla di parlare di questa faccenda. Non fate che ripetere sempre le stesse cose. Perché non andiamo a mangiare qualcosa?»
«Non volevo urtare i suoi sentimenti» si giustificò Bambakias in tono ragionevole. «Sto soltanto esaminando questa struttura criticamente e gli sto facendo notare che non c’è nulla a sorreggerla.»
Lorena incrociò le braccia. «Ma perché prendersela proprio con Oscar, per amor del cielo? II presidente ha inviato una flotta di barchette di carta dall’altra parte dell’Atlantico e anche in questo caso non c’era nessuna struttura che sostenesse la sua decisione. Presto a Washington la guerra sarà finita. Non può continuare, è solo una recita. E poi la guerra finirà anche qui. Si dimenticheranno di tutta la faccenda e troveremo un’altra distrazione. È così che va la vita adesso. Smettetela di fare tante storie.»
Bambakias rifletté per qualche istante. «Tu hai ragione, mia cara. Mi sono lasciato trascinare un po’ troppo dalla foga.»
«Qui dovremmo essere in vacanza. Dovresti conservare un po’ di energia per le sedute della commissione. Voglio un po’ di zuppa di pesce, Alcott. Voglio assaggiare l’étouffée.»
«Lorena è così buona con me» disse Bambakias rivolto a Oscar. Improvvisamente sorrise. «Non mi ero scaldato tanto da un’eternità! Mi sono sentito davvero bene!»
«Oscar riesce sempre a migliorare il tuo umore» gli ricordo Lorena. «In questo è sempre il migliore. Dovresti essere buono con lui.»
* * *
Il senatore e sua moglie volevano assaggiare la cucina della Louisiana; era una richiesta perfettamente legittima. Riunirono una vera flotta di limousine, la numerosa krew del senatore, i giornalisti al seguito e le guardie del corpo e poi l’intera carovana si recò in un famoso ristorante di Lake Charles, Louisiana. Si divertirono molto, perché si trattava di un ristorante eccellente e perché erano certi che Huey sarebbe stato informato molto presto del loro raid.
Mangiarono bene e lasciarono mance generose e sarebbe stato un pasto assolutamente delizioso, ma il senatore prendeva ancora gli stabilizzatori per l’umore e non beveva più. Sua moglie, invece, bevve decisamente troppo. Portarono con loro anche la nuova portavoce del senatore: Clare Emerson.
Poi la carovana tornò in pompa magna nell’albergo di Buna e le guardie del corpo si lasciarono sfuggire forti e silenziosi sospiri di sollievo. Il senatore e la moglie si ritirarono, le guardie del corpo iniziarono i loro giri di pattuglia notturni e la krew mediatica andò a cercare guai e un po’ di movimento in qualche orgia dei Moderatori sotto un enorme tendone dalle pareti sottili come gocce di rugiada. Oscar, che aveva cercato in tutti i modi di evitare Clare, si trovò costretto in una situazione in cui lui e la sua ex fidanzata dovettero per forza bere il bicchiere della staffa insieme. Solo per dimostrare che non c’era rancore. Anche se era esattamente il contrario.
E così adesso Clare prese un bicchiere di Chablis dell’albergo e Oscar, che non beveva, un’acqua tonica. Si sedettero a un piccolo tavolino di legno mentre in sottofondo veniva suonata della musica e furono costretti a parlare in privato.
«E allora, Clare, raccontami dell’Olanda. Deve essere stata un’esperienza affascinante.»
«In un primo momento sì.» Clare era così bella. Oscar aveva dimenticato quanto fosse bella. Aveva perfino dimenticato che, un tempo, aveva avuto l’abitudine di corteggiare belle donne. Ora che faceva parte della krew di Bambakias e lavorava a Washington, Clare era molto più elegante di quando era stata una semplice giornalista a Boston. Clare era ancora giovane. Oscar aveva dimenticato cosa significasse uscire con donne giovani, belle ed eleganti. Non era mai riuscito a dimenticarla, non ne aveva avuto il tempo. Aveva semplicemente messo la faccenda su uno scaffale e si era cercato una distrazione.
Le labbra di Clare si stavano ancora muovendo. Oscar si costrinse a prestare attenzione alle sue parole. Stava dicendo qualcosa su come avesse trovato le sue radici culturali anglo. L’Europa pullulava di emigrati e disertori yankee, uomini bianchi amareggiati e sulle soglie della vecchiaia che si radunavano in fumose birrerie e si lamentavano che il loro paese era governato da un pellerossa pazzo. Per Clare l’Europa non era stata tutta rose e fiori. La parte d’Europa che stava affondando più in fretta non aveva più romanticismo da regalare a nessuno.
«Oh, ma eri un corrispondente di guerra, però. Sembra una grossa opportunità di fare carriera.»
«Ti stai divertendo, vero?» chiese Clare. «Ti diverti a torturarmi.»
«Cosa?» Oscar era assolutamente sbalordito.
«Lorena non ti ha raccontato delle mie piccole disavventure olandesi?»
«Lorena non mi racconta delle attività della sua krew. Io non faccio più parte della cerchia dei Bambakias. Di questi tempi, ho a stento una mia krew.»
Clare bevve un sorso di vino. «Le krew fanno schifo, sono assolutamente disgustose. Al giorno d’oggi la gente farebbe qualsiasi cosa per godere di un po’ di sicurezza. Si vende perfino in servitù. Qualsiasi persona ricca può formare una sua krew, basta spargere la voce. Si tratta di vero e proprio feudalesimo. Ma il nostro paese è tanto a pezzi che non riusciamo neppure a far funzionare il feudalesimo.»
«Pensavo che Lorena ti piacesse. Le hai sempre riservato un trattamento favorevole.»
«Oh, mi piaceva come soggetto. Ma come capo… Lorena è stata molto buona con me. Mi ha raccolto mentre ero giù, mi ha reso una piccola protagonista. Non mi ha mai smascherato per quella piccola faccenda olandese. Ho un bel lavoro a Washington, dei bei vestiti, un’auto.»
«Va bene. Abboccherò al tuo amo. Raccontami cosa è successo in Olanda.»
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