Terry Pratchett - Morty l’apprendista

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Morty l’apprendista: краткое содержание, описание и аннотация

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Mortimer, detto Morty, non ha le idee chiarissime su quel che vuol fare da grande. Almeno fin quando non diventa l’apprendista di un insolito maestro: la Morte, proprio quella con la falce, in persona. Una volta appurato, con notevole sollievo, di non dover essere necessariamente morto per poter svolgere il lavoro, Morty si appassiona alla nuova «materia», anche se ben presto scoprirà che essere apprendista della Morte non è poi così romantico e affascinante come sembrava… Pericoli e sfide terribili lo attendono, forse troppo grandi anche per lui, il predestinato.
Il primo romanzo del «sottociclo» del Morte.

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«Mamma!» gridò Ysabell.

La Morte voltò la testa.

Forse la mente di Morty salutò con piacere la prospettiva della vita a venire ma il suo corpo, che senz’altro riteneva di essere quello che aveva più da perdere nell’affare, obbiettò. Sollevò il braccio che teneva la spada in un colpo imparabile che fece cadere di mano alla Morte la lama e quindi la bloccò contro il pilastro più vicino.

Nell’improvviso silenzio Morty si rese conto di non riuscire più a udire il fastidioso rumorino che era stato proprio alla soglia della sua capacità uditiva durante gli ultimi dieci minuti. Il suo sguardò balzò di lato.

Gli ultimi granelli della sua sabbia stavano per terminare.

«COLPISCI.»

Morty sollevò la spada e fissò i due fuochi gemelli azzurrognoli.

Abbassò la spada.

«No.»

Il piede della Morte sfrecciò verso l’inguine di Morty ad una velocità che fece contrarre perfino Bentagliato.

Morty, silenziosamente, si appallottolò e rotolò sul pavimento. Attraverso le lacrime vide la Morte avvicinarglisi, con la falce in una mano e la sua clessidra nell’altra. Vide Keli e Ysabell venire ricacciate indietro con disprezzo mentre tentavano di aggrapparsi alla tunica di lei. Vide Bentagliato ricevere un colpo nelle costole e il suo candelabro rotolare sulle piastrelle.

La Morte gli stava sopra. La punta della lama si sollevò di fronte agli occhi di Morty per un istante e poi si alzò ulteriormente.

«Avevi ragione. Non c’è giustizia. Ci sei soltanto tu.»

La Morte esitò e poi, lentamente, abbassò la lama. Si voltò e guardò il volto di Ysabell. Lei stava tremando dalla rabbia.

«CHE VUOI DIRE?»

Lei fissò con sguardo carico d’odio il volto della Morte e poi la sua mano vibrò in avanti, di fianco, indietro, in connessione con un suono simile a quello di una scatola di dadi.

Non ci fu nulla di più fragoroso del silenzio che seguì.

Keli chiuse gli occhi. Bentagliato si voltò e si coprì la testa con le mani.

La Morte sollevò una mano al teschio, con estrema lentezza.

Il petto di Ysabell si alzava ed abbassava in una maniera che avrebbe potuto fare abbandonare a Bentagliato la magia per il resto della vita.

Alla fine, in una voce anche più cupa del solito, la Morte disse: «PERCHÉ?»

«Hai detto che manipolare il fato di una singola persona poteva distruggere l’intero mondo» disse Ysabell.

«ALLORA?»

«Tu ti sei immischiata nel suo. E nel mio.» Puntò un dito tremante ai frammenti di vetro che giacevano al suolo. «E anche nel fato di quelle persone.»

«EBBENE?»

«Che cosa pretenderanno gli dei per questo

«DA ME?»

«Sì!»

La Morte sembrava sorpresa. «GLI DEI NON POSSONO PRETENDERE NULLA DA ME. A VOLTE, PERFINO GLI DEI DEVONO RISPONDERE A ME.»

«Non mi sembra molto corretto, no? Gli dei non si preoccupano di giustizia e di misericordia?» domandò seccamente Ysabell. Senza che nessuno l’avesse notato lei aveva preso in mano la spada.

La Morte sogghignò. «MI COMPLIMENTO PER I TUOI SFORZI» disse «MA NON TI SERVIRANNO A NULLA, FATTI DA PARTE.»

«No.»

«DEVI SAPERE CHE ANCHE L’AMORE NON RISULTA UNA DIFESA VALIDA CONTRO DI ME. MI DISPIACE.»

Ysabell sollevò la spada. « Ti dispiace?»

«FATTI DA PARTE, HO DETTO.»

«No. Ti stai soltanto vendicando. Non è corretto!»

La Morte abbassò il cranio per un momento, poi lo sollevò con gli occhi fiammeggianti.

« TU FARAI QUELLO CHE TI È STATO DETTO. »

«No.»

«STAI RENDENDO TUTTO MOLTO DIFFICILE.»

«Bene.»

Le dita della Morte tamburellarono con impazienza sulla lama della falce come un topo che balla il tip-tap su una lattina. Sembrò riflettere. Guardò Ysabell in piedi davanti a Morty, poi si voltò e guardò gli altri ammassati contro una scansia.

«NO» disse alla fine «NO. NON POSSO RICEVERE ORDINI. NON POSSO ESSERE FORZATA. FARÒ SOLTANTO QUELLO CHE SO ESSERE GIUSTO.»

Agitò una mano e la spada volò via dalla presa di Ysabell. Fece poi un altro complicato gesto e la ragazza stessa venne sollevata e premuta delicatamente ma con fermezza contro il pilastro più vicino.

Morty vide la oscura mietitrice avanzare nuovamente verso di lui, con la lama che oscillava all’indietro per il colpo finale. Essa si trovava sopra il ragazzo.

«NON HAI IDEA DI QUANTO MI DISPIACCIA» disse.

Morty si sollevò sui gomiti.

«Penso di sì» replicò.

La Morte gli gettò uno sguardo stupito per qualche secondo e poi cominciò a ridere. Il suono rimbalzò in modo sinistro nella stanza, facendo vibrare le scansie mentre la Morte, ridendo ancora come un terremoto in un cimitero, teneva la clessidra di Morty di fronte agli occhi del suo proprietario.

Morty cercò di metterla a fuoco. Vide l’ultimo granello di sabbia scivolare lungo la superficie lucida e poi cadere, rotolando al rallentatore, verso il fondo. La luce di candela brillava sulle sue minuscole sfaccettature di mica mentre esso vorticava delicatamente verso il basso. Atterrò privo di suono, sollevando un piccolissimo cratere.

La luce negli occhi della Morte balenò finché non riempì la vista di Morty e il suono delle sue risate non scosse l’universo.

A quel punto la Morte rovesciò la clessidra.

Ancora una volta la grande sala di Sto Lat era illuminata di candele e rimbombante di musica.

Mentre gli ospiti scendevano a frotte lungo i gradini e calavano sul buffet freddo, il Maestro di Cerimonia introduceva, senza soluzione di continuità, quelli che, o perché erano persone importanti o per semplice distrazione, erano arrivati in ritardo. Per fare un esempio:

«Il Riconoscitore Reale, Maestro della Camera da Letto della Regina Sua Suità Igneous Bentagliato, Mago di Primo Grado (UI).»

Bentagliato avanzò verso la coppia reale, sogghignando, con un grosso sigaro in mano.

«Posso baciare la sposa?» chiese.

«Se ai maghi è permesso» rispose Ysabell, porgendogli una guancia.

«I fuochi d’artificio sono stati davvero magnifici» disse Morty. «Ritengo anche che saranno in grado di ricostruire la muraglia esterna al più presto. Senza dubbio potrai trovare la via che porta alla dispensa.»

«Ha un aspetto molto migliore, ultimamente» disse Ysabell da dietro un sorrisetto fisso mentre Bentagliato spariva nella calca.

«Certamente ci sono in giro un sacco di chiacchiere sul fatto che sia l’unica persona che non si preoccupa di obbedire alla regina» disse Morty, scambiando qualche saluto al volo con alcuni nobili di passaggio.

«Dicono che sia lui il vero potere che sta dietro al trono» aggiunse Ysabell. «Una eminenza qualcosa.»

«Eminenza grassa» disse Morty in maniera assente. «Hai notato che non si occupa più di magia da qualche tempo?»

«Zittochestaarrivando.»

«Sua Suprema Maestà, Regina Kelirehenna I, Signora di Sto Lat, Protettrice degli Otto Ptotettorati e Imperatrice del Lungo e Sottile Territorio Conteso Verso il Centro di Sto Kerrig.»

Ysabell fece una riverenza. Morty si inchinò. Keli fissò entrambi. Essi non poterono fare a meno di notare che lei si doveva essere sottomessa ad un influsso che l’aveva indirizzata verso vestiti che seguivano, anche se parzialmente, la sua figura e che l’aveva allontanata da acconciature che sembravano la discendenza di un ananas o di zucchero filato.

Diede un buffetto sulla guancia a Ysabell e poi indietreggiò per esaminare Morty dalla testa ai piedi.

«Come va Sto Helit?» chiese lei.

«Bene, bene» rispose Morty. «Tuttavia dovremo fare qualcosa per le cantine. Il tuo defunto zio aveva degli insoliti… hobby, e…»

«Voleva dire come stai tu» sussurrò Ysabell. «Quello è il tuo nome ufficiale.»

«Preferivo Morty» disse Morty.

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