Gene Wolfe - La spada del Littore

Здесь есть возможность читать онлайн «Gene Wolfe - La spada del Littore» весь текст электронной книги совершенно бесплатно (целиком полную версию без сокращений). В некоторых случаях можно слушать аудио, скачать через торрент в формате fb2 и присутствует краткое содержание. Город: Milano, Год выпуска: 1984, ISBN: 1984, Издательство: Nord, Жанр: Фэнтези, Фантастика и фэнтези, на итальянском языке. Описание произведения, (предисловие) а так же отзывы посетителей доступны на портале библиотеки ЛибКат.

La spada del Littore: краткое содержание, описание и аннотация

Предлагаем к чтению аннотацию, описание, краткое содержание или предисловие (зависит от того, что написал сам автор книги «La spada del Littore»). Если вы не нашли необходимую информацию о книге — напишите в комментариях, мы постараемся отыскать её.

Severian, il giovane torturatore che avevamo conosciuto in

, continua il suo cammino verso Thrax, la città dove è stato mandato in esilio per essersi innamorato di una delle sue vittime, la bella castellana Thecla, e aver disobbedito così alle ferree regole della sua corporazione. Arrivato a destinazione dopo un viaggio lungo e periglioso, Severian scopre però di non essere più in grado di infliggere le torture per cui è stato addestrato. Dopo aver liberato un prigioniero egli scappa sulle montagne e adotta un giovane. Questi però presto morirà ucciso da una rivivificazione di Typhon, un antico nemico del Conciliatore, la leggendaria figura che ha lasciato per così dire “un’eredità” a Severian: l’Artiglio, un gioiello dai poteri terrificanti e miracolosi.
Nel corso delle sue peregrinazioni Severian incontrerà poi un popolo oppresso che vive su isole fluttuanti in un lago di montagna e lo condurrà alla rivolta contro gli oppressori. Durante la battaglia la grandiosa potenza dell’Artiglio verrà scatenata e priverà Severian della sua coscienza: di nuovo solo il Torturatore continuerà a vagare sulle montagne all’inseguimento del suo destino, che verrà rivelato nel quarto e definitivo volume di questa saga grandiosa e raffinata, lirica ed evocativa, destinata a diventare una pietra miliare della letteratura fantastica.
Vincitore del British Fantasy Award in 1983.
Vincitore del Locus Award per il miglior romanzo fantasy in 1983.
Nominato per il premio BSFA in 1982.
Nominato per il premio Nebula per il miglior romanzo in 1982.
Nominated per il premio Hugo per il miglior romanzo in 1983.
Nominato per il premio World Fantasy in 1983.

La spada del Littore — читать онлайн бесплатно полную книгу (весь текст) целиком

Ниже представлен текст книги, разбитый по страницам. Система сохранения места последней прочитанной страницы, позволяет с удобством читать онлайн бесплатно книгу «La spada del Littore», без необходимости каждый раз заново искать на чём Вы остановились. Поставьте закладку, и сможете в любой момент перейти на страницу, на которой закончили чтение.

Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

Cominciai a camminare anch’io, perché temevo di restare separato dalla gemma, e Famulimus mi si affiancò.

— Anche se ora non hai superato la nostra prova, io intendevo dire sul serio ciò che ti ho detto. — La sua voce era come quella di un qualche meraviglioso uccello, che superasse l’abisso provenendo da un’irraggiungibile foresta. — Quanto spesso abbiamo deliberato, Liege. Quanto spesso abbiamo fatto l’uno la volontà dell’altro. Credo che tu conosca le donne acquatiche. Forse che io, il coraggioso Barbatus ed Ossipago dobbiamo essere tanto meno sapienti di loro?

— Non so cosa tu intenda dire — replicai, traendo un profondo respiro. — Ma in qualche modo sento che voi siete buoni, anche se orrendi. E che le ondine non sono buone, anche se sono così graziose, e così mostruose, che a stento mi riesce di guardarle.

— Forse che tutto il mondo è solo una guerra fra il bene ed il male? Non hai mai pensato che potrebbe esserci qualcosa di più? — Non ci avevo pensato, e potei soltanto fissarlo. — E sopporterai il mio aspetto come un mio consanguineo. Senza offesa, mi posso togliere la maschera? Sappiamo entrambi che è una maschera e che tiene caldo. Baldanders è più avanti e non vedrà.

— Se lo desideri, Onorevole — risposi, — ma non dire…

Con un rapido gesto della mano, Famulimus si tolse il travestimento con un certo sollievo. La faccia che apparve non era una faccia, solo due occhi in un ammasso putrescente. Poi la mano si mosse nuovamente ed anche quella maschera scomparve. Sotto di essa vi era la strana, calma bellezza che avevo visto intagliata nei volti delle statue mobili nei giardini della Casa Assoluta, una bellezza che però differiva da quella delle statue come il volto di una donna viva differisce dal suo ritratto.

— Non hai mai pensato, Severian, che noi che portiamo una maschera potremmo portarne anche un’altra? Ma io che ne portavo due non ne porto tre. Nessun’altra falsità ci divide ora, te lo giuro. Tocca, Liege… metti le dita sul mio volto.

Avevo paura, ma lei mi prese la mano e se la portò alla guancia. Essa era fredda, eppure viva, il netto opposto dell’arido calore della mano del dottore.

— Tutte le maschere che ci hai visto indossare non rappresentano altro che i tuoi compagni abitanti di Urth. Un insetto, una lampreda, una lepre morente. Sono tutti tuoi fratelli, anche se ti fanno inorridire.

Eravamo già vicino all’ultimo livello della torre, e calpestavamo talvolta legno bruciato… le rovine rimaste dopo l’attacco che aveva scacciato Baldanders ed il suo medico. Quando allontanai la mano, Famulimus si rimise la maschera.

— Perché fate questo? — chiesi.

— Affinché la gente ci odii e ci tema. Se non lo facessimo, Severian, per quanto tempo gli uomini tollererebbero di essere governati da qualcuno che non siamo noi? Noi non vogliamo derubare la tua razza del suo governo. L’Autarca non mantiene forse il suo Trono della Fenice proteggendo la tua razza da noi?

Mi sentii come mi ero talvolta sentito sulle montagne nel destarmi da un sogno, quando mi levavo a sedere perplesso, mi guardavo intorno e vedevo la verde luna inchiodata nel cielo e le accigliate, solenni facce delle montagne al disotto dei loro diademi infranti al posto delle mura, da me sognate, dello studio del Maestro Palaemon o del nostro refettorio o del corridoio delle celle dove sedevo al tavolo di guardia fuori dalla porta di Thecla.

— Allora perché ti sei mostrata? — riuscii a dire.

— Anche se tu ci vedi, noi non vedremo più te — mi rispose. — La nostra amicizia inizia e termina qui, temo. Consideralo un dono di benvenuto da parte di amici che se ne stanno andando.

Poi il dottore, davanti a noi, spalancò una porta ed il tamburellare della pioggia divenne un rombo, ed io percepii la gelida, ma viva aria esterna che invadeva l’atmosfera fredda e morta dell’interno della torre. Baldanders dovette chinarsi e girare le spalle per poter superare la soglia, ed io rimasi colpito dalla consapevolezza che, con il tempo, non ci sarebbe più riuscito, indipendentemente dalle cure del Dr. Talos… La porta avrebbe dovuto essere allargata, ed anche le scale, perché se fosse caduto sarebbe certo morto. Compresi allora quel che prima mi aveva lasciato perplesso: il motivo per cui le stanze erano tanto grandi ed i soffitti tanto alti in questa che era la sua torre. E mi chiesi come fossero le volte di roccia sotto le quali Baldanders teneva confinati i suoi affamati prigionieri.

XXXV

IL SEGNALE

La nave non poggiava sulla struttura della torre, come sembrava dal basso. Piuttosto, pareva fluttuare nell’aria ad una catena circa di distanza sulle nostre teste… troppo in alto per proteggerci dalla pioggia che faceva brillare come madreperla nera il suo involucro ricurvo. Mentre la fissavo, non potei fare a meno di riflettere sulle vele che un simile vascello avrebbe dovuto possedere per utilizzare il vento che soffia fra i mondi; poi, proprio quando cominciavo a meravigliarmi che l’equipaggio della nave non sbirciasse neppure verso il basso per vedere noi, gli strani e sgraziati esseri che per un po’ camminavano sul fondo, sotto il loro vascello, uno di essi scese effettivamente, camminando a testa in giù come uno scoiattolo, avvolto in una luce arancione ed aderendo alla paratia con le mani ed i piedi, anche se essa era umida come una qualsiasi pietra in un fiume e liscia come la lama di Terminus Est. Quando scorse sotto di sé Ossipago, Barbatus e Famulimus, l’essere smise di scendere ed un momento più tardi una linea sottile, anch’essa illuminata d’arancione, cosicché sembrava un filo di luce, venne calata da un punto imprecisato più in alto.

— Ora dobbiamo andare — disse Ossipago a Baldanders, e gli porse l’Artiglio. — Rifletti bene sulle cose che non ti abbiamo detto, e rammenta ciò che non ti abbiamo mostrato.

— Lo farò — replicò Baldanders con la voce più cupa che gli avessi mai sentito.

Poi Ossipago afferrò la linea e scivolò in alto fino a quando il filo si piegò per seguire la curva della nave e lo fece scomparire alla vista. Ma in qualche modo parve che lui non fosse scivolato su, bensì giù, come se la nave fosse stata essa stessa un mondo e traesse a sé tutto ciò che le apparteneva con cieca fame, così come fa Urth. O forse era solo perché Ossipago stava diventando più leggero della nostra aria, come il nuotatore che si tuffa dalla sua nave nel mare, e si stava innalzando come avevo fatto io quando ero balzato dalla barca del capo villaggio.

Comunque fosse, Barbatus e Famulimus lo seguirono. Famulimus agitò una mano prima di sparire dietro la massa della nave; senza dubbio, il dottore e Baldanders credettero che avesse salutato loro, ma io sapevo che quel gesto era rivolto a me. Una raffica di pioggia mi colpì in faccia, accecandomi nonostante il cappuccio.

Lentamente all’inizio, poi sempre più in fretta, la nave si sollevò ed indietreggiò, svanendo non in alto o a nord, a sud, ad est o ad ovest, bensì in una direzione che non sarei più stato in grado d’indicare dopo che fu scomparsa.

— Li hai sentiti. — Baldanders si era girato verso di me.

— Sì, ho parlato con loro — replicai, non comprendendo. — Il Dr. Talos mi ha invitato a farlo quando mi ha aperto la porta nel muro.

— Non mi hanno detto nulla, non mi hanno mostrato nulla.

— Aver visto la loro nave, ed aver parlato con loro — obiettai, — … certo queste cose non sono nulla.

— Mi stanno spingendo avanti, sempre avanti. Mi spingono come un bue condotto al macello.

Si avvicinò ai bastioni e fissò la vasta distesa del lago che le acque smosse dalla pioggia facevano sembrare un mare di latte. I merli erano parecchie spanne più alti della mia testa, ma lui vi appoggiò le mani come fossero una ringhiera, ed io vidi il bagliore dell’Artiglio in un pugno chiuso. Il Dr. Talos mi tirò per il mantello e mi sussurrò che sarebbe stato meglio se fossimo andati dentro, al riparo dalla tempesta, ma io non volevo andare via.

Читать дальше
Тёмная тема
Сбросить

Интервал:

Закладка:

Сделать

Похожие книги на «La spada del Littore»

Представляем Вашему вниманию похожие книги на «La spada del Littore» списком для выбора. Мы отобрали схожую по названию и смыслу литературу в надежде предоставить читателям больше вариантов отыскать новые, интересные, ещё непрочитанные произведения.


Отзывы о книге «La spada del Littore»

Обсуждение, отзывы о книге «La spada del Littore» и просто собственные мнения читателей. Оставьте ваши комментарии, напишите, что Вы думаете о произведении, его смысле или главных героях. Укажите что конкретно понравилось, а что нет, и почему Вы так считаете.

x