— No — disse Urubugala.
— È sempre meglio conoscere la verità.
— Può impedirlo? — chiese Urubugala. — Se cercasse di farlo, tutto sarebbe distrutto. Perché la Regina possa rinnovarsi, tutto il suo potere deve trovarsi nel sangue vivente. Reciterà meglio la sua parte se non sa nulla.
— È più pietoso così — ansimò Coniglio.
— Sì — disse Donnola. — Ma vi ringrazierà per questa misericordia?
— Non mi importa nulla dei suoi ringraziamenti — disse Urubugala. — Il costo del potere non è mai pagato da chi lo detiene.
Poi silenzio. Non li sentì nemmeno andarsene.
Orem non sapeva nulla dei libri di magia. Ma dal suo soggiorno con Vetro-di-Forca sapeva questo: che il prezzo del potere era il sangue, e che qualsiasi cosa dava il sangue doveva morire. Bella si stava avvicinando al momento della sua rinascita. E loro non volevano dire a Orem quale fosse il suo ruolo, perché tutto il potere di Bella era nel sangue vivente. In quel momento, Orem raggiunse la conclusione ovvia. Il sangue di un cervo è più potente di quello di un topo; il sangue di un uomo più potente di quello di un cervo; e il sangue di un marito più potente di quello di un estraneo.
Quale sangue spargerà Bella per il suo potere quasi infinito? Il sangue di suo marito, il sangue del Piccolo Re.
D’improvviso la sua vita quasi inutile nel palazzo acquistò un senso. Era il vitello ingrassato. Bella aveva concepito un figlio da lui perché altrimenti lui non sarebbe stato il suo vero marito, e non avrebbe avuto abbastanza potere per lei. Probabilmente attendeva solo la nascita del bambino, poi sarebbe morto.
Si appoggiò alla balaustra, perché le gambe non lo reggevano. Era ancora nelle gabbie, dopo tutto. Non era stato salvato quando Bella l’aveva mandato a prendere. Era stato semplicemente inserito nei suoi piani. Per un’ora, guardò la neve e si compianse.
Mentre si compiangeva, immaginò molte versioni della sua morte. Si sarebbe fatta beffe di lui, anche nei suoi ultimi momenti? O l’avrebbe ringraziato per il suo sacrificio? Più potente del sangue di un marito, sarebbe stato il sangue di un marito volontariamente disposto a versarlo. E se Bella mi chiedesse di versare il sangue di mia volontà? Ha pensato che un uomo potrebbe essere felice di morire per lei? Immaginò se stesso andare da lei e offrirle la propria vita… Ma sapeva che lei avrebbe riso. Lo considerava ridicolo anche adesso. Non poteva compiere un grande gesto mentre lei lo guardava, perché sarebbe sembrato ridicolo anche a lui.
Pensò anche di scappare. Ma dopo averci pensato, rigettò l’idea con disprezzo. Era venuto da Banningside a Inwit, era venuto dalla Strada dei Maghi in quel palazzo, solo per fuggire proprio nel momento che doveva dare significato alla sua vita? Aveva desiderato un nome, una canzone, un posto, no?
E dopo un’ora passata a pensare simili pensieri, decise che poteva sopportare di terminare la sua vita in quel modo. Si era riconciliato all’idea di essere una pedina nel gioco di Bella.
Poi, all’improvviso, ricordò quando si era sdraiato nella gabbia perché era troppo stanco per camminare, e nevicava. Sentì gli altri sputargli sulle spalle e sulla faccia. Anche quando non hai alcuna speranza, non muori dormendo se puoi morire combattendo. Perché sono stato portato qui? Perché? Bella non sa che sono un Pozzo. Sono state le Sorelle a mostrarle la mia faccia in sogno. Forse non è per caso che ho sentito questa conversazione, perché mi ricordi che la Regina Bella è mia nemica. Anche se la sogno ancora, anche se balbetto e mi sento uno sciocco quando sono con lei, forse sono destinato a usare il mio potere per indebolirla. Se devo morire, che non sia un sacrificio volontario. Che muoia sapendo che anche se lei può prendere la mia vita, io posso prendere qualcosa da lei. Forse ho sufficiente tempo, nei giorni che precedono la nascita del figlio, per aiutare Palicrovol. Sono qui da un anno, e in questo tempo non ho fatto nulla con il potere che possiedo, eccetto tenere qualche segreta ma triviale conversazione. Forse sono debole, ma sono anche l’unica persona che può contrastare la Regina. E se mi scopre, tanto meglio. Che mi uccida con rabbia, così che molto del mio sangue venga versato e sprecato. Sarà la mia volta di ridere di lei.
Fu una storia molto soddisfacente questa che mi raccontò, e lo condusse a fare tutto quello che doveva fare. Nessuno, tranne Orem, avrebbe avuto un danno dal sapere che lui non era affatto destinato a morire.
La guerra di Bella e del pozzo
Quella notte Orem riprese la guerra che era iniziata con un singolo scontro quasi un anno prima. Trovò Re Palicrovol più vicino dell’anno precedente, ma non di molto. Il cambiamento più grande era dato dal numero di uomini che erano con lui: stava radunando un esercito, adesso, e Orem non riusciva neppure a indovinarne il numero. Il cerchio di maghi era ancora con lui, e dentro a quello un cerchio di preti, e dentro Re Palicrovol, assalito dalla dolce e terribile magia della Regina.
Con calma e determinazione Orem disfece tutte le magie di Bella attorno al Re. Questa volta fu più selettivo, e lasciò gli incantesimi dei maghi di Palicrovol. La Regina non rispose immediatamente, e Orem approfittò della sua lentezza per aprire grandi squarci nel mare asfissiante della sua Vista. Allargò con cautela la zona dove lei era cieca, e ben presto fu chiaro che lei non poteva neppure trovare Re Palicrovol. Orem aprì gli occhi e guardò la candela vicina al letto. Aveva lavorato un’ora sola, e lei già brancolava nel buio.
Di nuovo in azione. Questa volta sapeva di avere appena iniziato. Non era sufficiente accecarla attorno a Palicrovol. Si tese al massimo e cancellò dalla Vista della Regina intere città, intere contee, mentre lei si concentrava per ritrovare Palicrovol. All’interno della città di Inwit, devastò per intero il suo potere. Da porta a porta, e per un miglio e più all’intorno, disfece tutti i suoi incantesimi. Soltanto la Cittadella Reale lasciò intatta, non perché non potesse distruggere la sua potenza lì, ma perché era meglio lasciarle credere che il suo avversario non poteva superare quelle difese.
In questo modo trascorse altre due ore, poi tornò da Palicrovol. La Regina ancora non l’aveva trovato. Ma per essere più tranquillo, cancellò la sua Vista per una zona così vasta intorno che le ci sarebbe voluto un giorno o più per ritrovarlo, se cercava con la stessa velocità. Che Palicrovol avesse un giorno intero di riposo. E domani gliene darò un altro, se potrò.
Tu ricordi quella notte e quella mattina, Palicrovol. Vennero quasi un anno dopo il primo sollievo, quando per la prima volta apprendesti che c’era un’altra potenza nel mondo. Per tutta la notte aspettasti la vendetta di Bella, ma non venne. Il mattino, i tuoi maghi cercarono di farti credere che erano stati loro a salvarti, ma tu sapevi che non era così. I preti dissero che avevano detto una nuova ed efficace preghiera, ma tu ridesti di loro. Sapevi che non c’era modo di spiegare quello che era successo, ma che qualsiasi cosa fosse, quella potenza era benevola nei tuoi confronti. C’era nuovamente un equilibrio nel mondo, la ruota era girata, e tu iniziasti la tua marcia lunga un anno verso Inwit, verso la città che da troppo tempo ti era preclusa. Questa volta, credevi, avresti vinto.
Bagnanti nella piscina
Benché si fosse addormentato molto più tardi del solito, Orem si svegliò prima dell’alba. Riconobbe il debole chiarore che filtrava dalla finestra. Era l’Ora del Cerchio Esterno, l’ora in cui era abituato a svegliarsi nella Casa di Dio. Non solo era sveglio, ma si sentiva fresco e vigoroso per la prima volta da mesi. Si alzò e camminò su e giù per la stanza, accorgendosi con sorpresa di quanto fosse bello muoversi velocemente di nuovo. Era un soldato; era in guerra; era vivo.
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