«L’ho già fatto altre volte…».
«Con le vacche, Alvin, non con un bambino!»
Alvin Junior sentì il cambiamento di pressione sulla gamba. Qualcosa che gli tirava la pelle. Adesso gli faceva meno male di ieri. Ma era ancora troppo stanco per riuscire anche solo ad aprire gli occhi. O a emettere un qualsiasi suono in modo da far loro capire che era sveglio, che li udiva.
«Santo Iddio, Faith, stanotte deve aver perso un sacco di sangue».
«Mamma, Mary dice che devo…».
«Sta’ zitto ed esci subito di qui, Cally! Non vedi che tua madre è preoccupata per…».
«Non c’è bisogno di sgridarlo, Alvin. Ha solo sette anni».
«Sette anni bastano a capire quando bisogna tenere la bocca chiusa e lasciar perdere gli adulti se debbono… Ehi, guarda qui!»
«Non posso crederci».
«Pensavo di vedere uscire pus a fiotti, come il latte dal capezzolo di una vacca».
«E invece è pulita come più non si potrebbe».
«E la pelle sta ricrescendo, guarda! La tua cucitura deve aver funzionato».
«Non osavo nemmeno sperare che quella pelle potesse sopravvivere».
«Non si riesce neanche più a vedere l’osso».
«Il Signore ci protegge, Alvin. Ho pregato tutta la notte, e guarda che cosa ha fatto per noi».
«Be’, allora avresti dovuto pregare di più, in modo da farlo guarire prima. Ho un sacco di lavoretti per lui».
«Non bestemmiare davanti a me, Alvin Miller».
«Mi dà proprio il voltastomaco, questo Dio che regolarmente s’intrufola all’ultimo momento per prendersi tutto il merito. Forse Alvin è anche un grande guaritore, ci hai mai pensato?»
«Guarda, con le tue eresie lo stai svegliando».
«Chiedigli se vuole un po’ d’acqua».
«Bere deve comunque, che lo voglia o no».
Alvin ne aveva un bisogno tremendo. Tutto il suo corpo era come prosciugato, non soltanto la sua gola. Ne aveva bisogno per recuperare ciò che aveva perso col sangue. Perciò bevve più acqua che poté, dal bicchiere di latta che qualcuno gli aveva accostato alle labbra. Parecchia gli si versò sul viso e sul collo, ma lui nemmeno se ne accorse. L’importante era quella che gli ruscellava nella pancia. Alvin si lasciò andare sui cuscini e cercò di entrare dentro di sé per capire come andava la sua ferita. Ma era troppo difficile tornare laggiù, troppo difficile concentrarsi. Si assopì prima di giungere a metà strada.
Al suo risveglio pensò che doveva essere nuovamente scesa la notte, o che qualcuno avesse tirato le tende. Non poté accertarsene perché gli era troppo difficile aprire gli occhi, e il dolore era tornato, lancinante; e poi c’era qualcosa di ancora peggiore: la ferita gli prudeva terribilmente, tanto che dovette fare uno sforzo per non allungare la mano e grattarsi. Dopo qualche tempo, tuttavia, riuscì a raggiungere di nuovo con la mente quella zona dolorante. Quando si riaddormentò, sulla ferita era ricresciuto uno strato di pelle, sottile ma completo. Al di sotto, l’organismo era ancora al lavoro per ricostruire i muscoli lacerati e saldare le ossa fratturate. Ma non ci sarebbero più state perdite di sangue, né ferite aperte che potessero infettarsi.
«Guardate qui, Scambiastorie. Avete mai visto niente del genere?»
«Una pelle liscia come quella di un neonato».
«Forse sarà una pazzia, ma a parte le stecche non vedo motivo per tenere la gamba bendata».
«Non c’è più traccia della ferita. No, avete ragione, non c’è più bisogno di tenerla bendata».
«Forse mia moglie ha ragione, Scambiastorie. Forse Dio ha avuto un ripensamento e ha concesso un miracolo al mio ragazzo».
«Preferisco non esprimermi. Quando il ragazzo si sveglierà, forse ci potrà dire qualcosa in proposito».
«Impossibile. Per tutto questo tempo non ha nemmeno aperto gli occhi».
«Una cosa è sicura, signor Miller. Il ragazzo non morirà. Ed è più di quanto sperassi ieri sera».
«Stavo per fabbricare la bara in cui seppellirlo, proprio così. Non vedevo alcuna possibilità che sopravvivesse. E adesso invece sta già bene. Mi chiedo proprio chi, o che cosa, lo stia proteggendo».
«Chiunque lo protegga, signor Miller, il ragazzo si è dimostrato più forte di lui. Il protettore aveva spaccato la macina in due, ma Al Junior ha riattaccato i due pezzi, e il suo protettore non ha potuto farci proprio nulla».
«Pensate che sapesse quel che stava facendo?»
«Sono sicuro che abbia una certa consapevolezza dei suoi poteri. Con la macina, sapeva bene quel che poteva fare».
«In tutta sincerità, non ho mai sentito parlare di un dono come il suo. Ho raccontato a Faith che cos’aveva fatto con quella macina, rifinendone la parte posteriore senza usare neanche un attrezzo, e lei ha cominciato a leggere il Libro di Daniele e a blaterare qualcosa riguardo al compimento della profezia. Voleva correre qui e fargli una predica sul pericolo dei piedi d’argilla. Non è incredibile? La religione la fa andare fuori di testa. Non ho conosciuto una donna che non fosse fuori di testa per via della religione».
La porta si aprì.
«Fuori di qui! Sei sordo? Te l’ho già detto venti volte, Cally! Dov’è sua madre, perché non riesce a tener lontano un ragazzino di sette anni da…».
«Non maltrattatelo, Miller. E poi, se n’è già andato».
«Non capisco che cosa gli abbia preso. Da quando Al Junior è in queste condizioni, vedo la faccia di Cally spuntare da tutte le parti. Come un becchino in attesa di guadagnarsi la giornata».
«Forse per lui è una novità. Che Al Junior si sia fatto male, voglio dire».
«Dopo tutte le volte che Alvin è scampato alla morte per un pelo…».
«Ma senza mai farsi nulla».
Un lungo silenzio.
«Scambiastorie?»
«Sì, signor Miller?»
«Da quando siete qui vi siete dimostrato un buon amico, anche se a volte avremmo potuto darvi motivo di comportarvi diversamente. Ma immagino siate ancora uno a cui piace camminare».
«Certo, signor Miller».
«Quello che vorrei dirvi è… non per farvi fretta, ma se per caso aveste in mente di partire prima che sia trascorso molto tempo, e se il vostro cammino vi portasse per caso verso est, pensate di poter recapitare una lettera per me?»
«Ne sarei felice. E non chiederei un soldo, né al mittente né al destinatario».
«Questo è molto gentile da parte vostra. Ho pensato a quello che mi avete detto. A proposito di un ragazzo che sarebbe meglio allontanare da certi pericoli. E allora mi sono chiesto se al mondo esisteva qualcuno di cui potessi fidarmi fino a questo punto. Nella Nuova Inghilterra non abbiamo parenti degni di questo nome… non vorrei certo che il ragazzo ricevesse un’educazione puritana, così da ritrovarsi ogni due secondi sul ciglio dell’inferno».
«Sono contento di sentirvelo dire, signor Miller, perché nemmeno io nutro un particolare desiderio di rivedere la Nuova Inghilterra».
«Se si ripercorre all’indietro la strada che abbiamo fatto per venire all’ovest, prima o poi si arriva a un ponte sul fiume Hatrack, a una trentina di miglia a nord dell’Etto, non molto lontano da Fort Dekane. Lì sorge una locanda, o almeno sorgeva, e dietro la locanda c’è un cimitero con una lapide che dice: ‘Vigor, morto per salvare il suo stesso sangue’».
«Volete che porti il ragazzo laggiù?»
«No, no, finché c’è tutta questa neve non lo manderei di certo. L’acqua…».
«Capisco».
«C’è un fabbro, laggiù, e può darsi che abbia bisogno d’un apprendista. Alvin ha solo dieci anni ma è robusto per la sua età, e penso che per il fabbro sarebbe un ottimo affare».
«Prenderlo come apprendista?»
«Be’, non sarà certamente il caso che glielo conceda in servitù, non vi pare? E non ho il denaro necessario per mandarlo a scuola».
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