Rorbert Jordan - Memoria di luce

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Be’, se era un genio, perché aveva mandato cinquecento persone comuni di un villaggio di montagna del Murandy a difendere il fiume? Sì, Cauthon aveva anche mandato cento soldati della Banda, ma non era lontanamente sufficiente. Erano morti dopo aver tenuto il fiume per poche ore. C’erano centinaia e centinaia di Trolloc e diversi Signori del Terrore al canalone!

Be’, quella gente era stata massacrata, fino all’ultimo uomo. Luce! C’erano bambini in quel gruppo. I popolani e i pochi soldati avevano combattuto bene, difendendo il canalone per molto più tempo di quanto Grady avrebbe ritenuto possibile, ma poi erano caduti. E a lui era stato ordinato di non aiutarli.

Be’, adesso Grady attendeva nell’oscurità in cima alle pareti del canalone, nascondendosi tra un ammasso di rocce. Lontano da lui, forse a cento passi, i Trolloc si muovevano alla luce delle torce: i Signori del Terrore ne avevano bisogno per vedere. Anch’essi erano in cima alle pareti del canalone, cosa che forniva loro l’altezza e la posizione per guardare sul fiume sottostante, che era diventato un lago. I tre Signori del Terrore avevano rotto grossi pezzi delle pareti del canalone e creato la barriera di roccia che arginava il fiume.

Quello aveva asciugato il Mora a Merrilor, permettendo ai Trolloc di attraversarlo con facilità. Grady poteva aprire quella diga in qualunque momento: un colpo con l’Unico Potere l’avrebbe rotta e avrebbe liberato l’acqua dal canalone. Finora non aveva osato. Cauthon gli aveva ordinato di non attaccare, ma oltre a quello non sarebbe mai stato in grado di sconfiggere tre potenti Signori del Terrore da solo. Lo avrebbero ucciso per poi arginare di nuovo il fiume.

Accarezzò di nuovo la lettera di sua moglie, poi si preparò. Cauthon gli aveva ordinato di creare un passaggio all’alba verso quello stesso villaggio. Farlo avrebbe rivelato la sua presenza. Grady non sapeva quale fosse lo scopo di quell’ordine.

Il bacino lì sotto era pieno d’acqua, e copriva i corpi dei caduti.

Immagino che adesso sia un momento buono come un altro, pensò Grady, prendendo un respiro profondo. L’alba sarebbe dovuta essere quasi arrivata, anche se la coltre di nubi teneva la terra ammantata nell’oscurità.

Avrebbe eseguito i suoi ordini. Che la Luce lo folgorasse, l’avrebbe fatto. Ma se Cauthon fosse sopravvissuto alla battaglia più a valle, lui e Grady avrebbero scambiato qualche parola. Parole severe. Un uomo come Cauthon, nato da gente semplice, avrebbe dovuto sapere di non dover gettar via delle vite.

Prese un altro respiro profondo, poi cominciò a tessere un passaggio. Lo aprì su quel villaggio da cui era venuta la gente prima. Non sapeva perché doveva fare questo; il villaggio era stato spopolato per comporre il gruppo che aveva combattuto. Dubitava che rimanesse qualcuno. Come l’aveva chiamato Mat? Hinderstap?

La gente si precipitò attraverso il passaggio, urlando e brandendo mannaie, forconi, spade arrugginite. Con loro giunsero altri soldati della Banda, come i cento che avevano già combattuto. Tranne che...

Tranne che, alla luce dei fuochi dei Signori del Terrore, le facce di quei soldati erano le stesse di quelli che avevano combattuto qui prima... Che avevano combattuto qui ed erano morti.

Grady rimase a bocca aperta nell’oscurità, osservando quelle persone attaccare. Erano tutte le stesse. Le stesse matrone, gli stessi maniscalchi e fabbri, le stesse persone. Le aveva guardate morire e ora erano tornate.

Probabilmente i Trolloc non riuscivano a distinguere un umano dall’altro, ma i Signori del Terrore lo videro, e compresero che erano le stesse persone. Quei tre Signori del Terrore parvero sbigottiti. Uno di essi lanciò un urlo dicendo che l’Oscuro Signore li aveva abbandonati. Iniziò a scagliare flussi contro le persone.

Quelle si limitarono a continuare la carica, incuranti del pericolo mentre molti venivano fatti esplodere. Calarono sui Signori del Terrore, colpendoli ripetutamente con attrezzi per coltivare e coltelli da cucina. Quando i Trolloc attaccarono, i Signori del Terrore erano a terra. Adesso Grady poteva...

Scuotendosi di dosso lo stupore, Grady radunò il Potere e distrusse la diga che bloccava il canalone.

E, nel farlo, liberò il fiume.

41

Un sorriso

«I Draghi di Cauthon funzionano e combattono di nuovo» disse Jonneth, cercando di scrutare attraverso il fumo. «Ascoltateli!»

Un rumore martellante riecheggiava per la cima delle Alture. Pevara sorrise. Lei, Androl, Jonneth, Emarin e Canler si erano uniti a Logain e agli altri Asha’man, assieme ad alcune delle Aes Sedai che erano vincolate a loro. Si trovavano sul bordo dei ripidi pendii di fronte al Bozzo di Dashar, mezzo miglio più su dal punto dove giaceva il corpo senza testa di Demandred.

Un’altra salva di fuoco di Drago risuonò per le Alture, anche se al buio non potevano vedere il fumo. «Quei Draghi non dureranno molto, non se gli uomini di Taim si sono mischiati con gli Sharani» disse Pevara. «I dragonieri non possono difendersi dagli incanalatori, e sono troppo facili da individuare a causa del rumore.»

«Dubito che Cauthon abbia altra scelta che usarli» disse Androl. «Non può tenere da parte nulla ora.»

«Asha’man!» Logain apparve attraverso il fumo, camminando in mezzo a loro a grandi passi, con Gabrelle al suo fianco. «È tempo di muoversi.»

«Andremo a difendere quei Draghi?» chiese Androl. Attorno a loro, dozzine di altri Asha’man esausti si tirarono in piedi, voltandosi verso Logain.

«No» disse Logain. «Ci muoveremo a ovest.»

«A ovest?» Pevara incrociò le braccia. «Ovvero lontano dalla battaglia.»

«È dove la tua Amyrlin ha affrontato Taim» disse Logain, voltandole le spalle. «Il terreno lì, così come molti Sharani, è stato racchiuso nel cristallo. Voglio che ogni Asha’man, soldato e Dedicato che non ha ricevuto ordini specifici, cominci a cercare. C’è...»

La terra tremò con un boato sinistro, e Pevara barcollò. Andrai la prese per il braccio, anche se attraverso il legame percepì spossatezza pari alla sua. Non restavano molte energie a nessuno dei due.

Mentre il tremore si placava, Logain continuò: «Da qualche parte, all’interno di quella massa di cristalli, c’è uno scettro dorato. Si dice che Taim lo stesse impugnando quando Egwene al’Vere l’ha sconfitto. Noi lo troveremo. Se qualcuno di voi lo vede, non lo toccate. Mandate a chiamare me.»

Logain urlò gli stessi ordini al gruppo successivo di Asha’man. Andrai lo osservò allontanarsi e Pevara percepì la sua frustrazione.

«Se quello scettro è un angreal o un sa’angreal ,» disse Emarin «potrebbe esserci di grande utilità.»

«Forse» disse Pevara. «Penso che quei Draghi abbiano bisogno di protezione molto più di quanto a noi serva trovare quello scettro. Giuro che c’è qualcosa nel suono di quel corno. Dovremmo attaccare ora, non cercare spoglie di guerra...»

«Gli altri Asha’man possono farlo» disse Andrai. «Noi non dobbiamo.»

«Cosa?» disse Canler accigliandosi. «Hai intenzione di disobbedire?»

«No» disse Andrai. «Lui ha detto che questo riguarda uomini che non avevano altri ordini. Noi sì. All’inizio della battaglia ci ha detto di stare in guardia dai tirapiedi di Taim e fare qualcosa al riguardo.»

«Non sono certo che si ricordi quell’ordine, Andrai» disse Emarin, sfregandosi il mento. «E non credo che, se anche se lo ricordasse, vorrebbe che lo eseguissimo ora. Pare molto determinato su quello scettro.»

«Comunque ci ha dato l’ordine» disse Andrai.

«Androl,» disse Canler, sedendosi sui talloni «mi sento così stanco che riuscirei a stento a radunare la forza per maledirti, se volessi. Nessuno di quei ragazzi pare stare molto meglio, e tu devi sforzarti per aprire un piccolo passaggio. Come faremo a opporci a Mishraile e agli altri?»

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