Ursula Le Guin - Città delle illusioni
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- Название:Città delle illusioni
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- Издательство:Longanesi & C
- Жанр:
- Год:1975
- Город:Milano
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— Perché queste cose le dici a me?
— Per il bene della verità e per il tuo.
— Chi sono io, da meritare la verità? — ripeté Falk freddamente, fissando dritto la maschera-volto di Abundibot che si trovava dall'altra parte della stanza.
— Eri messaggero di un mondo perso, una colonia del quale andò perduta con tutte le sue testimonianze negli Anni dell'Affanno. Sei sceso qui sulla Terra e noi, i Signori della Terra, non siamo riusciti a proteggerti. Ciò è fonte di vergogna e di pena per noi. Sono stati uomini di questa Terra ad attaccarti, a uccidere o cancellare le vostre menti, le menti di tutti noi; uomini della Terra del pianeta a cui, dopo tanti secoli, stavate facendo ritorno. Erano dei ribelli del Continente Tre, che non è né primitivo né così scarsamente abitato come quello Uno. Si servirono di navi interplanetarie rubate; avevano concluso che ogni nave a velocità della luce doveva appartenere agli Shing , per cui la attaccarono senza preavviso. Avremmo potuto evitarlo se fossimo stati più vigili. Ti siamo debitori di qualsiasi riparazione tu chieda.
— Hanno cercato te e gli altri per tutti questi anni — s'intromise Orry sincero e quasi implorante, naturalmente desiderava con tutto il cuore che Falk credesse, accettasse tutto ciò e facesse… facesse che cosa?
— Avete cercato di ridarmi la memoria — disse Falk. — Perché?
— E non è quello che sei venuto cercando fin qui: il tuo io perduto?
— Si. Certo. Ma… — Non sapeva nemmeno lui che domande fare; non riusciva né a credere né a non credere a tutto ciò che gli era stato detto. Pareva quasi non esistesse pietra di paragone, per giudicare tutto ciò. Che Zove e gli altri avessero mentito non era nemmeno da pensare, mentre che fossero stati ingannati essi stessi o che fossero ignoranti, era certamente possibile. Gli era difficile credere alle affermazioni di Abundibot, eppure gli erano state trasmesse telepaticamente, con la telepatia che è chiara e diretta, dove è impossibile mentire… oppure era possibile? Se un bugiardo dice che non sta mentendo… no, Falk ci rinunciò di nuovo. Di nuovo, fissando Abundibot, lo pregò: — Per cortesia, non comunicare con me così. Preferirei sentire la tua voce. Avete constatato, mi pare che tu abbia detto, che non avete potuto ridarmi la memoria?
Il bisbiglio gracchiante e smorzato di Abundibot in Galaktika sembrava inverosimile dopo la fluidità della trasmissione. — Non con i mezzi che abbiamo usato noi.
— E con altri mezzi?
— Può darsi. Abbiamo pensato che ti avessero causato uno shock paraipnotico. Invece sei stato cancellato. Non sappiamo dove i ribelli abbiano imparato quella tecnica che teniamo strettamente segreta. E un segreto ancor più stretto è il fatto che una mente cancellata può essere restituita alle condizioni precedenti. — Sul viso appesantito e simile a una maschera balenò un sorriso; poi subito scomparve.
— Con le tecniche di cui è capace il nostro psico-computer pensiamo che nel tuo caso si possa effettuare la ricostruzione. Ma poiché c'è il pericolo che la ricostruzione della personalità rimanga bloccata per sempre non abbiamo voluto procedere senza il tuo consenso.
— La ricostruzione della personalità… Non mi dice nulla di preciso. Cosa significa?
Falk sentì un brivido di freddo corrergli per la schiena, e disse facendo molta attenzione: — Significa, che allo scopo di ricordare ciò che ero, devo… dimenticare cosa sono?
— Purtroppo è proprio così. Ci dispiace molto. Comunque la perdita di una personalità sostitutiva di breve durata è, benché spiacevole, un prezzo non troppo elevato da pagare per rientrare in possesso di una mente qual è stata la tua e per potere portare a termine la tua missione tra le stelle, tornando nella tua patria con la conoscenza di ciò che così eroicamente sei venuto a cercare.
Nonostante il bisbiglio rauco e insolito, Abundibot parlava altrettanto speditamente che con la telepatia; le parole gli uscivano una dietro l'altra e Falk ne coglieva il significato, se pur lo coglieva tutto, solo dopo tre o quattro parole… — Poter portare a termine? — ripeté, sentendosi vuoto e guardando Orry come in cerca di aiuto. — Significa che mi manderesti, ci manderesti indietro… su quel pianeta da cui si suppone che io venga?
— Noi riteniamo un onore e solo l'inizio della riparazione che ti è dovuta darti un'astronave a velocità della luce perché tu possa tornare su Werel.
— La mia patria è su questa Terra — replicò Falk con improvvisa violenza. Abundibot tacque. Un minuto dopo parlava al ragazzo: — Werel è comunque la mia, prech Ramarren — disse con aria pensosa, — e io non posso tornarci senza di te.
— Perché no?
— Non so dove si trovi. Ero un bambino. La nostra nave è andata distrutta, i computer di rotta sono saltati assieme a tutto il resto quando ci hanno attaccati. Non posso rifare i calcoli del percorso!
— Ma a costoro non mancano certo le navi a velocità della luce, né i calcolatori di rotta! Cosa vuoi dire? Tutto quello che ti serve sapere è attorno a che stella ruoti Werel.
— E io non lo so.
— È un controsenso. — Falk, eccitato da una crescente incredulità, montò su tutte le furie. Abundibot sollevò la mano in un gesto di strana potenza.
— Lascia che il ragazzo si spieghi, Agad Ramarren — sussurrò.
— Spieghi che non sa il nome del sole del suo pianeta?
— È vero, prech Ramarren — disse Orry debolmente col volto paonazzo. — Basterebbe che tu fossi in te e lo sapresti senza dovertelo far dire. Ero nella mia nona fase lunare, era ancora al Primo Livello. I Livelli… Bé, si può dire che la nostra civiltà, in patria, sia diversa da ogni cosa esistente quaggiù. Adesso che la vedo alla luce di ciò che i Signori cercano di fare qui, gli ideali democratici, mi rendo conto che per certi aspetti é arretrata. Comunque, ci sono i Livelli che tagliano orizzontalmente tutti gli Ordini e ranghi, dando origine alla Armonia Fondamentale del prechnoye… non so come dirlo in Galaktika. Sapere, immagino. A ogni modo ero al Primo Livello dato che ero un bambino, mentre tu eri all'Ottavo Livello e Ordine. Per ogni Livello ci sono cose che non si imparano, cose che vengono dette, che non possono venir dette o capite, finché non vi puoi partecipare. Al di sotto del Settimo Livello, credo, non si impara il Nome Vero del Mondo, o il Nome Vero del Sole… sono soltanto il mondo, cioè Werel, e il sole, praham. I Nomi Veri sono quelli vecchi, si trovano nell'Ottava Analettica dei Libri di Alterra, i libri della Colonia. Sono in Galaktika, per cui avrebbero anche un significato per i Signori di quaggiù. Ma non glieli so dire, perché non li sapevo; tutto quello che so è "sole" e "mondo" ma ciò non mi può riportare a casa, né tantomeno tu, se non ricordi quello che sapevi! Quale sole? Quale mondo? Oh, devi lasciare che ti ridiano la memoria, prech Ramarren! Non vedi?
— Come attraverso un vetro — disse Falk. — Oscuramente.
E assieme alle parole del Canone di Yaweh ricordò immediatamente, sicuro e vivido in mezzo alla sua mente frastornata il sole smagliante sulla Radura, splendente contro i balconi battuti dal vento dove si appoggiavano i rami del pergolato nella Casa della Foresta. Allora non era venuto fin qui per imparare il suo nome, ma il nome del sole, il vero nome del sole.
8
Lo strano e visibile Consiglio dei Signori della Terra era terminato. Nel separarsi da lui Abundibot gli aveva detto. — La scelta sta a te: restare Falk, nostro ospite sulla Terra, oppure rientrare in possesso di quanto ti spetta e portare a termine il tuo destino come Agad Ramarren di Werel. Vogliamo solo che tu faccia la tua scelta in piena consapevolezza. Restiamo in attesa di una tua decisione, cui ci atterremo. — Poi rivolto a Orry: — Porta in giro liberamente per tutta la Città il tuo concittadino, Har Orry e fammi sapere tutto ciò che tu o lui desiderate. — La porta scorrevole che stava alle spalle di Abundibot si aprì ed egli vi passò attraverso: la sua alta e massiccia figura svanì così all'improvviso fuori della porta che sembrò fosse stata spazzata via tutto d'un tratto. Era stato lì in carne ed ossa, oppure era stata solo una proiezione? Falk non ne era sicuro. Si chiese se avesse mai visto veri Shing, o solo ombre e immagini di Shing.
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