Ursula Le Guin - Città delle illusioni

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— Sono un'infinità… migliaia e migliaia che s'incontrano nel Consiglio della Terra; a me l'ha detto il Signore Abundibot. E sono sparsi su tutto il pianeta, in molti luoghi, benché l'unica citta sia Es Toch. Quello di adesso è Ken Kenyek.

Era cessato il ronzio delle voci impersonali e sullo schermo era comparso un nuovo viso, un viso d'uomo, con una pelle mortalmente bianca, capelli neri, occhi slavati. — Agad Ramarren, siamo riuniti in Consiglio, e anche tu vi partecipi, perché ti sia possibile portare a termine la tua missione sulla Terra e, se lo desideri, tornare alla tua casa. Il Signore Pelleu Abundibot parlerà con te.

La parete si liberò improvvisamente, tornò del suo normale verde traslucido. L'uomo alto che stava dall'altra parte della stanza lo guardava fisso. Le labbra non si mossero, ma Falk lo udì parlare, e non con un sussurro, ma chiaramente, anzi con singolare chiarezza. Non poteva credere che fosse telepatia, eppure non poteva essere altro. Completamente priva di carattere e timbro, che sono la personificazione di una voce, questa era comprensibilità pura e semplice, ragione che si rivolge alla ragione.

— Parliamo con la mente perché tu senta solo verità. Non é vero, infatti, che noi che ci chiamiamo Shing, o alcun altro uomo, possa cambiare o dissimulare la verità nel discorso paraverbale. La Menzogna che gli uomini attribuiscono a noi è essa stessa una menzogna. Ma se preferisci comunicare verbalmente, allora fallo e noi ci adegueremo.

— Non ho alcuna particolare capacità nella comunicazione telepatica — disse forte Falk dopo una pausa. La sua viva voce suonò rumorosa e rozza dopo il brillante contatto mentale, così silenzioso. — Ma vi sento abbastanza bene. Non chiedo la verità. Chi sono mai io per chiedere la verità? Ma vorrei sentire quel che vuoi dirmi tu.

Il giovane Orry pareva attonito. Il viso di Abundibot non espressse proprio nulla. Evidentemente era sintonizzato sia con Falk sia con Orry (un fatto assai raro, per l'esperienza di Falk) perché Orry era in ascolto quando riprese la comunicazione telepatica.

— Gli uomini ti cancellarono la mente, quindi ti insegnarono quello che volevano farti sapere, quello che volevano tu credessi. E così ti insegnarono a non fidarti di noi. Temevamo che fosse andata così. Ma chiedi ciò che vuoi, Agad Ramarren di Werel; risponderemo tutta la verità.

— Quanto sono rimasto qui?

— Sei giorni.

— Perché dapprincipio vi siete presi gioco di me e mi avete drogato?

— Cercavamo di risvegliare la tua memoria. Non ci siamo riusciti.

"Non credergli, non credergli" si ripeté Falk con tanta foga che indubbiamente lo Shing, se aveva appena qualche capacità empatica, ricevette il messaggio chiaramente. Ma non gli interessava. Si doveva stare al gioco e a modo loro, perché tutte le regole erano loro a farle, e conoscevano le mosse. Ma la sua inettitudine non interessava. Interessava invece la sua onestà. Ora credeva ciecamente un'unica cosa: che non si può imbrogliare un uomo onesto, che la verità, se il gioco è condotto equamente fino alla fine condurrà alla verità.

— Dimmi perché mai dovrei fidarmi di te. — chiese.

Riprese la telepatia, pura e chiara come una nota musicale prodotta elettronicamente, mentre il mittente Abundibot, lui, e Orry, stavano immobili come pedine di scacchi.

— Quelli che tu chiami Shing sono uomini anch'essi. Siamo Terraniani, nati su questa Terra da schiatta umana, come lo fu il tuo antenato Jacob Agat della Prima Colonia su Werel. Gli uomini ti hanno insegnato quel che pensano della storia della Terra nei dodici secoli dalla fondazione della Colonia su Werel. Ora noi… altrettanto uomini… ti insegneremo quello che sappiamo noi.

"Nessun Nemico venne mai da stelle lontane ad attaccare la Lega di Tutti i Mondi. La Lega fu distrutta dalla rivoluzione, dalle guerre civili, dalla sua stessa corruzione, dal militarismo, dal despotismo. Su tutti i mondi divampavano rivolte, ribellioni, usurpazioni; dal Mondo Primigenio vennero rappresaglie che misero a ferro e fuoco i pianeti riducendoli a deserti. Le astronavi a velocità della luce non si azzardarono più a uscire in cerca di un futuro tanto rischioso; soltanto le FTL, le navi-missile, le bombe mondo-dirompenti. Non fu distrutta la Terra, ma metà della gente, le città, le astronavi, le trasmittenti istantanee, i documenti, la cultura… tutto in due terribili anni di guerra civile tra i Fedeli e i Ribelli, armati entrambi con gli inenarrabili armamenti sviluppati dalla Lega per combattere un nemico alieno.

"Alcuni disperati uomini della Terra, che si trovarono per un momento padroni della situazione, ma consapevoli dell'inevitabilità di ulteriori contro-rivoluzioni, distruzioni e rovine, utilizzarono una nuova arma. Mentirono. Inventarono un nome per se stessi, e un linguaggio, vaghe leggende su una remota dimora d'origine, poi ne diffusero notizia su tutta la Terra, sia tra le loro file che nel campo dei Fedeli; il Nemico era arrivato. La guerra civile era da attribuirsi a nient'altro che al Nemico. Il Nemico s'era infiltrato ovunque, aveva sbaragliato la Lega e guidava la Terra, teneva il potere e stava per portare a termine la guerra. Tutto ciò l'ottennero grazie al più inatteso, sinistro e alieno dei poteri: quello di inventar menzogne.

"Gli uomini accettarono per buona la leggenda. Rispondeva al loro panico, al loro sgomento, alla stanchezza che provavano per tutto ciò che era accaduto. In mezzo a un mondo in rovina, si sottomisero a un Nemico che furono felici di ritenere sovrannaturale, invincibile. Abboccarono alla lusinga della pace.

"E da allora son vissuti in pace.

"Noi di Es Toch narriamo un breve mito: all'inizio il Creatore disse un'immensa bugia. Perché non c'era proprio nulla, ma il Creatore parlò dicendo: «Esiste». Ed ecco, affinché la menzogna di Dio potesse essere la verità di Dio, l'universo cominciò subito a esistere…

"Dato che la pace degli uomini riposa su una menzogna, ci vollero quelli disposti a tenere in piedi questa menzogna. Dato che gli uomini insistevano che era venuto il Nemico e governava la Terra, ci autodefinimmo il Nemico e iniziammo a governare. Non venne nessuno a contestarci quella menzogna, a disturbare la nostra pace. I mondi della Lega sono ora tutti divisi, e finita è l'epoca dei voli interstellari; una volta ogni secolo o giù di lì, viene a schiantarsi quaggiù qualche astronave di mondi lontani, come la tua. Non mancano i ribelli che contrastano il nostro dominio, come quelli che hanno attaccato la tua nave alla Soglia. Cerchiamo di tenerli sotto controllo perché, giusto o sbagliato che sia, ci siamo presi e abbiamo portato per un millennio il fardello della pace umana. Perché dopo aver detto una smisurata bugia, ora dobbiamo mantenere una stretta legalità. Sai qual è la legge che noi… uomini tra uomini… facciamo rispettare: quella Legge che imparammo nell'ora più buia dell'umanità."

La telepatia brillante e atona terminò; era come lo spegnersi di una luce. Nel silenzio simile all'oscurità che seguì, il giovane Orry bisbigliò a chiare lettere: — Rispetto per la vita.

Ancora silenzio. Falk rimane immobile, cercando di non tradire con l'espressione del volto, o magari anche con i pensieri più reconditi la confusione e l'irresolutezza che provava. Era falso tutto ciò che aveva saputo? L'umanità non aveva affatto Nemici?

— Se questa storia è vera — disse alla fine — perché non la racconti apertamente e ne dimostri la verità agli uomini?

— Siamo anche noi uomini — venne la risposta telepatica — Siamo migliaia e migliaia a conoscere la verità. Siamo quelli che dispongono di potere e conoscenza e ce ne serviamo per la pace. In tutta là storia dell'umanità arrivano epoche oscure, e questa è una di quelle, quando la gente comincia a credere che il mondo sia retto da demoni. Nella loro mitologia noi abbiamo la parte dei demoni. Quando incominceranno a sostituire la ragione alla mitologia, saremo lì ad aiutarli; e allora sapranno la verità.

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