…Come preferisci. Volevo solo metterti in guardia.
Sono sorpreso per la differenza fra le immagini che ci facciamo di lei. Tu la vedi come una saccheggiatrice, un vampiro, una bevitrice di anime. La mia impressione è esattamente l’opposta: che sia una ragazza debole, passiva, bisognosa di aiuto, terrorizzata dal mondo. Come possono essere riconciliate?
…Non è necessario che lo siano. Perché l’immagine che io mi faccio di lei non dovrebbe essere diversa dalla tua? Io sono diverso da te. Noi siamo due persone molto diverse.
E se un estraneo dovesse dare una definizione di Lissa basata su quanto noi abbiamo detto?
…Dovrebbe operare delle compensazioni di parallasse, per riconciliare le nostre diverse prospettive.
Ma qual è la vera Lissa? La tua o la mia?
…Entrambe. Lei può essere debole e passiva, e tuttavia anche un mostro e un vampiro.
Ma tu credi che lei cerchi deliberatamente di prosciugare la vitalità delle persone?
…Non è detto che lo faccia deliberatamente, Macy. Forse non si rende neppure conto di quello che fa. Sono sicuro che non se ne è resa conto fino a quando i suoi impulsi non sono diventati troppo intensi per controllarli. Era soltanto una cosa che aveva, una cosa telepatica, un bisogno, una fame. Che ha come effetto collaterale quello di distruggere la gente che veniva in contatto con lei.
Non ho la sensazione che mi abbia distrutto.
…Te la lascio tutta, amico.
Le dieci meno venti. Un altro bicchierino di bourbon. Liscio come l’olio. Un’altra Acapulco Special, lunga e gustosa, nel nuovissimo formato con filtro a ioni negativi. Una piacevole sonnolenza. Forse il corpo smembrato di Lissa è stato ormai sparso nei sei distretti della città. Gli sembra lontana e irreale. Durante gli ultimi dieci minuti si è lasciato scivolare in una disposizione di intensa nostalgia. Una curiosa nostalgia, per la vita che non ha mai vissuto. Meditando sui frammenti di esperienza di Hamlin che sono filtrati in lui attraverso i confini che separano le loro identità. E un desiderio di saperne di più.
Hamlin?
…Sì?
Sarebbe molto difficile integrare interamente i nostri archivi di memorie?
…Non ti seguo. Cosa vuoi dire?
In maniera che io possa avere accesso a tutto quello che ricordi tu, e tu a tutto quello che è successo a me.
…Immagino che non sarebbe difficile.
Io ci sto, se tu ci stai.
…Significherebbe una mescolanza di identità. Non sapremmo più dove finisce uno di noi e dove comincia l’altro. Dopo un po’ ci fonderemmo. Francamente, ti spazzerei via.
Credi?
…Ci sono buone probabilità.
Cosa te lo fa pensare?
…Perché io porterei nella fusione trentacinque anni di esperienza autentica. I tuoi trentacinque anni di ricordi sintetici si sovrapporrebbero come una pellicola di polvere, e dopo un po’ la spazzerei via, lasciando la mia vita vera fusa con i tuoi quattro anni al Centro Riab, con qualche interpolazione dalla tua esistenza artificiale a colorare i ricordi delle cose che ho veramente fatto. Ne emergerebbe un Nat Hamlin in parte inquinato da Paul Macy. È questo che vuoi? Io ci sto, Macy.
Non intendevo una unione così completa. Soltanto uno scambio di banchi memoria.
…Io ho già accesso a quanto ti ha fornito il Centro Riab, per quello che mi può servire.
Ma io non ho alcun accesso al tuo passato, a parte alcune cose che mi sono arrivate mentre ero addormentato. E voglio sapere di più.
…Perché?
Perché sto cominciando a riconoscerti come la mia identità. Perché mi sento escluso da me stesso. Voglio sapere cosa faceva questo corpo, dove ha viaggiato, cosa mangiava, con chi dormiva, cosa significava essere uno psicoscultore. È una necessità che ho sentito crescere nelle ultime due ore. O forse da più tempo. È frustrante sapere di essere stato qualcuno importante, un artista, ed essere completamente tagliato fuori dalla sua vita.
…Ma tu non sei mai stato qualcuno importante, Macy. Io lo ero. Tu non eri nessuno. Il sogno sconcio di un dottore Riab.
Non occorre rigirare il coltello nella piaga.
…Lo ammetti?
Non ho mai negato di essere una costruzione artificiale, Hamlin.
…Allora perché non ti fai da parte e mi lasci usare il tuo corpo?
Te l’ho detto e ripetuto. Il mio passato può anche essere una finzione, ma il mio presente è maledettamente reale, e non intendo rinunciarci.
…Perciò vuoi aggiungere il mio passato al tuo, per dargli una dimensione di realtà. Vuoi continuare a essere Paul Macy, ma vuoi potere pensare che eri anche Nat Hamlin?
Qualcosa del genere.
…Col cazzo, Macy. I miei ricordi sono proprietà personale. Sono tutto quello che ho. Perché dovrei permetterti di ficcarci il naso? Perché dovrei aiutarti a farti sentire più reale?
Le dieci e un quarto. Che silenzio a quest’ora. Non ho cenato, e neanche me ne sono accorto. Ho sonno. Telefonare alla polizia? Domani, forse. Deve essere tornata a casa sua. Mmmm. Mmmmmm.
…Ho una nuova proposta da farti.
Eh? Huh?
…Sveglia, Macy.
Che c’è?
…Voglio parlarti. Stavi sonnecchiando.
Okay. Parla, ti ascolto.
…Facciamo un accordo. Dividiamoci il corpo alternativamente. Prima lo comandi tu, poi io, poi tu ancora, poi io ancora, e così via. Sotto l’identità di Paul Macy, naturalmente, per non avere difficoltà legali.
Vuoi dire che ci scambiamo posto ogni giorno? Lunedì, mercoledì, venerdì tocca a me, martedì, giovedì, sabato a te, e domenica facciamo conversazione?
…Non esattamente. Tu hai bisogno del corpo quattro giorni alla settimana per il lavoro, giusto? In questi quattro giorni è tuo. Il sabato, la domenica e le vacanze è mio. La sera dei giorni feriali ce lo dividiamo in maniera da averlo un po’ per uno. Possiamo trovare degli accordi per scambiarci il tempo in caso di necessità particolari.
Non vedo perché dovrei darti alcun tempo, Hamlin. Il tribunale ha concesso il tuo corpo a me.
…Ma io ci sono ancora dentro. E sono pronto a darti una montagna di fastidi se non mi permetti di prendere il controllo per un po’ di tempo.
Vuoi che ti ceda metà della mia vita con le minacce.
…Voglio che tu sia sensato e collabori, ecco tutto. Puoi andare avanti tranquillamente se comincio a farti degli scherzi al sistema nervoso? Ti piace essere tormentato? Posso renderti la vita un inferno, Macy. E quanto a me? Devo essere condannato a restare rinchiuso qui dentro, con i miei doni? Ascolta, anche se controlli il corpo per metà del tempo, sono sempre tre giorni e mezzo la settimana più di quanto il fato avesse stabilito. Secondo giustizia non dovresti affatto essere qui. Dunque perché non accettare un ragionevole compromesso? Per metà del tempo sarai te stesso, e potrai fare qualsiasi fottuta cosa ti piacerà. Per l’altra metà rinuncerai alla tua autonomia e ti limiterai a fare da spettatore, mentre io mi occupo dei miei affari. Scolpire, scopare, mangiare, quello che ho voglia di fare. Entrambi ne trarremmo vantaggio. Io potrò vivere ancora, in parte, e tu sarai libero dal fastidio di avermi continuamente fra i piedi.
Be’…
…Un altro incentivo. Ti darò libero accesso al mio patrimonio di ricordi. Quello che mi chiedevi poco fa. Potrai scoprire chi eri veramente, prima di essere te stesso.
Vade retro, Satana!
…Mi vuoi dire cosa non ti va in questo maledetto affare?
Niente. Solo che mi tenta troppo, ecco tutto.
…E allora perché non accetti?
Un momento di inquietudine, mentre soppesava i pro e i contro, meditava, rimuginava. Sbatteva un sacco le palpebre. Consapevole di avere la testa troppo annebbiata per un negoziato così pericoloso. Perché cedere un pezzo della sua vita a un criminale condannato? Non era meglio combattere, cercare di espellere definitivamente Hamlin, spezzare la sua presa una volta per tutte? Forse non posso. Forse quando arriverà il momento decisivo, sarà lui a espellermi. Forse è più sensato accettare un condominio. Però… un’improvvisa ondata di sospetto…
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