Ela deglutì al ricordo di tutte le scene di quel genere, che sembravano sommarsi in una sola. Se soltanto fossero finite lì, sarebbero state sopportabili. Ma Miro infine se ne andava, loro si mettevano a tavola di cattivo umore, e…
Rapida come un serpente, sorella Esquecimiento si girò; le unghie delle sue dita si affondarono nel polso di Grego. All’istante il bambino lasciò cadere il cacciavite. Il suo scopo era di farlo tintinnare sul pavimento, tanto per chiasso. Ma sorella Esquecimiento non era meno astuta di lui, e con l’altra mano fu svelta ad afferrare l’utensile al volo. Grego sogghignò. Voltandosi la donna s’era piegata di lato, ed era sul punto di perdere l’equilibrio. Ela intuì quel che stava per succedere, ma non fece in tempo ad impedirlo: Grego si attaccò a un braccio di lei con tutto il suo peso, facendole sbattere con violenza i denti sull’orlo dello schienale.
Coprendosi la bocca insanguinata con una mano, sorella Esquecimiento si alzò, zitta e con gli occhi sbarrati, quindi uscì nel passaggio centrale, si segnò in fretta con l’altra mano e corse via. Grego riprese il suo lavoro di demolizione.
Papà è morto , ricordò Ela a se stessa. Quelle parole suonavano come una musica nella sua mente. Papà è morto, sì, però è come se fosse ancora qui, perché ha lasciato dietro di sé questa piccola mostruosa eredità. Il veleno che ha messo dentro di noi sta sempre traboccando, e forse finirà per ucciderci tutti. Quando è morto, il suo fegato era lungo soltanto otto centimetri e la milza non è stata neppure trovata. Strani organi grassi erano cresciuti al loro posto. Una malattia senza nome. Il suo corpo era degenerato, come un edificio su cui fosse al lavoro un architetto improvvisamente impazzito. E quella degenerazione continua a vivere nei suoi figli. Non nel nostro corpo, ma nell’anima. Noi esistiamo al posto di veri esseri umani normali, ci credono tali, ne abbiamo perfino la forma. Però ognuno di noi, ciascuno in modo diverso, è stato sostituito da un’imitazione di essere umano fatta di quelle putride, distorte escrescenze grasse che crescevano nell’anima di Papà.
Forse sarebbe stato diverso se Mamma avesse cercato di fare del suo meglio. Ma tutto ciò che a lei importa sono i suoi microscopi, e i cereali geneticamente mutati o qualunque cosa sia quello su cui sta lavorando.
— … il cosiddetto Araldo dei Defunti! Ma uno soltanto è Colui che può parlare per le anime trapassate, ed è il Sagrado Cristo!
Le parole di monsignor Peregrino richiamarono la sua attenzione. Cosa stava dicendo su un Araldo dei Defunti? Non poteva esser venuto a sapere che lei ne aveva richiesto uno…
— … e la legge ci domanda di trattarlo con cortesia. Ma non certo con fiducia e credulità! La Verità non può essere trovata fra le speculazioni e le ipotesi di uno scettico di professione, bensì soltanto negli insegnamenti millenari di Madre Chiesa. Così, quando quest’uomo camminerà fra di voi, non negategli la vostra parola amichevole, ma tenete ben chiuso il cuore alla sua voce!
Perché mai stava dando quell’avvertimento? Il pianeta più vicino era Trondheim, a ventidue anni-luce di distanza, e c’erano ben poche probabilità che vi fossero degli Araldi fra quei protestanti incalliti. Sarebbero occorsi decenni prima che un Araldo arrivasse, se mai ne fosse arrivato uno. Si piegò davanti a Quara per sussurrare a Quim ( lui doveva aver sentito): — Che stava dicendo di questo Araldo dei Defunti?
— Se tu ascoltassi il sermone, lo sapresti da sola.
— Se non me lo dici, giuro che ti faccio mangiare il rosario.
Quim sbuffò, per mostrarle che non temeva le sue minacce. Ma invece le temeva, così rispose: — Se proprio vuoi saperlo, ha detto che qualche poco di buono senza fede ha chiamato qui un Araldo, al tempo in cui il primo xenologo morì. Arriverà oggi pomeriggio… è a bordo della navetta, e il sindaco è già fuori per aspettarlo all’atterraggio.
Ela non se l’era aspettato, e non lo desiderava neppure. Il computer non le aveva detto che un Araldo era già in viaggio. Quello richiesto da lei avrebbe dovuto giungere soltanto da lì a molti anni, per dire la verità sul mostro chiamato padre che aveva finalmente graziato la sua famiglia cadendo morto. E quella verità, come una luce, avrebbe illuminato e purificato il loro passato. Ma suo padre era morto troppo di recente perché si potesse parlare di lui adesso. I suoi tentacoli emergevano ancora dalla sua tomba, sempre troppo vivi, troppo conficcati nei loro cuori.
L’omelia finì, e dal pulpito il vescovo diede l’ ite, missa est. Lei afferrò saldamente Grego per mano, tanto per assicurarsi che non mollasse una sberla a qualche altro ragazzino mentre si avviavano all’uscita. Quim una volta tanto si rendeva utile: aveva preso con sé Quara, che come al solito fra la gente che non conosceva si congelava in un’immobilità catatonica. Olhado aveva riacceso i suoi occhi e nell’uscire si guardava attorno, chiedendosi quali fanciullette sensibili il suo sguardo elettronico quel giorno avrebbe fatto inorridire. Ela si segnò davanti alle statue dei due Os Venerados, i suoi da lungo tempo morti e beatificati nonni. Non siete fieri di avere dei nipoti amabili come noi?
Prima di arrivare alla porta Ela notò che Grego sogghignava, e trasalì: il bambino aveva in mano quella che era senza dubbio la scarpa di un suo coetaneo. In silenzio pregò che l’altro fosse uscito da quell’incontro senza versare sangue. Tolse la scarpa a Grego e la depose davanti a un altare, dove le candele brillavano in onore della Vergine che aveva salvato la colonia dalla Descolada. Chiunque la stesse cercando, lì l’avrebbe vista.
Il sindaco Bosquinha era d’umore abbastanza socievole, mentre la sua auto sorvolava i terreni incolti che separavano la zona d’atterraggio dalla città di Milagre. Indicò a Ender la mandria di cabras semi-domestici, una specie indigena che forniva fibre tessili, spiegando che la loro carne era però inassimilabile dall’organismo umano.
— E i maiali possono nutrirsene? — s’informò lui.
L’anziana donna inarcò un sopracciglio. — Non sappiamo molto dei maiali.
— Sappiamo che vivono nella foresta. Non escono mai sulla pianura?
Lei scosse le spalle. — Noi lasciamo che di questo se ne preoccupino i framlings.
Per un attimo il sentirla usare quel termine stupì Ender. Ma naturalmente l’ultimo libro di Demostene era stato pubblicato ventidue anni prima, e distribuito via ansible sui Cento Mondi. Utlanning framling raman e varelse erano parole certo ormai entrate a far parte dello stark, e probabilmente non dovevano sembrare affatto nuove a Bosquinha.
Fu però la sua mancanza di curiosità verso i maiali a farlo sentire a disagio. Era inconcepibile che la gente di Lusitania non si preoccupasse degli indigeni; loro erano la ragione dell’esistenza dell’alto e lunghissimo recinto che nessuno, salvo gli zenador, poteva oltrepassare. No, decise, non era indifferente all’argomento: lo stava evitando. Se fosse perché i maiali assassini erano un punto troppo dolente, o perché non si fidava di un Araldo dei Defunti, lui non poté capirlo.
Giunti sulla cresta di una collinetta la donna fermò la macchina, che si abbassò morbidamente sui pattini. Sotto di loro un largo fiume si apriva sinuosamente la strada fra le alture erbose, e al di là di esso se ne levavano altre, completamente ricoperte di vegetazione arborea. Sulla riva opposta del fiume molte belle casette di mattoni, intonacate in gesso e dai tetti in tegole rosse, offrivano lo spettacolo di una linda e operosa cittadina piacevolmente all’antica. Sulla riva più vicina erano sparse numerose fattorie, i cui campi lunghi e stretti confinavano con l’altura su cui sedevano Ender e Bosquinha.
Читать дальше