Odeen sembrò irritato, come se trovasse imbarazzante il fatto che Dua non riconoscesse quel Duro. Ma a lei la cosa non importava.
Il Duro chiese ancora a Tritt: — Che cos’hai portato via dalle caverne più profonde?
Tritt rimase zitto.
Il Duro insisté, senza agitarsi: — Sappiamo che hai preso qualcosa. Vogliamo sapere se sai che cos’era. Potrebbe essere molto pericoloso.
Tritt rimase ancora zitto, e Losten s’intromise, dicendo con più gentilezza: — Per favore, Tritt, dillo. Sappiamo che sei stato tu, e non vorremmo doverti costringere.
Allora Tritt borbottò: — Ho preso una palla di cibo.
— Ah. — Questo era il primo Duro. — E che cosa ne hai fatto?
Tritt esplose: — Era per Dua! Lei non voleva mangiare. Era per Dua!
Dua guizzò e si riaddensò per lo sbalordimento.
Il Duro si girò immediatamente verso di lei. — Tu ne sapevi niente?
— No!
— Nemmeno tu? — Questa era per Odeen.
Tanto immobile che pareva congelato, Odeen rispose: — No, Duro signore.
Per qualche istante l’aria fu impregnata dalle spiacevoli vibrazioni dei Duri che parlavano tra loro, ignorando la triade.
Sia che le sue sedute di stropicciamento con la roccia l’avessero resa più percettiva, sia che fosse la recente tempesta di emozioni ad acuire la sua sensibilità — lei non lo sapeva e non si sognava nemmeno di perdere tempo ad analizzare la faccenda — Dua riuscì ad afferrare zaffate, non di parole, ma di comprensione…
I Duri si erano accorti del furto qualche tempo prima. Con calma, avevano fatto le loro ricerche che, sia pure con riluttanza, li avevano condotti ai Morbidi come possibili colpevoli. Avevano continuato a indagare e alla fine erano giunti alla triade di Odeen, con riluttanza anche maggiore. (Perché? Questo Dua non lo percepì.) Tutto considerato, secondo loro Odeen non poteva avere commesso la stupidaggine di rubare e Dua non ne aveva affatto la propensione. A Tritt non avevano proprio pensato.
Poi il Duro che fino a quel momento non aveva detto una parola ai Morbidi si era ricordato di avere visto Tritt nelle caverne dei Duri. (Certo, pensò Dua, Era stato il giorno in cui lei era entrata nella roccia per la prima volta. Anche lei aveva sentito Tritt. E se lo era dimenticato.)
Era sembrata a tutti una cosa estremamente improbabile, ma alla fine, dato che nessun’altra soluzione era possibile e che il passare del tempo rendeva la situazione sempre più pericolosa, erano andati personalmente da loro. Avrebbero voluto potersi consultare con Estwald, ma questi non era reperibile fin da prima che i sospetti si appuntassero su Tritt.
Dua captò tutte queste notizie in un attimo, quindi si girò verso Tritt, sentendosi insieme piena di meraviglia e oltremodo offesa.
Con ansia, Losten stava vibrando che non era successo niente d’irreparabile, che Dua stava bene e che, in definitiva, ne era risultato un esperimento utile. Il Duro al quale Tritt aveva parlato era d’accordo, mentre l’altro, il primo, emanava ancora preoccupazione.
E intanto Dua rivolgeva la sua attenzione non solo a loro ma anche a Tritt.
Il primo Duro chiese: — Dov’è adesso la palla di cibo, Tritt?
Tritt gliela mostrò.
Era nascosta bene e i collegamenti con gli elettrodi erano rozzi ma efficienti.
Il Duro chiese ancora: — Hai fatto tutto da solo, Tritt?
— Sì, Duro signore.
— Come facevi a sapere come fare?
— Ho guardato bene com’era fatto nelle caverne dei Duri. E l’ho rifatto esattamente com’era là.
— Non sapevi che avresti potuto fare del male alla tua congiunta mediana?
— Non ho fatto del male… Io non volevo… Io… - Per un momento Tritt non fu capace di parlare. Riprese: — Non era per farle del male. Era per farla mangiare. L’ho messa in modo che finisse nel suo alimentatore e ho anche decorato l’alimentatore. Volevo che lei lo provasse, e lo ha fatto. Ha mangiato! Per la prima volta dopo tanto tempo ha mangiato bene. E ci siamo fusi. — S’interruppe, poi concluse, quasi gridando tanto grande era la sua agitazione: — E aveva anche abbastanza energia per dare inizio a una piccola Emotiva. Ha preso il seme da Odeen e lo ha passato a me. Mi sta crescendo dentro, adesso. Una piccola Emotiva sta crescendo dentro di me!
Dua era ammutolita. Barcollò, poi si precipitò verso la porta con movimenti tanto rapidi e convulsi che i Duri non fecero in tempo a scansarsi. Urtò l’appendice di quello che era davanti, l’attraversò passando in profondità, poi scappò via con un aspro lamento.
L’appendice ricadde, inerte, e l’espressione del Duro si contorse per il dolore. Odeen fece il gesto di aggirarlo per seguire Dua, ma il Duro disse, con una certa difficoltà: — Lasciala andare, per adesso. È già stato fatto sufficiente danno. Ce ne occuperemo noi.
Odeen si ritrovò a vivere in un incubo. Dua se n’era andata. Poi se n’erano andati i Duri. Solo Tritt era ancora lì, silenzioso.
Come mai era successa una cosa simile?, pensò, torturato. Come aveva fatto Tritt a trovare da solo la strada per scendere nelle caverne dei Duri? Come aveva fatto a portare via una batteria di accumulatori caricati alla Pompa Positronica e costruiti appositamente per cedere le radiazioni in una forma molto più concentrata di quella della luce solare, e poi avere il coraggio di…
Lui, Odeen, non avrebbe avuto il coraggio di correre quel rischio. Dove l’aveva trovato, Tritt, il goffo e ignorante Tritt? Oppure era fuori del comune anche lui? Odeen, il Razionale geniale; Dua, l’Emotiva curiosa… e Tritt, il Paterno coraggioso?
Chiese: — Come sei riuscito a farlo, Tritt?
Tritt replicò, accalorato: — E cos’ho fatto? Le ho dato da mangiare. L’ho nutrita meglio di quanto lei si sia mai nutrita da sola. E così, finalmente, abbiamo iniziato una piccola Emotiva. Non avevamo aspettato abbastanza? Avremmo aspettato in eterno, se fosse stato per Dua!
— Ma non capisci, Tritt? Avresti potuto farla star male. Non era la solita luce del Sole. Era una fonte sperimentale di radiazioni, che avrebbero potuto essere troppo concentrate e quindi pericolose.
— Non capisco quello che dici, Odeen. Come poteva farle male? Io ho assaggiato quella specie di cibo che i Duri avevano fatto una volta. Aveva un gusto cattivo. Anche tu l’hai assaggiato, no? Era semplicemente disgustoso, ma non ha fatto male a nessuno dei due. Però era così cattivo che Dua non lo avrebbe neanche toccato. Poi sono capitato su quella palla di cibo. E aveva un gusto ottimo. Ne ho mangiato un po’. Delizioso. Quello che è delizioso non può far male. Hai visto, Dua l’ha mangiato. E le è piaciuto. Così la piccola Emotiva ha avuto inizio. In che cosa, secondo te, io avrei sbagliato?
Odeen rinunciò a farsi capire. Disse invece: — Dua si è molto arrabbiata.
— Le passerà.
— Ne dubito. Tritt, lei non è uguale alle solite Emotive. È per questo che è tanto difficile vivere insieme a lei, ma è anche tanto meraviglioso quando ci si riesce. Può darsi che adesso non voglia più fondersi con noi.
I contorni di Tritt erano solidissimi e con tutte le superfici piane. Dopo un po’ disse: — Be’, e allora?
— Come, e allora ? E sei tu a dirlo! Vuoi smetterla con la fusione?
— No, ma se lei non vuole, non vuole. Io ho il mio terzo bambino e il resto non m’importa. So tutto dei Morbidi dei tempi andati. Loro avevano anche due triadi di bambini, qualche volta. Ma a me non importa. A me ne basta una.
— Ma, Tritt, non ci si fonde solo per dare inizio ai bambini!
— E per cos’altro? Una volta ho sentito che dicevi che dopo una fusione imparavi più in fretta. Be’, imparerai più adagio. A me non importa. Io ho il mio terzo bambino.
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