La leggera imbarcazione stava aspettando. Dai gettò a bordo le scope, vi posò le bottiglie con ogni cautela, e poi si issò a bordo, faticosamente; per poco non perse i sensi, ma l'acqua era gelida, e finalmente riuscì a salire, gettandosi a faccia in giù sul legno bagnato. E allora perse i sensi. Con un ultimo calcio in direzione della porta, riuscì a far muovere la barca, che si allontanò galleggiando.
Richard Hillary camminava, in un crepuscolo più scuro, a dieci metri da una strada rumorosa di macchine. Le auto si muovevano lentamente, quasi a contatto di parafango, in tre corsie vicinissime, e così non c'era posto per il traffico che veniva dalla direzione opposta. Era inutile tentare di ottenere un passaggio, perché le automobili erano tutte cariche di passeggeri… e se un posto vuoto fosse apparso, sarebbe stato conquistato subito da qualcuno che ne aveva più evidenti diritti, o semplicemente da qualcuno più vicino alla strada. Inoltre, lui camminava quasi più rapidamente delle automobili, e certamente più in fretta della maggior parte dei pedoni.
Automobili e gente a piedi, e lui era a qualche distanza da Uxbridge, e si dirigeva a nord-est. Era stato un sollievo, quando il sole abbacinante era tramontato, benché ogni segno del passar del tempo facesse ancor più affrettare i pedoni, e gremisse ancor più di macchine la strada.
In vita sua, Richard non aveva mai sperimentato un tale disastro rivoluzionario, né direttamente, né nello scorrere degli eventi intorno a lui… neppure ai tempi dei bombardamenti, che ricordava confusamente nelle nebbie dell'infanzia… e tutto in sei ore. Prima, la corriera che si era diretta a nord, per sfuggire alla piccola inondazione di Brentford… il brontolio del conducente alle proteste dei passeggeri, rotto soltanto da un reiterato «Ordine della Polizia Stradale!»… notizie radiofoniche di grandi inondazioni nel cuore di Londra, del disco volante americano avvistato nella Nuova Zelanda e in Australia, e chiamato «un pianeta»… la radio ammutolita da scariche di statica, proprio mentre qualcuno aveva cominciato a recitare un elenco di «direttive ai civili»… gente che si domandava, freneticamente, come mettersi in contatto con le famiglie, e lui che si sentiva per metà ferito, e per metà sollevato, al pensiero che nel suo caso non c'era nessuno che contasse davvero. Poi la corriera che si fermava al West Middlesex Hospìtal, con l'informazione che era stata requisita per trasportare i pazienti… altre proteste senza esito… il consiglio di andare a nord-ovest a piedi, «lontano dall'acqua»… il rifiuto di credere… un breve vagabondaggio tra i prati di una nuova università… automobili, e profughi pallidi come cenci lavati che venivano in sempre più gran numero da est… l'elicottero che seminava volantini… un volantino ancora fresco d'inchiostro, che diceva semplicemente, « Tutti gli abitanti del Middlesex Occidentale vadano sulle colline Chiltern. Acqua alta prevista per le due dopo mezzanotte. » Finalmente, unendosi a una carovana di viaggiatori che andavano a nord-ovest, e che ingrossava sempre di più… lui era diventato un componente di una folla attonita e frettolosa.
Richard giudicò di essere in cammino ormai da due ore. Era stanco; teneva la testa bassa, lo sguardo fisso sulle scarpe infangate. C'erano segni evidenti d'inondazioni recenti, in una distesa di terreno più basso, che avevano appena superato: pozzanghere torbide ed erba sporca e appiattita. Non aveva un'idea precisa sul luogo in cui si trovava, tranne il fatto che aveva passato già da tempo Uxbridge, e aveva attraversato la Coine e il Grand Junction Canal, e che lontano, davanti a lui, già poteva vedere le colline.
Il crepuscolo era stranamente livido. Per poco non si scontrò con un gruppo di persone che si erano fermate, e a occhi sbarrati guardavano qualcosa in alto, sopra la testa di Richard. Si voltò a sua volta, per vedere quale fosse il motivo di tanto interesse e lassù, basso sull'orizzonte orientale, egli vide finalmente l'agente della loro sciagura, grande almeno quanto la Luna doveva sembrare grande in sogno. Era quasi tutto giallo, ma con una larga sbarra purpurea che scendeva dal centro, e dalle estremità della sbarra due braccia purpuree, che si curvavano per formare una grande D. Pensò, D come disastro, D come dramma, D come distruzione. Quell'oggetto poteva essere un pianeta, ma non sembrava bello… sembrava un emblema minaccioso, come quelli che si potevano vedere in una fabbrica di bombe.
Si ritrovò a pensare a tante cose… in quale sicurezza la Terra aveva ruotato in tutta la sua solitudine, per milioni di anni, come una casa nella quale non giungono mai degli estranei, e quanto precaria fosse sempre stata in realtà quella solitudine. Quando la gente rimane sola per troppo tempo, diventa eccentrica, ed egoista, e abitudinaria… questo pensiero lo colpì, e non voleva andarsene.
Ma perché , pensò, rabbiosamente, Perché, quando infine dagli estremi limiti dell'universo giunge un intruso mortale, esso non sembra altro che uno stupido annuncio pubblicitario, una lampada circolare su di un cartellone invisibile?
Poi lo scintillare di un pensiero, giunto in ritardo: D come Dai. Ricordò in quel momento che le maree, alla foce dell'Avon, raggiungevano un'altezza di dodici metri, con la luna piena, e fuggevolmente si domandò cosa stesse facendo in quel momento il suo amico.
Dai Davies riprese i sensi, intirizzito paurosamente, e con la bocca sul legno. Riuscì ad appoggiare i gomiti sul legno… facendolo rollare, con quel movimento, e rendendosi conto di essere su una fragile imbarcazione… e a sollevare il viso dal legno, appoggiandolo sulle mani. Sopra il parapetto egli vide soltanto la nera pianura del Canale di Bristol, gonfia di acque silenziose, con alcune luci remote e piccole, che avrebbero potuto essere Monmouth o Glamorgan o Somerset, o le luci d'imbarcazioni, solo che era difficile distinguerle dal riverbero di stelle rade e fievoli.
Sentì sul petto il freddo cilindro di una bottiglia. L'aprì e bevve un sorso di Scotch. Non lo riscaldò, ma parve dargli un po' di vita. La bottiglia gli scivolò dalle mani, e cadde gorgogliando. La sua mente non stava ancora funzionando. Tutto quello che entrava era il pensiero che il Galles doveva essere sotto di lui, compresa la Stazione Sperimentale di Energia delle Maree della Severn. La prima parte di quel pensiero gli ricordò frammenti delle poesie di Dylan Thomas, che borbottò confusamente: «Solo le profonde, sommerse campane di armenti e di chiese… Acque scure su ogni campo… Sotto le stelle del Galles, Gridano, Moltitudini di Arche! (Un'arca-fuscello, Noè-Solitario.) Oltre le terre velate d'acqua chiara… e ora i fiori delle inondazioni.»
A intervalli regolari, la fragile imbarcazione sussultava. Dai, laboriosamente, riuscì a concludere che quelle piccole onde potevano essere le ondulazioni morenti delle enormi ondate dell'Atlantico, che risalivano la Manica lottando con la marea. Ma cos'era, cos'era quello che faceva scintillare le piccole creste delle onde, scintille di birra e di liquore, di sangue e d'oro?
Poi le onde fecero girare la barca, ed egli vide, nascente a est, il globo purpureo del Vagabondo, con un drago d'oro ricamato su di esso. Di fronte al drago galleggiava uno scudo d'oro, triangolare. E portato dalla rotazione di quel globo alieno stava giungendo un grosso fuso bianco, a grani, che pareva il bozzolo scintillante di qualche immensa lucciola bianca. Nella mente di Dai filtrarono i ricordi di quelle folli notizie yankee , e forse l'associazione d'idee tra lucciola, lucciola di Luna, Luna gli disse che il fuso era la stessa luna alla quale lui e Dick Hillary avevano augurato la buonanotte quindici ore prima.
Immobile e incapace di parlare, attonito, s'immerse in quella visione per tutto il tempo che poté sopportare. Poi, quando il freddo lo fece tremare convulsamente, e lo scafo girò, portato dalle onde, e muovendosi più velocemente, ora, mentre anche i sussulti si facevano più forti, egli trovò la bottiglia quasi vuota, e bevve un sorso, lentamente, prudentemente. Poi si mosse, faticosamente, fino a quando non riuscì a mettersi a sedere, trovò le due scope, le infilò al posto dei remi che non c'erano, e cominciò a remare.
Читать дальше