Ascoltò attentamente tutto ciò che riguardava la ragazza. I battiti del cuore erano troppo indistinti per essere utili, tranne che come riferimento diretto. Ma c’era qualcosa che tintinnava debolmente nella bisaccia che lei trasportava. Colse gli odori quasi impercettibili di diverse varietà di cibi. Ne aveva radunato una certa quantità e un pezzetto di qualcosa sbatteva, ad ogni passo, contro le pareti della borsa. I deboli «flop» significavano echi, se ascoltava con sufficiente attenzione. Ecco, li poteva sentire adesso… quasi persi in mezzo ai rumori molto più forti provenienti dal resto del mondo. Ma erano tuttavia abbastanza vividi da riportare impressioni udibili di quanto li circondava.
Ora era di nuovo sicuro di sé.
Abbandonarono la riva del fiume, tagliando attraverso la parte posteriore del frutteto della manna, ed erano quasi arrivati all’entrata quando finalmente qualcuno mise in funzione l’apparecchio centrale produttore di echi.
Subito, il giovane colse lo schema completo di alcune deboli impressioni che lo preoccupavano già da qualche battito: una guardia era appena giunta alla sua postazione all’ingresso.
Un attimo dopo, l’uomo dava l’allarme: — Qualcuno sta tentando di uscire! Sono in due!
Jared abbassò la spalla e si lanciò alla carica. Urtò violentemente la sentinella, rovesciandola a terra senza fiato e passandole sopra.
Della lo raggiunse, e corsero nella galleria. La lasciò stare davanti finché arrivarono alla prima curva, e l’oltrepassarono. Poi Jared raccolse due pietre e la precedette.
— Scandagli? — domandò la ragazza, perplessa.
— Certo. Se incontrassimo qualcuno del Livello Inferiore, potrebbe chiedersi perché non li uso.
— Oh, Jared, perché non… no, suppongo sia meglio di no.
— Cosa stavi per dire? — Si sentiva perfettamente a suo agio adesso, con i toni familiari delle pietre che gli riportavano con fedeltà le vere impressioni di tutti gli ostacoli che li fronteggiavano.
— Stavo per proporre di andare nel Mondo dei Veggenti. È quello il mondo cui apparteniamo.
Jared si fermò bruscamente. Il Mondo dei Veggenti! E perché no? Se cercava la diminuzione di qualcosa prodotta dalla «percezione» dei Veggenti, quale posto migliore dove trovarla, di un mondo in cui un’infinità di gente non faceva altro che «percepire»? Ma sarebbe riuscito a cavarsela? Sarebbe riuscito a fingere di essere un Veggente in un mondo pieno di Veggenti… e per di più ostili?
— Non posso abbandonare il Livello Inferiore proprio adesso — decise alla fine.
— L’avevo immaginato. Non ora che si trovano in mezzo a tutti quei guai. Ma più in là, Jared… più in là, ci andremo, vero?
— Più in là.
Della aumentò la stretta sul suo braccio. — Jared! Che succederà se la Ruota manda un messaggero al Livello Inferiore per avvertirli che sei un Veggente?
— Non… — Si interruppe. Aveva iniziato a dire che non ci avrebbero creduto. Ma non era poi tanto sicuro di questo, con il Guardiano che faceva tutto il possibile per suscitare ostilità contro di lui.
Quando raggiunsero il suo mondo, Jared trovò molto strano che non ci fossero più Protettori all’entrata. I suoni nitidi e distinti del generatore centrale gli rivelarono, tuttavia, la presenza di una persona immobile all’imboccatura della galleria. E quando si fu avvicinato di più, ricevette l’impressione riflessa di una forma femminile, con il viso coperto dai capelli.
Era Zelda.
Sentendoli camminare, la ragazza sobbalzò. Poi, nervosamente, li sondò con due scandagli finché non giunsero nel pieno suono del generatore centrale.
— Non potevi certo scegliere un momento meno indicato per portare qui la compagna di Connubio — esordì Zelda in tono di rimprovero, quando ebbe riconosciuto Jared.
— Perché?
— Ci sono stati altri due rapimenti da parte dei mostri — rispose lei. — È per questo motivo che non difendiamo più l’ingresso. Hanno preso uno dei Protettori. Nel frattempo, il Guardiano è riuscito ad aizzare tutto il mondo contro di te.
— Forse posso porre io qualche rimedio a questo — ribatté con rabbia Jared.
— Non credo che tu possa farci più niente. Non sei più Primo Sopravvissuto. Romel ti ha sostituito. — Zelda scoppiò in un accesso di tosse che le fece svolazzare i capelli davanti al viso.
Jared si diresse a grandi passi verso la grotta comune.
— Aspetta — gli gridò dietro la ragazza. — C’è dell’altro. Sono tutti infuriati contro di te. Senti?
Ascoltò in direzione della sezione residenziale. Il Mondo risuonava di colpi di tosse.
— Danno a te la colpa di questa epidemia — spiegò lei, — perché ricordano che sei stato tu il primo a manifestarne i sintomi.
— Jared è tornato — gridò qualcuno nel frutteto.
Un altro Sopravvissuto, che si trovava più lontano, captò l’annuncio e passò parola a un terzo.
Dopo un po’ si sentì un gruppetto di persone che uscivano dal frutteto dove stavano lavorando. Altri abbandonarono le loro grotte e tutti si diressero verso l’entrata.
Jared studiò con attenzione gli echi riflessi e colse le impressioni di Romel e del Guardiano all’avanguardia dell’avanzata. Erano fiancheggiati da numerosi Protettori.
Della gli afferrò un braccio, con ansia. — Forse sarebbe più sicuro se ce ne andassimo subito.
— Non possiamo permettere che Romel l’abbia vinta così facilmente.
Zelda s’intromise con una secca risata. — Se credi che in questo mondo regni la confusione adesso, aspetta a sentire quello che combinerà Romel.
Jared rimase immobile, in attesa dei Sopravvissuti che si stavano avvicinando. Se aveva intenzione di convincerli che Romel e Philar si erano presi gioco di loro per ambizione personale, avrebbe potuto farlo soltanto da una posizione di confidenza e di dignità.
Suo fratello gli si fermò davanti, e l’avverti: — Se hai intenzione di fermarti qui, dovrai fare a modo mio. Sono Primo Sopravvissuto, adesso.
— Gli Anziani hanno già votato? — domandò Jared, calmo.
— Non ancora. Ma lo faranno! — Romel parve perdere un po’ di sicurezza. Fece una pausa per ascoltare e accertarsi di avere ancora il supporto dei Sopravvissuti, che gli si erano raggruppati attorno in semicerchio.
— Nessun Primo Sopravvissuto può essere destituito — recitò Jared, ripetendo la legge, — senza un’udienza plenaria.
Il Guardiano Philar fece un passo avanti. — Per quanto ci riguardava, sei già stato giudicato… davanti a una potenza più giusta di tutti noi… davanti alla Luce Onnipotente stessa!
Un Sopravvissuto gridò: — Ti sei beccato la malattia da Radiazione! E quella viene soltanto dai traffici con Cobalto o Stronzio!
— E l’hai trasmessa a tutti quanti! — aggiunse un altro, tossendo spasmodicamente.
Jared iniziò a protestare, ma venne subito zittito.
E il Guardiano disse con aria severa: — Ci sono soltanto due cause per la malattia da Radiazioni. O tu hai avuto sul serio rapporti con i Diavoli Gemelli, come ha suggerito Romel, oppure il morbo è una punizione dell’Onnipotente per le tue eresie, come invece ritengo io.
Era Jared che stava per perdere la calma, adesso. — Non è vero! Domandate a Cyrus se io…
— I mostri l’hanno rapito il periodo scorso.
— Il Pensatore… scomparso?
Della gli toccò un braccio, sussurrandogli all’orecchio: — Faremmo meglio ad andarcene via di qui, Jared.
Si udirono alcuni battiti di scandagli e rumori di piedi che correvano nella galleria. Jared tese gli orecchi per sentire chi si stava avvicinando.
Dal ritmo dei passi, era chiaro che si trattava di un messaggero. E, quando rallentò, fu evidente anche che l’uomo si era accorto del gruppo di persone immobili sull’entrata. Si fermò; poi venne avanti camminando adagio, e — senza il beneficio delle pietre — si unì a loro.
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