— Pensa che io possa ritrovare la giusta quantità di sincerità?
— Ne sono sicuro… adesso che abbiamo fatto questa chiacchierata. E non ho dubbi che, se la promessa Riunione con la Luce dovesse avvenire durante la tua vita, ti troverà pronto.
Il Guardiano concentrò gli orecchi sull’infinito. — Che periodo meraviglioso sarà, Jared… la Luce tutt’attorno a noi, che tocca ogni cosa, una Costante Comunione con l’Onnipotente che dà all’uomo la conoscenza totale di tutto ciò che lo circonda. E il Buio sarà cancellato per sempre.
Jared passò il resto di quel periodo nella solitudine della sua grotta. Il Connubio, tuttavia, non era il soggetto della sua contemplazione. Rifletteva invece sulle nuove convinzioni che aveva abbracciato, badando bene a non indugiare su pensieri che avrebbero potuto offendere l’Onnipotente.
In quel singolo quarto di periodo rinunciò alla ricerca della Luce e del Buio, negandosi anche qualsiasi rincrescimento per questa decisione. E stabilì che non avrebbe superato mai più la Barriera.
Avendo impiantato con fermezza le nuove convinzioni, si rilassò confidando che tutto sarebbe andato bene… spiritualmente e fisicamente. Era così sicuro di avere fatto la cosa più giusta che non si sarebbe sorpreso affatto nel sentire che le dodici sorgenti essiccatesi avevano ripreso a scorrere di nuovo. Era come se avesse contratto un patto con la Luce.
Stava ancora riaffermando la sua risoluzione quando entrò il Primo Sopravvissuto. — Il Guardiano mi ha appena detto che hai udito il suono, figliolo.
— Sento un sacco di cose che non sentivo prima. — Le parole fervide e calorose bagnavano il volto del padre e riportavano nell’eco l’impressione di un caldo sorriso d’approvazione e d’orgoglio.
— È da molto tempo che aspetto di sentirti parlare in questo modo, Jared. Significa che adesso posso completare i miei piani.
— Che piani?
— Questo mondo dovrebbe avere una guida giovane, forte, energica. Gli occorreva anche prima che le sorgenti si inaridissero. Con questa sfida da fronteggiare, abbiamo bisogno, ora più che mai, dell’immaginazione di un capo giovane.
— Vuoi che diventi Primo Sopravvissuto?
— Il più presto possibile. Ci vorrà molta preparazione. Ma ti darò tutto l’aiuto che posso.
Una mezza dozzina di periodi prima, Jared non avrebbe voluto aver niente a che fare con quest’idea. Ma adesso gli sembrava soltanto un minore allargamento della vita di scopi consacrati cui si era dedicato.
— Non sento proteste — disse con piacere e gratitudine il Primo Sopravvissuto.
— Non ne sentirai. Se tu vuoi così.
— Bene! Nei prossimi periodi ti spiegherò alcune delle cose che dovrai fare. Poi, quando tornerai dal Livello Superiore, inizieremo l’addestramento vero e proprio.
— Come la prenderanno gli Anziani?
— Quando sentiranno quel che è accaduto tra te ed il Guardiano Philar, non faranno obiezione.
All’inizio del periodo seguente, prima ancora che l’apparecchio centrale produttore di echi avesse cominciato a funzionare, qualcuno scosse rudemente Jared dal sonno.
— Svegliati! È successo qualcosa di grave!
Era l’Anziano Averyman. E di qualsiasi cosa si trattasse, doveva essere molto seria, per indurlo ad introdursi a quel modo in una grotta privata.
Jared balzò in piedi, conscio dell’agitarsi inquieto di suo fratello sulla sporgenza a fianco. — Che c’è? — domandò.
— Il Primo Sopravvissuto! — Averyman si precipitò verso l’uscita. — Vieni… presto!
Jared lo seguì, sentendo al contempo che Romel si stava svegliando, e che il giaciglio di suo padre era vuoto. Raggiunse l’Anziano nei pressi dell’entrata al mondo. — Dove stiamo andando?
Ma Averyman non rispose, limitandosi a sbuffare più irregolarmente. E lo scorrere dell’aria dentro e fuori dai suoi polmoni era modellato in suoni discontinui dal movimento dei capelli che teneva penzolanti sul volto.
Che qualcosa andasse sul serio storto era reso più evidente anche da altri fattori, oltre che dal comportamento dell’Anziano. Voci indistinte, smorzate dall’apprensione, indicavano sparpagliati gruppetti di persone. E Jared sentì molte altre persone, che erano sveglie al momento dell’avvenimento o si erano svegliate abbastanza in fretta per udire quello che era accaduto, e che si stavano dirigendo di corsa verso l’entrata.
— È il Primo Sopravvissuto! — riuscì a dire, ansimando, l’Anziano Averyman. — All’inizio di questo periodo siamo usciti assieme a fare una passeggiata, e mi stava spiegando come avesse intenzione di cederti la carica, quando, passando vicino all’ingresso della galleria… — Inciampò, e Jared andò a urtarlo mentre cadeva.
Qualcuno mise in funzione il generatore centrale e Jared cominciò a orientarsi mentre i dettagli del suo mondo prendevano forma intorno a lui. Tra le varie impressioni c’era quella di Romel che seguiva faticosamente i loro passi.
L’Anziano Averyman riprese fiato. — È stato terribile! Quel mostro è arrivato di corsa dalla galleria, svolazzando ed emanando un fetore orrendo! Io e tuo padre siamo rimasti immobili, come pietrificati dal terrore.
Il lezzo del mostro aleggiava ancora nell’aria. Distinguendolo chiaramente, Jared si lanciò in avanti.
— Poi c’è stato un sibilo — continuò la voce affannosa di Averyman dietro di lui. — E il Primo Sopravvissuto è crollato a terra. Non si è più mosso… neppure quando il mostro è venuto a prenderlo!
Jared raggiunse l’entrata e si fece strada a forza di gomitate in mezzo a diversi Sopravvissuti che si stavano scambiando eccitate domande sull’accaduto.
Il fetore, all’interno della galleria, era ancora più forte, e sembrava aumentare d’intensità nella direzione del Mondo Originario. Mescolato a quello, si sentiva l’odore familiare del Primo Sopravvissuto. Jared ebbe l’impressione che il puzzo si concentrasse in un punto del corridoio a poca distanza. Il giovane seguì le indicazioni del suo naso fino al luogo ricercato, e si chinò a raccogliere qualcosa di soffice e morbido.
Era grande all’incirca due palmi, e sembrava simile a un pezzo di stoffa di fibre di manna. Il tessuto, tuttavia, era eccezionalmente più fine e di qualità superiore. E da ogni angolo pendeva un nastro del medesimo materiale.
Era qualcosa che richiedeva di sicuro uno studio più approfondito. Ma, fintanto che avesse emanato il lezzo del mostro, non avrebbe potuto portarlo nel mondo senza provocare un notevole turbamento. Perciò Jared lo depose a terra e vi ammucchiò sopra un po’ di polvere, per nasconderlo, fissandosene bene in mente l’esatta posizione.
Sulla strada del ritorno per poco non si scontrò con il fratello che camminava a tentoni nella galleria.
— Pare che diventerai Primo Sopravvissuto prima di quanto ti aspettassi — gli disse Romel, con una punta d’invidia nella voce.
— … Invochiamo perciò con umiltà la guida della Luce Onnipotente mentre ci dedichiamo a Lei sotto la nuova direzione.
Il Sopravvissuto Averyman, seguendo il suo dovere di Anziano Senior, concluse il discorso di rito. Si fermò ad ascoltare l’Assemblea.
Immobile alle sue spalle, anche Jared udì il silenzio che era calato sulla grotta, interrotto soltanto dal debole fluire dei molti respiri tesi. Era una calma ansiosa, che non era dovuta al rispetto per le cerimonie dell’investitura.
E neppure lui riusciva a radunare molta attenzione per le parole dell’Anziano. I suoi pensieri erano colmi d’opprimente amarezza. Non si trattava tanto del fatto che la Luce avesse deciso di rompere il patto, quanto della mancanza di ogni pietà nella scelta del mezzo adottato per renderlo chiaro ed evidente.
La scomparsa per sempre dai mondi dell’uomo del Prima Sopravvissuto era, per Jared, una vera tragedia. Molte volte, durante gli ultimi due periodi, gli era venuta la voglia di lanciarsi intrepido nella galleria, ma era sempre stato trattenuto dalla possibilità, remota ma esistente, che la perdita di suo padre fosse soltanto temporanea, una prova per verificare la sincerità del suo pentimento. Ma c’era anche una ragione più pratica che l’aveva spinto a desistere dall’inseguire il mostro, e cioè i Protettori che erano stati messi di guardia all’entrata.
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