Un simile ordine di idee, invariabilmente, lo portava a riflettere sulle caratteristiche della percezione dei Veggenti. Quale potere magico permetteva di conoscere la posizione degli oggetti nel silenzio più assoluto e nell’assenza di ogni odore? O forse, come il suo immaginario Piccolo Che Ascolta, i Veggenti udivano qualche tipo di suono silenzioso emanato da ogni cosa, sia animata che inanimata? Poi ricordò che non era il suono, ma il calore, quello che percepivano.
Ogni volta che la sua attenzione divagava su questi argomenti irrilevanti, Jared sapeva di tradire lo spirito del Ritiro e della Contemplazione. Eppure, era convinto che tutti quei soggetti meritassero di essere indagati, date le speciali condizioni del suo Connubio.
Si risparmiò una possibile distrazione, comunque, tacendo al Primo Sopravvissuto l’invasione dei mostri al Livello Superiore. Ciò avrebbe soltanto provocato una nuova condanna della sua puntata nel Mondo Originario.
Durante il quarto periodo di ritiro, fu strappato alla meditazione da un trambusto nel mondo al difuori della grotta. Dapprima pensò che i mostri avessero raggiunto anche il Livello Inferiore. Ma c’era più sgomento che costernazione nelle voci di coloro che si dirigevano verso il frutteto.
Avevano tutti abbandonato l’area residenziale, quando decise infine che era il caso di interrompere il Ritiro. Uscì dalla grotta, seguendoli. Ma, giunto a metà strada, gli echi dell’apparecchio centrale gli rimandarono l’impressione del Primo Sopravvissuto e dell’Anziano Haverty che venivano nella sua direzione.
— Per quanto tempo immaginavi di tenerlo segreto? — stava chiedendo Haverty.
— Fin quando avessi potuto decidere cosa fare al riguardo, almeno — rispose cupamente il Primo Sopravvissuto.
— Eh? Cosa? Voglio dire, che cosa si può fare davanti a un fatto del genere?
Ma l’altro aveva avvertito la presenza di Jared. — Così hai interrotto il Ritiro — osservò. — Suppongo che sia lo stesso.
Haverty si scusò, spiegando che andava a sentire se l’Anziano Maxwell aveva qualche idea per fronteggiare la situazione.
— Che cosa è successo? — domandò Jared, dopo che l’altro se ne fu andato.
— Si sono appena inaridite nove sorgenti calde. — Il Primo Sopravvissuto lo precedette verso la loro caverna.
Jared ne fu sollevato. — Oh. Avevo pensato che si trattasse di pipistrelli giganti, oppure di Veggenti.
— Per la Luce! Vorrei che fosse stato così!
Nell’intimità del loro rifugio, protetta dalle pesanti tende, il Primo Sopravvissuto cominciò a camminare senza pace avanti e indietro. — Questa è una situazione critica, Jared!
— Può darsi che le sorgenti ricomincino a dare acqua.
— Le altre tre che si sono seccate non hanno più ripreso. Ho paura che siano definitivamente inutilizzabili.
Jared scrollò le spalle. — Allora dovremo farne a meno.
— Non ti accorgi di quanto sia seria la situazione? Siamo in uno stato di equilibrio delicato e precario, qui. Ciò che è avvenuto potrebbe benissimo significare che qualcuno di noi non potrà sopravvivere !
Jared aprì la bocca per offrire qualche parola di ulteriore incoraggiamento. Ma improvvisamente tornò a preoccuparsi di se stesso. Faceva forse anche questo parte della punizione che si era attirata provocando il mostro del Mondo Originario? Sorgenti calde che si essiccavano sia nel Livello Superiore che in quello Inferiore, esseri maligni che superavano la Barriera… erano forse, in realtà, altrettanti colpi di vendetta da parte di una Luce Onnipotente offesa e adirata?
— Che cosa intendi dire… «alcuni di noi non saranno in grado di sopravvivere»?
— Puoi arrivarci da solo. Ogni sorgente calda dà nutrimento alle radici di centoventicinque piante della manna al massimo. Nove pozzi caldi esauriti significano quasi milleduecento piante in meno.
— Ma è soltanto una frazione…
— Qualsiasi frazione che riduca il potenziale di sopravvivenza è un fattore critico. Se applichiamo la Formula, sentiamo che con nove sorgenti calde in meno potremo allevare soltanto trentaquattro capi di bestiame invece di quaranta. E tutti gli altri animali dovranno essere ridotti in proporzione. E infine ciò significherà che diciassette persone in meno potranno sopravvivere qui!
— Colmeremo la differenza con più selvaggina.
— Ce ne sarà di meno… con più pipistrelli che mai ad infestare le gallerie.
Il Primo Sopravvissuto smise di passeggiare avanti e indietro e si fermò, respirando con affanno. Non occorrevano echi di scandagli per capire che era abbattuto e che le rughe del suo volto erano incise ancor più profondamente del solito.
Jared non riuscì a sottrarsi a una sensazione d’impotenza, mentre rifletteva sull’assoluta dipendenza che legava l’uomo alle piante della manna. In effetti, esse stavano tra i Sopravvissuti e la morte, fornendo — come facevano — il cibo agli uomini e al bestiame; succhi ricchi e nutrienti; fibre che le donne torcevano e intrecciavano in vestiti, corde e reti per pescare; gusci che potevano essere divisi a metà e adoperati come contenitori; gambi che potevano venir essiccati a sufficienza per essere affilati a formare lance o frecce.
Adesso, quasi con amarezza, gli veniva in mente il ricordo della voce di suo padre, gestazioni prima, che trovava nuove profondità di rispetto e di raccoglimento nella recita di una delle leggende:
— I nostri alberi della manna sono una copia delle magnifiche piante create in Paradiso dalla Luce… ma una povera copia invero. La creazione della Luce era sormontata da migliaia di oggetti graziosi e merlettati che ondeggiavano nella brezza e producevano suoni sussurranti mentre godevano della comunione costante con la Potenza Suprema. Bevevano la Sua energia e l’adoperavano in maniera tale da mescolarla con l’acqua, che suggevano dal terreno assieme a particelle di suolo, e con l’aria che gli uomini e gli animali espiravano. E trasformavano queste cose in cibo e in aria pura per il piacere degli uomini e degli animali.
«Ma la pianta della Luce non era abbastanza buona. Sembra che noi fummo costretti a foggiare un albero senza le cose graziose e sussurranti in cima… un albero che avesse, invece, grandi masse di radici che crescessero profonde fino ad arrivare ai pozzi caldi. Da lì traevano l’energia contenuta nel calore dell’acqua e l’adoperavano per trasformare l’aria inquinata dei mondi e delle gallerie, e gli elementi del concime in fibre e tuberi, in frutti e aria pulita».
Quella era la pianta della manna.
— Che cosa faremo per fronteggiare la situazione delle sorgenti calde essiccate? — domandò infine Jared.
— Come va la Contemplazione?
— Credo di aver quasi esaurito il soggetto.
— Bene. — Il Primo Sopravvissuto gli posò una mano sulla spalla. — Ho idea che fra non molto avremo un disperato bisogno dell’aiuto del Livello Superiore. Ti rendi certo conto che non hai molta scelta nella Contemplazione. Date le circostanze, questo Connubio non potrebbe assolutamente essere Inadatto.
— No. Suppongo di no.
Il Primo Sopravvissuto gli batté affettuosamente sul braccio. — Sono sicuro che sarai pronto per ritornare al Livello Superiore non appena saranno terminati i sette periodi di Ritiro.
All’esterno, il profondo silenzio che era calato sul mondo venne interrotto dalle prime frasi della Litania della Luce. La voce fervida del Guardiano della Via vibrava di venerazione, mentre declamava le Recitazioni. In tono più basso, ma non meno riverente, si udivano i Responsi dei fedeli.
Ricordando che le cerimonie di Rivitalizzazione erano fallite dopo che le prime tre sorgenti si erano essiccate, Jared scostò di lato la tenda e si diresse verso la Zona delle Assemblee per unirsi ai servizi. Si sarebbe trattato di una esperienza nuova, ma ciò non aumentava di molto il suo entusiasmo.
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