John Sladek - Il sistema riproduttivo

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Il sistema riproduttivo: краткое содержание, описание и аннотация

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Classico romanzo d’automazione, ma anche di indiavolato divertimento,
ha considerato John Sladek fra i grandi della fantascienza e la sua pubblicazione in questa collana non poteva mancare. Molte volte la SF si è occupata di macchine, ma mai con il vigore e l’astuzia di questo grande libro: infatti, che cosa accadrebbe se un giorno venisse inventata la macchina capace di figliare? Un interrogativo che quando il romanzo fu scritto sembrava del tutto utopico e futuribile, ma che oggi, in tempi di robot industriali, ha assunto un nuovo, sinistro colorito senza perdere nulla dell’originario divertimento. Se le macchine di tutto il mondo trovassero davvero il sistema di riprodursi da sole, qualcuno, sulla Terra, sarebbe di troppo…

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Quella sera, mentre Barthemo Beele inseriva sull’ Altoona Truth una notizia dell’ultima ora sull’adulterio della moglie di un direttore di giornale, Mary e il marinaio, sul sedile posteriore della Ford, scoprirono di essere molto sbronzi. La Ford era parcheggiata alla periferia del paese, nei pressi dell’entrata della Miniera dell’Albanese Perduto.

«Ho sentito qualcosa,» borbottò il marinaio. «Sarà mica tuo marito, eh?»

«Lui? Non preoccuparti,» disse Mary, posando una mano su Bambi. «Senti, adesso lui è occupato a mettere a nanna il giornale. Lui è un po’… non matto, neurotico, direi. A lui interessa solo mettere a nanna quel maledetto giornale , l’ Altoona Truth. Vuole buttare fuori un’edizione della domenica, l’ Altoona Altruist. Puah!» Mary buttò giù rabbiosamente un sorso di liquore, poi un altro.

«Ssst! C’è qualcuno qui in giro, pupa. Ehi, forse è l’Albanese Perduto, eh? Ah ah.» Si riempì di gin un bicchiere di carta e lo inghiottì. Finché erano così sbronzi, sembrava che non fosse il caso di smetterla.

«Non dirlo neanche per scherzo!» ansimò Mary. «La gente dice che se vedi l’Albanese Perduto, viene la fine del mondo. Gesù, verrebbe fuori un bell’articolo per Barty, no? Cambiamo argomento. Hai intenzione di portarmi via domani con il treno, sì e no?»

«Sicuro che ti porto via.»

Apparve una sagoma bassa, massiccia, di un grigio spettrale, proprio sull’ingresso buio della miniera. Attraversò correndo il tratto di terreno illuminato dalla luna, dirigendosi verso di loro.

«Cribbio!» urlò il marinaio. «Sono ubriaco fradicio!»

«Puoi bere quanto vuoi,» mormorò insonnolita Mary. Lei non aveva visto la sagoma. «Purché mi porti via dall’ Altoona Truth… Voglio dire da…» Si appisolò, appoggiando la crocchia di capelli sudici su Dumbo. Il marinaio non se ne accorse. Guardava fuori nel buio, spaventato, temendo di scorgere qualche altra allucinazione. Dunque era quello il delirium tremens ! Aveva terminato solo pochi giorni prima il suo turno di servizio al Laboratorio di Ricerche Wompler, dove si era scatenato l’inferno… quelle piccole scatole grige. Dovevano essere rimaste incastrate nel suo subconscio, e il delirium tremens le aveva animate, teorizzò il marinaio. Qualcosa sferragliò sotto la macchina, ma lui rifiutò di ascoltarlo. Chiuse gli occhi e sorseggiò il gin fino quando si addormentò, con una certa percentuale di alcol nel sangue.

«Ehi, dov’è la macchina?» gemette il marinaio.

«Siamo stati derubati!» esclamò Mary.

Barthemo si affrettò a scattare foto dei due, da vari angoli, mentre lo sceriffo li interrogava sulla rapina. I quattro compilarono l’elenco degli oggetti rubati:

1 braccialetto per caviglia, da donna;

1 fibbia metallica da borsetta;

1 cerniera lampo metallica, da vestito;

1 rossetto;

1 portacipria;

2 dollari d’argento e monete di taglio più piccolo in numero imprecisato;

2 accendini;

1 pettine d’alluminio;

Parecchie forcine per capelli;

Varie chiavi;

2 otturazioni d’argento, di Mary;

1 otturazione d’oro, del marinaio;

1 automobile Ford.

«Andrò a telefonare alla polizia stradale, non appena la linea tornerà a funzionare,» disse lo sceriffo. «È strano, sapete. Quasi tutte le auto, in paese, sono state rubate. Persino le biciclette, e non so che altro. E magari non lo crederete, ma è sparita anche la radio della mia auto.» E si avviò in direzione del Town Talk Bar.

«Molto interessante,» fece meditabondo il direttore del giornale. Anche lui aveva sentito strane dicerie e strane lamentele per tutta la mattina. E adesso, mentre sedeva sull’erba accanto a Mary e al marinaio, la sua mente cominciò a sfornare i titoli per un’edizione straordinaria:

NIENTE RUOTE? ANTI-CLIMAX

«Le linee telefoniche non funzionano,» mormorò. «E neanche la corrente elettrica. Strano.»

«Ti lascio, Barty,» disse Mary.

«E almeno una dozzina di auto rubate. E vecchie, per giunta.»

«Parto con il treno di mezzogiorno insieme a Lovey,» disse Mary, con fermezza. Il marinaio aveva l’aria abbacchiata.

«Si direbbe che qualcuno abbia voluto isolare Altoona dal resto del mondo,» disse Beele.

«Vado a Las Vegas. Non tornerò più.»

«Posso pensare che loro non vogliono farci sapere quel che succede fuori di qui, oppure, molto più probabilmente, loro vogliono impedire che fuori si sappia quello che succede qui. Molto strano.»

«Mostro! Mostro!» urlò Mary, a pochi centimetri dagli occhi vacui del marito.

«Ecco, è un’idea,» disse lui, distratto. «Ci hanno rapiti i mostri venuti dallo spazio, e noi non lo sappiamo ancora.»

Si chiese se alla vicina stazione radar dell’Aeronautica erano al corrente del bizzarro fenomeno… o se ne avevano risentito in qualche modo. Nuovi panorami di titoli si schiusero alla sua vista interiore, chilometri e chilometri di articoli in esclusiva.

NIENTE RADAR?

L’AERONAUTICA ISOLATA

Questa mattina non tosteremo il nostro pane e non potremo fare un brindisi alla nostra azienda elettrica. Le linee sono cadute. Sono cadute tutte le linee che ci forniscono energia, riscaldamento, luce, comunicazioni, i cordoni ombelicali che ci collegano al resto del mondo. Inoltre, non abbiamo più mezzi di trasporto. In città non è rimasto un solo veicolo: né un’automobile, né una bicicletta, neppure un pattino a rotelle. Eppure, ancora più preoccupante è la prospettiva dei danni alla nostra rete difensiva nazionale. Speriamo che la nostra autorità si sbrighino ad accorrere sul posto e a rendersi conto…

Mary e il marinaio non rimasero a disturbare oltre le sue fantasticherie. Si alzarono, si scrollarono la polvere di dosso e si avviarono verso la stazione. Barthemo si chiese se non sarebbe stalo più appropriato un sarcastico comunicato:

A causa di circostanze che, a quanto pare, sfuggono al controllo delle autorità cittadine, ci sarà una breve interruzione di alcuni servizi pubblici…

Poi si accorse che Mary se ne era andata. Alla stazione. Ma se coloro che stavano isolando Altoona dal resto del mondo erano meticolosi come sembrava, era certo che loro non si sarebbero lasciati sfuggire il treno. Avrebbe portato la cinepresa. Li avrebbe filmati proprio nell’atto di rubare un treno: uno spezzone di 60 secondi, con la sua cinepresa nuova.

A mezzogiorno meno un minuto era nascosto sotto il marciapiedi della stazione, con la cinepresa accanto. Quando si era fermato in ufficio a prenderla, una dozzina di persone aveva cercato di attaccare bottone con lui. C’erano storie contrastanti a proposito dell’interruzione dell’erogazione dell’acqua e del gas, di cassette che camminavano… e una diceria particolarmente curiosa a proposito di un Poltergeist nella vecchia casa dei Ruytek, il magazzino delle reticelle per lampade a gas.

CHI INFESTA IL MAGAZZINO?

Il vicinato sconvolto da rumori spettrali

Barthemo Beele non riusciva a vincere l’impressione di non essere solo nell’oscurità.

Il treno da Las Vegas arrivò sbuffando tranquillamente con dieci minuti di ritardo, caricò i sacchi della posta, si rifornì d’acqua, prese a bordo due passeggeri, una donna e un marinaio, e ritornò sbuffando nella direzione da cui era venuto. A parte il fatto che il macchinista dai grossi occhialoni s’era sbracciato a salutare la passeggera mentre saliva in carrozza, sembrava che non fosse successo niente di strano.

All’improvviso, vicino a Beele ci fu uno scricchiolio. Il direttore dell’ Altoona Truth si voltò e vide una grossa sagoma massiccia che stava inghiottendo la cinepresa. Sembrava che lo facesse con una certa difficoltà, come se fosse già sazia; eppure restava lì, mentre con le chele da granchio raccoglieva anche le briciole. Dunque era quello !

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