«Non con tanta fretta, Chim», disse in quel momento una voce dalla porta. «Non vuoi che la tua Pelosa prediletta e il suo piccolo amico assistano anch’essi? Così ella saprà come mantieni le tue promesse».
Con un ansito di sorpresa Signore Puca si volse. Sulla soglia c’erano Signora Kurs, Ilfn e Lheket. Nel vedere i due schiavi, il Polo Maschile ebbe un plateale gesto di rabbia, e batté un piede a terra.
«I miei ordini erano che lei non dovesse mai vedere il ragazzo, a meno che io non sia presente!», sbottò.
«Ma tu eri presente, mio Chim, mia altra metà, mio petulante e poco amorevole amante. Dove io sono, sei anche tu. Non agitarti, caro Chim: la tua animalesca Pelosa non ha toccato il suo bambino cieco». Il suo sorriso fu un capolavoro di affettuosa freddezza. «Voglio sperare, Puca, che le vicissitudini personali fra te e una Pelosa non influiscano sul giudizio che darai dell’Azione».
Signore Puca fece uno sforzo disumano per controllare l’ira. «Naturalmente. Le Azioni sono sacre».
Signora Kurs annuì. «Allora si dia inizio subito», ordinò a Jal.
Le sue parole erano così flautate che per un istante Jal stentò a comprenderne il senso imperativo. Poi spiegò in fretta la trama dell’Azione impostata sulla leggenda di Saffar e Hmel. Signora Kurs lo ascoltava, ma i suoi occhi non si distoglievano un istante dal corpo di Kirtn, apprezzandone la compattezza muscolare. La sottilissima peluria di cui era velato ne sottolineava le forme invece di celarle, generando un effetto estetico assai piacevole per gli occhi femminili.
In quella breve attesa Rheba fu costretta a rendersi conto, per l’ennesima volta, che come tutti gli schiavi Pelosi Kirtn era nudo, in base al concetto che la dignità del vestiario non si accordava agli animali. Il modo in cui la femmina lo accarezava con lo sguardo la fece quasi ringhiare, e per un istante le sue Linee di Potenza luccicarono con tale intensità che furono visibili attraverso la stoffa del vestito. Kirtn vide l’odio con cui la sua Danzatrice del Fuoco fissava la sofisticata creatura, e ne comprese la ragione. Con un sorrisetto volse le spalle al Polo Femminile.
«… ma pur avendo infine ritrovato la corona, Hmel non poté entrare nel circolo infuocato dei diavoli», stava riassumendo Jal, anch’egli innervosito dalle tensioni che c’erano nell’aria. «Nel frattempo la sua Chim spinta dall’amore scende nell’inferno in cerca di lui. Ella lo ha perdonato della sua innaturale passione, comprendendo che è sotto l’influsso della diavolessa Pelosa. Saffar stessa combatte i demoni, e permette a Hmel di riconquistare la corona. Egli è così libero dalla diavolessa che gli occupava l’anima e dall’inferno. Ma affinché non dimentichi mai i suoi peccati, viene condannato ad avere fra i suoi figli un Peloso. È per questo motivo che ancor oggi, talvolta, i Chim nascono col pelo della maledizione addosso, a testimoniare in eterno l’accoppiamento peccaminoso di Hmel con la diavolessa».
Signora Kurs si passò sulle labbra sottili la lingua azzurrina. «Accoppiamenti peccaminosi coi Pelosi … la maledizione di tutti gli Imperiali Loo-chim. Non è così, fratello mio, mio Chim?»
Signore Puca guardò Kirtn come se volesse ucciderlo con gli occhi, e non rispose.
Jal fece un gesto a Dapsl. «Lasciamo perdere le prime due scene, e inizia con l’ingresso di Saffar», disse in universale. «E fai presto, per amore degli Dei Gemelli. Dobbiamo distrarli, o qui ci scappa il morto».
Con uno sforzo Rheba distolse lo sguardo dalla donna di pelle azzurrina. Per la prima volta riuscì a portare la sua attenzione sui due nuovi venuti, la donna Bre’n e il ragazzino Senyasi, che fino a quel momento erano stati in disparte e nell’ombra. Ma anche quando furono avanzati di qualche passo, Lheket restò seminascosto dal corpo di Ilfn ed ella non poté vedere di lui che un braccio sottile e una spalla. Represse il suo desiderio di corrergli accanto, perché Dapsl le stava già facendo segno di entrare in scena.
«Via col sonoro!», ordinò l’ometto a Fssa. «Terzo movimento!»
La ragazza dovette dedicarsi all’Azione, e le Linee di Potenza diventarono tracce d’oro incandescente, così fitte sulle sue mani che brillavano fino ad occultarne la forma. Mandò tracce d’energia sugli J/taals e sui clepts, e la scena prese una luce infernale. Ma prima d’iniziare il balletto la nudità dei suoi compagni la colpì come non mai, e cedendo a un impulso improvviso si tolse il vestito. Lo gettò via con rabbia: se loro erano nudi, lo sarebbe stata anche lei.
Privo degli indumenti, il suo corpo snello e flessuoso rivelò in pieno l’arabesco delle Linee di Potenza, fittamente intrecciate sulle braccia e dietro le spalle. Sotto la nuca si univano, e una nuova di zecca le scendeva lungo la colonna vertebrale fino ai lombi, dove si diramava già verso entrambi i fianchi.
L’aria fresca della stanza le parve una benedizione. Controllare l’energia senza vestiti addosso le riusciva assai più agevole, visto che il lavoro le rialzava la temperatura epidermica. Ma il sospiro di sollievo che ebbe nel liberarsi della veste fu echeggiato dalle esclamazioni stupefatte di Kirtn e di Ilfn. I Bre’n conoscevano abbastanza le Linee di Potenza da sapere che alla sua età era pericoloso averle così sviluppate. E sapevano anche cosa significavano le due che si diramavano sui fianchi: era troppo giovane per portare su di sé le linee più strettamente collegate agli impulsi sessuali. Per un istante i due Bre’n si guardarono allarmati, ma non potevano far nulla per modificare quel dato di fatto e tacquero.
Rheba aveva intuito benissimo i sentimenti dei due Bre’n, tuttavia la loro preoccupazione la seccava e non voleva pensarci. Il balletto chiedeva tutto il suo impegno, ed era già stanca. Dapsl diede il segnale indicante che i diavoli e Hmel erano in posa, immobili nella pausa fra la seconda e la terza scena, e Fssa emise note flautate.
Il ritornello del serpente aveva toni bassi e penetranti, interrogativi, e poi d’un tratto leggeri per sottolineare i passi di una fanciulla spaurita. Rheba/Saffar corse di lato e cominciò la sua discesa negli antri infernali alla ricerca del suo Chim perduto. Non usò energia supplementare per illuminare sé stessa, poiché nel locale quasi buio le sue linee di Akhenet bastavano a delinearla. Fssa aveva l’incarico di parlare per lei e per ogni altro, e gridò con voce femminile.
Il suo richiamo non fu udito da Kirtn/Hmel, che aveva ripreso i tentativi di raggiungere la corona difesa dai diavoli. Saffar gli si avvicinò per gradi, miniando una ricerca in oscuri labirinti dove a guidarla era solo l’infallibile istinto dei Chim. Hmel si lanciò nel circolo dei diavoli e ne venne scacciato da terribili ventagli di fiamma violetta che stupirono la coppia Imperiale. Il corpo di Kirtn era avvolto da un bagliore azzurro, studiato apposta per nascondere la peluria della sua epidermide, mentre gli J/Taals e i clepts erano permeati da una luce violetta alquanto più scura.
Con un grido di sollievo Saffar vide il suo Chim, gli corse incontro e lo toccò. Ma la leggenda voleva che Hmel fosse ancora invasato dallo spirito della diavolessa, e al contatto con le mani innocenti di Saffar le sue membra bruciarono con lingue rosseggianti di fiamma. A questo seguì una cacofonia terribile, i diavoli si agitarono pazzamente e Saffar cominciò a lottare per scacciare dall’anima del suo chim l’entità maligna.
La battaglia della purezza contro il peccato illuminò la scena, ci furono fiamme e grida, azioni convulse e giochi di energia, momenti di speranza e altri di disperazione. A un tratto la coraggiosa Saffar fu messa alle strette e parve soccombere. Ma proprio mentre il suo stesso Chim, indemoniato, si accingeva a ucciderla, ella cominciò a cantare e la sua voce raffreddò la furia di Hmel e lo bloccò.
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