Una nave che trasporta antimateria è molto vulnerabile, pensò Louis. Un’idea rassicurante o solo terrificante?
La spinta della Needle si esaurì. Armonista aveva abbandonato la poltroncina. — Scomparto navetta! — gridò. Raggiunse un disco passatoio e traslò. Accolito lo seguì prima che Louis potesse accennare a un movimento. La parete era tornata finestra virtuale e la Long Shot era un pianeta incollato allo scafo della Needle , con la cabina incastrata alla nuova camera d’equilibrio, la visuale bloccata dalla “colla” color bronzo. Louis si districò dalla rete di sicurezza, arma in pugno, e corse verso il disco passatoio. Vide Armonista attraversare in fretta l’hangar, tuffarsi nella camera d’equilibrio, chiuderla, aprire il secondo portello, saltare, con Accolito sempre alle calcagna. In un lampo fu nell’hangar.
Correva tre metri dietro Accolito, chino in avanti perché stava per entrare in caduta libera, e impugnava una pistola laser. Un vero pirata, pensò, imbaldanzito. Non s’aspettava di trovare resistenza.
Ma vide uno sfrigolante lampo luminoso nel punto dove Armonista era scomparso. Accolito si bloccò di scatto, poi balzò fuori vista.
Ora in caduta libera, Louis piantò i piedi contro la parete e saltò. Gravità artificiale lo sbatté sul pavimento. Louis sarebbe rimasto perplesso, se avesse avuto il tempo di riflettere. La Long Shot non aveva generatori di gravità. Il sistema supporto vita della Long Shot consisteva solo nella ristretta cabina del pilota e nel sovrastante locale per il riposo, ora occupato da Armonista e da tre Kzinti. Due di questi giacevano in pozze di sangue arancione, morti, per ferite da taglio e ustioni. Il terzo pareva una vaporosa nube di pelo giallo e nero, munita di denti. Louis lo tenne sotto tiro finché non fu sicuro che si trattava di Accolito.
Nel casco gli risuonò la voce di Armonista. — Il tempo passa. Louis, prendi posto come pilota. Accolito, torna alla Needle. Ultimo, va’ con lui. Sapete cosa fare.
Louis si contorse per oltrepassare Accolito e si accomodò nel sedile del pilota. Accolito spinse nella zona di riposo i cadaveri dei due soldati del Patriarcato e scattò verso la camera d’equilibrio. Il burattinaio l’aveva preceduto.
La voce di Armonista li seguì. — Ultimo, cosa significa trovare gravità a bordo della Long Shot ?
Silenzio.
— Ultimo!
Il burattinaio era riluttante a rispondere. — Fa pensare che il Patriarcato abbia risolto alcuni dei nostri segreti. Una parte della roba che abbiamo ammassato sulla Long Shot consisteva in strumenti di raccolta dati. Alcuni erano semplice fumo negli occhi. La squadra scientifica del Patriarca avrà scoperto quanto spazio superfluo c’è sulla nave. L’avranno usato per installarvi un generatore di gravità e chissà cos’altro. Cosa avrebbero fatto, soldati umani o kzinti, con una nave così veloce, se avessero saputo che c’era spazio supplementare per propulsori, caccia e armi? Armonista, se non riesci a immaginarlo, chiedi a Louis.
— Louis?
— Accontentatevi che la nave è di nuovo nostra — replicò Louis. Esaminò il quadro comandi della Long Shot. Un secondo quadro, meno elaborato, era posto accanto al primo e tutte le scritte erano in caratteri kzinti. La gravità generava un movimento ondulatorio. Erano in movimento e il generatore aveva difficoltà a vedersela con una configurazione squilibrata.
Armonista era dietro Louis, gli stava addosso. — Puoi pilotarla?
— Sì. Mi basta chiudere gli occhi…
— Sai leggere la Lingua degli Eroi?
— No.
— Io sì. Lasciami il posto. Torna con gli altri sulla Needle.
— Posso pilotare la Long Shot. Ricordo i comandi.
— Sono stati cambiati. Vattene.
— Sai pilotare questa nave?
— Devo fare il tentativo. Vattene.
Quando Louis entrò nell’hangar della Needle , Accolito era già andato via. Louis attese qualche istante per far sbollire l’ira. Era tipico di un difensore, pensò, scommettere la sua vita e quella di tutti gli altri sulle proprie capacità non ancora maturate, su teorie nebulose, su rischi che lui stesso non avrebbe corso neanche quando aveva dieci o vent’anni.
La Needle sobbalzò e si staccò dalla Long Shot.
Louis trovò il disco passatoio nascosto e passò negli alloggi dell’equipaggio. Accolito era lì. Ultimo, sul ponte di volo, dava loro la schiena. Disse: — Dobbiamo procedere separatamente. Louis, Accolito, legate le cinture.
— Dovevo essere il secondo pilota — disse Accolito.
— I piani cambiano — replicò Ultimo, senza girarsi.
Louis non si domandò come Ultimo avesse ottenuto il controllo sulla bronzea “colla” che univa i due scafi. Anche Armonista non esitò. Dalla Long Shot disse: — Come vuoi, Ultimo. I tuoi nemici in questa parte dello spazio comprendono ogni nave della ARM e del Patriarcato e molto probabilmente tutti gli estranei. Ho rivestito di scrith lo scafo della Needle per avere due strati di difesa, ma l’antimateria è ancora un pericolo. Torna meglio che puoi alla Mappa di Marte.
Ultimo non rispose. La Needle virò verso lo spazio interstellare.
— Louis — chiese Accolito — non puntiamo dalla parte sbagliata?
Quattro motori a fusione brillarono sulla Long Shot , ora un puntino minuscolo. La grande nave non aveva molta accelerazione e il puntino tutto fiamme risaltava in un cielo pieno di nemici.
La ARM e il Patriarcato avrebbero tentato di distruggere la Long Shot ? No, se avevano una minima speranza di riprendersela. Il motore iperspaziale Quantum II era troppo prezioso. A meno che una terza fazione non fosse sul punto d’impossessarsene. Come poteva aspettarsi, il difensore, di nascondere la grande nave? Un miglio di diametro… anche se un’inezia, su scala spaziale. Ma i problemi di Armonista non avevano importanza sul comportamento di Ultimo, diretto verso lo spazio interstellare, verso la sua patria.
Louis non aveva risposto subito e Accolito riprese: — Spesso mio padre presume che io sappia cose che ignoro. Lui le ha imparate troppo presto. Gli sembrano ovvie. Geometria sferica, forza centrifuga, stagioni, il modo in cui la luce cade su un Mondo Globo…
— Cerca di fuggire — disse Louis.
— Fuggire?
Ultimo di sicuro era in grado di ascoltare e anche Armonista poteva farlo, ma lui cos’aveva da nascondere? — Ora Ultimo ha un’astronave intatta — disse. — Ritiene fragile il Ringworld. Si sente in trappola. Ora è fuori. Correrà verso la Flotta di Mondi… i Mondi Globo dove vivono i burattinai.
— Allora sono stato rapito! Ultimo!
Il burattinaio non rispose.
— Ha rapito anche me — disse Louis. — Cerca di rilassarti. Abbiamo tempo. Questa nave non potrebbe raggiungere lo spazio umano in meno di due anni. Perfino la Flotta di Mondi dista alcuni mesi. Abbiamo il tempo di pensarci.
— Louis, cosa farai quando avrai finito d’insegnarmi la pazienza?
Louis sorrise. — Ti metterò come una statua nel palazzo di tuo padre.
Perciò Ultimo era diretto alla Flotta di Mondi, dove vari anni prima aveva perduto per beghe politiche la posizione suprema. Forse non sarebbe stato il benvenuto fra quelli della sua specie.
La speranza è l’ultima a morire.
In quanto a Louis Wu, le Nazioni Unite lo volevano perché aveva tenuto per sé conoscenze riservate… per il crimine di sapere troppo. Le NU avevano grande potere fra i mondi dello spazio umano, Tuttavia non governavano tutto. Il loro governo comprendeva la Terra e la Luna… e tutti gli obiettivi che minacciassero quel dominio. Ultimo aveva trovato Louis Wu su Canyon, una quindicina d’anni prima, e se l’era portato via. Il governo locale o la ARM avrebbero reclamato le sue proprietà, si era detto Louis. Le sue case sulla Terra erano perdute. Perciò dove poteva andare? C’era senz’altro un posto sicuro. In realtà non aveva visto l’arrivo di quel giorno.
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