Due o tre fecero pernacchie. Dal loro arrivo, dieci mesi prima, la Gray Nurse non aveva ancora lanciato un caccia.
Il lancio fu una sofferenza. Louis udì un gemito di generatori di gravità e sentì scendere su di sé un peso pari a un pianeta, che gli strizzò dai polmoni tutta l’aria. In teoria non doveva accadere, pensò. Poi
discontinuità
la visuale sobbalzò, blu
scuro mascherato da colori fiammeggianti intorno a un disco nero. Le fiamme morirono e il sole rimase un disco ancora più nero contro un cielo nero.
Louis poteva respirare di nuovo. La parete della nave proteggeva dalla luce solare non filtrata, sovrapponendo sul sole una macchia nera. Quando abituò gli occhi alla luce, Louis riuscì a scorgere le stelle e, qua e là, una coda di motore a fusione. Una nave, un modello avanzato della ARM, passò come un lampo, troppo vicino.
— Scusatemi — disse Armonista. — Ho rielaborato il generatore di campo di stasi. Impiegava troppo tempo, ci avrebbe lasciati vulnerabili, ma ora si avvia abbastanza in fretta. Lo modificherò. Siete tutti a posto?
— Potevamo rimanere spiaccicati! — si lamentò Ultimo.
— Dov’è Hanuman? — chiese Accolito. Comparve una finestra virtuale e zumò. — Là, davanti a noi.
La Guerra Periferica cominciava a notare la minuscola nave di Hanuman e quella, più grande, che la seguiva a quattro minuti. Armonista procedette a scatti per evitare pericoli invisibili. Davanti a loro, la Sonda Due di Hanuman ondeggiava per tutto il cielo. La chiazza nera sovrapposta al sole si espandeva. Armonista usò i propulsori per un’impennata sostenuta; virò nel bel mezzo dell’accensione. La visuale di prua si oscurò, poi si schiarì.
Sonda Due era scomparsa.
Louis non aveva avuto alcuna possibilità di conoscere il piccolo difensore. — Con questo cosa si è concluso, Armonista? — chiese.
In un fuoco pirotecnico le armi della Guerra Periferica seguirono il percorso ondeggiante della Needle. Armonista non vi badò. — Ciò che hai visto non Ci procura niente per ora…
Sonda Due era ricomparsa! Si era mossa, in avanti, di 250.000 miglia. “Maledizione” pensò Louis “che cos’ha combinato Hanuman?”
— Ci mettiamo costantemente alla prova l’un l’altro, vero, Louis? — disse Armonista. — Lascia che ti mostri cosa ho appreso.
L’urlo orchestrale del burattinaio soffocò l’”Aspetta!” gridato da Louis. Armonista mosse le mani.
C’erano colore e flusso. Non c’erano forme, solo schemi di flusso di luce e alcune piccole sagome a virgola.
Nel Punto Cieco dell’iperspazio Louis non era mai riuscito a vedere niente. Passare nell’iperspazio, così vicino a un sole, era follia, ma la Sonda Due di Hanuman l’aveva fatto. E in qualche modo era riemersa. Armonista stava per fare la stessa cosa! Gli gridarono di non farlo, ma lui non cambiò idea. Passò nell’iperspazio, anche così vicino al sole.
Nato e cresciuto nella Mappa della Terra, Accolito non aveva nemmeno sospettato il pericolo. Il lancio era già stato abbastanza spaventoso per lui. In quell’incubo di luce rimescolata e di guizzanti virgole scure stava solo prendendo fiato per emettere un ruggito, quando furono di nuovo fuori.
Stelle. La singolarità non li aveva inghiottiti, li aveva sputati fuori. Louis si guardò intorno, assaporando la possibilità di vedere. Appena dietro di lui c’era una mezzaluna nera orlata di fuoco: il sole tagliato in due. Un viaggio sbagliato nell’iperspazio poteva in teoria portarli da qualsiasi altra parte. Louis non si aspettava di vedere un nero arco del Ringworld oscurare metà del sole: con tutti i quintilioni di soli nell’universo, non aveva immaginato d’essere ancora vicino a quello, ma era lì.
Armonista disse: — Ultimo… no? Louis, allora. Mi dirai se quello era il Punto Cieco di cui parlano le tue storie?
— Il Punto Cieco è ciò che non vedi nell’iperspazio — rispose Louis. — Se provi a guardare da un oblò, sei cieco. Vedi solo ciò che è dentro la cabina. Per questo la gran parte dei piloti usa vernice e teli per coprire uno scafo della General Products. Ci sono però scherzi di natura e altre EL che almeno usano un rivelatore di massa senza impazzire. Io posso farlo. Ultimo? — Il burattinaio era ripiegato su se stesso come uno sgabello. — Accolito?
— Armonista — disse lo Kzin — se in volo nell’iperspazio non ci vedi, sarà una corsa divertente.
— Ma non è questo il punto! — cercò di spiegare Louis. — Le navi si limitano a sparire, se entrano nell’iperspazio vicino a una grande massa. Lo spazio è troppo distorto. Cos’è accaduto? Dovremmo essere morti o chissà dove in questo o in un altro universo. Invece siamo ancora nel sistema del Ringworld.
— Non ho trovato teorie convincenti nelle registrazioni — disse Armonista. — Devo elaborarne una. Iperspazio è un termine falso, Louis. L’universo cui si accede con il motore iperspaziale corrisponde punto per punto al nostro universo einsteiniano, ma ci sono velocità prefissate, quantizzate. Sai che si può mappare ogni parte di un dominio matematico nell’intero dominio? Per ogni punto in un dominio puoi porre un unico punto nell’altro. Pensavo che qui la relazione fosse punto per punto, a parte il fatto che lo spazio distorto dalla vicinanza di una massa non è rappresentato. Una nave che tentasse ciò che ha fatto Hanuman non andrebbe da nessuna parte. Allora ho pensato a un modello alternativo. Dovremo guardare le registrazioni per sapere se ho ragione, ma in fin dei conti Hanuman è entrato davvero ed è uscito… Scusatemi. — Si girò verso i comandi.
La Needle cominciò a fare schivate. La guerra non li lasciva passare. Fuochi termonucleari fiorirono intorno a loro. La nave ondeggiò e un’oscurità protettiva si riversò sulle pareti.
Louis avrebbe volentieri sbattuto qualcosa di pesante sulla testa di Armonista fino a costringerlo a parlare, ma non era prudente farlo mentre pilotava in una tempesta di fuoco.
— Notare che non abbiamo viaggiato lontano nell’iperspazio — disse Armonista. — Nemmeno Hanuman. Un anno luce in tre giorni è tipico nello spazio libero da masse. Così vicino a una stella, lo spazio non è piatto. Non sono neppure sicuro che abbiamo superato la velocità della luce. Siamo decollati a un decimo di c. Fra qualche ora saremo fra le comete. Allora potremo usare in sicurezza il motore iperspaziale. Ultimo, prendi tu i comandi?
Una testa spuntò sopra la criniera ingemmata. — No.
— Allora entra nella memoria della nave e richiama i dati che abbiamo raccolto.
Un puntatore di massa non può registrare, perché la mente di chi lo usa è un componente essenziale. Armonista aveva costruito un congegno migliore, che scattava fotografie nell’iperspazio. Uno schermo virtuale mostrò i colori filanti che Louis ricordava e un punto viola scuro che si espandeva in una forma a girino.
— Questo spiega perché non siamo andati lontano — disse Armonista. — Troppo vicini alla massa del sole…
— Dentro la singolarità — disse Louis.
— Louis, non penso affatto che qui ci sia una singolarità matematica. Nella libreria di Ultimo ho trovato riferimenti a un puntatore di massa. L’hai mai usato?
— Ce n’è uno davanti a te. Funziona solo nell’iperspazio.
— Questo? — Una sfera di cristallo, al momento inerte. — Cosa credi di vedere, con questa?
— Stelle.
— Luce stellare?
— No. Un puntatore di massa è un congegno psionico. Ti fa percepire, ma non con i sensi normali. Le stelle sembrano più grandi della realtà, come se tu vedessi un intero sistema solare.
— Tu percepivi questo — disse Armonista. Indicò una registrazione video di pittura al neon fluttuante in olio. — Materia invisibile. La massa mancante. Strumenti nello spazio einsteiniano non la trovano, ma si ammucchia vicino ai soli nell’altro dominio che chiami iperspazio. La materia invisibile aumenta la massa delle galassie, cambia il loro spin…
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