Gordon Dickson - Soldato, non chiedere!

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— Dove stiamo andando? — chiesi mentre salivo.

Toccò il pannello del pilota automatico e il velivolo si sollevò. Padma lasciò i comandi e ruotò il sedile per guardarmi di fronte.

— Al Quartier Generale del Generale Graeme — rispose.

I suoi occhi erano di un color nocciola pallido, ma sembravano catturare e incorporare la luce del sole che filtrava dal tettuccio trasparente del velivolo. Eravamo ormai in quota e ci stavamo muovendo in orizzontale; non riuscivo a leggere nei suoi occhi, non percepivo alcuna espressione del volto.

— Capisco — dissi. — Naturalmente, dovevo immaginare che una chiamata dal Quartier Generale ci avrebbe messo molto meno tempo di un viaggio in macchina. Ma spero che lei non pensi che io sia stato rapito o peggio. Io ho le Credenziali di Imparzialità che mi proteggono, come reporter, nonché l’autorizzazione dei Mondi Esotici e Amici, e non intendo essere ritenuto responsabile di qualsiasi conclusione Graeme abbia tratto dalla nostra ultima conversazione, chiaro!

Padma non si muoveva, aveva le mani incrociate e sembrava pallido sulla veste gialla; ma forti nervi trasparivano sotto la pelle.

— Lei viene con me perché l’ho deciso io, non Kensie Graeme.

— Voglio sapere perché — dissi, fermamente.

— Perché — mi rispose lentamente — lei è molto pericoloso. — Rimase seduto immobile, fissandomi con occhi sicuri.

Aspettai che continuasse, ma non lo fece. — Pericoloso? — dissi. — Per chi?

— Per il futuro di noi tutti.

Rimasi colpito e iniziai a ridere. Ero furioso.

— Andiamo… — dissi.

Scosse la testa, lentamente, senza mai distogliere lo sguardo. Quegli occhi mi disorientavano, innocenti e aperti come quelli di un bambino, ma imperscrutabili, se si voleva raggiungere l’uomo all’interno.

— D’accordo — dissi. — Mi dica perché io sarei pericoloso.

— Perché lei vuole distruggere un popolo e sa come farlo.

Ci fu un breve silenzio, anche perché l’aeromobile fluttuava nell’aria senza alcun rumore.

— È una strana idea — dissi, lentamente, controllandomi. — Mi chiedo come le sia venuta in mente.

— Dai miei calcoli ontogenetici — disse Padma, altrettanto calcolato. — E non si tratta di un’idea senza fondamento, Tam, come lei ben sa.

— O certo — dissi. — L’ontogentica. Stavo per occuparmene.

— E lo ha fatto, non è vero, Tam?

— Davvero? — risposi. — Probabilmente sì, ma non ho comunque capito molto. È qualcosa sull’evoluzione.

— L’ontogenetica — disse Padma — è lo studio dell’effetto dell’evoluzione sulle forze interagenti della società umana.

— E io sono una di queste forze?

— In questo momento e per molti anni passati, sì — disse Padma. — E forse anche per qualche anno futuro. O forse no.

— Sembra una minaccia.

— In un certo senso lo è. — Gli occhi di Padma catturarono la luce mentre li guardavo. — Lei può distruggere se stesso e gli altri.

— Mi odierei se lo facessi.

— Allora — disse Padma — farà bene ad ascoltarmi.

— Certamente — replicai. — È il mio mestiere ascoltare. Mi dica tutto sull’ontogenetica e su me stesso.

Ricalibrò alcuni comandi e si voltò di nuovo verso di me.

— La razza umana — disse — ha subito una forte evoluzione nel momento storico in cui la colonizzazione interstellare divenne una realtà. — Mi scrutava e io mi mostrai attento. — Questo accadde per ragioni derivanti dall’istinto di razza, che non abbiamo ancora completamente compreso, ma che ha essenzialmente una natura autoprotettiva.

Frugai nella tasca della giacca.

— Forse è meglio se prendo qualche appunto — dissi.

— Se preferisce — disse Padma, senza scomporsi. — Da quella evoluzione sono derivate culture individuali, ognuna delle quali ha approfondito un singolo aspetto della personalità umana. L’aspetto combattivo e guerriero trovò radici nei Dorsai. L’aspetto che sottomette completamente l’individuo a una fede qualsiasi le trovò negli Amici. L’aspetto filosofico fu alla base della cultura degli Esotici, a cui appartengo. Le chiamiamo Culture Frammentate.

— Certo — dissi. — Conosco questo concetto.

— Lei sa che esiste, Tam, ma non lo conosce.

— No?

— No — disse Padma — perché lei, come i nostri antenati, viene dalla Terra. Lei è ancora un vecchio tipo di uomo, in cui nessun aspetto ha prevalso, diciamo non frammentato. I popoli frammentati sono più avanti nell’evoluzione rispetto a lei.

Percepii un piccolo nodo di rabbia amara dentro di me.

— Mi dispiace, ma non me ne sono accorto.

— Perché non vuole farlo — disse Padma. — Se lo facesse, dovrebbe ammettere che questi popoli sono diversi da lei e devono essere giudicati con criteri diversi.

— Diversi in che senso?

— Diversi nel senso che ogni persona frammentata, me compreso, capisce in modo istintivo, mentre un uomo come lei deve razionalizzare per immaginare. — Padma si spostò leggermente. — Può comprendere meglio con un esempio, Tam. Se lei, in quanto rappresentante di un Mondo non frammentato, avesse una forte inclinazione verso qualcosa che mettesse in luce un unico aspetto della personalità, cercherebbe di portare le sue forze fisiche e mentali al di là di questo aspetto che, ignorato, si atrofizzerebbe.

Lo interruppi: — Perché proprio io?

— Lei come chiunque altro di Vecchia Terra — disse calmo. — La differenza è proprio questa. Un membro delle Culture Frammentate non lascerebbe mai atrofizzare questa inclinazione, ma modificherebbe le forze fisiche e mentali per sostenerla. Il risultato è che, al posto di una nevrosi, abbiamo una sana differenza.

— Sana? — dissi, e l’immagine del sottufficiale degli Amici su Nuova Terra si presentò ancora ai miei occhi.

— Sana perché fa parte di un’intera Cultura. Non un povero singolo individuo diverso, ma tutta una Cultura.

— Mi dispiace — dissi — ma non ci credo.

— Invece sì, Tam — disse piano Padma. — Inconsciamente ci crede, perché fa conto di approfittare della debolezza di essere una Cultura per distruggerne una.

— Di quale debolezza sta parlando?

— L’ovvia debolezza che è il risvolto di ogni sforzo — disse Padma. — Le Culture Frammentate non sono destinate a sopravvivere.

— Significa che non possono vivere da sole?

— Naturalmente — disse Padma. — Davanti all’espansione nello spazio, la razza umana ha reagito alla sfida di un ambiente diverso cercando di adattarsi. E lo ha fatto separando i vari elementi della sua personalità per vedere quale poteva sopravvivere di più. Ora che tutti gli elementi, cioè le Culture Frammentate, sono sopravvissuti e si sono adattati, è tempo di formare una nuova razza, di produrre un’umanità più forte e orientata verso l’universo.

Iniziammo la discesa, perché eravamo nei pressi della nostra destinazione.

— E io come sono coinvolto? — dissi, infine.

— Se lei crea una frustrazione in una delle Culture Frammentate, questa non si adatterà, come farebbe lei, ma morirà. E quando la razza si rifonderà, mancherà quel prezioso aspetto.

— Forse non sarà una gran perdita — sibilai, a mia volta.

— Al contrario, sarà un perdita vitale — disse Padma. — E posso dimostrarglielo. Lei, in quanto uomo non frammentato, si potrebbe perfino identificare con coloro che vuole distruggere. Ho la prova di questo, se vuole guardarla.

L’aeromobile toccò terra, il portello si aprì e uscii, con Padma. Kensie era là che mi aspettava.

Guardai Padma, una spanna sotto di me, e quindi Kensie, una spanna sopra e lui, di rimando, mi lanciò un’occhiata inespressiva dell’alto. I suoi occhi non erano come quelli del suo gemello, ma, in quel momento, non so perché, non riuscivo a incontrarli.

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