Ora aveva finito; non aveva altro da dire. Era finita anche la sinfonia olfattiva, il cui ultimo motivo si stava dileguando lentamente nell’aria. Non c’era un orologio che ticchettasse, un congegno che emettesse suoni. Il silenzio rimase completo per quasi mezzo minuto.
— Se si vive abbastanza a lungo — disse lentamente il senatore, — non c’è nulla di nuovo sotto il sole. — Si spostò leggermente sulla grande poltrona. — Se si è fortunati, si muore prima. Da cinquant’anni non ho più sentito una barzelletta nuova. — Sembrò raddrizzarsi. — Farò cadere l’S 4217896.
Lei s’irrigidì, scossa. Dopo un po’, si rilassò un poco e riprese a respirare. C’erano tante emozioni che lottavano per la supremazia che aveva appena il tempo di riconoscerle mentre turbinavano. Non riusciva a parlare.
— Inoltre — continuò il senatore, — non dirò a nessuno perché lo faccio. Segnerà la fine della mia carriera nella vita pubblica, che non avevo intenzione di abbandonarla: ma lei mi ha convinto che devo farlo. Sono nel contempo… lieto e… — Il viso si contrasse in una smorfia angosciata. — E amaramente dispiaciuto che lei mi abbia detto perché devo farlo.
— Dispiace anche a me, senatore — disse lei sottovoce.
Il vecchio la scrutò attento. — In certe lotte non è piacevole neppure la vittoria. Ci sono soltanto due categorie di persone che intraprendono battaglie di questo genere: gli sciocchi e le persone straordinarie. Credo che lei sia una persona straordinaria, Mrs. Martin.
Lei si alzò, rovesciando il bicchiere di succo di mele. — Vorrei tanto essere una sciocca, — esclamò. Sentiva che il suo autocontrollo stava incominciando a incrinarsi.
— Dorothy! — tuonò il vecchio.
Lei trasalì come se l’avesse colpita. — Senatore? — disse automaticamente.
— Non vada a pezzi! È un ordine. È troppo tesa: potrebbe darsi che i frammenti non si ricomponessero più.
— E allora? — chiese lei amaramente.
Il vecchio stava usando tutta la potenza della sua voce, la voce che aveva evitato almeno una guerra. — Quanti amici crede che abbia un uomo della mia età, accidenti? Crede che siano frequenti, le menti come la sua? Ora abbiamo in comune questo interesse, e ciò ci rende amici. È la prima persona che sia uscita da quell’ascensore e mi abbia veramente sorpreso, in un quarto di secolo. E presto, quando circolerà la notizia che sono venuto meno all’impegno preso, la gente smetterà di uscire dall’ascensore. Lei pensa come me, e non posso permettermi di perderla. — Sorrise, e il sorriso parve cancellare molti decenni dal suo volto.
— Resista, Dorothy — disse, — e ci conforteremo a vicenda nella nostra consapevolezza terribile. D’accordo?
Per quasi un minuto lei si concentrò quasi esclusivamente sul proprio respiro, per rallentarlo e regolarizzarlo. Poi, incerta, sondò le proprie emozioni.
— Sì — disse in tono di stupore. — È meglio… in comune.
— Tutto lo è.
Lei lo guardò, si sforzò di sorridere e finalmente ci riuscì. — Grazie, senatore.
Il vecchio ricambiò il sorriso, mentre cancellava la registrazione del colloquio. — Mi chiami Bob.
— Sì, Robert.