Spider Robinson - Elefanti malinconici

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Elefanti malinconici: краткое содержание, описание и аннотация

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Vincitore del premio Hugo per il miglior racconto breve
in 1983.

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Lei non aveva bisogno di tempo per scegliere le parole. — Sa quanto è antica l’arte, senatore?

— È antica quanto l’uomo, credo. Anzi, può far parte della definizione.

— È una risposta intelligente — disse lei. — Lo ricordi. Ma a tutti i fini pratici attuali, si potrebbe dire che ha un po’ più di 15.600 anni. È l’età delle opere d’arte superstiti più antiche, i dipinti rupestri di Lascaux. Senza dubbio i pittori cavernicoli cantavano e ballavano, e raccontavano storie… ma tutte queste creazioni artistiche non lasciarono testimonianze più durevoli della memoria di un uomo. Forse furono i cantastorie che poi impararono un sistema per conservare la loro opera. Dovettero passare innumerevoli altre generazioni prima che venisse ideato e standardizzato un metodo funzionante di notazione musicale. Soltanto negli ultimi secoli i coreografi hanno imparato a lasciare una documentazione sia pure rudimentale della loro arte.

«La memoria razziale della nostra specie si è allungata, dopo Lascaux. Il miglioramento più grande venne con l’invenzione della scrittura: l’estensione della nostra memoria passò dalla durata di poche generazioni a quella dell’esistenza della Bibbia. Ma era necessario uno sforzo massiccio per sostenere per tanto tempo un ricordo: era difficile copiare a mano i manoscritti più in fretta di quanto riuscissero a distruggerli i barbari, le pestilenze e le altre calamità naturali. La soluzione più ovvia fu la stampa a caratteri mobili: produrre e diffondere tante copie di un manoscritto o di un’opera d’arte in modo che alcune sopravvivessero a qualunque catastrofe.

«Ma con la stampa nacque un’idea nuova. Di colpo, l’arte divenne accessibile al mercato di massa, e diventò redditizia. Gli scrittori decisero che dovevano essere loro a possedere il diritto di riprodurre la propria opera. Stava per nascere la nozione del diritto d’autore.

«Poi, negli ultimi quattrocentocinquant’anni sono venuti i più grandi balzi in avanti della memoria razziale umana. La tecnologia della registrazione. Visiva: fotografia, film, video, Xerox, ologrammi. Audio: bassa fedeltà, alta fedeltà, stereo, digitale. Poi i computer, il culmine dello storage delle informazioni. Ognuna di queste nuove tecnologie generò nuove forme d’arte, e nuovi modi per conservare le forme antiche dell’arte. E ognuna di esse imponeva una nuova valutazione dell’idea del diritto d’autore.

«Lei conosce il sistema che abbiamo ora, e che è immutato fin dalla metà del secolo ventesimo. I diritti d’autore decadono cinquant’anni dopo la morte del detentore. Ma la consistenza della razza umana è aumentata drasticamente dal Novecento… e anche la durata media della vita. La maggioranza della gente, nelle nazioni sviluppate, oggi può aspettarsi di vivere fino ai centoventi anni: lei, per esempio, è considerevolmente più vecchio. E quindi, naturalmente, ora l’S. ’896 cerca di estendere i diritti d’autore in perpetuo.

— Bene — interruppe il senatore, — che c’è di male in questo? L’opera di un uomo dovrebbe cessare d’essere sua semplicemente perché ha dimenticato di continuare a respirare? Mrs. Martin, lei stessa sarà ricca per tutta la vita se quel progetto di legge verrà approvato. Desidera davvero regalare il genio del suo defunto marito?

Lei rabbrividì.

— Perdoni la mia franchezza, ma è ciò che capisco di meno nella sua presa di posizione.

— Senatore, se cercassi di tesaurizzare i frutti del genio di mio marito, potrei rovinare la mia razza. Non capisce cosa comporta il diritto d’autore perpetuo? È la memoria razziale perpetua! Quel progetto di legge dà alla razza umana la memoria di un elefante. Ha mai visto un elefante allegro?

Il vecchio rimase a lungo in silenzio. Poi: — Non sono ancora sicuro di aver compreso il problema.

— Non si avvilisca per questo, senatore. Il problema è sotto gli occhi di tutti noi da ottant’anni almeno , e quasi nessuno se ne è reso conto.

— Perché?

— Credo sia dovuto a una specie di carenza innata dell’intuizione matematica, comune a molti umani. Noi tendiamo a confondere qualunque numero sufficientemente alto con il concetto d’infinito.

— Bene, tutto ciò che supera dieci all’ottantacinquesima può essere infinito.

— Prego?

— Mi scusi… non dovevo interromperla. È l’attuale stima più accreditata del numero degli atomi dell’Universo. Continui.

Lei si sforzò di ritornare in argomento. — Bene, basta molto meno per eguagliare l’«infinito» agli occhi di moltissima gente. Per milioni di anni abbiamo guardato l’oceano e abbiamo detto: «È infinito. Accetterà i nostri rifiuti e la nostra immondizia, per sempre.» Abbiamo guardato il cielo e abbiamo detto: «È INFINITO: POTRÀ CONTENERE UN QUANTITATIVO INFINITO DI FUMO.» Noi amiamo l’idea d’infinito. Un problema che include l’infinito è di facile soluzione. Per quanto tempo si può continuare a inquinare un pianeta infinitamente grande? È semplice: per sempre. Non è il caso di preoccuparsi.

«E poi un giorno scopriamo di essere tanti che il pianeta non sembra più infinitamente grande.

«Perciò andiamo altrove. Ci sono riserve infinite nel resto del sistema solare, no? Credo che lei sia una delle poche persone al mondo abbastanza sagge per rendersi conto che non vi sono risorse infinite nel sistema solare, e abbastanza sofisticate per includere questa consapevolezza nei loro piani.

Il senatore, adesso, sembrava turbato. Sorseggiò qualcosa con una cannuccia. — Provi a collegare tutto questo al suo problema.

— Ricorda un caso di un’ottantina di anni fa, a proposito della canzone «My Sweet Lord» di George Harrison?

— Se lo ricordo? Fui io a effettuare le ricerche. Il mio studio legale vinse la causa.

— Il suo studio legale convinse il tribunale che Harrison aveva tratto il motivo di quella canzone da un’altra, intitolata He’s So Fine e scritta più di dieci anni prima. Poco tempo dopo Yoko Ono fu accusata di aver tratto abusivamente You’re My Angel dal classico Makin Whoopee , scritto più di trent’anni prima. Gli eredi di Chuck Berry trascinarono in tribunale gli eredi di John Lennon per Come Together. Poi, alla fine degli Anni Ottanta, la grande Piaga del Plagio incominciò veramente a imperversare nei tribunali. Da allora, fu aperta la stagione di caccia ai compositori di musica leggera, ed è aperta ancora adesso. Ma raggiunse il massimo all’inizio del secolo, quando fu dimostrato che Ringsong di Brindle era sostanzialmente simile a uno dei concerti di Corelli.

«Esistono ottantotto note. Centosettantasei, se ha un orecchio abbastanza affinato per cogliere i quarti di tono. Aggiunga le pause e il resto, i tempi differenti. Scelga un numero per indicare il massimo di note che una melodia può contenere. Non conosco il massimo numero possibile di melodie, perché vi sono troppe variabili… ma sono sicura che è molto alto.

« Tuttavia, sono certa che non è infinito.

«Innanzi tutto, molte di queste possibili disposizioni delle ottantotto note non verranno percepite come melodia, come musica, dall’orecchio umano. Forse più della metà. Non si potranno canticchiare, fischiettare, ascoltare… alcune saranno sgradevoli. Un’altra percentuale cospicua sarà costituita da melodie così simili l’una all’altra da essere praticamente identiche: se lei cambia tre note della Sonata del Chiaro di Luna, non ha creato qualcosa di nuovo.

«Non so quale sia il numero massimo delle melodie apprezzabili, e sono egualmente certa che sia elevato, ma sono altrettanto sicura che non è infinito. Al mondo siamo sedici miliardi, senatore, più di tutti gli umani che siano mai vissuti in passato. Grazie alla nostra tecnologia, più della metà non hanno un lavoro significativo da svolgere; il cinquantaquattro per cento della nostra popolazione è registrato negli elenchi fiscali sotto la dicitura artisti. Perché il sintetizzatore costa poco ed è versatile, in maggioranza questi artisti sono musicisti, e moltissimi sono compositori. Lei sa cosa significa essere compositore ai giorni nostri, senatore?

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