Rachel avvertì le rotelle girare all'impazzata dietro gli occhi del direttore. Aveva trovato la spiegazione più semplice a quella sottolineata concomitanza del meteorite con la meteora Jungersol, ma purtroppo la spiegazione più semplice era anche la più inaccettabile.
«A meno che» continuò Pickering «lo spostamento non avesse lo scopo di fornire credibilità a dati completamente falsi.» Con un sospiro, si voltò vero Corky. «Dottor Marlinson, quante possibilità ci sono che questo meteorite sia un falso?»
«Un falso, signore?»
«Sì, una contraffazione. Una montatura.»
«Un falso meteorite?» Corky fece un risolino imbarazzato. «È assolutamente fuori discussione! È stato esaminato da innumerevoli professionisti, tra cui io. Analisi chimiche, spettrografie, datazione al rubidio-stronzio. È diverso da qualunque altra roccia mai vista sulla Terra. Il meteorite è autentico, e qualsiasi astrogeologo può confermarlo.»
Pickering si lisciò delicatamente la cravatta mentre rifletteva su quell'affermazione. «Eppure, considerato quanto ha da guadagnare la NASA da questa scoperta, i segni di manomissione delle prove e l'attacco da voi subito… la prima conclusione logica che mi viene in mente è che questo meteorite sia una messinscena bene architettata.»
«Impossibile!» esclamò Corky, seccato. «Con tutto il rispetto, signore, un meteorite non è un effetto speciale hollywoodiano che si può creare in laboratorio per ingannare un manipolo di ingenui astrofisici. È una roccia molto complessa con struttura cristallina e rapporto tra componenti assolutamente unici!»
«Non sto mettendo in discussione lei , dottor Marlinson; seguo semplicemente un filo logico. Visto che qualcuno voleva uccidervi per impedirvi di rivelare che il meteorite è stato inserito sotto il ghiaccio, ritengo utile prendere in esame tutti gli scenari, anche i più assurdi. Che cosa in particolare la rende sicuro che quella roccia è effettivamente un meteorite?»
«In particolare?» La voce di Corky gracchiò in cuffia. «Una crosta di fusione impeccabile, la presenza di condri, una concentrazione di nichel diversa da quella che si trova nelle rocce terrestri. Se la sua ipotesi è che qualcuno ci ha imbrogliato producendo questo masso in laboratorio, la sola cosa che posso dirle è che quel laboratorio deve avere almeno centonovanta milioni di anni.» Corky si frugò in tasca e ne estrasse una pietra con la forma di un CD. «Abbiamo datato campioni come questo con numerosi metodi chimici. La datazione al rubidio-stronzio non è cosa che si inventa!»
Pickering parve sorpreso. «Lei ha un campione?»
Corky si strinse nelle spalle. «La NASA ne ha decine.»
«Vuol dire che la NASA ha scoperto un meteorite che ritiene contenga prove di attività biologica e lascia che la gente se ne vada in giro con dei campioni?»
«Il punto è che il campione che ho in mano è autentico.» Avvicinò la pietra alla telecamera. «Qualunque petrografo, geologo o astronomo, fatti i vari test, le direbbe due cose: primo, che ha centonovanta milioni di anni; secondo, che è chimicamente dissimile da qualsiasi roccia presente sulla Terra.»
Pickering si sporse in avanti per studiare il fossile incastonato nella pietra. Per un momento, parve ipnotizzato. Poi sospirò. «Non sono uno scienziato e posso soltanto dire che se quel meteorite è autentico, come pare, mi piacerebbe sapere perché mai la NASA non l'ha presentato al mondo per quel che è. Perché qualcuno ha pensato di metterlo sotto il ghiaccio per persuaderci della sua autenticità?»
In quel momento, alla Casa Bianca, un addetto alla sicurezza stava digitando il numero di Marjorie Tench.
Il consigliere rispose al primo squillo. «Sì?»
«Signora Tench, ho l'informazione che mi ha richiesto sulla chiamata via radiotelefono di Rachel Sexton. L'abbiamo rintracciata.»
«Mi dica.»
«Secondo i servizi segreti il segnale ha avuto origine a bordo del sottomarino Charlotte. »
«Cosa?»
«Non hanno le coordinate, signora, ma sono certi del codice della nave.»
«Cristo santo!» La Tench sbatté giù la cornetta senza aggiungere altro.
La strana acustica della camera afona del Charlotte cominciava a procurare un senso di nausea a Rachel. Sul monitor, lo sguardo pensieroso di William Pickering si fermò su Michael Tolland. «Lei è silenzioso, signor Tolland.»
Michael alzò gli occhi come uno studente chiamato a sorpresa. «Come?»
«Lei ha presentato un documentario molto convincente alla televisione. Che ne pensa del meteorite, a questo punto?»
«Be', devo concordare con il dottor Marlinson.» Tolland era chiaramente a disagio. «Sono convinto dell'autenticità dei fossili e del meteorite. Conosco bene le tecniche di datazione e l'età di quella pietra è stata confermata da molteplici test. Lo stesso per il contenuto di nichel. Quei dati non possono essere falsificati. Non c'è dubbio che la roccia, formatasi centonovanta milioni di anni fa, mostra un rapporto tra il nichel e gli altri componenti che non esiste in nessun'altra roccia terrestre e contiene decine di fossili la cui formazione data sempre a centonovanta milioni di anni. Non mi viene in mente altra possibile spiegazione: la NASA ha trovato un meteorite autentico.»
Pickering appariva perplesso, un'espressione che Rachel non gli aveva mai letto in volto.
«Che dobbiamo fare, signore?» gli chiese. «Di certo è importante avvertire il presidente che ci sono problemi con i dati.»
Pickering si accigliò. «Speriamo che il presidente non lo sappia già. »
Rachel sentì salire un nodo alla gola. Il sottinteso di Pickering era chiaro. "Herney potrebbe essere coinvolto." Lei ne dubitava fortemente, eppure, come la NASA, anche il presidente aveva molto da guadagnare da quella vicenda.
«Purtroppo, a eccezione del rapporto del GPR che rivela un pozzo di inserimento, tutti i dati scientifici confermano la validità della scoperta. Ma questa vostra aggressione…» Alzò gli occhi su Rachel. «Lei ha accennato ai corpi speciali.»
«Infatti.» Gli raccontò delle munizioni improvvisate e delle tattiche di assalto.
Pickering appariva di minuto in minuto sempre più desolato. Rachel sentiva che il suo capo stava calcolando quante persone potevano avere accesso a una piccola squadra militare con licenza di uccidere. Certamente il presidente, e Marjorie Tench in quanto consigliere. Forse anche Lawrence Ekstrom, il direttore della NASA, dati i suoi legami con il Pentagono. Purtroppo, nel considerare la miriade di possibilità, Rachel si rese conto che dietro quell'attacco poteva esserci qualunque politico di alto livello dotato delle giuste conoscenze.
«Potrei telefonare subito al presidente» disse Pickering «ma non la ritengo una mossa saggia, almeno finché non sappiamo chi è coinvolto. Le mie possibilità di proteggervi sono limitate, una volta tirata in ballo la Casa Bianca. Inoltre, non saprei bene che cosa dirgli. Se il meteorite è autentico, cosa di cui tutti voi siete convinti, allora non hanno senso il pozzo di inserimento e l'aggressione. Il presidente avrebbe ogni diritto di mettere in dubbio la mia affermazione.» Indugiò a calcolare le varie opzioni. «Comunque… quali che siano la verità e i giocatori, ad alcuni personaggi influenti verrà un colpo se questa informazione sarà resa pubblica. Meglio che vi portiamo in salvo prima di sollevare il polverone.»
Portarli in salvo. La frase sorprese Rachel. «Direi che siamo perfettamente al sicuro in un sottomarino nucleare.»
Pickering parve scettico. «La vostra presenza a bordo non resterà a lungo segreta. Vi porto via subito. In tutta sincerità, mi sentirò meglio quando vi avrò tutti e tre qui nel mio ufficio.»
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