«Ma, Norah…»
«Signori! Noi ci troviamo al di sopra del livello del mare.» Pestò il piede sul ghiaccio. «Questa lastra si trova trenta metri sopra il mare. Avete presente la grande scogliera in fondo alla banchisa? Siamo più alti del mare. Se ci fosse una crepa, l'acqua fluirebbe fuori dal pozzo, non dentro. Si chiama gravità.»
Tolland e Corky si scambiarono un'occhiata.
«Merda, non ci avevo pensato» commentò Corky.
Norah indicò il pozzo pieno d'acqua. «Forse avrete anche notato che il livello dell'acqua non è cambiato.»
Tolland si sentì un idiota. Norah aveva tutte le ragioni. Se ci fosse stata una crepa, l'acqua sarebbe uscita, non entrata. Rimase a lungo in silenzio, chiedendosi che fare. «Okay» sospirò infine. «A quanto pare, la teoria della fessura non regge, ma la bioluminescenza l'abbiamo vista davvero. La sola conclusione è che questo non è un ambiente chiuso, dopotutto. Mi rendo conto che la tua datazione del ghiaccio si basa sulla premessa che il ghiacciaio è un blocco compatto, ma…»
«Premessa?» Norah cominciava a perdere la calma. «Ricorda che questo non è un risultato a cui sono pervenuta soltanto io: la NASA è arrivata alla stessa conclusione. Tutti quanti abbiamo confermato che questo ghiacciaio è solido. Niente crepe.»
Tolland lanciò uno sguardo alla folla riunita nell'area stampa. «Comunque, credo in buona fede che sia necessario avvertire il direttore e…»
«Stronzate!» sibilò Norah. «Ti dico che questa matrice di ghiaccio è intatta. Non sono certo disposta a sentir mettere in dubbio la veridicità dei miei dati per via di una leccata a una manica e qualche assurda allucinazione.» Si diresse con furia a recuperare alcuni attrezzi. «Prelevo io un campione d'acqua come si deve e vi dimostro che non contiene plancton, vivo o morto che sia!»
Rachel e gli altri guardarono Norah che usava una pipetta sterile legata a una cordicella per raccogliere un campione d'acqua dal pozzo di estrazione. Ne mise parecchie gocce in un minuscolo congegno che assomigliava a un telescopio in miniatura. Guardò nell'oculare, puntandolo verso la parte illuminata della cupola. Pochi secondi, poi imprecò.
«Cristo!» Scosse l'apparecchio e tornò a guardare. «Maledizione! Questo rifrattometro dev'essere guasto!»
«Acqua salata?» Corky gongolava.
Norah si accigliò. «In parte. Registra un tre per cento di salmastro, il che è assolutamente impossibile. Il ghiacciaio è un banco di neve. Tutta acqua dolce. Non ci dovrebbe essere traccia di sale.» Norah andò a esaminare il campione sotto un altro microscopio. Emise un gemito.
«Plancton?» chiese Tolland.
«G. poliedra» rispose Norah, con voce incolore. «È una delle forme di plancton che noi glaciologi osserviamo comunemente nei mari sotto le banchise polari.» Guardò Tolland. «Ovviamente è morto, adesso. Non è sopravvissuto a lungo in un ambiente con soltanto il tre per cento di acqua salata.»
I quattro rimasero in silenzio davanti al profondo pozzo.
Rachel si chiese quali conseguenze sulla scoperta potesse avere quell'incongruenza. Sembrava un problema secondario nel contesto complessivo del meteorite, eppure, come analista di dati sensibili, aveva più volte assistito al crollo di intere teorie basate su errori più trascurabili di quello.
«Che succede qui?» chiese una voce profonda.
Tutti alzarono lo sguardo. La sagoma massiccia del direttore della NASA si stagliò nella penombra.
«Un piccolo problema riguardo all'acqua del pozzo. Stiamo cercando di capire.»
«Norah ha toppato con la datazione» disse Corky, quasi allegro.
«Vaffanculo» gli sibilò lei.
Il direttore si avvicinò, inarcando le folte sopracciglia. «Cosa c'è che non va nella datazione?»
Tolland sospirò, esitante. «Nell'acqua del pozzo di estrazione risulta un tre per cento di acqua salata, che contraddice il rapporto glaciologico secondo cui il meteorite era incassato in un ghiacciaio di acqua dolce assolutamente intatto.» Fece una pausa. «C'è anche presenza di plancton.»
Ekstrom parve infuriarsi. «È assolutamente impossibile. Il ghiacciaio non presenta crepe. L'ha confermato la scansione con il PODS. Il meteorite era sigillato in una solida matrice di ghiaccio.»
Rachel sapeva che Ekstrom aveva ragione. Secondo le scansioni di densità operate dalla NASA, la lastra di ghiaccio era solida come roccia per centinaia di metri intorno al meteorite. Niente crepe. Eppure, nel raffigurarsi come venivano effettuate le scansioni di densità, le venne in mente uno strano pensiero…
«Inoltre» aggiunse Ekstrom «i carotaggi della dottoressa Mangor hanno confermato la solidità del ghiacciaio.»
«Esatto!» esclamò Norah sbattendo il rifrattometro su un tavolo. «Doppia conferma. Nessuna faglia nel ghiaccio, il che non spiega in alcun modo la presenza di sale e plancton.»
«Per la verità, un'altra possibilità ci sarebbe» intervenne Rachel, sorpresa dalla ferma impostazione della propria voce. L'idea le era balenata da una vaga reminiscenza.
Tutti la fissarono con palese scetticismo.
Rachel sorrise. «C'è una spiegazione assolutamente logica per la presenza di sale e plancton.» Rachel rivolse a Tolland un'occhiata divertita. «E francamente, Mike, mi stupisce che non ti sia venuta in mente.»
«Plancton congelato dentro il ghiacciaio?» Corky Marlinson non parve affatto convinto della supposizione di Rachel. «Non vorrei raffreddarle gli entusiasmi, ma di solito le cose muoiono quando congelano. Quei piccoli guastafeste invece lampeggiavano, ricorda?»
«Per la verità, potrebbe avere ragione» intervenne Tolland, lanciando a Rachel uno sguardo ammirato. «Parecchie specie entrano in una fase di morte apparente quando l'ambiente lo richiede. Ho fatto una puntata su questo fenomeno.»
Rachel annuì. «Sì, hai mostrato il luccio nordico, imprigionato in un lago gelato, che aspetta il disgelo per potersi allontanare. Hai anche parlato di minuscoli organismi, i cosiddetti "microorsi", che nel deserto si prosciugano completamente, rimangono in quello stato per decenni e poi si reidratano quando torna la pioggia.»
Tolland si mise a ridere. «Allora la segui davvero la mia trasmissione!»
Rachel si strinse nelle spalle, imbarazzata.
«Qual è la sua idea, signora Sexton?» chiese Norah.
«La sua idea» intervenne Tolland «che sarebbe dovuta venire in mente a me prima, è che una delle specie che ho menzionato nel programma era un tipo di plancton che ogni inverno congela nella calotta polare, si iberna e poi, quando d'estate la calotta si assottiglia, nuota via.» Tolland fece una pausa. «Certo, la specie che ho presentato in trasmissione non è quella bioluminescente che abbiamo visto qui, ma forse il fenomeno potrebbe essere lo stesso.»
«Plancton congelato» continuò Rachel, felice che Michael Tolland abbracciasse con tanto entusiasmo la sua ipotesi. «Forse spiega quello a cui abbiamo assistito. In qualche momento del passato, potrebbero essersi aperte delle fessure nel ghiacciaio, poi riempite con acqua salata ricca di plancton che in seguito si è congelata. È possibile che ci siano sacche di acqua marina ghiacciata qui? Che contiene plancton congelato? Immaginiamo che, mentre veniva sollevato, il meteorite riscaldato abbia incontrato una sacca di acqua marina ghiacciata. Questa si è sciolta, rilasciando il plancton ibernato e una piccola percentuale di sale.»
«Oh, per l'amor di Dio!» la investì Norah. «Adesso tutti si danno arie da glaciologi!»
Anche Corky appariva scettico. «Ma il PODS non avrebbe rilevato eventuali sacche di acqua salata durante la scansione della densità? In fin dei conti, acqua dolce e acqua salata hanno diversa densità.»
«Non di molto» affermò Rachel.
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