Mo Hayder - Birdman

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In un'area industriale semiabbandonata della periferia londinese vengono scoperti i cadaveri di cinque donne mutilate e seviziate. Scattano immediatamente le indagini che vengono affidate al giovane ispettore Jack Caffery. Egli comprende all'istante che i delitti sono opera di un maniaco: le vittime sono state infatti sottoposte a procedure chirurgiche amatoriali per la riduzione del seno e sono state pettinate e truccate in modo da ricordare delle bambole. La morte tuttavia non è stata causata dalle orrende ferite, bensì da un'iniezione letale; inoltre il killer ha inserito nel petto delle vittime e cucito accanto al cuore un uccellino vivo, simbolo e firma del suo macabro operato.

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Il detective Diamond gli fu addosso in pochi attimi, fremendo per l'eccitazione della caccia. Gli posò una mano sulla spalla e lo condusse a un tavolo.

«Non può lasciare che lo interroghi lui», mormorò Jack all'orecchio di Maddox. «Non in qualità di testimone. Lo trasformerà subito in un indiziato.»

«Non intrometterti», ribatté Maddox.

«Ha già deciso chi è il colpevole.»

«Non intrometterti. È un ordine», ribadì Maddox.

Jerry Henry, noto nel quartiere di Deptford come Gemini, non era mai stato incastrato dalla polizia. Lui lo attribuiva al fatto di essere un pesce piccolo. Quella era la sua forza: per gli sbirri non era importante. Si considerava uno squaletto che vagava per le periferie di Deptford, pronto a raccogliere gli scarti delle due grandi organizzazioni che tenevano in pugno la zona. Non faceva del male a nessuno.

Ma c'era il rovescio della medaglia: essere piccolo significava anche essere indifeso. Gli sbirri non erano stupidi, sapevano che la roba doveva arrivare da qualche parte. E talvolta davano la caccia a uno come lui solo per risalire, passo dopo passo, agli alti papaveri. Non ci avrebbero pensato due volte a sacrificarlo, se ciò li avesse aiutati a mettere le mani su una delle grandi organizzazioni di South London.

Qualsiasi cosa vogliano, sta' calmo, nega tutto, lascia che lo provino, si ripeteva Gemini, mentre seguiva il poliziotto al tavolo. Pensò a ciò che aveva con sé quel giorno: poteva quasi rientrare nell'«uso personale»… Sennonché Dog di New Cross aveva sottratto del crack a uno dei laboratori di Peckham, una piccola quantità, pasticche che Gemini aveva poi tritato. «Tienile in bocca, amico. Buttale giù se hai dei casini», gli aveva detto. Gemini però non aveva voluto, le aveva infilate nelle scarpe e adesso avrebbe pagato per quella scelta.

«Nega tutto. Recita.»

«Che hai detto?»

«Niente», borbottò Gemini, accasciandosi sulla sedia.

«Allora… Questo è solo un controllo di routine.» Diamond gettò all'indietro i lembi della giacca, si sedette a cavalcioni sullo sgabello, di fronte a lui, l'addome sporgente, i gomiti sul tavolo rotondo. Gemini si appoggiò mollemente allo schienale, una mano infilata nei jeans Calvin Klein, la testa china di lato, la bocca piegata in una smorfia ostile.

«Sta' calmo, nega tutto, lascia che lo provino. Recita», mormorò ancora, il che mandò il poliziotto su tutte le furie.

«Insomma che cosa borbotti?»

«Non t'innervosire, amico.» Gemini rimase impassibile di fronte a quel tono aspro e aprì la mano appoggiata alla sedia. «E tu chi sei?»

Il poliziotto deglutì rumorosamente e arretrò, tamburellando la penna a sfera sul tavolo. «Sono il detective Diamond», rispose, mettendo una particolare enfasi sulla parola «detective». «Sei un cliente abituale?»

«Cioè, amico?»

«Conosci le ragazze che lavorano qui?»

«No.» Gemini fece schioccare la lingua sui denti per confermare la risposta. «Non le conosco.»

«Non ne hai mai incontrato nessuna? Mi sembra incredibile.» Il poliziotto sostenne lo sguardo di Gemini coi suoi occhi slavati, arroganti, e gli avvicinò una fotografia sul tavolo. «Questa ti aiuta?»

Le riconobbe subito. Soprattutto la bionda, Shellene. Le vendeva roba da mesi, la scarrozzava da mesi. Un paio di settimane prima glielo aveva succhiato sul sedile posteriore della sua GTI in cambio di un po' di crack. Si chiese che cosa avessero detto agli sbirri della sua operazione.

«Non le ho mai viste. Forse questa… È una ballerina, no? Ma non so altro.»

«Sai che balla qui?»

«L'ho vista.»

«Quando l'hai vista per l'ultima volta?»

Gemini si strinse nelle spalle. «Un casino di tempo fa.»

«Hai visto qualcuno uscire con queste ragazze?»

Gemini scoppiò in una risata di scherno. «Ma che razza di domande mi fai, amico? E poi dicono che la polizia inglese è in gamba!»

«Hai intenzione di rispondermi?»

«So come ce l'hai.»

Il poliziotto s'impietrì e si fissò le mani. Gemini percepì la rabbia crescere sotto la pelle liscia e bianca di Diamond. Quando sollevò lo sguardo, le pupille del detective erano ridotte a due capocchie di spillo. «Come ti chiami?»

«Per te sono il signor Nessuno.»

«Ah, sì, naturalmente. Il signor Nessuno», ripeté sollevando le mani e lasciando due impronte di sudore sul tavolo. «Bene, signor Nessuno, signor 'Ti fotto', non ho capito l'ultima frase. Si trattava forse» – si protese, i denti scoperti, la voce bassa – «di una diffamazione dei rappresentanti della legge di questo Paese, il Paese che ti ha generosamente sostenuto e che sosterrà qualsiasi negretto che genererai, che ti dà una casa, che ti nutre e che interviene quando scippi a qualche povera vecchietta la pensione? Di questo si trattava?»

«Tu sei un razzista, amico», commentò Gemini, sorridendo pigramente. «Posso sembrarti uno stupido negro, ma conosco i miei diritti. So che cos'è la Police Complaints Authority, ho letto il rapporto Macpherson.»

Il poliziotto non batté ciglio. «Se avessi davvero letto il rapporto Macpherson, allora sapresti che non puoi provare nulla. Nessuno può sentire quello che sto dicendo. Ma io sì, sporco negro bastardo.» Sorrise: se la stava godendo. «Posso far ricadere tutto su di te. E la sai una cosa? Alla fine della giornata sarà la mia parola contro la tua. Con tutti quei negri che faranno casino e tutte le grida di 'razzista' pensi che qualcuno ti starà ad ascoltare, stronzetto?»

Il sangue freddo di Gemini svanì. «Non sono obbligato ad ascoltare tutto questo», esclamò, alzandosi. «Tu vuoi che ti aiuti, e allora vieni a prendermi.»

Il poliziotto balzò in piedi in un lampo, bloccando la porta. «Dove cazzo pensi di andare?» chiese con tono affabile. Le parole che gli uscivano di bocca suonavano dolci come miele. «Sporco negro di merda.»

Gemini reagì. Prese una pinta di birra dal tavolo più vicino e la gettò in faccia al poliziotto, che non fu tanto rapido da chiudere gli occhi: si girò su se stesso, colpito in pieno, portandosi le mani alla faccia. «Pezzo di merda!»

Gemini guadagnò la porta prima che qualcuno potesse intervenire.

A Jack, che si trovava accanto alla scala, l'intera scena sembrò svolgersi con la lentezza surreale di un film muto. I due uomini stavano sorridendo, parlando quasi con noncuranza, e un attimo dopo Diamond era piegato in due, le mani sulla faccia, quasi pietrificato. Jack si aspettava di veder scorrere del sangue, ma invece Diamond si pulì rapidamente gli occhi e si gettò fuori della porta, la giacca svolazzante. Dimenticando gli interrogatori, due uomini della squadra F balzarono in piedi per sbarrare la soglia, e lasciarono che la pioggia li inzuppasse mentre seguivano con lo sguardo il loro capo.

Non dovettero aspettare a lungo. Mel Diamond riapparve, ansimando pesantemente, la giacca intrisa di pioggia e di birra. «Tutto bene», borbottò, chinandosi e sputando sul marciapiede. «Gli ho preso la targa. Piccolo stronzo merdoso.»

Sulla via del ritorno a Shrivermoor guidò ancora Jack. Al suo fianco c'era Maddox, l'impermeabile bagnato piegato alla rovescia sulle ginocchia. Essex e Logan sedevano scompostamente sul sedile posteriore, emanando un lieve odore di birra. Jack era silenzioso. Nel retrovisore esterno scorgeva la Sierra che lo seguiva a breve distanza, con Diamond al volante. A ogni movimento dei tergicristalli, Jack lo vedeva parlare e ridere. La Sierra aveva i finestrini annebbiati per la condensa, mentre quelli della Jaguar erano freddi e puliti.

«Sono stati tutti d'accordo a presentarsi per un tampone orale.» Maddox sospirò, guardando fuori mentre superavano le due cupole gemelle del Naval College. «Tutti tranne il nuovo amico di Diamond. Ha una GTI rossa e due testimoni dichiarano di aver visto Shellene andarsene con lui…»

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