Il coglione in TV parlava di una spiaggia: «… sarebbe stato visto nei pressi dell’Ocean Front Walk a Venice».
Allora quel tizio giù al Cave poteva anche andare a farsi fottere.
C’era da prendere la via dell’Ovest… dopo il tramonto. Se il sorcio l’avesse visto, non sarebbe stata una cosa buona.
Larry Schick indossava un inelegante abito marrone che doveva costare qualcosa come tremila dollari, pieno di grinze sui risvolti e cadente sulla sua struttura affilata. Invece di un fazzoletto, nel taschino portava una pipa di schiuma di mare tutta intagliata. Il fornello sporgeva come un talismano. A testa di donna. Inquietante.
L’avvocato era più giovane di come se l’era aspettato, quarant’anni e spiccioli, con un viso abbronzato e molto appuntito, capelli corvini alla Prince Valiant e occhiali con montatura rosa. Stivali da cowboy in pelle di serpente. Come una di quelle rockstar inglesi che cercano di tramandare il loro momento di gloria nella mezza età.
Si presentò con Ramsey alla tenuta di Montecito poco dopo le sei, al volante di una Rolls Royce Silver Spur nera: adesivo della Malibu Colony sul parabrezza, un grappolo di stemmi di vari club a ornare il radiatore. Un altro appassionato di automobili.
Ramsey smontò per primo. Indossava camicia di tela, jeans neri e scarpe da corsa. Le apparve ancora più vecchio dell’ultima volta che l’aveva visto. Contemplò la scena, scosse la testa. Schick lo raggiunse passando intorno all’automobile e gli toccò il braccio. Petra e Ron si aggregarono prima che potessero compiere un altro passo. Ramsey continuava a guardare il nastro che delimitava il luogo del ritrovamento.
Era tornata la pace, solo due o tre tecnici erano ancora all’opera. Nessuna notizia dei mandati di Sepulveda. Il sergente Grafton era rimasta vicino allo stagno. Si era presentata qualche tempo prima. Nome di battesimo, Anna. Sveglia, laureata in storia dell’arte, la qual cosa diede loro un argomento con cui ammazzare il tempo. Era in procinto di partire per la Svizzera. «Un furto clamoroso, opere di grandi artisti. Le abbiamo recuperate quasi tutte. Non lo leggerà mai sui giornali.» Nessun interesse negli omicidi, nessun desiderio di avocare il caso.
Aveva osservato l’arrivo della Rolls, incrociato uno sguardo con Petra, studiato Ramsey per qualche istante, per poi voltarsi dall’altra parte.
«Buonasera, signor Ramsey», salutò Petra.
«Larry Schick», si presentò l’avvocato porgendole la mano in maniera che il braccio venisse a trovarsi fra Petra e il suo assistito.
Ramsey indietreggiò di un passo. Guardò Ron, poi attaccò. «Che cosa diavolo succede adesso?» proruppe rivolto a Petra.
«Estrella Flo…»
«Lo so, lo so, ma che ci faceva qui?»
«È quello che intendevamo chiedere a lei, signore.»
Ramsey scosse la testa e digrignò i denti. «Siamo nella pura irrealtà. Il mondo è impazzito.»
Schick era rimasto impassibile. «Che cosa le è accaduto di preciso, detective?» domandò.
«È troppo presto per darle i particolari, signor Schick, ma posso affermare che è stata uccisa in maniera molto brutale e seppellita laggiù.» Gli indicò lo stagno. Un paletto contrassegnava il luogo della sepoltura.
«Mio Dio», mormorò Ramsey girandosi dall’altra parte.
«Signor Ramsey», chiese Petra, «la signora Flores non aveva mai lavorato in questa casa?»
«Certo che ci veniva.»
«Di recente?»
«No. Ai tempi in cui io e Lisa eravamo ancora insieme.» Sul finire della frase la voce di Ramsey aveva preso a contrarsi. Allungò di nuovo lo sguardo verso il paletto e fece una smorfia.
«Detective», intervenne Schick, «perché non rimandiamo l’interrogatorio a un momento meno…»
«Non è niente, Larry», lo interruppe Ramsey. «Io e Lisa venivamo qui a passare il fine settimana. Alle volte Lisa portava con se Estrella per le pulizie. Non credo che Estrella avesse una chiave, però. E non capisco perché fosse venuta qui.»
«Chi si occupa delle pulizie ora?»
«Una ditta. Niente di molto regolare, una volta al mese. Io non uso più questa casa.»
«Mi dà il nome della ditta?»
«Oh, di queste faccende si occupa Greg, io non so come si chiama.»
«E il signor Balch viene qui di persona ad aprire la casa?»
«Si capisce.» Ramsey la fissò.
«Dov’è ora il signor Balch?»
Ramsey consultò l’orologio. «Immagino che stia tornando a casa.»
«Oggi ha lavorato?»
«Presumo.» La voce di Ramsey era ridiventata normale.
«Gli ha parlato di recente?» chiese Petra.
«L’ultima volta che gli ho parlato è stato, vediamo… due giorni fa. Mi ha chiamato per sapere se avevo bisogno di qualcosa. Gli ho risposto di no. Ha cercato di confortarmi. Me ne sono rimasto perlopiù chiuso tra le mie quattro mura, ho cercato di evitare i giornalisti… e adesso questa follia.»
«Noi abbiamo cercato il signor Balch in ufficio ma non ha risposto», disse Petra.
«Forse era fuori per qualche motivo. Che cosa c’è di strano?»
«Vogliamo consultare tutti coloro che hanno accesso a questa casa.»
«Accesso?» sbottò Ramsey. «Immagino che chiunque potrebbe scavalcare quel cancello. Non ci sono allarmi.»
«Non ce n’è bisogno?»
«È rimasto solo nelle intenzioni. Quando venivo qui con Lisa, usavamo un lucchetto. Quello che mi lascia perplesso è come sia arrivata qui Estrella. Non guidava.»
«Eccellente domanda», commentò Petra.
«Alla quale confidiamo riuscirete a dare una risposta», interloquì Schick. Si sfilò la pipa dal taschino, ne ispezionò il fornello, la rovesciò. Non ne cadde fuori nulla.
«Dunque non avevate chiesto alla signora Flores di venire a pulire questa casa», riprese Petra.
«Senz’altro no. Senta, avete il mio permesso di perquisire. Casa, terreno, tutto quello che volete. Senza stare a perder tempo con i mandati…»
«Cart», protestò Larry. «Anche nello spirito della più generosa collaborazione…»
«Larry», tagliò corto Ramsey, «voglio andare a fondo di questa storia. Non c’è ragione di perdere tempo in cavilli burocratici.» A Petra: «Vedete di fare quello che dovete fare. Potete smontare la casa dal tetto alle fondamenta, per quel che mi concerne».
Si passò due dita sugli occhi, si girò e si allontanò di qualche passo. Schick lo seguì e gli posò una mano sulla spalla. Balch gli aveva offerto un analogo gesto di consolazione il primo giorno e Ramsey aveva reagito con stizza. Accettò invece il sostegno dell’avvocato, annuendo alle parole che Schick gli sussurrava. Petra lo vide pizzicarsi la cima del naso. Poco dopo tornarono da lei.
«Scusi, detective Connor. C’è altro?»
«C’è qualche motivo per cui il signor Balch sia stato qui di recente?»
«Come ho detto, viene qui a occuparsi della gestione generale, è lui che fa entrare quelli delle pulizie. Se c’era qualcosa da sistemare, avrebbe avuto la sua brava ragione.»
«Ma lei non è al corrente di niente di specifico.»
«Non è previsto che io sia al corrente», ritorse Ramsey. «È Greg che si occupa di tutto.»
«Di entrambe le case?»
«Senz’altro.»
«E le sue mansioni includono lo scambio delle automobili?»
«Scusi?»
«Portare la Jeep a Los Angeles per una revisione», spiegò Petra. «Lasciando qui la sua macchina.»
«Di che cosa sta parlando?»
«È quello che ha fatto il signor Balch ieri, signore. Un agente di qui lo ha visto uscire da questa casa e il signor Balch gli ha spiegato che lei gli aveva chiesto di portare la Jeep dal meccanico. Ha lasciato qui la sua Lexus.»
«Niente di strano», ribatté Ramsey. «La Jeep serviva qui per i weekend. A Lisa piaceva usarla. Io me ne servo di rado, quindi può ben darsi che avesse qualche grana.»
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