Niente composizioni, solo volti, a decine, alcuni sovrapposti, volti come frutti appesi a un albero invisibile. Alcuni con la bocca innocentemente dischiusa, tutti con occhi neri privi di pupille, forse orbite vuote, ellissi spettrali, in ciascuna delle quali si rispecchiava una variante sul tema della confusione.
Ogni volto più giovane di quello precedente, uno scorrere dell’età all’inverso, finché si ritrovò a dipingere solo bambini.
Bambini perplessi, che crescevano su un invisibile albero di bimbi… Un crampo le contrasse la mano e lasciò cadere il pennello. Invece di farsene un problema, rise apertamente, spense la musica, tolse la tela dal cavalletto e la posò per terra, rivolta al muro. Si denudò lasciando gli indumenti sul pavimento, restò a lungo sotto la doccia e andò a coricarsi. Appena spente le luci, rivisse il colloquio con Ramsey.
Era quasi certa che stesse manovrando.
Non sapeva che cosa farci.
Quando si svegliò, mercoledì mattina, ci stava ancora pensando. L’arroganza con cui aveva acceso le luci della rimessa mostrandole la Mercedes, come sfidandola a indagare più a fondo. Tutti quegli stimoli alla sua compassione, lo zucchero nel sangue, le cataratte, la difficoltà a guidare di notte.
Povero vecchietto, pieno di acciacchi. Ma c’era un problema clinico al quale non aveva accennato.
Il problema che avrebbe potuto essere all’origine di una grave esplosione d’ira.
E ancora niente avvocato, almeno in scena. Una sorta di duplice bluff? Rivolgigli la domanda sbagliata ed ecco che saltano fuori i parolai?
O più semplicemente si sentiva sicuro di sé perché aveva un alibi perfetto?
Non farti attirare nella trappola, nessun attacco frontale. Mira ai fianchi. Gioca sui sottoposti. Trova Estrella Flores, scambia due chiacchiere con il pilota, anche se la sua conferma non avrebbe dimostrato nulla, avrebbe avuto comunque tutto il tempo di tornare a casa, uscire, passare a prendere Lisa, ucciderla. Senza dimenticare Greg Balch, fedele lacchè e probabile spergiuro. Petra era certa che Ramsey avesse telefonato al suo assistente appena uscita lei, ma alle volte i subalterni covavano risentimenti profondi e Petra ricordava come Ramsey aveva aggredito Balch durante la prima visita. E come Balch aveva incassato in silenzio. Abituato a farsi maltrattare? Esercita un po’ di pressione, attizza un rancore rimasto a lungo sotto le ceneri e capita che lo schiavo si ribelli.
Arrivò alla sua scrivania alle otto e trovò un messaggio di Stu che la informava che si sarebbe fatto vivo più tardi, probabilmente nel pomeriggio.
Nessuna giustificazione.
Avvertì una vampata nelle guance. Accartocciò il messaggio e lo gettò nel cestino.
La direzione della Westward Charter confermò il viaggio di Ramsey e Balch a Tahoe e il ritorno a Burbank alle otto e mezzo di sera. Per caso Ed Marionfeldt era negli uffici, così poté conferire anche con lui. Gentile, disponibile, aveva compiuto chissà quanti viaggi con The Adjustor , nessun problema, niente di insolito nell’ultima occasione. Petra non voleva porre troppe domande per paura di consolidare la posizione di Ramsey come indiziato principale. Anche se lo era. S’immaginava un avvocato della difesa che utilizzava la testimonianza di Marionfeldt per dimostrare che quel giorno lo stato d’animo di Ramsey era del tutto normale. Se mai si fosse arrivati a un processo…
Da una telefonata alla sede della Previdenza Sociale risultò che Estrella Flores aveva tutti i documenti in regola e che il suo solo indirizzo ufficiale era quello della casa di Ramsey a Calabasas.
«Dunque è lì che verrebbero recapitati eventuali assegni?» chiese all’impiegato.
«Non ha fatto domande di sussidi o indennizzi, quindi non ci sono assegni.»
«Se dovesse pervenirle un cambio di indirizzo, sarebbe così gentile da farmelo sapere, signor…»
«Vicks. Se giungesse alla mia attenzione, mi premurerò per quanto mi è possibile, ma guardi che non trattiamo casi individuali se non per problemi specifici…»
«Io ho un problema specifico, signor Vicks.»
«Sono sicuro che è così… Va bene, mi lasci prendere nota, ma l’avverto che qui si perde tutto, quindi le conviene farsi viva lei di tanto in tanto.»
Petra chiamò la Player’s Management. Non rispose nessuno, nemmeno una segreteria telefonica. Forse Balch era andato a Montecito, si era preso qualche ora di permesso per cancellare indizi pericolosi per conto del suo principale.
Poi la volta del broker alla Merrill-Lynch. Morad Ghadoomian aveva una voce gradevole, priva di accento, sembrava che si fosse preparato alla telefonata.
«Povera signora Boehlinger. Immagino che voglia sapere se aveva qualche complicazione di ordine economico. Sfortunatamente no.»
«Sfortunatamente?»
«Nessuna complicazione», spiegò lui, «perché non c’era niente da complicare.»
«Niente soldi sul conto?»
«Niente di rilevante.»
«Vuole essere un po’ più preciso, signore?»
«Mi piacerebbe… Limitiamoci a dire che aspettavo sviluppi che non si sono mai materializzati.»
«Le aveva detto che intendeva investire grosse somme e poi non l’ha fatto?»
«Be’… non sono sicuro di come funzioni questo caso in termini di riservatezza. E nemmeno il mio capo. Non abbiamo mai avuto a che fare con un omicidio. Sì, ci capitano clienti deceduti più spesso che no, allora trattiamo con gli avvocati per questioni di proprietà immobiliari, con i funzionari del fisco, ma in questo caso… Limitiamoci a dire che la signora Boehlinger è stata nel mio ufficio una sola volta e solo per compilare alcuni moduli e avviare il conto.»
«Su che basi lo ha avviato?» chiese Petra.
«Be’… non vorrei venir meno ai miei doveri su questo punto… Limitiamoci a dire che ha versato il minimo.»
Petra attese.
«Mille dollari», rivelò Ghadoomian. «Giusto per aprire una situazione.»
«In titoli?»
Il broker rise sommessamente. «L’intenzione della signora Boehlinger era di costruirsi un sostanzioso conto in obbligazioni. Non avrebbe potuto scegliere un momento migliore, sono sicuro che sappia anche lei del vento favorevole che tira in questo periodo sul mercato. Però poi non ci sono mai arrivate istruzioni di investimenti e i mille dollari sono rimasti in un fondo valutario che frutta il quattro per cento.»
«Quanto aveva detto di voler investire?»
«Non lo ha mai detto, lo ha lasciato intendere. La mia impressione è stata di una somma sostenuta.»
«Sei cifre?»
«Ha parlato di acquisire indipendenza economica.»
«Chi le ha suggerito di rivolgersi a lei?»
«Mmm… credo che abbia chiamato di sua spontanea volontà. Sì, ne sono certo. Telefonò lei per spiegarmi che cosa voleva. A carico del destinatario.» Ridacchiò di nuovo.
«Ma poi non ne ha fatto niente.»
«No. Una volta l’ho persino cercata. Limitiamoci a dire che ero deluso.»
Indipendenza economica. Lisa aveva avuto in previsione un lascito o un introito importante? O, alla soglia dei trent’anni, aveva semplicemente deciso di dare inizio a un serio programma di risparmio mettendo a frutto gli alimenti che riceveva mensilmente da Ramsey per vivere del solo stipendio? Un accantonamento di ottantamila dollari l’anno poteva trasformarsi in una somma discreta.
Una riduzione avrebbe sconvolto i piani di investimento di Lisa.
Forse che Ramsey aveva fatto marcia indietro quando Lisa aveva trovato lavoro e aveva minacciato di tornare in tribunale inducendola così a sospendere i suoi progetti?
O era accaduto qualcosa di più elementare, si era per esempio trovata un altro broker.
Poco probabile. Perché avrebbe lasciato i mille dollari sul conto di Ghadoomian?
Il denaro era stato un altro motivo di dissapore tra i Ramsey?
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